Sintesi di monitoraggio legislativo dell’8 Maggio 2015
Maggio 2015
■ NOTA POLITICA
Dopo il voto di fiducia, il Premier Renzi ha vinto la battaglia sulla legge elettorale. Che segna un vero e proprio spartiacque nella legislatura e un precedente nella storia parlamentare: approvata senza l’appoggio dell’intera maggioranza ha creato una frattura che ora pone il problema di ricostituire gli equilibri e di arginare la reazione della minoranza. Renzi ha già offerto a Gianni Cuperlo la direzione dell’Unità, che torna in edicola da settembre, un modo per aprire all’opposizione garantendo spazio e visibilità alle idee non renziane. E ha fatto spostare molto dopo le elezioni amministrative il voto sulla riforma costituzionale al Senato, dove i numeri della maggioranza sono ancora incerti. Ventiquattro senatori del PD hanno già rifiutato l’Italicum e sono pronti a dire no alla riforma della Costituzione. Il Presidente del Consiglio deve riuscire ad aggregare saldamente i cosiddetti responsabili, quelli della minoranza che hanno votato la fiducia, per evitare che lo strappo diventi irreparabile.
Sul fronte del centro destra il tramonto del berlusconismo lascia un vuoto che per ora nessuno sembra in grado di poter riempire del tutto. Per paradosso potrebbe essere proprio la nuova legge elettorale, che favorisce il bipartitismo, la spinta alla ricomposizione di un’area in via di disgregazione. Nel panorama di crisi del sistema politico, Renzi sembra essere stato l’unico in grado di sfruttare la situazione per smovere l’immobilismo. Il pericolo ora è che il successo sulle riforme non riesca a tradursi nel volano di ripresa economica annunciato e sperato dal Governo.
Proprio su questo fronte si è materializzata una grana urgente: il reperimento delle risorse da destinare alle pensioni a causa della sentenza della Corte Costituzionale, che ha bocciato le norme sul blocco delle rivalutazioni. Le stime variano tra i 10 e 16 miliardi di euro. Tra le ipotesi allo studio, un decreto-legge da varare entro maggio per bloccare i ricorsi in arrivo, ovvero la restituzione delle somme con un meccanismo di rateizzazione, spostando l’asticella del blocco della rivalutazione dall’importo oltre tre volte il minimo (circa 1.500 euro lordi al mese, bocciato dalla Corte costituzionale) ad un livello più alto (ad esempio oltre cinque-sei volte), in modo da ridurre le somme da ridare, rimborsando solo gli assegni più bassi. La Commissione europea chiede una quantificazione esatta e una indicazione su come si intende compensare le perdite per assicurare che l’Italia resti nel percorso di miglioramento. Così Renzi, a pochi giorni dalle elezioni regionali, è costretto ad intervenire su una materia sensibile come le pensioni, secondo logiche e tempistiche che non aveva programmato.
Intanto i sindacati spingono per modificare la legge Fornero ed aprire un confronto con l’esecutivo, con il sostegno anche della Lega Nord di Salvini, mentre Forza Italia chiede al ministro Padoan di riferire in Parlamento.
Alla sentenza della Consulta si potrebbe aggiungere anche la bocciatura della UE del reverse charge esteso alla grande distribuzione. Scatterebbe allora dal 1° luglio l’aumento delle accise, per circa 700 milioni. Ipotesi che il Governo vuole scongiurare.
■ DALLE ISTITUZIONI
Senato – Ddl 1678 – Direttive appalti: stallo
Nessuna novità per il nuovo testo del ddl di recepimento delle direttive europee su appalti pubblici e concessioni. La Commissione lavori pubblici del Senato sta infatti attendendo i pareri delle altre Commissioni, e in particolare della Commissione bilancio sui profili finanziari.
Senato– Ddl 1881 – Commissione inchiesta appalti: esame
La Commissione lavori pubblici del Senato ha avviato l’esame del disegno di legge Filippi (PD) ed altri che propone di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta, di tipo bicamerale, con l’obiettivo di analizzare il settore degli appalti pubblici e i fenomeni di corruzione e collusione ad essi correlati. Il disegno di legge è stato sottoscritto da oltre cento senatori.
La Commissione dovrà verificare: l’applicazione dell’istituto della «concessione in costruzione e gestione» o di «affidamento unitario a contraente generale»; l’applicazione dell’istituto delle varianti in corso d’esecuzione e del sistema della «procedura ristretta» per la scelta ordinaria del contraente, con particolare riguardo al crescente utilizzo di tale istituto; l’applicazione dell’istituto del subappalto e le cause che hanno portato alla crescente frammentazione e alla suddivisione delle opere pubbliche in più lotti nel corso degli ultimi anni; l’applicazione dell’istituto degli «appalti segretati», sottratti alla disciplina dei contratti pubblici; il vigente sistema di attestazione tecnico-organizzativa degli appaltatori, di natura privatistica in quanto effettuata dalle società organismo di attestazione (SOA), e il fenomeno delle continue cessioni di aziende o rami di aziende operanti nel settore allo scopo di far rivivere in nuove società il diritto ad utilizzare tali certificazioni; in relazione alla legittimità degli atti, i casi di inaugurazione di opere pubbliche, ed in particolare di tratti di strada, ponti, gallerie ed altre opere di pubblico utilizzo senza il necessario collaudo statico; le motivazioni sottostanti l’utilizzo di incentivi per l’accelerazione dei lavori in corso per le opere ritenute urgenti; il crescente ricorso delle pubbliche amministrazioni all’esternalizzazione di servizi e, in particolare, al contratto «global service»; i sistemi di collusione tra privati e funzionari pubblici che generano distorsioni nelle gare d’appalto; le cause sottostanti ad una serie di situazioni che inficiano la trasparenza e la correttezza del sistema di aggiudicazione degli appalti, nonché ogni altro elemento utile a comprendere le disfunzioni e le situazioni di illegittimità e i fenomeni della corruzione e della collusione. (S1881)
Senato – Ddl 980 e abb.- Infrastrutture e dibattito pubblico: esame
Al Senato la Commissioni riunite ambiente e lavori pubblici hanno avviato l’esame di tre disegni di legge che intendono fissare una disciplina per l’effettuazione di procedure per la consultazione e partecipazione delle comunità territoriali interessate alle decisioni concernenti la localizzazione e realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche (cosiddetto “dibattito pubblico”), ispirate in parte all’esperienza del débat public francese. (S980 (Scilipoti (Fi-Pdl) ed altri; S1724 (Cioffi (M5S ed altri); S1845 (Esposito (PD) ed altri).
Camera – Ddl 3012 e abb. – Legge concorrenza: esame
Alla Camera si è avviato l’esame dei ddl in materia di concorrenza, tra cui il ddl a firma del Governo (C3012) collegato alla manovra di finanza pubblica
Società ingegneria
L’articolo 31 è una disposizione di interpretazione autentica attraverso la quale il legislatore estende alle società di ingegneria costituite in forma di società di capitali o cooperative la disciplina della legge n. 266 del 1997, che per prima ha consentito l’esercizio della professione in forma societaria. L’intervento normativo consente così di affermare la validità dei contratti conclusi, a decorrere dall’11 agosto 1997, tra le suddette società di ingegneria ed i privati, superando interpretazioni opposte date dalla giurisprudenza. Per risolvere il problema degli appalti privatistici conclusi dalle società di ingegneria prima del 2013, l’articolo 31 riconduce all’entrata in vigore della legge n. 266 del 1997 la possibilità per gli ingegneri di svolgere la professione attraverso la costituzione di società di capitali (società per azioni, in accomandita per azioni e a responsabilità limitata) e società cooperative, facendo conseguentemente salvi i rapporti contrattuali già intercorsi (comma 1). La disposizione abroga dunque il comma 2 dell’articolo 24 della legge n. 266 del 1997, relativo alla necessità di un regolamento di esecuzione per la determinazione dei requisiti per l’esercizio delle attività in forma societaria (comma 2).
C3012)
MiSE: Contratti sviluppo- il 10 giugno le domande
È stato fissato alle ore 12.00 del 10 giugno 2015 il termine inziale per la presentazione, da parte delle imprese interessate, delle istanze di accesso alle agevolazioni a valere sui Contratti di sviluppo (decreto direttoriale 29 aprile 2015).
La nuova normativa dello strumento agevolativo, prevista dal decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014, ha introdotto evidenti semplificazioni procedurali a vantaggio delle imprese beneficiarie e consente la presentazione di programmi di sviluppo anche nel settore della tutela ambientale. La dotazione finanziaria iniziale dello strumento è di 250 milioni di euro.
Vai alla scheda informativa.
■ DALLA RETE
Legambiente-Inbar: protocollo scuole sostenibili
Legambiente e Inbar hanno presentato a Roma un protocollo di intervento che fornisce linee guida e criteri di bioarchitettura per riqualificare gli edifici scolastici.
Il lavoro presentato da Legambiente e Inbar Lazio Sez. Roma3 è utile per tre ragioni fondamentali: 1) per il campo di applicazione; 2) per i contenuti dato che il protocollo stabilisce linee guida e criteri che possono essere dei cardini importanti nella riqualificazione sostenibile degli edifici scolastici, sotto il profilo della bioarchitettura. Il protocollo, fondato su un sistema di valutazione multicriterio, mette infatti a disposizione del progettista una griglia di riferimento mediante la quale può misurare l’ecosostenibilità e la biocompatibilità dell’intervento proposto. All’intero progetto viene associato un punteggio complessivo finale, consentendo in tal modo al progettista, fissato un budget per l’investimento, di misurare l’efficacia delle soluzioni proposte in termini di sostenibilità delle prestazioni dell’edificio una volta riqualificato. 3) A dimostrare l’utilità del protocollo è infine il caso pilota della scuola di via Monte Ruggero.
Sintesi linee guida
ANCE: dossier patrimonio abitativo
Un dossier del Centro Studi Ance illustra alcune caratteristiche dello stock abitativo in Italia costituito da 31,2 milioni di abitazioni. Il 53,7%, circa 16,5 milioni di abitazioni, ha più di 40 anni; un ulteriore 31% è stato edificato nel ventennio successivo (1971-1990), il 7,4% nel periodo 1991-2000 e il restante 7,9% tra il 2001 e il 2011
ISPRA: Il consumo del suolo in Italia
Quasi il 20% della fascia costiera italiana – oltre 500 Km2 – l’equivalente dell’intera costa sarda, è perso ormai irrimediabilmente. E’ stato impermeabilizzato il 19,4% di suolo compreso tra 0-300 metri di distanza dalla costa e quasi e il 16% compreso tra i 300-1000 metri. Spazzati via anche 34.000 ettari all’interno di aree protette, il 9% delle zone a pericolosità idraulica e il 5% delle rive di fiumi e laghi. Il cemento è davvero andato oltre invadendo persino il 2% delle zone considerate non consumabili (montagne, aree a pendenza elevata, zone umide). A mappare lo stivale della “copertura artificiale”, l’ISPRA che, grazie alla cartografia ad altissima risoluzione, nel suo Rapporto sul Consumo di Suolo 2015 – presentato a Milano, nel corso del convegno collaterale all’EXPO2015 “Recuperiamo Terreno” – utilizza nuovi dati, aggiorna i precedenti e completa il quadro nazionale con quelli di regioni, province e comuni, senza trascurare coste, suolo lungo laghi e fiumi e aree a pericolosità idraulica. L’Italia del 2014 perde ancora terreno, anche se più lentamente: le stime portano al 7% la percentuale di suolo direttamente impermeabilizzato (il 158% in più rispetto agli anni ’50) e oltre il 50% il territorio che, anche se non direttamente coinvolto, ne subisce gli impatti devastanti. Rallenta la velocità di consumo, tra il 2008 e il 2013, e viaggia ad una media di 6 – 7 m2 al secondo. Le nuove stime confermano la perdita prevalente di aree agricole coltivate ( 60%), urbane ( 22%) e di terre naturali vegetali e non (19%). Stiamo cementificando anche alcuni tra i terreni più produttivi al mondo, come la Pianura Padana, dove il consumo è salito al 12%. Ancora, in un solo anno, oltre 100.000 persone hanno perso la possibilità di alimentarsi con prodotti di qualità italiani. Sono le periferie e le aree a bassa densità le zone in cui il consumo è cresciuto più velocemente. Le città continuano ad espandersi disordinatamente (sprawl urbano) esponendole sempre di più al rischio idrogeologico. Esistono province, come Catanzaro, dove oltre il 90% del tessuto urbano è a bassa densità. Nella classifica delle regioni “più consumate”, si confermano al primo posto Lombardia e Veneto (intorno al 10%), mentre alla Liguria vanno le maglie nere della copertura di territorio entro i 300 metri dalla costa (40%), della percentuale di suolo consumato entro i 150 metri dai corpi idrici e quella delle aree a pericolosità idraulica, ormai impermeabilizzate (il 30%). Tra le zone a rischio idraulico è invece l’Emilia Romagna, con oltre 100.000 ettari, a detenere il primato in termini di superfici. Monza e Brianza, ai vertici delle province più cementificate, raggiunge il 35%, mentre i comuni delle province di Napoli, Caserta, Milano e Torino oltrepassano il 50%, raggiungendo anche il 60%. Il record assoluto, con l’85% di suolo sigillato, va al piccolo comune di Casavatore nel napoletano. Fino al 2013, il valore pro-capite ha segnato un progressivo aumento, passando dai 167 m2 del 1950 per ogni italiano, a quasi 350 m 2 nel 2013. Le stime del 2014 mostrano una lieve diminuzione, principalmente dovuta alla crescita demografica, arrivando a un valore pro-capite di 345 m2 . Le strade rimangono una delle principali causa di degrado del suolo, rappresentando nel 2013 circa il 40% del totale del territorio consumato (strade in aree agricole il 22,9%, urbane 10,6%, il 6,5% in aree ad alta valenza ambientale). L’ISPRA ha anche effettuato una prima stima della variazione dello stock di carbonio, dovuta al consumo di suolo. In 5 anni (2008-2013), sono state emesse 5 milioni di tonnellate di carbonio, un rilascio pari allo 0,22% dell’intero stock immagazzinato nel suolo e nella biomassa vegetale nel 2008. Senza considerare gli effetti della dispersione insediativa, che provoca un ulteriore aumento delle emissioni di carbonio (sotto forma di CO2), dovuto all’inevitabile dipendenza dai mezzi di trasporto, in particolare dalle autovetture. Tutti i numeri dell’“Italia artificiale” sono disponibili in formato open data all’indirizzo www.consumosuolo.isprambiente.it
Comunicato stampa
Il consumo di suolo in Italia – Tabelle principali
Il consumo di suolo in Italia – Tabelle Comuni, Province, Regioni
Il consumo di suolo in Italia – Edizione 2015
ANCE: Building day
Governo e Parlamento sostengono il Piano di 5mila cantieri, frutto della ricognizione dell’Ance su tutto il territorio nazionale, lanciato dal Presidente, Paolo Buzzetti, nel corso del Building day, organizzato dall’Associazione nazionale costruttori assieme a tutta la filiera del settore (Cna costruzioni, Anaepa Confartigianato, Aci – Produzione lavoro e Federcostruzioni).
Un Piano di opere utili in grado di produrre in tempi brevi 165mila posti di lavoro, favorire un giro d’affari per 32 miliardi e destinate a migliorare la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini, visto che riguardano per la gran parte la manutenzione di scuole e strade, il dissesto idrogeologico e la riqualificazione di città e periferie.
“Sono anni che siamo immobili – ha sottolineato Buzzetti – ora le condizioni ci sono tutte ma bisogna fare in fretta”. .Anche in termini di regole, ha detto il presidente dell’Ance, sarebbe opportuno anticipare con un decreto legge, in attesa del recepimento delle direttive Ue, alcune misure urgenti per realizzare i progetti in tempi certi, costi adeguati e con metodi trasparenti.
E proprio sulle norme è intervenuto il viceministro delle Infrastrutture, Riccardo Nencini, che ha sottolineato come il nuovo Codice degli appalti, che approderà in aula in Parlamento a metà maggio, recepisca già molte delle indicazioni dell’Associazione: “Uno degli effetti del Codice – ha chiarito inoltre Nencini – è il superamento della legge Obiettivo, perché le ragioni su cui si basava non sono state raggiunte”. “Faremo nostro il Piano di opere proposto dall’Ance”, ha sottolineato nel suo intervento Erasmo D’Angelis, responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, che, sottolineando la concretezza del lavoro di ricognizione dei costruttori, ha aggiunto: “risorse e piani ci sono, corriamo”. Leggi tutto
Scheda stampa
Sintesi slide Opere cantierabili 29 aprile
Decalogo Legalita e Trasparenza
slide Opere cantierabili complete
Manifesto #ibuoniappalti
Il Facility Management per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari e urbani delle PA (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica, ecc.) rappresenta un settore economico in continua e costante crescita (+10,4% nel solo 2012), un settore vivo con un tasso di natalità nel 2012 del +2,6% (a fronte di un +0,6% del totale delle imprese), con un impatto enorme in termini occupazionali (2,5 milioni di occupati). Il recepimento delle Direttive europee sui contratti di appalti pubblici e concessioni e la redazione del nuovo Codice degli appalti prevista dal DDL 1678 offre l’occasione per cambiare le regole del gioco, introducendo specifiche norme per gli appalti di servizi e forniture che rispondano a esigenze non più rinviabili: la semplificazione delle norme, il contrasto al massimo ribasso in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa (con un maggior riconoscimento della qualità rispetto al mero prezzo) e la riduzione dei costi per le imprese nelle procedure di gara. È quello che chiedono le principali imprese del settore del Facility Management che hanno appena lanciato un “Manifesto per i buoni appalti” con 9 proposte concrete per restituire al settore degli appalti pubblici trasparenza, legalità, qualità del servizio reso e rispetto dei lavoratori. Il Manifesto è stato redatto dalle sei principali associazioni del Facility Management Afidamp, Anip FISE, Assistal, Federlavoro servizi-Confcooperative, Fnip, Legacoop Servizi, con il supporto tecnico e scientifico di Patrimoni PA net, il laboratorio TEROTEC & FORUM PA. Il documento risponde all’invito del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, che ha chiesto alle imprese di “contribuire” al miglioramento del sistema normativo relativo agli appalti.
Manifesto del mercato dei servizi per i patrimoni immobiliari e urbani pubblici
Patrimonio PA: bando Premio Best Practice Patrimoni Pubblici 2015
Pubblicato il bando dell’edizione 2015 del Premio Best Practice Patrimoni Pubblici, promosso da PATRIMONI PA net – il laboratorio FORUM PA & TEROTEC – nell’ambito del 9° Forum Nazionale sui Patrimoni Immobiliari Urbani Territoriali Pubblici in programma il 28 maggio a FORUM PA 2015, al fine di segnalare le esperienze ed i progetti più innovativi promossi e sviluppati in partnership tra Enti Pubblici ed Imprese Private per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari, urbani e territoriali di proprietà pubblica o di interesse pubblico.
Tutti gli Enti Pubblici che intendono presentare le proprie esperienze di gestione e/o valorizzazione di patrimoni immobiliari, urbani e territoriali hanno tempo fino all’11 maggio 2015 per inviare la documentazione richiesta all’indirizzo mailmailto:patrimonipanet@forumpa.it.
L’obiettivo di fondo del premio è favorire la promozione e la diffusione di una nuova cultura e prassi manageriale settoriale tra gli operatori pubblici(Amministrazioni Pubbliche centrali e locali ed Enti di Interesse Pubblico) e gli operatori privati (Imprese di servizi integrati di Property, Facility & Energy Management, di Global Service, di costruzioni, di finanza e gestione immobiliare, ecc.), al fine di stimolare lo studio, la sperimentazione e l’adozione di nuovi e più adeguati processi, modelli, strumenti e servizi di “governance” dei patrimoni intesi come “risorse pubbliche strategiche”.
Il Bando e i suoi allegati sono disponibili a questo link.
Confedilizia: catasto e declassamento immobili
Non vi è necessità di ricorrere a categorie definite a fini peculiari per dare concretezza alla facoltà del contribuente di ottenere l’aggiornamento (rebus sic stantibus) delle valutazioni degli enti immobiliari ai fini catastali. Leggi tutto
CdR-OCSE: consultazione infrastrutture
Investire nelle infrastrutture è un presupposto indispensabile per la crescita e lo sviluppo, e una componente essenziale della strategia per uscire dalla crisi economica. Il ruolo degli enti locali e regionali in tale ambito è fondamentale. Tuttavia, essi incontrano spesso difficoltà nel mobilitare finanziamenti congrui e nel garantire una gestione efficace degli investimenti a causa della mancanza di adeguata capacità amministrativa.
Il Comitato delle regioni (CdR) invita gli enti locali e regionali a condividere le loro esperienze e opinioni su questo tema partecipando a un’indagine online, realizzata in collaborazione con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). I risultati di questa consultazione saranno presentati a forum di responsabili politici ad alto livello e a diverse istituzioni, in particolare l’UE, l’OCSE e il G20.
La consultazione è aperta fino al 29 maggio 2015.
È possibile rispondere alle domande nella lingua di propria scelta (cfr. le opzioni indicate di seguito). Nella prima parte del questionario sono disponibili maggiori informazioni sullo scopo dell’indagine e sull’impiego dei relativi risultati. I risultati dell’indagine saranno inviati a tutti i partecipanti.
Questionario IT
Legambiente-Terna: accordo infrastrutture elettriche-territorio
E’ stato firmato il 24 aprile da Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di Legambiente e Catia Bastioli, Presidente di Terna, la società responsabile dello sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, un Protocollo d’Intesa per promuovere tutte le iniziative necessarie a diffondere e accrescere la cultura della sostenibilità in campo energetico. Grazie a questo accordo viene posta un’attenzione ancora maggiore all’integrazione territoriale e ambientale nei piani di sviluppo della rete elettrica. Il nuovo accordo, che rinnova la collaborazione avviata tra le parti con il Protocollo firmato nel 2011, e che sarà valido per tutto il 2016, nasce dalla necessità che lo sviluppo della produzione da fonti rinnovabili sia sempre più integrato con il potenziamento del sistema elettrico, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di rispetto del territorio.
Nello specifico, il Protocollo d’Intesa individua due ambiti di attività. Il primo ha l’obiettivo di ottimizzare l’integrazione ambientale e territoriale delle opere elettriche previste nel Piano di Sviluppo della Rete che Terna redige annualmente, in collaborazione con Legambiente, attraverso un confronto sulla valutazione di sostenibilità ambientale dei progetti. Il secondo ambito prevede invece attività di comunicazione, confronto pubblico e informazione sulla compatibilità ambientale e i benefici derivanti dall’utilizzo delle energie rinnovabili e dei sistemi di accumulo. La straordinaria crescita delle fonti rinnovabili avvenuta nel nostro Paese, che hanno garantito oltre il 38% dei consumi nel 2014, e gli obiettivi europei su energia e clima al 2030, pongono infatti nuove sfide che riguardano sia gli impianti che le reti, rispetto alle quali è necessario promuovere un confronto scientifico e un approccio collaborativo anche a livello locale.
Terna intende così rafforzare un percorso, che ha già intrapreso da anni, in favore della tutela dell’ambiente: una scelta che si è tradotta nell’eliminazione di 1.700 vecchi tralicci che ha permesso di recuperare un’area pari a 2.400 campi di calcio, nell’installazione di 800 sostegni monostelo di nuova generazione a ridotto impatto visivo e ingombro al suolo, e la realizzazione di linee elettriche eco-sostenibili, con accorgimenti ambientali quali il mascheramento o la mitigazione delle infrastrutture.
CNI: concorso Scintille
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri dà il via all’edizione 2015 del concorso Scintille. Quest’anno il CNI si avvarrà della collaborazione del CERN, della Rete delle Professioni Tecniche, di Digital Champion e di altri enti e associazioni che stanno definendo la loro partecipazione.
A partire da questa edizione, il format Scintille prevede, unitamente al concorso, il lancio all’interno del sito www.cniscintille.it del blog su innovazione e ingegneria, con una redazione dedicata che sarà estesa al network dell’ingegneria italiana ed europea.
La scadenza del concorso è prevista il 21/08/2015.
Tutte le informazioni sul concorso 2015 sono disponibili sul sito www.cniscintille.it
Albo gestori ambientali: chiarimenti disponibilità veicoli
Con la Circolare n. 345 del 30 aprile 2015 il Comitato nazionale, ad integrazione dei contenuti della propria Circolare n. 995 del 9 settembre 2013, fornisce ulteriori indicazioni in merito alla disponibilità dei veicoli ai fini dell’iscrizione all’Albo.
5° salone Giustizia: il punto sulle professioni
In una sala gremita da geometri, architetti, agronomi e forestali, chimici, geologi, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando parla esplicitamente: “Il confronto con le categorie professionali non è una concessione, ma un elemento determinante per la qualità normativa”. A ciò segue l’impegno garantito e sottolineato più volte dal Responsabile del dicastero: “Proseguire il dialogo con i tavolo tecnici avviati, per evitare provvedimenti scritti che non tengono conto dell’impatto che possono avere su ciò che devono regolamentare”. Infine: “Il documento di proposta presentato dalla Rete delle Professioni Tecniche introduce spunti ampiamente condivisibili”.
Pieno appoggio, dunque, al documento che si basa su capitoli fondamentali per la vita degli ordini professionali. Le regole sui procedimenti elettorali, per esempio, sono ancorate a norme obsolete; i regolamenti sui tirocini e sulla formazione professionale non sono uniformi da una categoria all’altra, fino ad arrivare alla riorganizzazione territoriale conseguente al processo di abolizione delle Province.
Successivamente, fra i vari argomenti trattati anche il tema delle tariffe giudiziarie e, quindi, dall’attività svolta dai tecnici, dal ctu, dal perito, dall’esperto e dall’ausiliario per il Giudice, interviene il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, Maurizio Savoncelli che, per conto della Rete delle Professioni Tecniche, ha avviato un apposito tavolo di lavoro. Un’iniziativa condotta fin dallo scorso autunno, ora al vaglio dell’Ufficio Legislativo del Ministero di Giustizia. “Le proposte sono due, entrambe prevedono l’aggiornamento ISTAT, che risale al 2002 e l’adeguamento tabellare fermo al 1983. Sempre in entrambe le ipotesi, viene introdotto il concetto di residualità delle vacazioni, con l’obbligo di utilizzo per analogia delle tabelle. Per le ipotesi indirizzate verso l’adeguamento della tariffa, sono state avanzate anche altre richieste”.
Si parla anche di revisione dei codici deontologici e di un intervento che attribuisca ai consigli nazionali la potestà esclusiva della materia. Con le sue parole, Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche e Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, ricorda: “Gli ordini professionali hanno il compito di vigilare sulla qualità e sulla competenza del professionista, che rappresenta una sicurezza e una certezza per il cliente, per il cittadino e per il mercato. E, in tal senso, la Rete delle Professioni Tecniche ci ha offerto una grande opportunità, perché così ha maggiore ascolto la nostra voce, che come un coro si leva oggi nella direzione auspicata del completamento della riforma. Un risultato che, in un momento come questo, in cui le categorie sono messe in ginocchio dalla crisi, sarebbe doppiamente importante raggiungere”.
“Siamo gli unici che ancora esprimono il proprio voto con il suffragio universale – afferma Gianvito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, che punta il dito su uno dei più attesi punti della riforma – a ciò si aggiunge la totale inadeguatezza delle procedure, che si basano sulla trasmissione via fax. Non solo. Analogamente anacronistica è la rielezione degli Ordini e dei Consigli regolate dagli Ordini Provinciali”.
Giampiero Giovannetti, Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, interviene nel dibattito parlando delle STP, Società Tra Professionisti, e ponendo l’accento sulle criticità relative all’iscrizione all’Albo, alla fiscalità dei redditi dei singoli professionisti ma, senza esitazione, introduce un altro tema che sostiene con forza: “Abbiamo chiesto al Ministro Andrea Orlando anche l’istituzione di un nuovo tavolo di confronto perché riteniamo che siano urgenti ulteriori interventi normativi per le singole professioni. In particolare, sosteniamo l’urgenza dei cambiamenti finalizzati allo snellimento degli Ordini e delle loro procedure, al fine di essere più vicini alle esigenze degli iscritti”.
Fra le norme lasciate scoperte dalla riforma Severino, quella sull’assicurazione divenuta obbligatoria per i professionisti ma non per le compagnie assicurative, sulla quale interviene Rosanna Zari, Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, che pone in evidenza l’importanza del requisito assicurativo per il tecnico e l’importante sinergia avviata con la Rete delle Professioni Tecniche “che ci pone finalmente un passo avanti, corrispondendo perfettamente alle nostre esigenze, senza trascurare la convenienza di ottenere un costo migliorativo”.
All’appuntamento, fra gli altri, anche il Vice Presidente Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, Antonio Benvenuti, che interviene sui provvedimenti disciplinari, e poi il Vice Presidente del Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Tecnologi Alimentari, Sabrina De Camillis, il Consigliere del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Massimo Gallione.
articolo su ItaliaOggi
Politecnico Milano: digitalizzazione studi professionali
L’Osservatorio ICT & Professionisti della School of Management del Politecnico di Milano ha effettuato un’indagine relativa al grado di digitalizzazione degli studi professionali delle cosiddette professioni giuridiche di impresa (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro). La ricerca ha mostrato che seppur sia stato registrato un aumento rispetto allo scorso anno, il valore degli investimenti in innovazione risulta ancora troppo limitato all’interno degli Studi professionali e spinto quasi esclusivamente dalla necessità di far fronte ai vincoli imposti dalle recenti normative.
Infografica
Consulenti lavoro: POS, no sanzioni per professionisti
Il ddl n.1747, che prevedeva sanzioni per chi non rispettava l’obbligo del Pos per pagamenti superiori ai 30 euro, è ora al vaglio della Commissione finanze del Senato e sta per essere ritirato per provvedere ad un ampio confronto con tutte le categorie di professionisti interessati per una nuova riscrittura del testo di legge. Si concretizza quello che i Consulenti del Lavoro avevano denunciato più volte per l’aumento di costi e oneri causati dall’obbligo, oltre all’evidente mancanza di coperture. “È necessario invertire assolutamente il rapporto”, ha commentato su Italia Oggi il Presidente della Fondazione Studi Rosario De Luca. “Invece di penalizzare e perseguitare i professionisti che hanno modernizzato tutta la P.A. e continuano giornalmente a sostituirsi alle inefficienze della macchina pubblica, è necessario incentivarli. Gli oneri legati a questi adempimenti non devono ricadere né sui cittadini, né sui professionisti”.
CNF: ANAC e ordini professionali
L’Ufficio studi del Consiglio nazionale Forense ha dedicato un Dossier all’approfondimento del rapporto tra l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e gli Ordini professionali, particolarmente in relazione all’applicabilità della legge 190/2012 e dei decreti delegati 33/2013 e 39/2013 in materia di prevenzione della corruzione, trasparenza ed integrità, nonché di incompatibilità ed inconferibilità degli incarichi.
Il dossier analizza gli adempimenti a carico degli Ordini e dei Collegi professionali, in conseguenza della delibera ANAC 145/2012, con la quale si ritiene applicabile anche agli Ordini professionali la normativa in materia di prevenzione della corruzione di cui alla legge 190/2012 e ai decreti delegati. Tra gli obblighi, in particolare, sono segnalati ed esaminati la nomina del Responsabile della prevenzione della corruzione, la predisposizione di un Piano triennale di prevenzione della corruzione, il rispetto degli obblighi di trasparenza e l’applicabilità del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
Dossier 4/2015 – Autorità Nazionale Anticorruzione e Ordini professionali
Fondo garanzia Microcredito: scheda tecnica
Il Gestore del Fondo di Garanzia per le PMI, in attesa della piena operatività delle operazioni di Microcredito che avverrà con la pubblicazione in G.U. del Decreto del MiSE del 18 marzo 2015 e con l’emanazione della circolare operativa, ha pubblicato una scheda tecnica esplicativa delle relative operazioni.
Agenzia Entrate: cartelle pagate tardi, diminuiscono interessi di mora
Scende dal 5,14 al 4,88% la misura del tasso di interesse da applicare nelle ipotesi di ritardato pagamento dei ruoli. Il saggio più basso entra in vigore il prossimo 15 maggio. A disporlo, sulla base della stima effettuata dalla Banca d’Italia con riferimento alla media dei tassi bancari attivi del 2014, il provvedimento del 30 aprile 2015.
Fisco Oggi: Sulle cartelle pagate in ritardo diminuiscono gli interessi di mora