Sintesi di monitoraggio legislativo n.9/2019
NOTA POLITICA
L’impietosa radiografia dell’economia italiana tratteggiata a inizio giugno dalla Commissione europea ha costituito un brusco risveglio dopo il lungo periodo di stasi proseguito sino al voto europeo del 26 maggio. Più del mero dato statistico, l’intervento di Bruxelles è rilevante giacché costituisce un vero e proprio monito rivolto all’Italia e all’esecutivo Conte. Sul punto è infatti bene ricordare che la complessità delle indecifrabili regole di bilancio europee è tale da farne in primo luogo degli strumenti affatto neutrali sottoposti alla discrezionalità politica delle autorità di Bruxelles, mediante cui sostenere i governo amici oppure sanzionare quelli ostili. Nel caso di specie la Commissione europea vorrebbe avviare un’azione disciplinare contro il nostro paese per mancata riduzione del suo alto debito pubblico.
LAVORI PUBBLICI
DL sblocca-cantieri
Il 13 giugno è stato approvato in via definitiva il DL sblocca-cantieri, in un testo sensibilmente modificato nel corso dell’esame parlamentare.
Per rendere operativo il decreto, tuttavia, servono 27 provvedimenti attuativi, che non riguardano esclusivamente gli appalti. Si va dalle linee guida del ministero dell’Ambiente sui rifiuti («end of waste») a quelle che dovrà scrivere il ministero delle Infrastrutture per calare sul campo le semplificazioni relative all’autorizzazione dei progetti a basso rischio in zona sismica.
Una novità è rappresentata da Infrastrutture s.p.a. la nuova società in house, introdotta nel testo con un emendamento a firma M5S, dotata di un capitale sociale di 10 milioni, detenuto interamente dal Ministero dell'Economia e sulla quale il Ministero delle infrastrutture esercita il controllo al fine di assicurare la celere cantierizzazione delle opere pubbliche.
Con specifico riguardo alla disciplina degli appalti sono 53 le modifiche apportate al codice.
Leggi qui la posizione di Fondazione Inarcassa
Di seguito una breve sintesi delle principali.
Regolamento unico da varare entro 180 giorni
L'ultima versione del decreto prevede che il vecchio sistema fatto di linee guida e regolamenti attuativi resti in piedi fino all'arrivo del nuovo regolamento da varare entro 180 giorni dal decreto. La novità introdotta con un emendamento nel passaggio parlamentare è il tentativo di rendere quanto più ordinato possibile il passaggio dal vecchio al nuovo sistema. Nel frattempo decreti e linee guida già in vigore potranno essere modificati soltanto per adeguare le regole italiane alle richieste avanzate da Bruxelles con la procedura di infrazione formalizzata a inizio anno.
A rischio l'appalto integrato libero
Il decreto sospende fino al 31 dicembre 2020 il divieto di affidamento congiunto di progetto e lavori. Resta in vita però la norma che prevede che i lavori «sono affidati ponendo a base di gara il progetto esecutivo» e che l'affidamento congiunto, «sulla base del progetto definitivo», può riguardare solo i lavori ad alto tasso tecnologico e deve essere motivato nella determina a contrarre. Nonostante l'intenzione della maggioranza sia chiara – aprire le porte all'appalto integrato – è difficile che, messi di fronte all'incertezza, i funzionari pubblici decidano di percorre fino in fondo questa strada con il rischio di finire di fronte a un Tar. Qui per approfondire
Appalto integrato per manutenzioni
Fino al 2020 via libera alle gare su progetto definitivo per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, ad esclusione degli interventi che prevedono rinnovo o sostituzione della parti strutturali di opere e impianti
Subappalti gara per gara con tetto al 40% fino al 2020
Sale rispetto al 30% del codice, ma scende rispetto al 50% previsto dal testo originario del decreto Sblocca-cantieri la quota di contratto subappaltabile dall'impresa principale. La misura di compromesso è stata trovata al 40%. Confermata la cancellazione della terna. Le due novità sono che la percentuale di subappalto ammissibile dovrà essere stabilita gara per gara con i bandi dalle amministrazioni e che la soluzione sarà temporanea (fine 2020) e non definitiva.
Tornano le procedure negoziate
Lo sforzo di semplificazione si concentra soprattutto nella fascia delle opere sotto la soglia Ue di 5,5 milioni. Qui il criterio del prezzo più basso diventa una scelta pienamente legittima in alternativa all'offerta più vantaggiosa (che prima era invece obbligatoria sopra i due milioni), con l'obbligo di escludere le offerte anomale, cioè quelle con percentuali di ribasso superiori alla media. Resta a 40mila euro la soglia per gli affidamenti diretti da parte dei funzionari delle Pa. Da questa soglia a 150mila euro basterà consultare tre imprese. Tra 150mila e 350mila si sale a 10. Tra 350mila e un milione si passa a 15. Oltre ci vuole la gara.
Piccoli Comuni: addio obbligo di centralizzare gli appalti
I Comuni non capoluogo potranno gestire da soli le procedure di gara di maggior rilievo, senza ricorrere a centrali uniche di committenza o stazioni uniche appaltanti.
Il decreto, congela fino a tutto il 2020 l'obbligo per le amministrazioni comunali non capoluogo di ricorrere a formule di aggregazione per l'acquisizione di lavori, beni e servizi oltre certe soglie. I Comuni non capoluogo, pertanto, dal momento dell'entrata in vigore del decreto-legge possono scegliere se gestire in proprio le procedure di gara per appalti di valori superiori alle soglie dell'articolo 35 del Codice per beni e servizi o superiori alle soglie interne stabilite dallo stesso articolo 37 per i lavori, oppure continuare a fare ricorso alle centrali uniche di committenza o alle stazioni uniche appaltanti
Qualificazione più facile per i costruttori
Finora per dimostrare i requisiti tecnico-economici le imprese potevano attingere ai risultati ottenuti negli ultimi dieci anni. Ora questo limite viene innalzato a 15 anni. Un modo per permettere ai costruttori di superare all'indietro gli anni peggiori delle crisi cominciata nel 2008, andando a pescare risultati non influenzati dal crollo produttivo causato alla crisi del mattone che dura, appunto, proprio da dieci anni.
Pareri più veloci per il Consiglio superiore dei lavori pubblici
Scende da 90 a 45 giorni il tempo massimo concesso al Consiglio superiore dei lavori pubblici per rilasciare i pareri sui progetti. Sale da 50 a 75 milioni invece la soglia oltre la quale va richiesto l'intervento del Consiglio.
Opere legge obiettivo: niente passaggio al Cipe per le varianti
Per velocizzare l'approvazione dei progetti arriva una misura che congela fino a tutto il 2020 l'obbligo di un nuovo passaggio al Cipe per l'approvazione delle varianti alle infrastrutture strategiche previste dal vecchio piano della legge obiettivo. La norma vale per le varianti che determinano aumenti di costo contenuti entro il 50% del valore del progetto definitivo già approvato dal Cipe. E si applicherebbe sia nella fase di approvazione del progetto esecutivo che in quella di realizzazione dei lavori. In questo caso ad approvare la variante sarebbe la stessa stazione appaltante.
Anticipazione e pagamento diretto ai progettisti
Nel decreto trova spazio anche l'estensione dell'anticipo del 20% del prezzo a tutti i tipi di appalti e non sono a quelli di lavori. In futuro dunque ne beneficeranno anche progettisti e fornitori. Prevista anche la possibilità di pagamento diretto dei progettisti esterni all'impresa da parte delle stazioni appaltanti negli appalti integrati. L'indicazione della modalità di erogazione del compenso deve essere indicata nei documenti di gara.
Ricorsi: addio al rito superaccelerato
Confermato anche l'addio al rito superaccelerato negli appalti, che imponeva di contestare subito ammissioni ed esclusioni e stabiliva una corsia accelerata per la decisione dei giudici. Da questo punto di vista il decreto cancella i riferimenti al rito speciale contenuti nel codice del processo amministrativo.
DL Crescita
L'Assemblea di Palazzo Madama, giovedì 27 giugno, ha rinnovato la fiducia al Governo approvando, senza emendamenti e articoli aggiuntivi, l'articolo unico del ddl di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 34, recante misure urgenti di crescita economica, nel testo licenziato dalla Camera dei deputati.
Il provvedimento è stato modificato nel corso del travagliato esame alla Camera. Di seguito una sintesi delle principali misure approvate.
Incentivi per la valorizzazione edilizia
Le imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare che acquistano interi fabbricati per demolirli e ricostruirli, anche con variazione volumetrica, o effettuare interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, per poi rivenderli entro i successivi 10 anni, pagheranno l’imposta di registro e le imposte ipotecaria e catastale nella misura fissa di euro 200 ciascuna. Per ottenere il beneficio, l’edificio dopo i lavori dovrà essere conforme alla normativa antisismica e classificato in classe energetica NZEB, A o B, così come definiti dalle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (DM 26 giugno 2015). In caso di mancato rispetto dei requisiti, si dovranno pagare le imposte di registro, ipotecaria e catastale nella misura ordinaria, nonché una sanzione del 30% delle stesse imposte e gli interessi di mora a decorrere dall'acquisto dell'immobile. Qui per approfondire
Sismabonus per l’acquisto di case antisismiche in zona 1, 2 e 3
Chi comprerà una unità immobiliare in un edificio demolito e ricostruito in zona 1, 2 o 3, potrà ottenere una detrazione pari al 75% del prezzo se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a una classe di rischio inferiore, o dell’85% se si ottiene invece il passaggio a due classi di rischio inferiore.
Sconto al posto di Ecobonus e Sismabonus
I soggetti che effettueranno interventi di messa in sicurezza dal rischio sismico e di efficientamento energetico potranno ricevere un contributo, anticipato dal fornitore che ha effettuato l’intervento, sotto forma di sconto sul corrispettivo spettante. Il contributo sarà recuperato dal fornitore sotto forma di credito d'imposta, di pari ammontare, da utilizzare in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, senza l’applicazione dei limiti di compensabilità. In alternativa, il fornitore che ha effettuato gli interventi potrà cedere il credito d'imposta ai propri fornitori di beni e servizi. Vietata la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari.
Fondo Salva Opere
In caso di crisi dell’impresa aggiudicataria di un appalto, sarà coperto il 70% dei pagamenti a favore delle Pmi subappaltatrici. Il Fondo sarà alimentato con un contributo dello 0,5% del valore del ribasso offerto dall’aggiudicatario delle gare di appalti pubblici di importo pari o superiore a 200mila euro, a base d’appalto, in caso di lavori, e a 100mila euro in caso di servizi e forniture. Vi potranno accedere sub-appaltatori e sub-fornitori di imprese aggiudicatrici di lavori pubblici in stato di crisi.
Sul Fondo saranno appositamente stanziati 45,5 milioni di euro, 12 per il 2019 e 33,5 per il 2020, che andranno a ristorare i crediti verso le aziende interessate da crisi avviate dopo il primo gennaio 2018, come ad esempio, scrive il Mit in una nota, le imprese siciliane interessate dalla crisi di Cmc e quelle impegnate nella costruzione del Quadrilatero Umbria/Marche, interessate dalla crisi di Astaldi.
Il Mit promette che il Fondo sarà operativo prima della pausa estiva. Le domande di pagamento saranno istruite, sulla base della documentazione fornita dai creditori o in base alle verifiche svolte presso il contraente generale.
Deducibilità Imu sui beni strumentali
Professionisti e imprenditori potranno dedurre l’Imu sui beni strumentali dal reddito. La percentuale di deducibilità crescerà col passare degli anni. Si inizierà con il 50% per il periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018, per poi passare al 60% e 70%.
Scuole, procedura negoziata per lavori fino a 5,5 milioni
Per garantire la messa in sicurezza degli edifici scolastici pubblici, gli Enti Locali beneficiari di finanziamenti e contributi potranno, nel triennio 2019 – 2021, affidare le gare di importo fino alle soglie comunitarie (5,5 milioni di euro) con procedura negoziata con consultazione, nel rispetto del criterio di rotazione degli inviti, di almeno 15 operatori economici. Qui per approfondire
Struttura per la progettazione, lettera al Governo
I professionisti hanno lanciato un appello al Governo per avviare la revisione della norma che ha introdotto la Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici.
Secondo i promotori dell’appello (tra i quali figurano Inarcassa e la sua Fondazione), la Struttura per la Progettazione determinerà una perdita di decine di migliaia di posti di lavoro nelle professioni tecniche. Internalizzare la produzione di progetti - e magari anche la direzione dei lavori delle opere pubbliche - produrrebbe certamente un ‘collo di bottiglia’, con l’effetto di allungare i tempi di messa in campo delle opere anziché di migliorare l’efficienza e semplificare i processi.
Si ricorda che la Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2019, tuttavia il decreto attuativo, atteso entro la fine di gennaio, non è stato ancora emanato, nonostante gli annunci del Presidente Conte. Qui per approfondire
Dissesto idrogeologico: ddl CantierAmbiente
Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il disegno di legge CantierAmbiente per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio.
Il ddl attribuisce ai Presidenti delle Regioni designati quali Commissari contro il dissesto idrogeologico il compito di predisporre un programma d’azione triennale per la mitigazione del rischio e per la salvaguardia del territorio, all’interno del quale saranno indicati, anno per anno, i comuni e i territori coinvolti, la descrizione tecnica e le singole stime di costo. Qui per approfondire
EQUO COMPENSO
Proposta di legge in tema di equo compenso del M5S
Il sen. Santillo - capogruppo del Movimento 5 stelle in Commissione lavori pubblici al Senato - ha presentato sulla piattaforma Rousseau una proposta di legge volta a tutelare la professione tecnica nelle attività con la committenza privata, allargando il perimetro di applicazione dell’equo compenso, e contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale.
Il disegno di legge dispone che ogni istanza presentata alla pubblica amministrazione nell’ambito dello svolgimento di prestazioni professionali rese alla committenza privata nei settori nei quali le norme e i regolamenti statali, regionali e provinciali prevedono l’intervento del professionista, deve essere corredata da una copia della lettera di affidamento dell’incarico sottoscritta dal professionista incaricato e dal committente, in riferimento anche alle possibili fasi procedurali propedeutiche al rilascio degli atti a cui sono preordinate le istanze di cui al presente articolo.
Per il contrasto all’evasione fiscale, poi, si stabilisce che il committente, per ogni prestazione eseguita da professionista incaricato, trasmette all’ente pubblico preposto un’autodichiarazione attestante il pagamento da parte del committente dei compensi relativi alla prestazione resa, riportando gli estremi del bonifico bancario o, in mancanza dell’avvenuto integrale pagamento, attestante l’avvenuta corresponsione al professionista dell’anticipo del compenso pattuito, in misura non inferiore al 30%, nonché il relativo piano dei pagamenti.
La proposta di legge è pubblicata nella sezione Lex Parlamento della Piattaforma Rousseau per essere sottoposto a proposte di modifiche e integrazioni da parte degli iscritti, entro il 18 agosto 2019, prima di essere presentata al Senato. Qui per approfondire
Leggi regionali in Abruzzo e Puglia
La Fondazione Inarcassa valuta positivamente l’approvazione in Regione Abruzzo della legge in materia di equo compenso. “Ci fa ben sperare che l’equo compenso possa finalmente diventare centrale nell’agenda politica del Governo, così da affermare questo principio anche a carattere nazionale” commenta il Presidente, ing. Egidio Comodo.
Qui per approfondire
PROFESSIONI
La Flat tax piace alla maggioranza degli ingegneri
Un’indagine condotta dal Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) ha fatto emergere che il 77% degli intervistati considera il regime della flat tax per le partite Iva particolarmente favorevole ma più dell’85%, seppure con diverse sfumature, è convinto che esso necessiti di correttivi.
FISCO
Gli Indici sintetici di affidabilità fiscale: i vantaggi per imprese e professionisti
È online in versione definitiva sul sito dell’Agenzia delle Entrate “Il tuo Isa”, il software che consente a imprese e professionisti di calcolare il proprio indice sintetico di affidabilità fiscale e beneficiare, in funzione del valore raggiunto, di una serie di vantaggi come l’esclusione dagli accertamenti di tipo analitico-presuntivo, la riduzione dei termini per l’accertamento e l’esonero dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti d’imposta. Qui per approfondire
L’Agenzia delle Entrate ha, inoltre, condiviso la guida “Gli Indici sintetici di affidabilità fiscale: i vantaggi per imprese e professionisti”. Nella pubblicazione vengono illustrati i nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) che, a partire dalla dichiarazione Redditi 2019, sostituiscono gli studi di settore e i parametri. Introdotti con il Dl n. 50/2017, gli Isa sono in sintesi degli indicatori costruiti con una metodologia statistico-economica basata su dati e informazioni contabili e strutturali relativi a più periodi d’imposta. Essi consentono agli operatori economici di valutare autonomamente la propria posizione e di verificare il grado di affidabilità su una scala di valori che va da 1 a 10. Per i lavoratori autonomi e le imprese che risultano “affidabili” sono previsti alcuni benefici premiali. Qui per approfondire