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  • Equo compenso, è partita la Call to action
    “Unisciti a noi per difendere l'Equo Compenso”…..è l’appello rivolto agli iscritti della Fondazione Inarcassa per partecipare attivamente alla campagna social promossa per difendere l’equo compenso contro gli attacchi che negli ultimi mesi cercano di indebolire la portata della legge n. 49 del 2023. L’obiettivo è, attraverso una capillare azione promossa sui principali canali social, fare fronte comune contro i recenti tentativi di indebolire la norma sull’equo compenso e, in particolare, il suo coordinamento con le relative misure introdotte dal nuovo Codice dei contratti pubblici, il D.Lgs. n. 36/2023, che individua, quali criteri di aggiudicazione dei servizi di architettura e ingegneria quello del minor prezzo e quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. È, del resto, proprio il nuovo Codice, all’art. 8, comma 2, a spazzare via ogni dubbio al riguardo, laddove è chiarito che “Le prestazioni d’opera intellettuale non possono essere rese dai professionisti gratuitamente, salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione. Salvo i predetti casi eccezionali, la pubblica amministrazione garantisce comunque l’applicazione del principio dell’equo compenso”. L’iniziativa nasce, dunque, dall’esigenza di dare forza ai principali soggetti destinatari della legge sull’equo compenso. Partendo dai risultati del convegno realizzato dalla Fondazione Inarcassa il 22 maggio scorso a Roma, che ha coinvolto i principali stakeholder e attori istituzionali, la mobilitazione, ora, si sposta sulle principali piattaforme social, il cui effetto dovrà essere quello di fare da cassa di risonanza alle tante voci che chiedono di difendere i traguardi finora conquistati ad un anno dall’entrata in vigore della legge n. 49/2023.   Ecco i passaggi centrali della campagna social: condividere i post social della Fondazione Inarcassa per rafforzarne i contenuti anche attraverso l’utilizzo di specifici hastag: #EquoCompenso2024 #GiuLeManiDallEquoCompenso #SeValgoUnEuro;   Creare contenuti: post, video brevi, storie e altro materiale che esprima l'importanza dell'Equo Compenso.   Taggare gli account della Fondazione Inarcassa nei contenuti per creare una rete più ampia e visibile.   Coinvolgere la rete di contatti, partendo dai colleghi con i quali condividere l’importanza di promuovere azioni comuni a tutela della legge sull’equo compenso.   Ad un anno dall’entrata in vigore della legge n.49/2023, Fondazione Inarcassa ha rilanciato con forza il tema del riconoscimento dell’Equo Compenso per il lavoro svolto. Ti invitiamo ad unirti a noi sui social media e a partecipare attivamente condividendo i nostri post e aiutandoci a diffondere il messaggio usando gli hashtag #EquoCompenso #EquoCompenso2024 #GiuLeManiDallEquoCompenso #SeValgoUnEuro. Qui di seguito il link ai nostri profili social ed alcuni contenuti pronti per essere condivisi: Il Manifesto: perché difendere l’Equo Compenso?Instagram, Facebook, LinkedIn, X Equo Compenso: i traguardi importanti Instagram, Facebook, LinkedIn, X Perché si parla di Equo Compenso? Instagram, Facebook, LinkedIn, X L’intervista al Presidente Andrea De Maio su Il Sole 24 Ore Instagram, Facebook, LinkedIn, X L’intervista al Presidente Andrea De Maio su The Watcher Post Instagram, Facebook, LinkedIn, X
    • articolo
  • Il disegno di legge delega al governo per la riforma fiscale, approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione n. 25, offre l’occasione per mettere a punto alcune proposte di modifica all’impianto normativo di riferimento per il lavoro autonomo e le aggregazioni professionali. Il testo del disegno di legge delega esaminato dal Consiglio dei ministri il 16 marzo scorso presenta, infatti, alcune rilevanti novità di interesse per la platea degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Non sono certamente sfuggiti i principi e criteri direttivi per la revisione del sistema di imposizione sui redditi di lavoro autonomo richiamati nel provvedimento. Tra questi, infatti, è compresa la neutralità fiscale delle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali, comprese quelle riguardanti il passaggio da associazioni professionali a società tra professionisti. Il tema dell’equità e parità fiscale tra i liberi professionisti che svolgono la libera professione in forma individuale e i liberi professionisti che, invece, svolgono l’attività in forma associata, è al centro dell’agenda della Fondazione Inarcassa. Nel mese di luglio scorso, la Fondazione ha promosso uno studio di analisi e proposte dettagliate di riforma del contesto normativo e fiscale entro cui si muovono le società tra professionisti. Considerata la crescente domanda di aggregazione professionale che arriva da ampie fasce della popolazione degli architetti e ingegneri liberi professionisti, la Fondazione Inarcassa, anche sulla scorta delle esperienze dirette degli iscritti, ha rilevato l’effetto dirompente che l’innalzamento, fino a 85 mila euro, del limite di reddito professionale ai fini dell’accesso al regime forfettario, ha avuto sulla scarsa crescita delle aggregazioni professionali.    Gli evidenti vantaggi del regime forfettario hanno, infatti, frenato le aggregazioni tra professionisti e, di conseguenza, favorito le forme individuali di esercizio della libera professione. A tal proposito, si richiama l’art. 1, comma 57, lett. d) della legge 23 dicembre 2014, n. 190 secondo cui non possono avvalersi del regime forfettario “gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano, contemporaneamente all’esercizio dell’attività, a società di persone, ad associazioni o a imprese familiari di cui all’articolo 5 del testo unico di cui al d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni”. A differenza delle società di ingegneria che negli ultimi anni hanno registrato una crescita costante, le società tra professionisti hanno avuto più difficoltà ad imporsi nel mercato delle aggregazioni professionali, nonostante esse rappresentino uno strumento di più agevole applicazione e meglio rispondono alle esigenze del mercato dei servizi tecnici di piccole e medie dimensioni per la possibilità di condividere spese e costi, integrare competenze e conoscenze specialistiche, effettuare investimenti nella dotazione di strumenti informatici e per la facilità di accedere al mercato del credito. Basti considerare che, come rilevato nello studio promosso dalla Fondazione Inarcassa, nel 2018, il numero complessivo delle società tra professionisti di natura tecnica è stato pari a 298 unità; mentre, nello stesso anno, le società di ingegneria hanno raggiunto le 7.188 unità. Ne consegue, dunque, che la riforma del regime forfettario, promossa dall’ultima legge di Bilancio, rischia di favorire ulteriormente un processo di atomizzazione del tessuto professionale che mal si concilia con le caratteristiche ed esigenze del mercato dei servizi dell’area tecnica.  È noto, infatti, che per rispondere alla crescente competizione del mercato dei servizi tecnici, per creare efficienza e qualità della progettazione, l’aggregazione delle competenze multidisciplinari tra i professionisti è un fattore vincente e più incisivo. Già durante i lavori che hanno impegnato il Parlamento sull’ultima legge di Bilancio, la Fondazione Inarcassa ha formulato una precisa modifica all’impianto normativo di riferimento volta, innanzitutto, ad eliminare la causa di esclusione delle società di professionisti dall’ingresso nel regime forfettario, di cui alla legge n. 190 del 2014. Si tratta di una proposta che può garantire una maggiore equità fiscale tra professionisti che svolgono l’attività in forma individuale e i professionisti che svolgono l’attività in forma associata. Inoltre, essa avrebbe anche il merito di ridurre il rischio che il regime forfetario possa avere un effetto distorsivo del mercato dei servizi tecnici in termini di incentivo implicito alla non aggregazione delle attività professionali. La proposta della Fondazione Inarcassa si è rafforzata anche in vista delle successive interlocuzioni con il MEF. L’impegno del governo a lavorare su una riforma fiscale di ampio respiro ha tenuto conto, almeno nei principi e criteri direttivi che disegnano la legge delega, delle esigenze del lavoro autonomo e della necessità di favorire la formazione di aggregazioni professionali. Come anticipato in una nota diffusa agli organi di stampa all’indomani dell’approvazione del disegno di legge delega al governo per la riforma fiscale, la Fondazione Inarcassa sarà impegnata a portare all’attenzione del Parlamento la proposta di equità e parità fiscale e incentivazione delle aggregazioni professionali, contestualmente all’avvio dell’esame del disegno di legge recante la delega al Governo per la riforma fiscale (C. 1038) e aumenterà il livello di attenzione sugli interventi normativi di dettaglio che saranno adottati, in funzione dei principi e criteri direttivi fissati nella delega, attraverso i decreti delegati che il Governo dovrà emanare entro 24 mesi dall’approvazione della legge delega. Leggi qui il comunicato della Fondazione Inarcassa
    • riforma
  • Dal 4 al 6 novembre presso il Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai, 15 giovani professionisti italiani insieme a 15 colleghi operanti negli Emirati Arabi Uniti hanno lavorato fianco a fianco dando vita a 5 progetti innovativi, destinati a donare un nuovo volto all’area di Downtown Boulevard di Dubai. Alla presentazione, che si è tenuta all’interno dell’anfiteatro del padiglione Italia presso l’Expo, hanno preso parte l’Ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti, Nicola Lener, e numerosi professionisti di fama internazionale tra i quali il co-progettista del Padiglione Italia Prof. Carlo Ratti. Il workshop nato dalla collaborazione con Emaar, principale developer degli Emirati, ha dato modo a 30 giovani promesse dell’architettura e dell’ingegneria di confrontarsi e mettere a fattor comune i rispettivi background. I progetti di urban activation ideati al termine di 3 giorni di intenso lavoro, hanno riguardato il centro nevralgico di Dubai, la zona del Downtown, che ospita il Burj Kalifa e il Dubai Mall, rispettivamente il grattacielo e il centro commerciale più grandi al mondo. Con approcci molto differenti, i cinque progetti elaborati hanno fornito numerosi spunti per donare nuova linfa ad una zona ancora in forte espansione, all’insegna del green e della nuova mobilità. Gli elaborati del workshop saranno raccolti in una pubblicazione prodotta da Fondazione Inarcassa. LEGGI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI      
    • Expo