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  • Massimo Iosa Ghini, architetto e designer, inizia la sua carriera professionale nel 1985 e da allora lavora sulle diverse scale del progetto: dal product design all’architettura, dalla comunicazione all’interior design, realizzando mobili, edifici commerciali, musei, uffici, allestimenti, stazioni ferroviarie e metropolitane. Con il suo studio Iosa Ghini Associati, fondato nel 1990 con sedi a Bologna e Milano, sviluppa progetti in tutto il mondo per importanti gruppi internazionali. Protagonista della storia del design e dell’architettura, ha subito l'influenza del gruppo Memphis e del movimento Bolidismo. "Certo - ha spiegato l'architetto - mi hanno condizionato e tuttora le vivo come presenze ricche di significato e ancora parzialmente da scoprire. Penso che l'architetto, il designer, abbia questa missione, una missione interiore. L'idea è veramente quella di pensare, durante il progetto, al risultato finale, cioè al luogo o all'oggetto che poi qualcuno prenderà in mano, qualcuno utilizzerà. Questo credo sia il nostro ruolo principale, l'idea di fondo che in tutti noi". Lavora da tempo con importanti gruppi internazionali, dai nomi affermati in tutto il mondo per il Made in Italy. Come sono percepiti, i professionisti italiani nel panorama internazionale? "L'idea è che noi italiani siamo in grado di avere una visione che non è conforme. Questa non conformità è chiaramente un'arma a doppio taglio, ma ci dà la la capacità di vedere al di fuori del prevedibile. Ecco, questo credo che sia un aspetto che ci viene riconosciuto e che spesso, appunto l'industria o anche il mondo delle costruzioni, dell'architettura, cerca".
    • architalking
  • "La presenza di accordi bilaterali Italia-Nigeria ci ha agevolato durante la nostra esperienza, di ben quattro anni, nel paese africano. E' fondamentale avere dei referenti locali per comprendere le dinamiche professionali del posto, in particolare la centralità del progetto: in molti paesi, compresa la Nigeria, il primo interlocutore del committente, infatti, è l'impresa". Ci spiega così l'ing. Cristiano Cavallo la sua esperienza in Africa, protagonista dell'edizione di agosto del format ArchiTalking.
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  • Francesca Federzoni è un ingegnere che si occupa da quasi 30 anni di progettazione integrata. Dal 2011 è presidente di Politecnica, progetto collettivo nato a Modena nel 1972 e oggi società che conta su 300 professionisti, 46 soci e 30 milioni di fatturato in oltre 50 Paesi al mondo. "Politecnica - ci ha spiegato l'ing. Federzoni - nasce come società di progettazione integrata, anzi direi che il progetto integrato è la nostra specificità; chi cresce professionalmente in Politecnica vive quotidianamente l’integrazione delle competenze in team multidisciplinari. E se in un recente passato la multidisciplinarietà era costituita dalle branche più classiche dell’ingegneria e dell’architettura (strutture, impianti, urbanistica, composizione architettonica, …) oggi la complessità della realtà ci ha portato ad integrare i gruppi di lavoro con competenze trasversali come economisti, sociologhi, esperti di comunicazione". La società Politecnica ha ottenuto la certificazione UNI/Pdr 125:2022 sulla parità di genere, requisito previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR che misura le opportunità di crescita e inclusione offerte dall’azienda, l’equità remunerativa, la tutela alla genitorialità e la conciliazione vita lavoro: "Il nostro settore per sopravvivere - ha continuato Federzoni - deve essere fortemente rinnovato e diventare attrattivo per donne e giovani generazioni. Il problema ha un grande nemico nella percentuale femminile di laureate nelle materie STEM". "La certificazione non è la soluzione di tutti mali, ma sicuramente avere una parte terza a cui render conto delle proprie scelte, aiuta a mettersi in discussione, senza la paura di essere giudicati, ma con la voglia di migliorare". "Spesso la discriminazione non è palese, ma si annida nelle sfumature, non sempre facili da cogliere".
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  • Vincenzo Corvino e Giovanni Multari fondano nel 1995 lo studio Corvino + Multari con sede a Napoli e uffici a Milano, partecipando a diversi concorsi internazionali e realizzano edifici per abitazioni, uffici pubblici e privati nonché la riqualificazione di spazi pubblici aperti. Hanno sviluppato il concetto di “city as a client” perchè "il vero cliente di un progetto di architettura è la città - spiega Vincenzo Corvino, protagonista di Architalking di novembre - indipendentemente dalla domanda di committenza pubblica o privata. Riteniamo che la città sia il luogo depositario di tutte le risposte di cui il progetto di architettura si fa carico.  Le città italiane inoltre sono l'esito di una forte contaminazione tra arte e architettura, in un sottile confine di due arti visive che si incontrano per definire spazi pubblici e qualità degli edifici. È con questa consapevolezza che nei nostri progetti siamo soliti coinvolgere artisti che hanno quella capacità di stare sul progetto di architettura, di condividere una visione spaziale". 
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  • "La presenza di accordi bilaterali Italia-Nigeria ci ha agevolato durante la nostra esperienza, di ben quattro anni, nel paese africano. E' fondamentale avere dei referenti locali per comprendere le dinamiche professionali del posto, in particolare la centralità del progetto: in molti paesi, compresa la Nigeria, il primo interlocutore del committente, infatti, è l'impresa". Ci spiega così l'ing. Cristiano Cavallo la sua esperienza in Africa, protagonista dell'edizione di agosto del format ArchiTalking.
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  • ArchiTalkIng, luglio: intervista a Franco Cavallaro
    Franco Cavallaro, ingegnere, ha maturato un’esperienza quarantennale nel management della pianificazione territoriale e dello sviluppo dei contratti per la realizzazione di infrastrutture e trasformazioni urbane. Vanta una importante esperienza all'estero, in particolare nel territorio africano dove ha operato in Tunisia, Kenya, Egitto e Mozambico.  Quali sono le competenze e le professionalità maggiormente richieste nei paesi in cui ha lavorato e come differiscono rispetto alle richieste del mercato italiano? "Nella nostra esperienza - spiega l'ing. Cavallaro -  abbiamo visto che nei paesi africani, anche grazie ai programmi di cooperazione tra le loro Università e le nostre, alcune competenze tecniche sono disponibili. Ma come è ben noto il progetto è qualcosa di più della somma di competenze tecniche, e loro stentano nei processi di sintesi, e sconoscono completamente l’approccio del PM. La conseguenza di tale loro deficit consiste nella loro modesta capacità di rispettare tempi e costi aprendo la strada a possibili partenariati misti in cui si mettano insieme le loro legittime aspettative di partecipare al processo progettuale ed esecutivo con la regia delle nostre organizzazioni". I settori di maggiore prospettiva, oltre a quello industriale, riguardano il ciclo dell’acqua e l’energia, e l’ambito dello sviluppo urbano. L'ing. Franco Cavallaro è il protagonista di Architalking di luglio.
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  • L’approccio alla progettazione nasce dalla ricerca sui temi dell’esperienza sensoriale e della sostenibilità, ponendo l’uomo e la natura come elementi centrali attorno ai quali sviluppare la propria architettura, portando gli elementi naturali all’interno degli spazi progettati. Giuseppe Tortato è il protagonista dell'intervista di Maggio di ArchiTalkIng
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  • AIRES INGEGNERIA srl è una Società di Ingegneria specializzata nello sviluppo di progetti e consulenze nel campo dell'Ingegneria Strutturale e Sismica e nella Valutazione di Vulnerabilità di edifici esistenti. Fondata nel 2008 originariamente come associazione professionale, è guidata dagli ingegneri Pasquale Crisci, Gennaro Di Lauro e Gianfranco Laezza. "Per crescere professionalmente e mirare a determinati obiettivi, ci ha spiegato Pasquale Crisci, è importante il confronto quotidiano e il lavoro di gruppo grazie al quale le idee nascono e si sviluppano in modo esponenziale: “un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile”. Su questo principio è nata Aires Ingegneria nel 2008 come studio associato di tre “artigiani delle ingegneria” per poi diventare nel 2016 una società di ingegneria grazie alla sinergia con altri giovani colleghi che negli anni hanno creduto in noi e con i quali abbiamo raggiunto inaspettati traguardi. È stato strategico e, oggi possiamo dire anche lungimirante, investire sulla nostra formazione universitaria, che è anche la nostra passione: l’Ingegneria Sismica e Strutturale.  Ci siamo in particolare focalizzati sulla conoscenza strutturale degli edifici esistenti e sulla applicazione delle tecnologie soprattutto innovative per gli interventi di consolidamento finalizzati all’adeguamento e al miglioramento sismico.    Nel video l'intervista del format ArchiTalkIng del mese di Marzo   Guarda la versione integrale
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  • Il Consiglio di Amministrazione di Inarcassa, nella riunione del 28 luglio u.s., ha nominato membri del Consiglio Direttivo della Fondazione Inarcassa: l’Ing. Andrea De Maio, l’Arch. Cinzia Prestifilippo, l’Ing. Lorenzo Daniele De Fabrizio.  Le tre nomine completano  la ricomposizione del Consiglio Direttivo,  per cui il Comitato Nazionale dei Delegati, nella riunione del 13 e 14 luglio u.s., aveva già eletto i componenti di sua competenza: Arch. Bruna Gozzi, Arch. Sergio Martinelli, Ing. Marco Muratore e Arch. Beniamino Visone.
    • Elezioni
  • Il 16 dicembre scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78.  Il testo, che si compone di 229 articoli e di 36 allegati, è ora all’esame delle Commissioni Ambiente e Lavori Pubblici di Camera e Senato che entro l’8 febbraio dovranno esprimere i propri pareri. Successivamente, il provvedimento sarà nuovamente trasmesso al governo che, salvo modificazioni, dovrà approvarlo, entro il prossimo mese di marzo, in via definitiva in una delle prossime riunioni del Consiglio dei ministri. Il nuovo Codice si applicherà a tutti i nuovi procedimenti a partire dal 1° aprile 2023; dal 1° luglio 2023 è, quindi, prevista l’abrogazione del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 e l’applicazione delle nuove norme anche a tutti i procedimenti già in corso[1]. Il testo approvato dal Consiglio dei ministri ricalca in sostanza la versione a cui ha lavorato il Consiglio di Stato tra i mesi di luglio e ottobre scorsi. Ai fini della redazione della bozza dello schema di decreto legislativo, tenuto conto di quanto prescritto all’art. 4 della delega al governo in materia di contratti pubblici (Legge 21 giugno 2022, n. 78), il Consiglio di Stato, con Decreto del Presidente n. 236 del 4 luglio 2022, ha istituito una Commissione incaricata, per l’appunto, di redigere il “progetto del decreto legislativo recante la disciplina dei contratti pubblici”. Nell’ambito della consultazione promossa dalla Commissione al fine di raccogliere proposte e osservazioni da parte dei principali stakeholder, la Fondazione Inarcassa ha trasmesso a luglio scorso, all’attenzione dell’allora Presidente del Consiglio di Stato, Franco Frattini, e del Coordinatore della Commissione incaricata di redigere il “progetto del decreto legislativo recante la disciplina dei contratti pubblici”, Luigi Carbone, una corposa documentazione d’interesse che opera sulla materia dei lavori pubblici. Come anticipato nella Nota di accompagnamento, la Fondazione Inarcassa è intervenuta in diverse audizioni parlamentari e ha partecipato alle consultazioni promosse da ANAC (tra cui quelle sul bando tipo per le procedure svolte interamente con sistemi informatici e sugli affidamenti in house) per formulare proposte correttive alla disciplina vigente e suggerire al decisore pubblico le politiche più idonee che interessano il mercato dei servizi di architettura e ingegneria. Il riferimento è senz’altro all’audizione del 26 ottobre 2021 in Commissione Lavori Pubblici del Senato nell’ambito del disegno di legge delega al Governo in materia di contratti pubblici (S. 2330), durante la quale sono emerse una serie di considerazioni e proposte volte, in particolar modo, a sottolineare la centralità e la qualità della progettazione, indispensabili ai fini del buon esito dell’attività realizzativa. Una progettazione al “ribasso” può, nel lungo periodo, costare di più dell’apparente risparmio iniziale, è stato sottolineato in audizione dal Presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta. Solo limitando al massimo il ribasso sui servizi di architettura e ingegneria, e garantendo un equo compenso professionale, si potranno avere progettazioni multidisciplinari di alto livello. Su questo tema, la Fondazione Inarcassa è poi ritornata a maggio scorso coordinando una ricerca, realizzata da REF ricerche, sugli effetti dei ribassi eccessivi nelle gare per i servizi tecnici di ingegneria e architettura. Nel corso della presentazione della ricerca, alla quale hanno preso parte, tra gli altri, alcuni autorevoli rappresentanti del Parlamento e del Governo è emerso, dall’elaborazione dei dati ANAC, che nella fase esecutiva i ritardi, le sospensioni e le varianti in corso d’opera annullano i presunti vantaggi dei forti ribassi, e comportano costi e tempi superiori rispetto a qualsiasi altro tipo di procedura. La posizione della Fondazione Inarcassa è stata apprezzata anche nel corso del dibattito al Senato sul disegno di Delega Contratti pubblici. Durante la discussione generale del provvedimento al Senato il 14 giugno scorso, il senatore De Bertoldi, che oggi siede in Commissione Finanze della Camera, richiamando lo studio promosso dalla Fondazione Inarcassa, ha sottolineato che “ancora oggi gran parte delle commissioni di gara penalizzano il concetto di offerta economicamente più vantaggiosa e, di fatto, si arriva ancora all'aggiudicazione sulla base di ribassi del 40-50 per cento”[2]. Gli interventi della Fondazione Inarcassa sono proseguiti nei mesi a seguire allo scopo di proporre puntuali modifiche e correzioni allo schema di codice dei contratti pubblici. Non appena entrato in carica il nuovo Governo presieduto dall’Onorevole Meloni, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato a novembre scorso una consultazione sul testo trasmesso dal Consiglio di Stato. Alla consultazione ha partecipato anche la Fondazione Inarcassa inviando un position paper dettagliato di proposte che toccano diversi punti del provvedimento, tra cui: a) RUP e responsabilità dei dipendenti della stazione appaltante; b) Livelli di progettazione; c) Appalto integrato; d) Procedure per l’affidamento sotto le soglie comunitarie. Sul primo punto, la Fondazione Inarcassa ha sottolineato quanto sia fuorviante definire il RUP Responsabile Unico del Progetto poiché in tal modo si individua un servizio specifico di ingegneria e architettura. In alternativa, si è proposto il termine “Procedimento” o “Programmazione e Controllo”. Sulla riduzione dei livelli di progettazione, la posizione della Fondazione Inarcassa è netta: non sono i livelli di progettazione la causa degli attuali ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche, bensì i tempi di attraversamento che incidono per il 60% sulla durata della progettazione. La riduzione dei livelli di progettazione rischia seriamente di compromettere la qualità e la sicurezza delle opere pubbliche. Altrettanto netta è la posizione sull’appalto integrato, un istituto che nega l'indipendenza e terzietà del progettista rispetto all'esecutore, e non garantisce la qualità del progetto e la rispondenza dello stesso a criteri esclusivi di interesse pubblico. La proposta della Fondazione Inarcassa è, quindi, preservare e garantire l’indipendenza dei ruoli: da un lato, il progettista, terzo garante della P.A., dall’altro l’impresa, che esegue i lavori; nel mezzo, la PA con il suo ruolo di indirizzo e controllo.    Ulteriori considerazioni  e proposte sono state avanzate in merito alle procedure per l’affidamento sotto le soglie comunitarie considerato che l’innalzamento della soglia per l’affidamento diretto dei servizi di architettura e ingegneria a 139.000 euro, ha fatto emergere una serie di criticità, tra cui: 1) l’accaparramento di incarichi da parte dei “soggetti più forti” - indipendentemente dalle competenze tecniche e professionali; 2) la reintroduzione - in modo surrettizio - del criterio del prezzo più basso quale prassi comune delle stazioni appaltanti per la selezione del professionista a cui affidare i servizi tecnici; 3) una disparità di trattamento tra i regimi ordinari e quelli forfettari che sono preferiti dalle stazioni appaltanti più piccole per l’azzeramento dell’IVA. Contestualmente all’approvazione in Consiglio dei ministri del decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti pubblici, in esame preliminare, la Fondazione Inarcassa il 16 dicembre scorso ha partecipato ad un evento promosso a Roma dall’On. Mazzetti, della Commissione Lavori Pubblici, sul nuovo codice degli appalti quale “momento di condivisione e di raccolta di proposte per completare e migliorare il testo”.  Il provvedimento, come anticipato, è ora all’esame delle Commissioni Ambiente e Lavori pubblici di Camera e Senato. A tal riguardo, la Fondazione Inarcassa ha dapprima trasmesso una Nota ai rispettivi Presidenti, On. Rotelli e Sen. Fazzone, per esprimere loro alcune osservazioni e proposte di modifica al testo già evidenziati nei precedenti appuntamenti istituzionali, e successivamente ha formalizzato una precisa richiesta di audizione, l’11 gennaio scorso, presso la Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera.   Leggi qui il commento del Presidente della Fondazione Inarcassa   [1] https://www.governo.it/it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-10/21339 [2] Senato della Repubblica, seduta del 14 giugno 2022 sulla discussione generale del disegno di legge Delega al governo in materia di contratti pubblici, ripresa video disponibile al seguente link  https://webtv.senato.it/video/showVideo.html?seduta=439&leg=18&xmid=25059 al minuto 23:50.
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