Sintesi di monitoraggio legislativo del 31 luglio 2014
Agosto 2014
NOTA POLITICA
Dal 28 luglio, si procede ad oltranza nell’Aula del Senato per approvare il ddl sulle riforme istituzionali entro l’8 agosto. La decisione è maturata per poter esaurire la trattazione degli 8.000 emendamenti presentati. Appare sempre più chiaro il legame con la riforma della legge elettorale, sulla quale le opposizioni stanno cercando delle apertura da parte del governo per modificare il testo già approvato dalla Camera.
Intanto è stato già convertito in legge il decreto- legge sul settore culturale, mentre sono in fase finale altri due decreti-legge: quello per la semplificazione nella pubblica amministrazione, che contiene anche norme sugli appalti e per la lotta alla corruzione, e in fine il decreto c.d. taglia bollette che dovrebbe portare ad un abbassamento del costo della energia elettrica per le PMI.
Il Governo è al lavoro su un nuovo provvedimento per fornire sostegno alle infrastrutture e al settore dell’edilizia. Il c.d. “Sblocca Italia” dovrebbe contenere norme per sbloccare i cantieri e accelerare la conclusione di opere avviate, di semplificazione edilizia , sui porti, aeroporti e trasporto aereo e sull’autotrasporto. Il premier Renzi ha annunciato che sulla bozza del testo, come già fatto per la semplificazione nella PA, intende avviare una consultazione pubblica durante il mese di agosto, per arrivare a fine mese alla predisposizione di un testo definitivo.
Nelle ultime bozze del provvedimento si prevede di destinare ai cantieri (quelli in essere e quelli da avviare) circa 3,7 miliardi in 6 anni, a partire dal 2014.
Sta per arrivare a conclusione anche l’esame dello schema di dlg in materia di semplificazioni fiscali, il cui articolo 11 riguarda le società tra professionisti.
Il Presidente Renzi ha incontrato a lungo il Ministro dell’economia Padoan per fare il punto sui temi economici e sull’andamento dei conti pubblici, anche in vista del 6 agosto data in cui si attende la stima dell’ISTAT sul PIL del secondo trimestre. Il Ministro dell’economia sta pensando ad ingrandire la squadra di consulenti per lavorare sulle politiche di sviluppo, sociali e del lavoro anche in vista della presentazione dell’Aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) a cui dovrà seguire la predisposizione della nuova legge di stabilità per il 2015 (entro il 15 ottobre). Si parla già di una manovra nell’ordine di 16-17 miliardi di euro.
DALLE ISTITUZIONI
Camera – D.l. 90 – Semplificazione PA: fiducia e trasmissione al Senato
A seguito dell’accoglimento di alcuni ordini del giorno, l’Assemblea della Camera – ribadita la fiducia al Governo con 346 sì e 176 no – ha licenziato per il Senato (voti a favore 286, 132 i contrari, due gli astenuti) il disegno di legge di conversione del decreto-legge per la semplificazione e la trasparenza amministrativa sull’approvazione, su cui il Governo aveva posto la questione di fiducia (C2486-A/R). (resoconto stenografico)
Trasmesso al Senato (S1582), la Commissione affari costituzionali ha già fissato il termine per la presentazione degli emendamenti al 3.8.2014, ore 15.00.
Tra le norme di interesse:
Lavori pubblici
L’articolo 13 prevede l’abrogazione degli incentivi per la progettazione – contemplati dai commi 5 e 6 dell’articolo 92 del Codice dei contratti pubblici (dlg n. 163 del 2006), che dispongono il riparto: di una somma non superiore al 2 per cento dell’importo posto a base di gara di un’opera o di un lavoro, tra il responsabile del procedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, nonché tra i loro collaboratori (comma 5); del 30 per cento della tariffa professionale relativa alla redazione di un atto di pianificazione comunque denominato, tra i dipendenti dell’amministrazione aggiudicatrice che lo abbiano redatto (comma 6).
L’articolo 13-bis introduce nel Codice una nuova disciplina degli incentivi alla progettazione soppressi. La nuova disciplina si differenzia da quella abrogata principalmente per i seguenti aspetti: le risorse (che continuano ad essere pari, al massimo, al 2 per cento degli importi posti a base di gara di un’opera o lavoro) vengono fatte confluire da ogni amministrazione in un fondo denominato «Fondo per la progettazione e l’innovazione» (nuovo comma 7-bis dell’articolo 93 del Codice).
L’80 per cento delle risorse finanziarie del fondo è ripartito, per ciascuna opera o lavoro, con le modalità e i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata, tra il responsabile del procedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della sicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, nonché tra i loro collaboratori; gli importi sono comprensivi anche degli oneri previdenziali e assistenziali a carico dell’amministrazione. Previsto un tetto agli incentivi, che non possono superare il 50 per cento del trattamento economico lordo. Il personale con qualifica dirigenziale è escluso dagli incentivi.
le risorse non vengono destinate unicamente a remunerare l’attività di progettazione: il 20 per cento del Fondo è destinato all’acquisto, da parte dell’ente, di beni, strumentazioni e tecnologie funzionali a: progetti di innovazione; banche dati per il controllo ed il miglioramento della capacità di spesa; ammodernamento/efficientamento dell’ente e dei servizi ai cittadini.
L’articolo 23-bis prevede un intervento di proroga dell’entrata in vigore della nuova disciplina per la centralizzazione delle procedure di acquisizione di lavori, servizi e forniture, da parte di tutti i comuni non capoluogo di provincia, attraverso modalità di aggregazione. L’articolo 23-ter differisce i termini per l’entrata in vigore della nuova disciplina che prevede la centralizzazione delle procedure di acquisizione di lavori: al 1° gennaio 2015, quanto all’acquisizione di beni e servizi; al 1° luglio 2015 quanto all’acquisizione di lavori.
L’articolo 29 reca disposizioni sulle c.d. white list, ovvero gli elenchi di imprese non soggette a rischio di infiltrazioni mafiose tenuti dalle prefetture e periodicamente verificati. Si prevede l’obbligatoria iscrizione delle imprese che operano nei settori a rischio di infiltrazioni mafiose nei suddetti elenchi (oggi l’iscrizione è facoltativa). Per quelle imprese l’iscrizione alla white list assorbe i contenuti della comunicazione e dell’informazione antimafia. In base al comma 2, in via transitoria, e per un massimo di 12 mesi dall’entrata in vigore del decreto-legge, si prevede che le stazioni appaltanti possano – nei settori a rischio – procedere all’affidamento di contratti o all’autorizzazione di subcontratti ritenendo sufficiente la richiesta di iscrizione alla white list. Laddove la prefettura dovesse poi negare l’iscrizione, gli affidamenti saranno revocati, a meno che l’opera sia già in corso di ultimazione ovvero, in caso di fornitura di beni e servizi ritenuta essenziale per il perseguimento dell’interesse pubblico, il soggetto che la fornisce non sia sostituibile in tempi rapidi. In sede referente è stato aggiunto un periodo in base al quale, sempre in sede di prima applicazione, la stazione appaltante che abbia aggiudicato e stipulato il contratto o autorizzato il subappalto esclusivamente sulla base della domanda di iscrizione, è obbligata a informare la Prefettura competente di essere in attesa del provvedimento definitivo.
L’articolo 19 prevede la soppressione dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (AVCP) e il trasferimento di compiti e funzioni all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC). Al Presidente dell’Autorità è assegnato il compito di formulare proposte per la gestione degli appalti dell’Expo 2015.
L’articolo 30 attribuisce al Presidente dell’ANAC una serie di compiti di alta sorveglianza al fine di garantire la correttezza e la trasparenza delle procedure connesse alla realizzazione delle opere dell’EXPO 2015.
L’articolo 36 interviene sulla disciplina del monitoraggio finanziario dei lavori relativi a infrastrutture strategiche e a insediamenti produttivi prevedendo che venga attuata secondo le modalità e le procedure, anche informatiche, individuate dalla delibera CIPE n. 145 del 2011 e che venga aggiornata con una nuova deliberazione del CIPE. La norma provvede, inoltre, alla copertura finanziaria degli oneri necessari per l’implementazione e la gestione del sistema di monitoraggio finanziario.
L’articolo 37 introduce l’obbligo di trasmissione all’ANAC, entro 30 giorni dall’approvazione da parte della stazione appaltante, di alcune tipologie di varianti in corso d’opera consentite dal Codice dei contratti pubblici (lettere b), c) e d) dell’articolo 132 del decreto legislativo n. 163 del 2006). L’obbligo è stato limitato alle sole varianti: relative ad appalti «sopra soglia» (cioè di importo pari o superiore alla soglia comunitaria di 5.186.000 euro); e di importo eccedente il 10 per cento dell’importo originario del contratto.
Per gli appalti «sotto soglia», viene introdotto l’obbligo di comunicazione all’Osservatorio (tramite le sezioni regionali), entro 30 giorni dall’approvazione da parte della stazione appaltante, di tutte le varianti in corso d’opera contemplate dall’articolo 132.
In caso di inadempimento si applicano le sanzioni amministrative pecuniarie previste dall’articolo 6, comma 11 del Codice dei contratti. L’importo della sanzione previsto da tale comma può arrivare fino a 25.822 euro, qualora gli obbligati rifiutino od omettano, senza giustificato motivo, di fornire le informazioni richieste, oppure fino 51.545 euro qualora vengano fornite informazioni non veritiere.
L’articolo 39 interviene sulla disciplina dell’attestazione dei requisiti di ordine generale necessari per la partecipazione alle procedure di affidamento dei contratti pubblici, prevedendo sanzioni pecuniarie nei casi di mancanza, incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale delle dichiarazioni sostitutive sul possesso dei requisiti medesimi e la possibilità di rendere, integrare o regolarizzare le dichiarazioni. Ulteriori modifiche prevedono, per un verso, la non applicazione della nuova disciplina nei casi di irregolarità non essenziali o nel caso di mancanza o incompletezza di dichiarazioni non indispensabili e, per l’altro, la non incidenza delle variazioni intervenute (relativamente alle dichiarazioni), anche a seguito di pronunce giurisdizionali, sull’individuazione della soglia di anomalia delle offerte successivamente alla fase di ammissione, regolarizzazione o esclusione delle offerte stesse.
Il comma 3-bis modifica la disciplina dell’obbligo di ricorrere alla CONSIP o ad altro soggetto aggregatore per lo svolgimento delle procedure di acquisto di beni e servizi recentemente introdotta dall’articolo 9, comma 3, del decreto-legge 66/2014. In particolare, la modifica è volta a sopprimere l’ultimo periodo di tale comma, che fa comunque salva la possibilità di acquisire, mediante procedura di evidenza pubblica, beni e servizi, qualora i relativi prezzi siano inferiori a quelli emersi dalle gare Consip e dei soggetti aggregatori.
L’articolo 40 reca disposizioni volte ad accelerare i giudizi amministrativi in materia di appalti pubblici.
Lotta alla Corruzione
L’articolo 31 prevede che, in presenza di condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, il dipendente pubblico possa inoltrare denuncia, oltre che all’autorità giudiziaria e alla Corte dei conti, anche all’ANAC (Autorità nazionale anticorruzione).
L’articolo 32, nell’ambito dell’attività di prevenzione della corruzione, detta una serie di misure per la gestione di imprese aggiudicatarie di appalti pubblici indagate per delitti contro la PA, in relazione ad attività per le quali si registrino rilevanti anomalie o comunque situazioni sintomatiche di condotte illecite, ovvero in presenza di fatti gravi e accertati, anche in seguito a denunce di illeciti da parte di dipendenti della pubblica amministrazione.
In tali ipotesi, il Presidente dell’ANAC può proporre al Prefetto competente o di assumere direttamente il controllo dell’impresa attraverso un’amministrazione straordinaria temporanea (fino all’esecuzione del contratto) oppure di imporr e all’impresa di rinnovare gli organi sociali.
Consulenze
L’articolo 6 prevede che le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi di studio e di consulenza, né incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo di amministrazioni pubbliche, a soggetti già lavoratori pubblici e privati collocati in quiescenza, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito. Il divieto trova applicazione per gli incarichi conferiti a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto-legge. Inoltre le pubbliche amministrazioni non possono conferire i suddetti incarichi non solo in organi di governo di amministrazioni pubbliche, ma anche di enti e società da essi controllati, ad eccezione di titolari degli organi elettivi ordini, collegi professionali, i relativi organismi nazionali e gli enti aventi natura associativa, a meno che non si tratti di incarichi o cariche conferiti a titolo gratuito; la durata degli incarichi e delle cariche conferiti a titolo gratuito non deve essere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ogni singola amministrazione. C’è l’obbligo di rendicontare eventuali rimborsi spese corrisposti nei limiti fissati dall’organo competente dell’amministrazione interessata.
Carriera universitaria
L’articolo 1 precisa che le disposizioni per il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni si applicano ai professori universitari, previa decisione del Senato accademico e previa verifica delle compatibilità finanziarie da parte dell’INPS, e comunque non prima del termine dell’anno accademico nel quale l’interessato ha compiuto il sessantottesimo anno di età.
L’articolo 14 riguarda l’abilitazione scientifica nazionale necessaria per l’accesso al ruolo di professore universitario ordinario e associato. In particolare, si prevede: il differimento dal 31 maggio 2014 al 30 settembre 2014 del termine di conclusione dei lavori delle commissioni riferiti alla tornata 2013; l’indizione della procedura di abilitazione scientifica nazionale relativa al 2014 entro il 28 febbraio 2015, previa revisione del regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 222/2011, che ha disciplinato le procedure, in conformità alle modifiche contestualmente introdotte nella L. 240/2010.
Le modifiche alla L. 240/2010 riguardano, anzitutto, le norme generali regolatrici della materia. In particolare: si sostituisce la previsione relativa all’indizione con frequenza annuale delle procedure con la previsione che le domande di partecipazione sono presentate senza scadenze prefissate; si elimina la previsione di partecipazione alla commissione nazionale di un commissario in servizio all’estero e si prevede la possibilità di sostituzione graduale dei membri della stessa commissione; si prevede il coinvolgimento di CUN e ANVUR nella definizione di criteri e parametri per l’attribuzione dell’abilitazione (che dovranno essere differenziati per settore concorsuale, e non più per area disciplinare) e si prevede che la prima verifica della adeguatezza degli stessi criteri debba essere effettuata dopo il primo biennio; si riduce da 12 a 10 la soglia minima sulla base della quale può essere fissato il numero massimo di pubblicazioni che ogni candidato può presentare; si prevede l’obbligatorietà del parere pro veritate nel caso di candidati afferenti a un settore scientifico-disciplinare non rappresentato nella commissione.
Inoltre: si aumenta da 4 a 6 anni la durata dell’abilitazione, riferendo l’aumento anche alle abilitazioni conseguite nelle tornate 2012 e 2013; si riduce da 30 a 20 il numero di professori di prima fascia che devono afferire a ciascun settore concorsuale; si prevede che i candidati che non hanno conseguito l’abilitazione nelle tornate 2012 e 2013 possono ripresentare la domanda dal 1° marzo 2015. E’ stato posticipato al 30 giugno 2015 (rispetto al 31 marzo 2015, previsto dal decreto-legge) il termine per procedere alle chiamate di professori associati per gli anni 2012 e 2013.
Un’ulteriore novità riguarda le procedure per la chiamata diretta di professori da parte delle università: si prevede che il Ministro si pronunci sulla proposta formulata dall’università previo parere della commissione nazionale per le procedure di abilitazione scientifica per il settore scientifico-disciplinare per il quale è proposta la chiamata (e non più di una commissione appositamente nominata dal CUN). Infine, si stabilisce che, nell’ambito della valutazione delle politiche di reclutamento degli atenei, «è considerata prioritaria» la qualità della produzione scientifica dei professori reclutati dagli atenei all’esito dell’abilitazione scientifica nazionale.
Certificati
L’articolo 17-bis prevede che non possano chiesti al cittadino, da parte delle amministrazioni pubbliche, informazioni e dati già presenti nell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (ANPR).
L’articolo 24 stabilisce che il Consiglio dei ministri approva entro il 31 ottobre 2014 l’Agenda per la semplificazione per il triennio 2015-2017 che contiene le linee di indirizzo in materia di semplificazione amministrativa. Nei settori dell’edilizia e dell’avvio delle attività produttive l’adozione della modulistica è oggetto di accordo concluso in sede di Conferenza unificata. La modulistica è pubblicata sul portale www.impresainungiorno.gov.it ed è disponibile per la compilazione delle pratiche telematiche da parte delle imprese entro e non oltre 60 giorni dalla sua approvazione. Previsto l’obbligo per ciascuna amministrazione pubblica di dotarsi, entro 180 giorni, di un piano di informatizzazione delle procedure di presentazione di istanze che preveda la completa informatizzazione entro 18 mesi.
Altre norme
L’articolo 28 riduce il diritto annuale delle camere di commercio secondo un criterio di gradualità (il 35 per cento nel 2015, il 40 per cento nel 2016 e del 50 per cento a decorrere dal 2017). I diritti di segreteria e i proventi derivanti dalla gestione di attività e dalla prestazione di servizi e quelli di natura patrimoniale sono fissati sulla base di costi standard definiti dal MiSE, sentiti la SOSE e Unioncamere, secondo criteri di efficienza da conseguire anche attraverso l’accorpamento degli enti e degli organismi del sistema camerale e lo svolgimento in forma associata delle funzioni.
Senato– D.l. 83/201 – Art bonus: conversione
É stato convertito in legge il decreto-legge per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo.
Ricordiamo sinteticamente i contenuti del provvedimento.
artbonus
Credito d’imposta del 65% per le donazioni a favore di:
a) Interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici;
b) Musei, siti archeologici, biblioteche e archivi pubblici;
c) spese di investimento per Teatri pubblici e Fondazioni lirico sinfoniche
Il credito d’imposta è riconosciuto:
• alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile;
• ai soggetti titolari di reddito d’impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui;
Il credito è riconosciuto anche alle donazioni a favore dei concessionari e affidatari di beni culturali pubblici per la realizzazione di interventi di manutenzione, protezione e restauro.
• I soggetti beneficiari delle erogazioni liberali dovranno comunicare mensilmente al Mibact l’ammontare delle erogazioni liberali ricevute e il loro utilizzo anche con una apposita sezione nei propri siti web istituzionali.
Crowdfunding e Fundraising: organizzazione in capo al Mibact (senza oneri) di nuove apposite strutture per incentivare le donazioni.
piano strategico grandi progetti beni culturali
Con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, sentito il Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici, è adottato entro il 31 dicembre di ogni anno, il Piano strategico “Grandi Progetti Beni culturali”, ai fini della crescita della capacità attrattiva del Paese.
Il Piano individua beni o siti di eccezionale interesse culturale e di rilevanza nazionale per i quali sia necessario e urgente realizzare interventi organici di tutela, riqualificazione, valorizzazione e promozione culturale, anche a fini turistici.
3% alla cultura e investimenti nelle periferie
A decorrere dal 2014, una quota pari al 3 per cento delle risorse aggiuntive annualmente previste per le infrastrutture e iscritte nello stato di previsione della spesa del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è destinata alla spesa per investimenti in favore dei beni culturali.
Per i prossimi tre anni, 3.000.000 di euro di queste risorse sono destinati a finanziare progetti culturali nelle periferie urbane elaborati dagli enti locali.
capitale italiana della cultura
Ogni anno il Cdm conferirà il titolo di ‘Capitale italiana della cultura’. I progetti presentati dalla città designata saranno finanziati dal Cipe, su proposta del Mibact, a valere sulla quota nazionale del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
programma italia 2019
Viene creato il ‘Programma Italia 2019′ per riconoscere l’importanza strategica dei progetti presentati da tutte le città italiane candidate alla ‘Capitale europea della cultura’.
riesame dei pareri delle soprintendenze
I pareri delle soprintendenze potranno essere riesaminati d’ufficio o su istanza di un’altra amministrazione (non di un privato). Il riesame dovrà avvenire entro 10 giorni dalla richiesta da parte di una commissione regionale di garanzia interna al Mibact. Per scongiurare ritardi se la commissione non darà il parere nei 10 giorni si intenderà confermato il parere del soprintendente.
autorizzazione paesaggistica – si introducono alcune semplificazioni in tema di autorizzazione paesaggistica. Previste delle commissioni di garanzia per avere un punto di riferimento al fine di sciogliere eventuali problemi di relazione tra sovrintendenze e realtà locali. . (S1563)
Camera – D.l. n. 91/2014 – Ambiente e imprese: modifiche
Approvato dal Senato con voto di fiducia è ora in esame alla Camera il decreto-legge competitività, dove le Commissioni riunite ambiente e attività produttive stanno votando gli emendamenti. Il provvedimento che sarà all’attenzione dell’Assemblea a partire da lunedì 4 agosto.
Il sottosegretario Scalfarotto ha chiarito che le modifiche che il Governo è intenzionato ad apportare sono dirette ad asciugare e semplificare il testo che, nel corso dell’esame al Senato, si è eccessivamente ampliato. L’intervento sostanziale sarà quindi diretto alla soppressione di alcune norme, e forse a qualche parziale riscrittura e modifica.
Tra le norme di interesse si segnala in particolare
L’articolo 33-bis è volto ad estendere alle società di ingegneria previste dal Codice degli appalti e costituite in forma di società di capitali, la disciplina delle società tra professionisti introdotta dal c.d. decreto Bersani (decreto-legge n. 223/2006). Il provvedimento novella il decreto-legge n. 223 del 2006 omettendo ogni riferimento alla legge n. 183 del 2011 (legge di stabilità 2012) che ben più recentemente ha rivisto la disciplina delle società tra professionisti, la cui evoluzione è importante per comprendere la disposizione in commento. Rispetto a questo quadro normativo, l’articolo 33-bis del decreto-legge, al comma 1, novella il cosiddetto decreto Bersani (decreto-legge n. 223 del 2006) nella parte in cui liberalizza le società tra professionisti che siano costituite in forma di società di persone o associazione tra professionisti. La disposizione approvata dal Senato estende questa liberalizzazione anche alle società di ingegneria previste dall’articolo 90, comma 2, lett. b) del codice dei contratti pubblici (D.Lgs. n. 163/2006), che – diverse dalle società di professionisti costituite in forma di società di persone (articolo 90, comma 2, lettera a) – sono costituite in forma di società di capitali o di società cooperative e sono comunque competenti per la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva di lavori pubblici. Il provvedimento riconduce dunque alle società tra professionisti e alla liberalizzazione del 2006 le società di ingegneria costituite in forma di società di capitali, consentendo dunque l’applicazione anche a queste società tra professionisti di una disciplina sino al 2012 (cioè fino alla legge 183/2011, che ha aperto alle società di capitali) a loro preclusa. Conseguentemente, il comma 2 dell’articolo 33-bis fa salvi tutti i contratti stipulati dalle società di professionisti cui fa riferimento il DL Bersani, e dunque anche i contratti stipulati dalle suddette società di ingegneria, a decorrere dall’11 agosto 1997. Si tratta della data di entrata in vigore della legge n. 266 del 1997, che ha abrogato il divieto per i professionisti di ricorrere alla forma societaria per fornire i propri servizi.
Le altre norme:
Il Capo II reca disposizioni urgenti per l’efficacia dell’azione pubblica di tutela ambientale, per la semplificazione dei procedimenti in materia ambientale e per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione europea.
Tra queste: gli interventi per l’efficientamento energetico degli edifici scolastici e universitari pubblici;
le misure straordinarie per l’esecuzione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico nel territorio nazionale;
la modifica della disciplina in materia di valutazione ambientale strategica (VAS);
le procedure semplificate per le operazioni di bonifica o di messa in sicurezza e per il recupero di rifiuti anche radioattivi;
le norme per la gestione dei rifiuti militari e per gli scarichi in mare;
le modifiche per semplificare il sistema di tracciabilità dei rifiuti;
le norme per superare i procedimenti d’infrazione comunitaria in materia di VIA e di informazioni ambientali.
Il Capo III reca disposizioni urgenti per le imprese.
credito d’imposta nella misura del 15 per cento del valore degli investimenti in beni strumentali nuovi;
Incentivo agli investimenti in capitale di rischio correlati alla quotazione in mercati regolamentati, potenziando la disciplina dell’aiuto alla crescita economica (ACE);
misure a favore delle emissioni di obbligazioni societarie e misure a favore del credito alle imprese, che estendono il regime sostitutivo delle imposte su interessi e finanziamenti e ampliano il regime di esenzione da ritenuta alla fonte sugli interessi, attualmente riservato soltanto ai soggetti residenti in Italia, introducono la possibilità anche per le società di cartolarizzazione di concedere finanziamenti alle imprese, nel rispetto di condizioni analoghe a quanto previsto per le compagnie di assicurazione.
riduzione delle bollette energetiche. Si prevedono: la rimodulazione dell’erogazione degli incentivi e delle agevolazioni; misure a garanzia della concorrenza e della sicurezza del sistema gas, la revisione del fondo di garanzia per i ricavi del gestore della rete elettrica, del regime speciale del sistema ferroviario, degli accordi con gli Stati esteri, del regolamento della borsa elettrica; la rimodulazione delle modalità di finanziamento del gestore dei servizi energetici; gli interventi contro l’abuso di posizione dominante; le riduzioni dei «colli di bottiglia» e delle centrali elettriche «essenziali».
MiSE: costi POS – primi dati dal Tavolo di lavoro
L’onere medio che un esercizio commerciale o un professionista sostiene per dotarsi di un POS varia da un minimo di 25-60 euro l’anno ad un massimo di 120-180 euro a seconda della tipologia delle apparecchiature prescelte.
E’ quanto è emerso al termine delle prime due giornate di confronto avviate dal Ministero dello Sviluppo Economico in seguito all’entrata in vigore, dal 1 luglio scorso, dell’obbligo di accettazione per esercenti e professionisti dei pagamenti di importo superiore ai 30 euro con carte di debito. Il tavolo è stato condotto insieme alla Banca d’Italia e al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’esigenza di promuovere in Italia l’uso di questi sistemi di pagamento è confermata dall’evidenza che il sistema italiano dei pagamenti si caratterizza per una maggiore incidenza delle transazioni regolate attraverso il contante, ben oltre l’80% del controvalore totale, rispetto agli altri principali Paesi europei, dove non si supera il 60%.
Il tavolo di lavoro ha già svolto due riunioni, nel corso delle quali sono stati incontrati rappresentanti dell’ABI, dell’AIIP (Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica), del Consorzio Pagobancomat, dei gestori dei circuiti internazionali Visa e Mastercard e di alcuni operatori di mercato attivi in particolare nel settore dell’acquiring.
Nel corso degli incontri sono stati acquisiti dagli intermediari e dalle loro associazioni dati utili per l’analisi dei costi che esercenti e professionisti devono sostenere per dotarsi di un terminale di accettazione (POS) di carte di debito, mettendosi quindi nella condizione di rispettare il dettato normativo attualmente in vigore. Al riguardo, nelle scorse settimane sono stati resi pubblici dati estremamente variegati e non coincidenti con le risultanze del tavolo: appare quindi utile fare chiarezza sul punto.
Da questo primo confronto è emerso che tali costi presentano una componente fissa e una variabile.
I costi fissi coprono la disponibilità dell’apparecchiatura POS e dipendono dalle diverse funzionalità che il terminale può offrire e dal tipo di tecnologia utilizzata per il collegamento. I terminali più innovativi, il cui funzionamento è basato su un collegamento via internet o attraverso una rete mobile sono, di regola, meno costosi rispetto a quelli tradizionali, collegati alle reti interbancarie dedicate.
Il costo fisso per i terminali più innovativi si aggira in media intorno ai 2-5 Euro mensili, mentre per le apparecchiature più tradizionali la media è di 10-15 Euro mensili. L’onere che in media deve sostenere un esercente o un professionista per dotarsi di un POS è quindi mediamente intorno ai 25-60 Euro all’anno nel primo caso e a 120-180 Euro nel secondo.
I costi variabili sono, invece, legati al numero e all’ammontare delle transazioni effettuate dalla clientela e dipendono dal tipo di circuito utilizzato. L’utilizzo dei POS consente peraltro di ridurre l’impatto dei costi legati all’utilizzo del denaro contante, che sono complessivamente stimati intorno al 1-1,5% rispetto all’entità delle transazioni.
Spesso le due componenti di costo (fissa e variabile) sono fra loro collegate: a costi fissi più alti possono essere associati costi variabili più bassi (e viceversa). Su questi costi impattano anche il decreto che regola le commissioni applicate alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento (cd. merchant fee) del 14 febbraio 2014 e gli interventi normativi europei in discussione a Bruxelles, inclusa la proposta di Regolamento comunitario sulle interchange fee degli schemi di carte.
Secondo quanto emerso negli incontri, esistono già oggi sul mercato soluzioni che offrono diverse combinazioni di servizi e condizioni, fra le quali ciascun esercente o professionista può scegliere quella più adatta alle proprie esigenze, in base alle sue previsioni di utilizzo e ai collegamenti disponibili. Alcuni operatori di mercato hanno anche lanciato delle offerte commerciali che prevedono, nell’ambito di un più ampio pacchetto di servizi, la disponibilità gratuita del POS.
Gli interlocutori coinvolti nelle discussioni del tavolo hanno manifestato la loro piena disponibilità a continuare a compiere ogni sforzo per rendere l’offerta di questa tipologia di servizio il più possibile flessibile e conveniente, in linea con le esigenze delle singole categorie interessate dal decreto. La crescita del numero delle transazioni che ci si attende come risultato dell’entrata in vigore del decreto consentirà lo sviluppo di economie di scala e l’intensificazione delle pressioni concorrenziali in grado di ridurre ulteriormente i costi.
Il tavolo di lavoro proseguirà i suoi approfondimenti monitorando gli effetti del decreto sul mercato, sia in termini di volumi sia di prezzi. Saranno organizzati ulteriori incontri, in particolare con le organizzazioni di categoria dei commercianti, degli artigiani e dei professionisti, per condividere i risultati di questo monitoraggio e per favorire una più ampia diffusione dei pagamenti elettronici nel nostro Paese e una corretta ripartizione dei costi e dei relativi benefici tra tutti i soggetti interessati.
SOLVIT: architetti italiani e iscrizione albo professionale Gran Bretagna
Un semplice cambio di denominazione dell’Università blocca il riconoscimento della qualifica professionale nel Regno Unito. Il caso sollevato da molti architetti italiani arriva all’esame del SOLVIT e grazie alla collaborazione delle autorità italiane ed europee viene risolto.
L’accesso al riconoscimento della propria qualifica professionale è disciplinato dalla Direttiva 2005/36/CE. In sostanza, la norma europea, recepita in ogni Paese UE (in Italia, con Decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 206), consente al cittadino europeo di accedere alla professione corrispondente per la quale si è ottenuto il titolo nello Stato d’origine alle stesse condizioni previste dall’ordinamento di un altro Paese dell’Unione.
Negli ultimi mesi, numerosi architetti italiani hanno incontrato ostacoli per ottenere il riconoscimento per accedere ed esercitare la propria professione nel Regno Unito, nonostante il loro titolo sia correttamente inserito in un allegato della direttiva europea dove sono elencati per ogni Paese gli enti (per l’Italia, le università) riconosciuti che rilasciano il titolo di formazione. L’autorità inglese, l’Architects Registration Board (ARB), sostiene che molte Università che hanno rilasciato il titolo agli architetti italiani non corrispondono a quelle indicate nell’allegato. Sono decine e decine i casi di architetti e architette italiane nel Regno Unito che negli ultimi tempi si sono imbattuti nelle medesime difficoltà. La vicenda ha prima attivato gli esperti del SOLVIT poi il Ministero della Pubblica Istruzione (MIUR), il Dipartimento Politiche Europee e la Commissione europea.
Il vero problema è l’utilizzo dei termini ‘Università di’ e ‘Università degli studi di’. Le autorità italiane hanno più volte comunicato all’ARB che le due espressioni sono perfettamente equivalenti e possono quindi essere indifferentemente utilizzate dalle Università. Gli atenei italiani che usano indifferentemente le due espressioni sono diverse, testimoniato proprio dai molti reclami degli architetti:Genova, Catania, Palermo, Napoli e Firenze, per citarne alcune.
In una recente comunicazione, il Punto nazionale di contatto per i riconoscimenti delle qualifiche professionali, istituito presso il Dipartimento Politiche Europee, ha nuovamente sollecitato l’ARB a tener conto che l’uso delle due terminologie non implica un automatico cambio del nome ma si tratta semplicemente di espressioni che identificano lo stesso ateneo. E la stessa Commissione europea, sollecitata dal Coordinatore nazionale della direttiva 2005/36/CE, è intervenuta chiedendo all’autorità inglese di tener conto della precisazione italiana.
E proprio recentemente, l’ARB ha definitivamente chiuso la questione accogliendo l’uso delle due espressioni equivalenti.
MIT: politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana
Il giorno 24 luglio il Ministro Lupi ha presentato il testo del disegno di legge “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e trasformazione urbana”.
La bozza del testo è oggetto di consultazione pubblica on-line, che resterà aperta fino al 15 settembre per la raccolta di proposte e spunti critici.
Tali contributi, in forma mirata come emendamento al testo, o sotto forma di riflessioni sulla materia, potranno essere inviate al seguente indirizzo e-mail: lecittavivibili@mit.gov.it utilizzando possibilmente la scheda allegata.
Il provvedimento arricchito dai vostri contributi nel mese di settembre sarà presentato al Consiglio dei Ministri è inizierà il suo iter formale,
Scheda per invio contributo (formato .zip scaricabile e compilabile online)
MEF: opere pubbliche, monitoraggio spesa
Entra nel vivo l’attività del Ministero dell’economia e delle finanze per l’attuazione del monitoraggio delle opere pubbliche che partirà il 1° ottobre prossimo. Obiettivo: ottenere un quadro d’insieme finalizzato ad una migliore allocazione delle risorse finanziarie. Gli uffici del Mef stanno inviando una e-mail a 13.000 destinatari, tra Pubbliche Amministrazioni, società concessionarie di opere pubbliche o titolari di interventi infrastrutturali, per avere informazioni relative allo stato di avanzamento dei lavori, agli affidamenti, ai pagamenti effettuati, agli indicatori fisici (ad esempio, quanti chilometri di una certa strada sono effettivamente in corso di realizzazione, o realizzati). Dopo il censimento iniziale seguiranno aggiornamenti trimestrali in modo da garantire un monitoraggio continuativo nel tempo.
I titolari delle opere devono fornire solo quelle informazioni che non siano già state trasmesse in altri contesti. Per questo la e-mail del Mef contiene le credenziali di accesso alla Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche della Ragioneria Generale dello Stato dove, a partire dal 1° settembre, i 13.000 destinatari possono verificare direttamente i dati già presenti nei sistemi del Mef e provenienti da altre amministrazioni con cui il Ministero ha stretto accordi.
MIT: Infrastrutture e reti – consultazione
Il Ministero delle Infrastrutture, in qualità di amministrazione titolare del PON “Infrastrutture e Reti” delle Regioni meno sviluppate 2014-2020, ha avviato la fase di consultazione del pubblico del Rapporto Ambientale e del Programma al fine di garantire a chiunque di prenderne visione e di presentare le proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.
Il pubblico può presentare osservazioni entro 60 giorni dalla data di pubblicazione (26/07/2014).
Le eventuali osservazioni dovranno pervenire a mezzo posta ordinaria o elettronica ai seguenti indirizzi: Autorità di Gestione del PON “Infrastrutture e Reti”, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Direzione Generale per lo Sviluppo del Territorio, la Programmazione ed i Progetti Internazionali – Via Nomentana, n. 2, 00161 Roma;
Responsabile per la procedura di VAS: arch. Maria Rita Antonini. Email: mariarita.antonini@mit.gov.it.
Bozza Rapporto Ambientale VAS PON Infrastrutture e Reti
Bozza PON Infrastrutture e Reti 2014-2020
Avviso GURI consultazione RA VAS
DPS: Città Metropolitane 2014-2020” – Consultazione
Il Dipartimento per lo Sviluppo la Coesione Economica ha avviato la fase di consultazione pubblica sul Programma “Città Metropolitane 2014-2020” e sul relativo Rapporto Ambientale. Entro il 20 settembre è possibile prenderne visione e presentare le proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi.
Programma Operativo Nazionale “Città Metropolitane 2014-2020”
All. 1- Quadro si riferimento programmatico e normativo
All. 2 – Esito delle consultazioni sul rapporto preliminare
All. 3 – Studio di Incidenza Ambientale sui siti della Rete Natura 2000
Sintesi non tecnica del Rapporto ambientale
Le eventuali osservazioni dovranno pervenire a mezzo posta ordinaria o elettronica ai seguenti indirizzi:
Dipartimento per lo Sviluppo la Coesione Economica, Direzione Generale per la politica regionale unitaria comunitaria – 00187 Roma, via Sicilia 162c - dps.capodip@pec.sviluppoeconomico.gov.it - dps.cittametro2014-2020@dps.gov.it
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Direzione Generale per le Valutazioni Ambientali, Divisione II – Sistemi di Valutazione Ambientale: Roma, via Cristoforo Colombo n. 44 – DGSalvaguardia.Ambientale@pec.minambiente.it
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, Via di San Michele, 22 – 00153 Roma – Mbac-dg-pbaac@mailcert.beniculturali.it
CIPE: relazione Sistema MIP-CUP
Il CIPE pubblica la relazione semestrale sul sistema MIP (Monitoraggio Investimenti pubblici)-CUP (Codice Unico progetto)
Relazione semestrale sul sistema MIP-CUP. Secondo semestre 2012
DALLA RETE
ANCE: Assemblea nazionale
La situazione è così drammatica per il settore delle costruzioni che viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di chiudere le nostre imprese con il minor danno possibile per i nostri dipendenti”. È il grido d’allarme con cui il Presidente dell’Ance Paolo Buzzetti ha aperto l’Assemblea annuale al Palazzo dei Congressi a Roma.
Per Buzzetti: “E’ indispensabile un patto tra Governo e la filiera delle costruzioni, primo vero motore economico del mercato interno italiano e unico in grado di far ripartire in modo stabile occupazione e crescita”. “Basta alle deroghe che alterano il mercato e favoriscono la corruzione, e basta con le strutture speciali, come le procedure d’urgenza per eventi che spesso sono stati programmati da tempo e che consentono di derogare alle leggi ordinarie e di evitare le gare. Una denuncia – ricorda il presidente dell’Ance – che abbiamo fatto da tempo”.
Le parole chiave della relazione del Presidente
CNI: premio Scintille
Le idee hanno un valore intrinseco di spinta al rinnovamento e al miglioramento della società, spostando in avanti i limiti e allargando gli orizzonti, generando nuove sfide. Questa la filosofia alla base del premio Scintille, promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Un’iniziativa con cui scommettere sulle idee e sulla loro capacità di determinare sviluppo, riconoscendo e interpretando il ruolo dell’ingegneria quale strumento di sovrapposizione trasversale tra differenti discipline.
L’obiettivo dichiarato del premio è la ricerca di idee che possano divenire scintille propulsive per generare progetti concreti di sviluppo. Lo scopo è dare spazio all’espressione del talento in ogni forma, facilitando l’opportunità di crescita per i contributi costruttivi. In particolare, si tratta di stimolare e incoraggiare la diffusione di idee e progetti innovativi che interpretino il ruolo dell’ingegneria quale strumento per il miglioramento dell’ambiente, della sicurezza, della qualità della vita dell’uomo.
Concretamente, il CNI interpreta come “Innovazione” l’introduzione di un prodotto, di un processo, di un servizio o di una soluzione che siano nuovi o significativamente migliorati rispetto alle attuali caratteristiche o usi, inclusi miglioramenti significativi nelle caratteristiche tecniche, nei componenti e materiali (software compreso), nella praticità per l’utente o in altre caratteristiche funzionali. Tale innovazione può utilizzare nuove conoscenze o tecnologie o può essere basata su nuovi usi o su combinazioni di conoscenze e tecnologie già esistenti. Il processo di innovazione include tutte le attività che conducono all’innovazione: dalla percezione di una necessità irrisolta, alla generazione di un‘idea, alla proposta per risolvere il problema, alla definizione di processi produttivi fino all’introduzione e diffusione di mercato.
Gli ambiti di applicazione delle idee, proposte e dei progetti di innovazione riguardano tutti i campi che concorrono al miglioramento della vita dell’uomo e dell’ambiente. Tra gli altri, saranno: sicurezza e territorio, trasporti e mobilità, architettura sostenibile e materiali, patrimonio culturale, scuola, tecnologie welfare inclusione, salute, gestione risorse idriche, demotica, cloud computing e semplificazione.
Le proposte devono coinvolgere, oltre a eventuali discipline esterne all’ingegneria, almeno due settori di attività dell’ingegneria tra civile e ambientale, industriale, ingegneria dell’informazione. La partecipazione può essere in forma singola o associata. Nel caso di partecipazione in forma associata il concorso è aperto a tutti purché il gruppo multidisciplinare, la cui composizione è libera, abbia un ingegnere iscritto all’Ordine in qualità di capogruppo. Nel caso di partecipazione in forma singola il concorso è aperto agli ingegneri iscritti in una delle tre sezioni dell’albo.
Il CNI ha approntato un sito web – www.cniscintille.it – dedicato a Scintille, nel quale è possibile trovare tutte le informazioni per partecipare.
Fisco Oggi: risposta a quesiti
Un libero professionista percepisce nel 2013 l’indennità di maternità dalla propria cassa di previdenza. In quale quadro di Unico 2014 va dichiarata? Indennità di maternità
CNR: Siracusa smart city
“Cnr Smart Cities Living Lab Siracusa” è il progetto che guida il turista in un viaggio digitale, virtuale e tridimensionale nel patrimonio culturale, archeologico e monumentale della città antica, grazie ai ‘QR-code’ dislocati sul territorio, ad applicazioni gratuite e al portale ‘Welcome to Siracusa’. Altri dimostratori realizzati dal Consiglio nazionale delle ricerche consentiranno inoltre il monitoraggio del ‘metabolismo urbano’. Le innovazioni sono state presentate dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais, e dal sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo.
La città siciliana è stata selezionata attraverso un bando nazionale, promosso da Cnr e Anci (Associazione nazionale comuni italiani), per attrezzare città di alta rilevanza storica e monumentale con strumenti multimediali e con un insieme coordinato di servizi e soluzioni innovative, improntate al turismo e alla valorizzazione del patrimonio. Il progetto, che si candida tra le buone pratiche internazionali sul tema delle città intelligenti, vede la partecipazione dei seguenti Istituti Cnr: l’Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam), l’Istituto di biometereologia (Ibimet), l’Istituto per le tecnologie della costruzione (Itc) e l’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività (Isof).
L’utente può accedere al sistema da casa, attraverso il portale web www.welcometosiracusa.it, e sul territorio, tramite un’apposita app per device mobile, scaricabile dai vari store a titolo gratuito, sei totem digitali informativi e i QR-code installati presso i vari siti storici. Il portale permette di prendere visione dei più importanti punti storico-archeologici di Neapolis e Ortigia con mappe interattive, corredate di descrizioni testuali e fotografiche, tour virtuali con riprese da terra e da drone. La ‘realtà aumentata’ rende inoltre possibile sovrapporre alla città moderna quella antica.
Le tecnologie innovative trovano applicazione anche nel monitoraggio dello stato di salute della città: un sistema integrato di stazioni fisse e mobili, installate sui totem (SensorWebTourist), sulle auto (SensorWebCar) e sulle biciclette (SensorWeBike) della Polizia Municipale, rileva il ‘metabolismo urbano’, ovvero il rapporto tra energia e materia – acqua, nutrienti, materiali e rifiuti – che costituisce l’ecosistema della città. I dati vengono visualizzati sui totem digitali in tempo reale e utilizzati dall’amministrazione locale.
Legambiente-Istituto Bioarchitettura: protocollo edilizia scolastica
Una riqualificazione sostenibile degli edifici scolastici per scuole più sicure e all’avanguardia. È l’obiettivo comune di Legambiente e dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, che hanno siglato un protocollo d’intesa per la promozione di una riqualificazione sostenibile dell’edilizia scolastica. In pratica saranno individuate, per ogni ordine e grado e nelle altre regioni del Paese, delle scuole pilota dove Legambiente e l’Istituto Nazionale di Bioarchitettura elaboreranno un protocollo di intervento per, poi, fornire delle linee guida, identificando interventi-tipo e individuando criteri standard di gestione sostenibile che la comunità scolastica potrà seguire. Prima scuola pilota di questo progetto è l’Istituto Comprensivo Viale Adriatico 140 – plesso di Via Monte Ruggero del Municipio III di Roma, dove è stato compiuto un primo controllo dell’edificio e del quale si parlerà questo giovedì nell’incontro con il Municipio. Leggi tutto
ISFOL: newsletter
É disponibile il numero 577 di ISFOLNotizie. l numero 5/7 del 2014 si apre con due primi piani: il primo dedicato mappatura finanziaria della “Garanzia per i Giovani” (Youth Guarantee) elaborata dall’Isfol su dati estratti dalle convenzioni fra ministero del Lavoro e Regioni, il secondo dedicato ai percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP).
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