Dai lavori in Commissione Finanze della Camera, impegnata nell’esame di conversione del decreto legge 11/2023, cosiddetto “cessione crediti”, sembra emergere la massima disponibilità di tutte le forze politiche a voler migliorare il provvedimento che, nato con lo scopo di tutelare i bilanci pubblici a fronte della spesa sostenuta per i bonus edilizi, punta a “contribuire alla soluzione dei gravi problemi di liquidità delle imprese e delle famiglie”, come ha precisato il Presidente della VI Commissione, l’Onorevole Osnato, nella seduta del 9 marzo scorso.
Il tema al centro del dibattito parlamentare è certamente quello dei cosiddetti crediti “incagliati” che ammontano, secondo le stime del governo, a circa 19 miliardi di euro. Già lo scorso anno, la Fondazione Inarcassa lanciava l’allarme dei cassetti fiscali di imprese e professionisti ormai pieni di crediti non più cedibili alle banche perché, a loro volta, avevano esaurito il plafond disponibile. Una situazione che si è ben presto tradotta, di fatto, in una profonda crisi di liquidità per migliaia di professionisti dell’area tecnica impegnati nelle attività connesse ai bonus edilizi.
Il governo ha cercato di porvi rimedio con il decreto-legge 11/2023 recante “Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77”, approvato nella riunione Consiglio dei ministri n. 21 del 16 febbraio u.s. La Fondazione Inarcassa, all’indomani dell’approvazione del decreto “cessione crediti”, in una nota rilasciata alla stampa ha raccolto le prime impressioni critiche sul provvedimento che, di fatto, annuncia la fine della stagione dei bonus edilizi. Infatti, contrariamente a quanto sostenuto dal governo, il meccanismo della cessione del credito e lo sconto in fattura si sono rivelati due elementi centrali e fondamentali per dare avvio alle pratiche di superbonus e dei bonus edilizi. Senza questi due strumenti, difficilmente le assemblee condominiali, anche di fronte alla richiesta di interventi urgenti, potranno deliberare l’avvio di lavori di messa in sicurezza. Ulteriori critiche sono state, poi, mosse in relazione alla ratio del provvedimento poiché esso, salvo eventuali modifiche che potranno arrivare in fase di conversione, non sembra aver risolto il problema dei crediti “incagliati”, ovvero incedibili in assenza di soggetti qualificati che possano aumentare la capacità di acquisto.
Successivamente, in vista dell’esame di conversione del decreto-legge 11/2023, la Fondazione Inarcassa ha messo a punto un pacchetto di proposte da sottoporre all’attenzione della Commissione Finanze della Camera. A tale scopo, è stato riattivato il dialogo con l’On De Bertoldi, già Senatore nella scorsa Legislatura, ora relatore del provvedimento in VI Commissione alla Camera. Nel documento trasmesso all’On. De Bertoldi sono state, innanzitutto, sottolineate le ragioni che tanti attori della filiera dell’edilizia muovono a sostegno delle politiche di incentivazione fiscale per gli interventi di messa in sicurezza. Oggi, ancor di più che in passato, visti gli importanti passi in avanti che in sede europea si stanno compiendo per la revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, il cui obiettivo è raggiungere specifici obiettivi in materia di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia finale degli edifici entro il 2030 nonché la definizione di una visione per l'edilizia verso la neutralità climatica a livello comunitario entro il 2050, è necessario che lo Stato affianchi i cittadini, di ogni fascia di reddito, e compartecipi, attraverso la definizione di un pacchetto di bonus edilizi, alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza del patrimonio edilizio. Né può sottovalutarsi la fragilità del nostro territorio dal punto di vista dell’esposizione al rischio sismico sul quale occorre intervenire attraverso la definizione puntuale di un piano nazionale di prevenzione. Se si valuta esclusivamente il fattore economico della ricostruzione, dal 1968 ad oggi, l’Italia ha finanziato una spesa di oltre 135 Mld di euro a seguito di eventi simici. In questo scenario, è evidente il ruolo fondamentale che possono continuare a giocare i bonus edilizi per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, soprattutto se accompagnati dalle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura.
Sul piano delle proposte di modifica al decreto-legge 11/2023, la Fondazione Inarcassa ha, inoltre, sottolineato come il divieto imposto alle pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti già maturati alla data di entrata in vigore del provvedimento, ha ridotto ulteriormente la platea dei potenziali acquirenti. A tal proposito, la Fondazione Inarcassa ha formulato una proposta correttiva volta a prevedere quantomeno una eccezione verso gli enti previdenziali professionali perché possano rilevare i crediti certificati dei propri associati.
In continuità con quanto ampiamente proposto da altri stakeholder della filiera dell’edilizia, la Fondazione Inarcassa ha proposto che alle banche vada consentita la possibilità di allargare la capacità di acquisto dei crediti già maturati utilizzando il 3% dei debiti fiscali raccolti con gli importi dei relativi modelli F24 da compensare con i crediti ceduti dalle imprese.
Infine, è stata proposta una deroga al divieto di esercizio delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura per gli interventi antecedenti al 17 febbraio 2023, ovvero alla data di entrata in vigore del provvedimento, per i quali sia stata già realizzata la progettazione, necessaria per l’avvio e conclusione dei lavori al fine di offrire maggiori garanzie a quei professionisti che rischiano di non vedersi riconosciuta dai committenti l’attività progettuale già eseguita.
Le proposte della Fondazione Inarcassa sono state successivamente al centro degli incontri realizzati con altri componenti la Commissione Finanze della Camera. Con gli Onorevoli, Fenu, Congedo e Lovecchio sono state, infatti, presentate e discusse le ragioni mosse dalla Fondazione Inarcassa per interventi puntuali di modifica al decreto-legge “cessione crediti”.
Al disegno di legge di conversione del decreto 11/2023 sono state presentate circa 300 proposte di modifica. Tra queste, molte raccolgono l’invito promosso dagli attori della filiera dell’edilizia sul tema della compensazione in modelli F24. Di interesse, inoltre, è l’emendamento 1.11 a prima firma dell’Onorevole Congedo secondo il quale il divieto per la pubblica amministrazione di essere cessionarie dei crediti di imposta derivanti dall'esercizio delle opzioni per la cessione del credito e dello sconto in fattura, di cui all’art. 1, comma 1, lettera a) del provvedimento, non si applica agli enti previdenziali di diritto privato.
Leggi qui il comunicato della Fondazione Inarcassa
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