“La disciplina dell’equo compenso è in vigore da soli 4 mesi, eppure già registriamo il tentativo di indebolire la portata di una norma che nasce per riequilibrare il potere contrattuale dei professionisti rispetto a P.A., banche, assicurazioni e grandi imprese. Abbiamo convintamente chiesto e sostenuto questo provvedimento perché argina lo scempio del lavoro professionale gratuito e delle gare con valore a base d’asta di un euro, consolidando un principio di civiltà giuridica che tutela l’interesse collettivo alla qualità delle prestazioni professionali. Va proprio in questa direzione la delibera Anac n. 343 del 20 luglio scorso che contesta l’operato di una Stazione appaltante per non aver tenuto conto delle novità apportate dalla legge 49/2023 sull’equo compenso”, dichiara il Presidente della Fondazione Inarcassa, ing. Andrea De Maio.