Data
Sintesi di monitoraggio legislativo del 19 Giugno 2015
NOTA POLITICA
I risultati delle elezioni amministrative, da ultimo la vittoria a Venezia, e le nuove inchieste di Mafia Capitale sembrano aver ridato forza a tutte le opposizioni, decise ad incalzare il Governo.
Le amministrative del prossimo anno, con dieci milioni di italiani alle urne, impongono già ora decisioni sugli schieramenti da mettere in campo. Renzi dovrà decidere se continuare con l’idea del “partito della nazione” aprendosi ad un rapporto organico con l centro o guardare a sinistra. Allo stesso modo Alfano dovrà scegliere se costruire un’intesa con il Partito di maggioranza o contribuire alla ricostruzione di un centro destra. Così Berlusconi, che dovrà scegliere tra la ricostituzione di un fronte moderato o consegnarsi a Salvini.
Scelte che il segretario del PD dovrà fare anche in vista del congresso del partito nel 2017: in questa ottica va anche letta la messa in discussione del meccanismo delle primarie fatta da Renzi, deciso a nominare lui il suo gruppo dirigente. Per ora il Premier si è messo a studiare i nuovi organigrammi del gruppo della Camera e del partito e i rimpastino dell’esecutivo, per avviare la cd “fase 2”. Capogruppo alla Camera è Ettore Rosato, affiancato da Matteo Mauri, che fa parte della minoranza “buona”. Enzo Amendola prenderà l’incarico di viceministro al Ministero degli affari esteri. Al Governo si dovranno occupare altre due caselle: il posto di viceministro dello sviluppo economico (liberato da De Vincenti attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio), che spetta a Scelta Civica; e il Ministero degli affari regionali, destinato al Nuovo Centro Destra. Possibile anche la nomina di un sottosegretario ad hoc per l’immigrazione.
Su tutti i punti deboli Renzi vuole ripartire con la linea dura, ma non troppo. La riforma della scuola è in un limbo, così come lo scoglio della riforma costituzionale, ferma ormai da diversi mesi. L’inchiesta Mafia Capitale sta creando un nuovo attrito all’interno del PD, con il presidente Orfini che “fa quadrato” intorno al sindaco Marino, e il Premier che sta pensando già al cambio della guardia, magari dopo l’estate, per portare Roma alle elezioni il prossimo anno insieme a Milano, Torino e Napoli.
DALLE ISTITUZIONI
Senato– S1678 – Delega appalti: approvazione
Con 184 voti favorevoli e l’astensione di SEL e Movimento 5 Stelle il Senato ha approvato il ddl delega per il recepimento delle direttive che riordinano la normativa degli appalti. La parola passa ora alla Camera.
Il testo contiene i criteri che Governo dovrà seguire nella redazione, entro il 18 febbraio 2016, di un nuovo Codice degli appalti in linea con le norme europee:
divieto di introdurre, o di mantenere negli atti di recepimento, livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive europee;
razionalizzazione del quadro normativo in materia di appalti pubblici e di concessioni, finalizzato a un maggior livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti;
trasparenza e pubblicità delle procedure di gara;
riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e la semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti;
contenimento dei tempi e la piena verificabilità dei flussi finanziari, anche attraverso adeguate forme di centralizzazione delle committenze e di riduzione del numero delle stazioni appaltanti;
razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato;
revisione del sistema vigente di qualificazione degli operatori economici;
razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto;
miglioramento delle condizioni di accesso, per le piccole e medie imprese e le imprese di nuova costituzione, al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni;
individuazione, per le procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento;
trasparenza, nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi, ai processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni;
divieto di affidamento dei contratti attraverso procedure derogatorie;
sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, anche nei servizi ad alta intensità di manodopera;
valorizzazione di esigenze di sostenibilità ambientale e di clausole sociali;
lprevisione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull’ambiente e procedura di acquisizione di consensi tecnici per realizzare un’opera semplice, vincolante e non modificabile;
valorizzazione della fase progettuale e contenimento delle varianti in corso d’opera;
rafforzamento dei poteri di vigilanza e indirizzo dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), che elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo e istituirà un albo nazionale dei commissari di gara;
istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture, di un albo nazionale per il ruolo di responsabile dei lavori;
divieto di attribuire la direzione dei lavori a soggetto collegato con il contraente generale;
obbligo per la stazione appaltante di procedere al pagamento diretto anche su richiesta del subappaltatore;
per gli affidamenti di importo superiore alle soglie comunitarie, livello di aggregazione almeno regionale o di provincia autonoma e, per gli affidamenti di importo superiore a 100.000 euro e inferiore alle soglie comunitarie, aggiudicati dai comuni, livelli di aggregazione subprovinciali;
in relazione agli appalti assegnati, obbligo del ricorso a conti dedicati per regolare i flussi dei pagamenti verso tutti i prestatori d’opera;
previsione di un sistema amministrativo di penalità e premialità, sotto la direzione dell’ANAC, per la denuncia obbligatoria delle richieste estorsive e corruttive;
per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica, esclusione del solo criterio del prezzo o del costo per l’affidamento dei servizi di natura tecnica;
possibilità per i partecipanti alle gare di utilizzare il documento di gara unico europeo o analogo documento predisposto dal Ministero delle infrastrutture;
riduzione del costo delle procedure arbitrali;
verifiche effettive della stazione appaltante sull’esecuzione delle prestazioni.
Ddl appalti: commenti
FONDAZIONE INARCASSA: “Accogliamo con grande soddisfazione l’approvazione da parte del Senato della delega per la riforma del codice degli appalti. Il testo, licenziato in prima lettura, accoglie infatti molte delle osservazioni che la Fondazione ha indicato come priorità nel corso dell’audizione in Commissione Lavori Pubblici, tra cui il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi di architettura e di ingegneria ai giovani professionisti, la radicale limitazione all’appalto integrato, il riferimento alla promozione della qualità architettonica e a quella tecnica.”
Con queste parole, Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa, commenta l’approvazione del provvedimento a Palazzo Madama.
“Il nostro plauso – continua Tomasi – va, in particolare, alle nuove regole in materia di progettazione che, promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale, restituiscono centralità alla fase progettuale, e decretano lo stop all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica con il criterio del prezzo più basso o massimo ribasso d’asta.
In questo la categoria si vede finalmente riconoscere appieno la propria professionalità e il proprio lavoro come prodotto di natura intellettuale. La Commissione Lavori pubblici, presieduta dal Presidente Matteoli, e in particolare il Senatore Esposito, relatore del provvedimento, hanno condotto in maniera esemplare il dialogo con tutti gli stakeholders del mercato, ascoltandoli con decine di audizioni e riuscendo a contemperare le diverse esigenze nell’interesse generale. Ci auguriamo che il metodo di lavoro possa rimanere lo stesso anche per la seconda lettura a Montecitorio e in fase di attuazione della delega. Auspichiamo, infine, che Parlamento e Governo possano al più presto – magari già nelle successive fasi dell’iter legislativo – intervenire dividendo in maniera netta i compiti dei dipendenti pubblici e quelli di libero professionisti e società di ingegneria, tema questo cruciale purtroppo ancora irrisolto per l’eliminazione della confusione dei ruoli tra controllato e controllore.”
ANCE: “Siamo soddisfatti che molte nostre proposte siano state accolte nel testo di legge, approvato oggi al Senato in prima lettura. In particolare penso al divieto di derogare alle regole ordinarie, una battaglia che l’Ance porta avanti con convinzione da anni”, commenta il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti. Positiva anche la creazione di un albo nazionale obbligatorio dei commissari di gara presso l’Anac e il divieto di accorpamento artificioso dei lavori per consentire un equo accesso alle imprese.
Restano però alcune perplessità che “speriamo vengano chiarite nel corso dell’iter parlamentare” aggiunge Buzzetti, che spiega: “attenzione a non penalizzare le nostre imprese, nel confronto con i concorrenti europei, per esempio con limiti eccessivi alla capacità di progettare ed eseguire”. Inoltre, secondo Buzzetti, va ripristinato un rapporto equilibrato tra l’impresa e l’amministrazione. “Proprio il nuovo codice sarà tema di discussione domani a Napoli in un incontro con il Ministro Delrio e il Presidente Anac Cantone – conclude Buzzetti – perché negli anni abbiamo perso la capacità di realizzare le opere utili per il Paese e ora è il momento di ripartire.”
Architetti: Svolta nei Lavori Pubblici all’insegna della trasparenza, rispetto delle regole e della libera concorrenza”. E’ il primo commento del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori dopo l’approvazione da parte del Senato della legge delega sul Codice degli Appalti. “Diamo atto al senatore Stefano Esposito, relatore del ddl Delega presso la commissione Lavori Pubblici del Senato e al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini di aver recepito le proposte degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di semplificazione, legalità e certezza nella esecuzione fino ad oggi perduti a causa di norme spesso sbagliate.” “Come ha sottolineato il senatore Luigi Zanda, questo provvedimento rafforza il processo di coesione politica dell’Europa e ci avvicina ancora di più ai grandi paesi del Continente. Ma non solo: per il nostro Paese è un segnale fortissimo. Con il principio che nelle gare si vince sulla base di criteri di qualità del progetto, avremo finalmente buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo, e avremo anche inferto un colpo molto serio alle mafie, che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia illegale. Avremmo anche finalmente la possibilità di assicurare ai cittadini italiani opere utili e belle”
Sindacati: “Esprimiamo grande soddisfazione perché al Senato è stato approvato il testo di legge delega su appalti e concessioni, che ha confermato quanto presentato in Aula dai Relatori dall’VIII Commissione, a cui va il nostro ringraziamento. Il provvedimento, infatti, è il frutto di un lungo e articolato confronto tra sindacato e vari livelli istituzionali e politici”. E’ quanto dichiarano i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Franco Martini, Luigi Sbarra, Tiziana Bocchi. “Cgil, Cisl e Uil – proseguono i dirigenti sindacali – auspicano ora che tale metodo prosegua anche alla Camera e che il testo venga confermato e rafforzato nei suoi contenuti. Si tratta, infatti, di un provvedimento che può far fare un deciso passo avanti verso la legalità e verso la maggior tutela dei lavoratori impegnati in un settore nel quale – come tanti fatti di cronaca ci hanno mostrato – la corruzione e la mancanza di regole precise ha portato a gravi distorsioni e irregolarità. Inoltre, valutiamo positivamente anche la riduzione delle stazioni appaltanti, così come le misure ivi contenute volte a favorire una maggiore trasparenza nelle pratiche di subappalto”. “Il Paese ha bisogno di autentiche riforme per tornare a crescere, per sconfiggere il malaffare e per dare servizi veramente efficienti ai cittadini”. Conlcudono Martini, Sbarra, Bocchi.
Appalti: dimensioni del ricorso e degli altri atti difensivi
Con il decreto n. 40 del 25 maggio 2015, il Presidente del Consiglio di Stato ha dettato specifici limiti dimensionali per i ricorsi e gli altri atti difensivi in materia di appalti pubblici.
L’atto introduttivo, il ricorso incidentale, i motivi aggiunti, gli atti di impugnazione della pronuncia di primo grado, l’atto di costituzione e ogni altro atto difensivo per cui non sia diversamente disposto, dovranno essere contenuti entro il limite massimo di 30 pagine.
Se la controversia presenta questioni tecniche, giuridiche o di fatto particolarmente complesse ovvero attiene ad interessi di particolare rilievo, anche economico, il suddetto limite massimo di pagine è elevato a 50.
grado o di impugnazione inizi a decorrere trascorsi trenta giorni dalla pubblicazione del Il decreto si applica alle controversie il cui termine di proposizione del ricorso di primo decreto medesimo sulla Gazzetta Ufficiale. (GU n. 128 del 5.6.2015)
Bando efficienza energetica
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.134 del 12 giugno 2015, il Decreto ministeriale 24 aprile 2015 che mette a disposizione 120 milioni di euro a valere sul POI “Energie rinnovabili ed efficienza energetica” FESR 2007/2013, destinati alle imprese di qualsiasi dimensione con unità produttive localizzate nei territori delle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che vogliono realizzare investimenti nel settore dell’efficienza energetica.
I progetti finanziabili, analogamente a quanto previsto nel bando precedente, consistono in programmi integrati d’investimento finalizzati alla riduzione e alla razionalizzazione dell’uso dell’energia primaria all’interno di unità produttive esistenti e devono prevedere spese ammissibili non inferiori a euro 30.000,00. La domanda di agevolazioni e la documentazione indicata, firmate digitalmente, devono essere presentate, pena l’invalidità, a partire dalle ore 10.00 del 30 giugno 2015 attraverso un’apposita procedura informatica accessibile dal sito del MiSE. Le imprese possono iniziare la fase di compilazione della domanda e dei relativi allegati a partire dal 22 giugno 2015.
Per eventuali richieste di informazioni e/o di chiarimenti è attiva la casella di posta elettronica:info.bandoefficienzaenergetica@mise.gov.it.
CIPE: Linee guida grandi opere
Registrata in data 12 giugno 2015 dalla Corte dei Conti la Delibera 15/2015 del CIPE Linee Guida CCASGO per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (MGO).
Protocollo tipo
CIPE: Nuovo Manuale utente CUP
Pubblicato il Manuale del Sistema Codice Unico di Progetto (CUP) – utente “Generatore” – edizione giugno 2015.
CIPE: a che punto è la delibera?
Attraverso questa funzionalità del sito è possibile seguire in tempo reale l’iter procedurale delle delibere del CIPE dalla data di seduta del Comitato alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Le delibere del CIPE sono provvedimenti di rilevanza economica strategica che, come tali, hanno effetti sulla finanza pubblica. Per questa ragione sono sottoposte ad un complesso iter di perfezionamento che coinvolge diversi attori istituzionali.
Agenzia Demanio: rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico
L’Agenzia del Demanio è intervenuta alla conferenza “Opportunità per lo sviluppo socio-economico dei territori” organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli Affari regionali, le Autonomie e lo Sport (DARAS), che si è tenuta al Politecnico di Bari, per presentare lo Studio-Linee Guida “Strategie e strumenti per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”.
Lo studio, che è stato realizzato dal DARAS in stretta collaborazione con l’Agenzia del Demanio, fornisce un quadro completo dei metodi e degli strumenti legislativi in vigore per incrementare il valore economico, finanziario e sociale degli immobili pubblici e per innescare politiche efficaci di rigenerazione urbana.
Studio EPAS sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico 2015
Agenzia Demanio: valorizzazione fari – consultazione
Undici fari italiani da valorizzare partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile, che sappia conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico dei territori. Questa è Valore Paese – Fari, l’iniziativa promossa dall’Agenzia del Demanio che coinvolge i beni dello Stato localizzati in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana.
La prima fase di Valore Paese Fari prevede una consultazione pubblica online, destinata a chiunque abbia idee e proposte: pubbliche amministrazioni, cittadini, associazioni, operatori di mercato, imprenditori interessati e possibili futuri concessionari. Aperta fino al 10 agosto 2015, la consultazione pubblica punta a informare, raccogliere idee, proposte, suggerimenti e a verificare l’interesse da parte del territorio e del mercato.
Al termine della consultazione, saranno analizzate le risposte ricevute e sarà pubblicato un rapporto conclusivo che permetterà di delineare gli scenari di valorizzazione da proporre nei bandi di gara in programma per l’autunno 2015. I bandi per la concessione dei fari, fino a 50 anni, saranno aggiudicati sulla base della miglior proposta, sia in termini di progetto imprenditoriale che di sostenibilità economico-finanziaria
Per maggiori informazioni sui Fari e la Consultazione Pubblica clicca qui
DALLA RETE
CNI: servizi di ingegneria in ripresa
Solidi segnali di ripresa per i bandi per i servizi di ingegneria. Il primo trimestre del 2015 conferma l’inversione di tendenza già registrata nel 2014. Le stazioni appaltanti, infatti, hanno pubblicato bandi per un importo a base d’asta complessivo superiore al miliardo e cento milioni di euro, contro i 968 milioni di euro del primo trimestre del 2014, periodo in cui si è registrato il valore più basso degli ultimi anni. I segnali positivi valgono a maggior ragione per i servizi di ingegneria: nei primi tre mesi dell’anno in corso l’incremento è del 48,5%.
E’ quanto emerge dalla consueta analisi effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Il documento mostra anche come molti adempimenti normativi stabiliti dalla Determinazione Anac il 25 febbraio 2015 vengano ampiamente disattesi, in particolare il cosiddetto “decreto parametri”.
Per fare un esempio, nei primi tre mesi del 2015 solo il 45,2% dei bandi di gara per servizi di ingegneria indicava chiaramente il DM.143/2013 quale norma di riferimento per il calcolo del corrispettivo posto a base di gara. Circa la metà dei bandi (49,3%), poi, non chiariva la modalità di calcolo, mentre il restante 5,5% ha fatto erroneamente riferimento ad altre norme previgenti (tariffe del DM 4/4/2001 in primis). Diverse anomalie si registrano anche sul terreno dei requisiti richiesti ai partecipanti, sia in termini di fatturato che di personale tecnico richiesto.
Il documento mostra come, sebbene i liberi professionisti si siano aggiudicati nel primo trimestre del 2015 oltre il 71,4% delle gare, a queste corrisponde solo il 27,5% degli importi, avendo potuto accedere solo alle gare di minore entità. L’importo medio di aggiudicazione delle gare loro affidate si aggira, infatti, intorno ai 35mila euro, contro i circa 250mila euro delle gare affidate alle società o ai raggruppamenti tra società e liberi professionisti.
Tutte le gare, comunque, seguitano ad essere aggiudicate con ribassi molto consistenti che arrivano anche al 62,4%. Il valore medio dei ribassi per i servizi di ingegneria senza esecuzione è pari al 32,1%, mentre quello relativo alle gare in cui è prevista anche l’esecuzione dei lavori è pari al 21,9% e nel settore ITC scende all’11,8%. Inoltre, la norma che obbliga le stazioni appaltanti ad utilizzare unicamente il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento degli incarichi per importi superiori ai 100mila euro viene ampiamente disattesa. Nel trimestre in esame, il 15% dei bandi, con importo a base d’asta superiore ai 100mila euro, non segue la normativa, indicando come criterio di selezione delle offerte quello del prezzo più basso.
“A fronte di segnali certamente positivi evidenziati dal nostro rapporto – ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI – si deve rimarcare come ancora vengano disattesi, da parte di molte, troppe stazioni appaltanti, alcuni adempimenti normativi riguardanti la determinazione del corrispettivo a base di gara e i requisiti richiesti ai partecipanti, in contrasto anche con le recenti determinazioni dell’ANAC”.
“Questo atteggiamento – prosegue Ronsivalle – correlato al persistente ricorso all’aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso anziché quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dimostra la scarsa considerazione che ancora si ha per la progettazione. La tanto sbandierata ”centralità del progetto” che doveva costituire il cardine di tutto l’impianto normativo del codice degli appalti pubblici, non sembra rappresentare la principale preoccupazione delle stazioni appaltanti. Ribassi eccessivi, criteri di aggiudicazione non sempre idonei ad assicurare un adeguato rapporto qualità/prezzo, l’esclusione, di fatto, dei liberi professionisti dalle gare di maggiore entità, non portano a favorire quella qualità del progetto che dovrebbe garantire un iter di realizzazione dell’opera pubblica privo, o quasi, di imprevisti e di varianti in corso d’opera”.
“Tutto ciò – conclude Ronsivalle – rappresenta una concausa non irrilevante della pessima situazione delle opere pubbliche del nostro Paese dove si registrano spesso sprechi, ritardi, opere incompiute, opere di dubbia utilità, costi eccessivi, talvolta persino raddoppiati rispetto a quelli previsti. Per metter ordine a tutto ciò occorrerebbe probabilmente qualche revisione del quadro legislativo, ma sarebbero prima di ogni cosa indispensabili la perfetta conoscenza e il rigoroso rispetto delle norme esistenti”.
OICE: osservatorio gare. Maggio recupera, ma nei primi cinque mesi del 2015 si registra un -4,15 rispetto al 2014. Comunicato
Il Sole 24 ore, Alessandro Lerbini, Appalti, timidi segnali di ripresa
ANAC: Obblighi informativi stazioni appaltanti e controlli a campione
Pubblicato il Comunicato del Presidente del 4 giugno 2015 ‘Obblighi informativi nei confronti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e controlli a campione (art. 9 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, coordinato con la legge di conversione 11 novembre 2014, n. 164)’.
L’Autorità anticorruzione ha finora individuato una lista di 194 interventi attivati utilizzando le deroghe al codice appalti previste dal decreto Sblocca Italia concesse per interventi caratterizzati dall’estrema urgenza. I 194 appalti sommano un valore a base d’asta di oltre 53,6 milioni di euro, per un valore medio di circa 270mila euro. Gli appalti variano da un minimo di 2.379 euro a un massimo di 4,6 milioni di euro circa.
Su questa lista l’Autorità farà dei controlli a campione, per verificarne la correttezza della procedura, in base a criteri non ancora noti.
Invitalia: Grandi Progetti, sito investimenti nel Sud
Fornire informazioni aggiornate sui Grandi Progetti per lo sviluppo del Mezzogiorno promossi con il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): questo l’obiettivo di Grandi Progetti, il sito realizzato e curato da Invitalia all’interno del “Supporto al processo di attuazione dei Grandi Progetti nell’ambito della programmazione 2007-2013”, finanziato dal PON Governance e Assistenza Tecnica 2007-2013. Il portale raccoglie 58 Grandi Progetti, proposti nel corso del ciclo di programmazione 2007-2013 e localizzati in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Un Grande Progetto è un investimento infrastrutturale caratterizzato dalla indivisibilità tecnica ed economica dei lavori, il cui costo complessivo supera i 50 milioni di euro. L’utilizzo di risorse comunitarie per il finanziamento di questi investimenti è subordinato a una specifica approvazione da parte della Commissione Europea.
Scopri il sito “Grandi Progetti”
ENEA: Efficienza energetica – 4° Rapporto Nazionale
Grazie alle politiche nazionali per l’efficienza energetica l’Italia ha risparmiato 7,55 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, pari a oltre 2 miliardi di euro di minori importazioni di gas naturale e petrolio, evitando la produzione di 18 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, grazie al solo meccanismo delle detrazioni fiscali, i cosiddetti ‘ecobonus’, oltre 2 milioni di famiglie hanno investito 22 miliardi di euro per riqualificare energeticamente le proprie abitazioni dal 2007 al 2013, con un indotto di 40 mila occupati in media l’anno. È quanto emerge dal 4° “Rapporto sull’Efficienza Energetica” (RAEE) dell’ENEA, strumento di monitoraggio e valutazione a supporto delle politiche adottate in Italia nell’intero settore .
Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2015
Executive Summary
Estratto Capitolo 6 – efficienza energetica nel mercato immobiliare
Consiglio di Stato: Regioni, no interferenza professionisti iscritti all’albo
Con la sentenza n. 2944 del Consiglio di Stato si impone alle Regioni di non interferire con le attività professionali riservate agli iscritti agli Albi. Depositata il 15 giugno 2015, la sentenza è stata resa a seguito del ricorso congiunto di Agrotecnici e Medici Veterinari. La vicenda nasce dall’applicazione della Misura 114 “Consulenza Aziendale” del PSR 2007-2013 in tutte le Regioni italiane, molte delle quali hanno imposto regole proprie senza distinguere fra gli iscritti agli Albi e i non iscritti. Tra queste Regioni anche l’Emilia-Romagna che, nel 2007, aveva approvato una delibera con la quale si obbligavano i liberi professionisti iscritti all’Albo, al pari dei non iscritti, a dimostrare requisiti ulteriori all’iscrizione, come la pregressa esperienza nel settore, l’aggiornamento specifico, etc., per poter operare nell’ambito della Consulenza Aziendale. Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e la FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani), insieme a tutti gli Ordini provinciali dei Veterinari e i Collegi provinciali degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, hanno quindi impugnato presso il TAR Bologna la Delibera regionale sulla Misura 114, ottenendo la sentenza n. 3474/2008 che accoglie il ricorso ed annulla la deliberazione regionale in materia di consulenza aziendale. La pronuncia del Consiglio di Stato n. 2944/2015 respinge il ricorso della Regione, confermando pertanto la precedente sentenza del TAR Bologna, favorevole alle tesi sostenute dagli Albi professionali ricorrenti. Nell’esaminare la controversia, il Consiglio di Stato ha sentenziato: “Si configura quindi discriminatoria, indipendentemente dalla tipologia delle prestazioni da rendere, l’imposizione anche al professionista abilitato del biennio di esperienza professionale, unitamente ad un ulteriore percorso formativo, al pari di chi non versa in situazione differenziata perché in possesso del solo titolo di studio per svolgere l’attività di consulenza”. “Va osservato che proprio l’istituzione degli albi professionali è finalizzata a garantire il grado di professionalità e di corredo di cognizioni per l’espletamento di prestazioni e di servizi nelle materie di competenza. L’introduzione di ulteriori condizioni e requisiti viene, quindi, a sovrapporsi e sostituirsi -con scelta a livello di provvedimento amministrativo- al valore abilitante dell’iscrizione”. “Tantomeno la Regione può, con proprie valutazioni di merito volte a dequotare i criteri e le modalità di iscrizione all’albo professionale, sostituirsi al valore abilitante dell’iscrizione stessa agli effetti del titolo allo svolgimento delle attività riservate ai soli soggetti inseriti nell’albo professionale”. (Fonte: Confprofessioni)
CNCE: Durc on–line, chiarimenti
La Commissione nazionale paritetica per le casse edili fornisce alcuni primi chiarimenti operativi per le Casse Edili alla luce della pubblicazione del D.M. 30 gennaio 2015 che, come noto, ha dato attuazione all’art. 4 dell D.L. n. 34/2014, recante importanti novità in tema di semplificazione del Durc.
Tali chiarimenti, anche alla luce della circolare del Ministero del Lavoro, contenente alcune prime istruzioni e pubblicata nei giorni scorsi, anticipano il documento contenente le Regole per le Casse Edili che sarà a breve approvato dal Comitato della bilateralità.
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Commissione UE: ok a split payment
Via libera della Commissione UE allo “split payment” limitatamente al triennio 2015-2017, non rinnovabile e con l’obbligo dello Stato italiano di presentare uno specifico rapporto sui tempi medi di rimborso dei crediti IVA vantati dalle imprese.
ANCE: “Il via libera alla misura sullo split payment concesso da Bruxelles rappresenta un passo indietro rispetto all’attenzione dimostrata negli ultimi anni sul tema della liquidità delle imprese e dei pagamenti della Pubblica Amministrazione”, dichiara il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, a seguito dell’ok della Commissione Europea in merito alla misura introdotta dal Governo italiano, che comporta il pagamento dell’Iva non più alle imprese, ma all’erario che poi dovrà restituirla. “Questo meccanismo non tiene conto dei ritardi stratosferici che ci sono già nei pagamenti della pa e nei rimborsi dell’Iva contro i quali, noi come Ance insieme a tutta la filiera, ci stiamo battendo da tempo“, in questo senso secondo Buzzetti, “lo split payment è una misura anti-Pmi: sottrae risorse dovute alle imprese, pari a 1,3 miliardi di euro all’anno solo nelle costruzioni, danneggiando così ulteriormente un settore già fortemente piegato dalla crisi e dal credit crunch”.
Né, secondo il Presidente Ance, è attraverso questa misura che si potrà conseguire l’obiettivo di combattere l’evasione: “In questo modo si rischia di far pagare il conto della lotta all’evasione alle migliaia di imprese oneste che dovranno aspettare mesi prima di vedersi rimborsare l’importo dovuto”. “Anche la promessa fatta dal Governo di un’accelerazione dei rimborsi IVA, portandoli nell’arco massimo di un semestre, è un risultato tutto ancora da conseguire, dal momento che oggi avvengono anche dopo un anno”, sottolinea il Presidente Buzzetti che chiede al governo un rimborso immediato dell’Iva.”
RICORDIAMO CHE NOI PROFESSINISTI, ASSOGGETTATI ALLA RITENUTA D’ACCONTO, SIAMO ESENTATI DALLO SPLIT PAYMENT E QUESTO PER LA POSITIVA AZIONE FATTA DALLA FONDAZIONE IN SEDE DI APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI STABILITA’
Fisco Oggi: risposta a quesiti
Credito di imposta prima casa
Contribuenti minimi e modello Intra
Spese odontoiatriche sostenute all’estero
Locazione immobile ereditato e bonus 50%
Locazione immobile in comproprietà
730 precompilato non predisposto
Con un ruolo che non lascia dubbi è superfluo l’invito al confronto
Surroga mutuo cointestato
I risultati delle elezioni amministrative, da ultimo la vittoria a Venezia, e le nuove inchieste di Mafia Capitale sembrano aver ridato forza a tutte le opposizioni, decise ad incalzare il Governo.
Le amministrative del prossimo anno, con dieci milioni di italiani alle urne, impongono già ora decisioni sugli schieramenti da mettere in campo. Renzi dovrà decidere se continuare con l’idea del “partito della nazione” aprendosi ad un rapporto organico con l centro o guardare a sinistra. Allo stesso modo Alfano dovrà scegliere se costruire un’intesa con il Partito di maggioranza o contribuire alla ricostruzione di un centro destra. Così Berlusconi, che dovrà scegliere tra la ricostituzione di un fronte moderato o consegnarsi a Salvini.
Scelte che il segretario del PD dovrà fare anche in vista del congresso del partito nel 2017: in questa ottica va anche letta la messa in discussione del meccanismo delle primarie fatta da Renzi, deciso a nominare lui il suo gruppo dirigente. Per ora il Premier si è messo a studiare i nuovi organigrammi del gruppo della Camera e del partito e i rimpastino dell’esecutivo, per avviare la cd “fase 2”. Capogruppo alla Camera è Ettore Rosato, affiancato da Matteo Mauri, che fa parte della minoranza “buona”. Enzo Amendola prenderà l’incarico di viceministro al Ministero degli affari esteri. Al Governo si dovranno occupare altre due caselle: il posto di viceministro dello sviluppo economico (liberato da De Vincenti attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio), che spetta a Scelta Civica; e il Ministero degli affari regionali, destinato al Nuovo Centro Destra. Possibile anche la nomina di un sottosegretario ad hoc per l’immigrazione.
Su tutti i punti deboli Renzi vuole ripartire con la linea dura, ma non troppo. La riforma della scuola è in un limbo, così come lo scoglio della riforma costituzionale, ferma ormai da diversi mesi. L’inchiesta Mafia Capitale sta creando un nuovo attrito all’interno del PD, con il presidente Orfini che “fa quadrato” intorno al sindaco Marino, e il Premier che sta pensando già al cambio della guardia, magari dopo l’estate, per portare Roma alle elezioni il prossimo anno insieme a Milano, Torino e Napoli.
DALLE ISTITUZIONI
Senato– S1678 – Delega appalti: approvazione
Con 184 voti favorevoli e l’astensione di SEL e Movimento 5 Stelle il Senato ha approvato il ddl delega per il recepimento delle direttive che riordinano la normativa degli appalti. La parola passa ora alla Camera.
Il testo contiene i criteri che Governo dovrà seguire nella redazione, entro il 18 febbraio 2016, di un nuovo Codice degli appalti in linea con le norme europee:
divieto di introdurre, o di mantenere negli atti di recepimento, livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive europee;
razionalizzazione del quadro normativo in materia di appalti pubblici e di concessioni, finalizzato a un maggior livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti;
trasparenza e pubblicità delle procedure di gara;
riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e la semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti;
contenimento dei tempi e la piena verificabilità dei flussi finanziari, anche attraverso adeguate forme di centralizzazione delle committenze e di riduzione del numero delle stazioni appaltanti;
razionalizzazione ed estensione delle forme di partenariato pubblico privato;
revisione del sistema vigente di qualificazione degli operatori economici;
razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto;
miglioramento delle condizioni di accesso, per le piccole e medie imprese e le imprese di nuova costituzione, al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni;
individuazione, per le procedure di affidamento, di modalità volte a garantire i livelli minimi di concorrenzialità, trasparenza e parità di trattamento;
trasparenza, nella eventuale partecipazione dei portatori qualificati di interessi, ai processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e concessioni;
divieto di affidamento dei contratti attraverso procedure derogatorie;
sostituzione del criterio del massimo ribasso con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, anche nei servizi ad alta intensità di manodopera;
valorizzazione di esigenze di sostenibilità ambientale e di clausole sociali;
lprevisione di forme di dibattito pubblico nei territori interessati da opere infrastrutturali che hanno impatto sull’ambiente e procedura di acquisizione di consensi tecnici per realizzare un’opera semplice, vincolante e non modificabile;
valorizzazione della fase progettuale e contenimento delle varianti in corso d’opera;
rafforzamento dei poteri di vigilanza e indirizzo dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), che elaborerà contratti-tipo e bandi-tipo e istituirà un albo nazionale dei commissari di gara;
istituzione, presso il Ministero delle infrastrutture, di un albo nazionale per il ruolo di responsabile dei lavori;
divieto di attribuire la direzione dei lavori a soggetto collegato con il contraente generale;
obbligo per la stazione appaltante di procedere al pagamento diretto anche su richiesta del subappaltatore;
per gli affidamenti di importo superiore alle soglie comunitarie, livello di aggregazione almeno regionale o di provincia autonoma e, per gli affidamenti di importo superiore a 100.000 euro e inferiore alle soglie comunitarie, aggiudicati dai comuni, livelli di aggregazione subprovinciali;
in relazione agli appalti assegnati, obbligo del ricorso a conti dedicati per regolare i flussi dei pagamenti verso tutti i prestatori d’opera;
previsione di un sistema amministrativo di penalità e premialità, sotto la direzione dell’ANAC, per la denuncia obbligatoria delle richieste estorsive e corruttive;
per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica, esclusione del solo criterio del prezzo o del costo per l’affidamento dei servizi di natura tecnica;
possibilità per i partecipanti alle gare di utilizzare il documento di gara unico europeo o analogo documento predisposto dal Ministero delle infrastrutture;
riduzione del costo delle procedure arbitrali;
verifiche effettive della stazione appaltante sull’esecuzione delle prestazioni.
Ddl appalti: commenti
FONDAZIONE INARCASSA: “Accogliamo con grande soddisfazione l’approvazione da parte del Senato della delega per la riforma del codice degli appalti. Il testo, licenziato in prima lettura, accoglie infatti molte delle osservazioni che la Fondazione ha indicato come priorità nel corso dell’audizione in Commissione Lavori Pubblici, tra cui il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi di architettura e di ingegneria ai giovani professionisti, la radicale limitazione all’appalto integrato, il riferimento alla promozione della qualità architettonica e a quella tecnica.”
Con queste parole, Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa, commenta l’approvazione del provvedimento a Palazzo Madama.
“Il nostro plauso – continua Tomasi – va, in particolare, alle nuove regole in materia di progettazione che, promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale, restituiscono centralità alla fase progettuale, e decretano lo stop all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica con il criterio del prezzo più basso o massimo ribasso d’asta.
In questo la categoria si vede finalmente riconoscere appieno la propria professionalità e il proprio lavoro come prodotto di natura intellettuale. La Commissione Lavori pubblici, presieduta dal Presidente Matteoli, e in particolare il Senatore Esposito, relatore del provvedimento, hanno condotto in maniera esemplare il dialogo con tutti gli stakeholders del mercato, ascoltandoli con decine di audizioni e riuscendo a contemperare le diverse esigenze nell’interesse generale. Ci auguriamo che il metodo di lavoro possa rimanere lo stesso anche per la seconda lettura a Montecitorio e in fase di attuazione della delega. Auspichiamo, infine, che Parlamento e Governo possano al più presto – magari già nelle successive fasi dell’iter legislativo – intervenire dividendo in maniera netta i compiti dei dipendenti pubblici e quelli di libero professionisti e società di ingegneria, tema questo cruciale purtroppo ancora irrisolto per l’eliminazione della confusione dei ruoli tra controllato e controllore.”
ANCE: “Siamo soddisfatti che molte nostre proposte siano state accolte nel testo di legge, approvato oggi al Senato in prima lettura. In particolare penso al divieto di derogare alle regole ordinarie, una battaglia che l’Ance porta avanti con convinzione da anni”, commenta il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti. Positiva anche la creazione di un albo nazionale obbligatorio dei commissari di gara presso l’Anac e il divieto di accorpamento artificioso dei lavori per consentire un equo accesso alle imprese.
Restano però alcune perplessità che “speriamo vengano chiarite nel corso dell’iter parlamentare” aggiunge Buzzetti, che spiega: “attenzione a non penalizzare le nostre imprese, nel confronto con i concorrenti europei, per esempio con limiti eccessivi alla capacità di progettare ed eseguire”. Inoltre, secondo Buzzetti, va ripristinato un rapporto equilibrato tra l’impresa e l’amministrazione. “Proprio il nuovo codice sarà tema di discussione domani a Napoli in un incontro con il Ministro Delrio e il Presidente Anac Cantone – conclude Buzzetti – perché negli anni abbiamo perso la capacità di realizzare le opere utili per il Paese e ora è il momento di ripartire.”
Architetti: Svolta nei Lavori Pubblici all’insegna della trasparenza, rispetto delle regole e della libera concorrenza”. E’ il primo commento del Consiglio nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori dopo l’approvazione da parte del Senato della legge delega sul Codice degli Appalti. “Diamo atto al senatore Stefano Esposito, relatore del ddl Delega presso la commissione Lavori Pubblici del Senato e al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini di aver recepito le proposte degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di semplificazione, legalità e certezza nella esecuzione fino ad oggi perduti a causa di norme spesso sbagliate.” “Come ha sottolineato il senatore Luigi Zanda, questo provvedimento rafforza il processo di coesione politica dell’Europa e ci avvicina ancora di più ai grandi paesi del Continente. Ma non solo: per il nostro Paese è un segnale fortissimo. Con il principio che nelle gare si vince sulla base di criteri di qualità del progetto, avremo finalmente buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo, e avremo anche inferto un colpo molto serio alle mafie, che sugli appalti pubblici hanno costruito le fondamenta della loro economia illegale. Avremmo anche finalmente la possibilità di assicurare ai cittadini italiani opere utili e belle”
Sindacati: “Esprimiamo grande soddisfazione perché al Senato è stato approvato il testo di legge delega su appalti e concessioni, che ha confermato quanto presentato in Aula dai Relatori dall’VIII Commissione, a cui va il nostro ringraziamento. Il provvedimento, infatti, è il frutto di un lungo e articolato confronto tra sindacato e vari livelli istituzionali e politici”. E’ quanto dichiarano i segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil, Franco Martini, Luigi Sbarra, Tiziana Bocchi. “Cgil, Cisl e Uil – proseguono i dirigenti sindacali – auspicano ora che tale metodo prosegua anche alla Camera e che il testo venga confermato e rafforzato nei suoi contenuti. Si tratta, infatti, di un provvedimento che può far fare un deciso passo avanti verso la legalità e verso la maggior tutela dei lavoratori impegnati in un settore nel quale – come tanti fatti di cronaca ci hanno mostrato – la corruzione e la mancanza di regole precise ha portato a gravi distorsioni e irregolarità. Inoltre, valutiamo positivamente anche la riduzione delle stazioni appaltanti, così come le misure ivi contenute volte a favorire una maggiore trasparenza nelle pratiche di subappalto”. “Il Paese ha bisogno di autentiche riforme per tornare a crescere, per sconfiggere il malaffare e per dare servizi veramente efficienti ai cittadini”. Conlcudono Martini, Sbarra, Bocchi.
Appalti: dimensioni del ricorso e degli altri atti difensivi
Con il decreto n. 40 del 25 maggio 2015, il Presidente del Consiglio di Stato ha dettato specifici limiti dimensionali per i ricorsi e gli altri atti difensivi in materia di appalti pubblici.
L’atto introduttivo, il ricorso incidentale, i motivi aggiunti, gli atti di impugnazione della pronuncia di primo grado, l’atto di costituzione e ogni altro atto difensivo per cui non sia diversamente disposto, dovranno essere contenuti entro il limite massimo di 30 pagine.
Se la controversia presenta questioni tecniche, giuridiche o di fatto particolarmente complesse ovvero attiene ad interessi di particolare rilievo, anche economico, il suddetto limite massimo di pagine è elevato a 50.
grado o di impugnazione inizi a decorrere trascorsi trenta giorni dalla pubblicazione del Il decreto si applica alle controversie il cui termine di proposizione del ricorso di primo decreto medesimo sulla Gazzetta Ufficiale. (GU n. 128 del 5.6.2015)
Bando efficienza energetica
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.134 del 12 giugno 2015, il Decreto ministeriale 24 aprile 2015 che mette a disposizione 120 milioni di euro a valere sul POI “Energie rinnovabili ed efficienza energetica” FESR 2007/2013, destinati alle imprese di qualsiasi dimensione con unità produttive localizzate nei territori delle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che vogliono realizzare investimenti nel settore dell’efficienza energetica.
I progetti finanziabili, analogamente a quanto previsto nel bando precedente, consistono in programmi integrati d’investimento finalizzati alla riduzione e alla razionalizzazione dell’uso dell’energia primaria all’interno di unità produttive esistenti e devono prevedere spese ammissibili non inferiori a euro 30.000,00. La domanda di agevolazioni e la documentazione indicata, firmate digitalmente, devono essere presentate, pena l’invalidità, a partire dalle ore 10.00 del 30 giugno 2015 attraverso un’apposita procedura informatica accessibile dal sito del MiSE. Le imprese possono iniziare la fase di compilazione della domanda e dei relativi allegati a partire dal 22 giugno 2015.
Per eventuali richieste di informazioni e/o di chiarimenti è attiva la casella di posta elettronica:info.bandoefficienzaenergetica@mise.gov.it.
CIPE: Linee guida grandi opere
Registrata in data 12 giugno 2015 dalla Corte dei Conti la Delibera 15/2015 del CIPE Linee Guida CCASGO per il monitoraggio finanziario delle grandi opere (MGO).
Protocollo tipo
CIPE: Nuovo Manuale utente CUP
Pubblicato il Manuale del Sistema Codice Unico di Progetto (CUP) – utente “Generatore” – edizione giugno 2015.
CIPE: a che punto è la delibera?
Attraverso questa funzionalità del sito è possibile seguire in tempo reale l’iter procedurale delle delibere del CIPE dalla data di seduta del Comitato alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Le delibere del CIPE sono provvedimenti di rilevanza economica strategica che, come tali, hanno effetti sulla finanza pubblica. Per questa ragione sono sottoposte ad un complesso iter di perfezionamento che coinvolge diversi attori istituzionali.
Agenzia Demanio: rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico
L’Agenzia del Demanio è intervenuta alla conferenza “Opportunità per lo sviluppo socio-economico dei territori” organizzata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli Affari regionali, le Autonomie e lo Sport (DARAS), che si è tenuta al Politecnico di Bari, per presentare lo Studio-Linee Guida “Strategie e strumenti per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”.
Lo studio, che è stato realizzato dal DARAS in stretta collaborazione con l’Agenzia del Demanio, fornisce un quadro completo dei metodi e degli strumenti legislativi in vigore per incrementare il valore economico, finanziario e sociale degli immobili pubblici e per innescare politiche efficaci di rigenerazione urbana.
Studio EPAS sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico 2015
Agenzia Demanio: valorizzazione fari – consultazione
Undici fari italiani da valorizzare partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile, che sappia conciliare le esigenze di recupero del patrimonio, tutela ambientale e sviluppo economico dei territori. Questa è Valore Paese – Fari, l’iniziativa promossa dall’Agenzia del Demanio che coinvolge i beni dello Stato localizzati in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia e Toscana.
La prima fase di Valore Paese Fari prevede una consultazione pubblica online, destinata a chiunque abbia idee e proposte: pubbliche amministrazioni, cittadini, associazioni, operatori di mercato, imprenditori interessati e possibili futuri concessionari. Aperta fino al 10 agosto 2015, la consultazione pubblica punta a informare, raccogliere idee, proposte, suggerimenti e a verificare l’interesse da parte del territorio e del mercato.
Al termine della consultazione, saranno analizzate le risposte ricevute e sarà pubblicato un rapporto conclusivo che permetterà di delineare gli scenari di valorizzazione da proporre nei bandi di gara in programma per l’autunno 2015. I bandi per la concessione dei fari, fino a 50 anni, saranno aggiudicati sulla base della miglior proposta, sia in termini di progetto imprenditoriale che di sostenibilità economico-finanziaria
Per maggiori informazioni sui Fari e la Consultazione Pubblica clicca qui
DALLA RETE
CNI: servizi di ingegneria in ripresa
Solidi segnali di ripresa per i bandi per i servizi di ingegneria. Il primo trimestre del 2015 conferma l’inversione di tendenza già registrata nel 2014. Le stazioni appaltanti, infatti, hanno pubblicato bandi per un importo a base d’asta complessivo superiore al miliardo e cento milioni di euro, contro i 968 milioni di euro del primo trimestre del 2014, periodo in cui si è registrato il valore più basso degli ultimi anni. I segnali positivi valgono a maggior ragione per i servizi di ingegneria: nei primi tre mesi dell’anno in corso l’incremento è del 48,5%.
E’ quanto emerge dalla consueta analisi effettuata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Il documento mostra anche come molti adempimenti normativi stabiliti dalla Determinazione Anac il 25 febbraio 2015 vengano ampiamente disattesi, in particolare il cosiddetto “decreto parametri”.
Per fare un esempio, nei primi tre mesi del 2015 solo il 45,2% dei bandi di gara per servizi di ingegneria indicava chiaramente il DM.143/2013 quale norma di riferimento per il calcolo del corrispettivo posto a base di gara. Circa la metà dei bandi (49,3%), poi, non chiariva la modalità di calcolo, mentre il restante 5,5% ha fatto erroneamente riferimento ad altre norme previgenti (tariffe del DM 4/4/2001 in primis). Diverse anomalie si registrano anche sul terreno dei requisiti richiesti ai partecipanti, sia in termini di fatturato che di personale tecnico richiesto.
Il documento mostra come, sebbene i liberi professionisti si siano aggiudicati nel primo trimestre del 2015 oltre il 71,4% delle gare, a queste corrisponde solo il 27,5% degli importi, avendo potuto accedere solo alle gare di minore entità. L’importo medio di aggiudicazione delle gare loro affidate si aggira, infatti, intorno ai 35mila euro, contro i circa 250mila euro delle gare affidate alle società o ai raggruppamenti tra società e liberi professionisti.
Tutte le gare, comunque, seguitano ad essere aggiudicate con ribassi molto consistenti che arrivano anche al 62,4%. Il valore medio dei ribassi per i servizi di ingegneria senza esecuzione è pari al 32,1%, mentre quello relativo alle gare in cui è prevista anche l’esecuzione dei lavori è pari al 21,9% e nel settore ITC scende all’11,8%. Inoltre, la norma che obbliga le stazioni appaltanti ad utilizzare unicamente il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’affidamento degli incarichi per importi superiori ai 100mila euro viene ampiamente disattesa. Nel trimestre in esame, il 15% dei bandi, con importo a base d’asta superiore ai 100mila euro, non segue la normativa, indicando come criterio di selezione delle offerte quello del prezzo più basso.
“A fronte di segnali certamente positivi evidenziati dal nostro rapporto – ha commentato Luigi Ronsivalle, Presidente del Centro Studi CNI – si deve rimarcare come ancora vengano disattesi, da parte di molte, troppe stazioni appaltanti, alcuni adempimenti normativi riguardanti la determinazione del corrispettivo a base di gara e i requisiti richiesti ai partecipanti, in contrasto anche con le recenti determinazioni dell’ANAC”.
“Questo atteggiamento – prosegue Ronsivalle – correlato al persistente ricorso all’aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso anziché quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dimostra la scarsa considerazione che ancora si ha per la progettazione. La tanto sbandierata ”centralità del progetto” che doveva costituire il cardine di tutto l’impianto normativo del codice degli appalti pubblici, non sembra rappresentare la principale preoccupazione delle stazioni appaltanti. Ribassi eccessivi, criteri di aggiudicazione non sempre idonei ad assicurare un adeguato rapporto qualità/prezzo, l’esclusione, di fatto, dei liberi professionisti dalle gare di maggiore entità, non portano a favorire quella qualità del progetto che dovrebbe garantire un iter di realizzazione dell’opera pubblica privo, o quasi, di imprevisti e di varianti in corso d’opera”.
“Tutto ciò – conclude Ronsivalle – rappresenta una concausa non irrilevante della pessima situazione delle opere pubbliche del nostro Paese dove si registrano spesso sprechi, ritardi, opere incompiute, opere di dubbia utilità, costi eccessivi, talvolta persino raddoppiati rispetto a quelli previsti. Per metter ordine a tutto ciò occorrerebbe probabilmente qualche revisione del quadro legislativo, ma sarebbero prima di ogni cosa indispensabili la perfetta conoscenza e il rigoroso rispetto delle norme esistenti”.
OICE: osservatorio gare. Maggio recupera, ma nei primi cinque mesi del 2015 si registra un -4,15 rispetto al 2014. Comunicato
Il Sole 24 ore, Alessandro Lerbini, Appalti, timidi segnali di ripresa
ANAC: Obblighi informativi stazioni appaltanti e controlli a campione
Pubblicato il Comunicato del Presidente del 4 giugno 2015 ‘Obblighi informativi nei confronti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e controlli a campione (art. 9 del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133, coordinato con la legge di conversione 11 novembre 2014, n. 164)’.
L’Autorità anticorruzione ha finora individuato una lista di 194 interventi attivati utilizzando le deroghe al codice appalti previste dal decreto Sblocca Italia concesse per interventi caratterizzati dall’estrema urgenza. I 194 appalti sommano un valore a base d’asta di oltre 53,6 milioni di euro, per un valore medio di circa 270mila euro. Gli appalti variano da un minimo di 2.379 euro a un massimo di 4,6 milioni di euro circa.
Su questa lista l’Autorità farà dei controlli a campione, per verificarne la correttezza della procedura, in base a criteri non ancora noti.
Invitalia: Grandi Progetti, sito investimenti nel Sud
Fornire informazioni aggiornate sui Grandi Progetti per lo sviluppo del Mezzogiorno promossi con il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR): questo l’obiettivo di Grandi Progetti, il sito realizzato e curato da Invitalia all’interno del “Supporto al processo di attuazione dei Grandi Progetti nell’ambito della programmazione 2007-2013”, finanziato dal PON Governance e Assistenza Tecnica 2007-2013. Il portale raccoglie 58 Grandi Progetti, proposti nel corso del ciclo di programmazione 2007-2013 e localizzati in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. Un Grande Progetto è un investimento infrastrutturale caratterizzato dalla indivisibilità tecnica ed economica dei lavori, il cui costo complessivo supera i 50 milioni di euro. L’utilizzo di risorse comunitarie per il finanziamento di questi investimenti è subordinato a una specifica approvazione da parte della Commissione Europea.
Scopri il sito “Grandi Progetti”
ENEA: Efficienza energetica – 4° Rapporto Nazionale
Grazie alle politiche nazionali per l’efficienza energetica l’Italia ha risparmiato 7,55 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, pari a oltre 2 miliardi di euro di minori importazioni di gas naturale e petrolio, evitando la produzione di 18 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, grazie al solo meccanismo delle detrazioni fiscali, i cosiddetti ‘ecobonus’, oltre 2 milioni di famiglie hanno investito 22 miliardi di euro per riqualificare energeticamente le proprie abitazioni dal 2007 al 2013, con un indotto di 40 mila occupati in media l’anno. È quanto emerge dal 4° “Rapporto sull’Efficienza Energetica” (RAEE) dell’ENEA, strumento di monitoraggio e valutazione a supporto delle politiche adottate in Italia nell’intero settore .
Rapporto Annuale Efficienza Energetica 2015
Executive Summary
Estratto Capitolo 6 – efficienza energetica nel mercato immobiliare
Consiglio di Stato: Regioni, no interferenza professionisti iscritti all’albo
Con la sentenza n. 2944 del Consiglio di Stato si impone alle Regioni di non interferire con le attività professionali riservate agli iscritti agli Albi. Depositata il 15 giugno 2015, la sentenza è stata resa a seguito del ricorso congiunto di Agrotecnici e Medici Veterinari. La vicenda nasce dall’applicazione della Misura 114 “Consulenza Aziendale” del PSR 2007-2013 in tutte le Regioni italiane, molte delle quali hanno imposto regole proprie senza distinguere fra gli iscritti agli Albi e i non iscritti. Tra queste Regioni anche l’Emilia-Romagna che, nel 2007, aveva approvato una delibera con la quale si obbligavano i liberi professionisti iscritti all’Albo, al pari dei non iscritti, a dimostrare requisiti ulteriori all’iscrizione, come la pregressa esperienza nel settore, l’aggiornamento specifico, etc., per poter operare nell’ambito della Consulenza Aziendale. Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e la FNOVI (Federazione Nazionale degli Ordini dei Veterinari Italiani), insieme a tutti gli Ordini provinciali dei Veterinari e i Collegi provinciali degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, hanno quindi impugnato presso il TAR Bologna la Delibera regionale sulla Misura 114, ottenendo la sentenza n. 3474/2008 che accoglie il ricorso ed annulla la deliberazione regionale in materia di consulenza aziendale. La pronuncia del Consiglio di Stato n. 2944/2015 respinge il ricorso della Regione, confermando pertanto la precedente sentenza del TAR Bologna, favorevole alle tesi sostenute dagli Albi professionali ricorrenti. Nell’esaminare la controversia, il Consiglio di Stato ha sentenziato: “Si configura quindi discriminatoria, indipendentemente dalla tipologia delle prestazioni da rendere, l’imposizione anche al professionista abilitato del biennio di esperienza professionale, unitamente ad un ulteriore percorso formativo, al pari di chi non versa in situazione differenziata perché in possesso del solo titolo di studio per svolgere l’attività di consulenza”. “Va osservato che proprio l’istituzione degli albi professionali è finalizzata a garantire il grado di professionalità e di corredo di cognizioni per l’espletamento di prestazioni e di servizi nelle materie di competenza. L’introduzione di ulteriori condizioni e requisiti viene, quindi, a sovrapporsi e sostituirsi -con scelta a livello di provvedimento amministrativo- al valore abilitante dell’iscrizione”. “Tantomeno la Regione può, con proprie valutazioni di merito volte a dequotare i criteri e le modalità di iscrizione all’albo professionale, sostituirsi al valore abilitante dell’iscrizione stessa agli effetti del titolo allo svolgimento delle attività riservate ai soli soggetti inseriti nell’albo professionale”. (Fonte: Confprofessioni)
CNCE: Durc on–line, chiarimenti
La Commissione nazionale paritetica per le casse edili fornisce alcuni primi chiarimenti operativi per le Casse Edili alla luce della pubblicazione del D.M. 30 gennaio 2015 che, come noto, ha dato attuazione all’art. 4 dell D.L. n. 34/2014, recante importanti novità in tema di semplificazione del Durc.
Tali chiarimenti, anche alla luce della circolare del Ministero del Lavoro, contenente alcune prime istruzioni e pubblicata nei giorni scorsi, anticipano il documento contenente le Regole per le Casse Edili che sarà a breve approvato dal Comitato della bilateralità.
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Commissione UE: ok a split payment
Via libera della Commissione UE allo “split payment” limitatamente al triennio 2015-2017, non rinnovabile e con l’obbligo dello Stato italiano di presentare uno specifico rapporto sui tempi medi di rimborso dei crediti IVA vantati dalle imprese.
ANCE: “Il via libera alla misura sullo split payment concesso da Bruxelles rappresenta un passo indietro rispetto all’attenzione dimostrata negli ultimi anni sul tema della liquidità delle imprese e dei pagamenti della Pubblica Amministrazione”, dichiara il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, a seguito dell’ok della Commissione Europea in merito alla misura introdotta dal Governo italiano, che comporta il pagamento dell’Iva non più alle imprese, ma all’erario che poi dovrà restituirla. “Questo meccanismo non tiene conto dei ritardi stratosferici che ci sono già nei pagamenti della pa e nei rimborsi dell’Iva contro i quali, noi come Ance insieme a tutta la filiera, ci stiamo battendo da tempo“, in questo senso secondo Buzzetti, “lo split payment è una misura anti-Pmi: sottrae risorse dovute alle imprese, pari a 1,3 miliardi di euro all’anno solo nelle costruzioni, danneggiando così ulteriormente un settore già fortemente piegato dalla crisi e dal credit crunch”.
Né, secondo il Presidente Ance, è attraverso questa misura che si potrà conseguire l’obiettivo di combattere l’evasione: “In questo modo si rischia di far pagare il conto della lotta all’evasione alle migliaia di imprese oneste che dovranno aspettare mesi prima di vedersi rimborsare l’importo dovuto”. “Anche la promessa fatta dal Governo di un’accelerazione dei rimborsi IVA, portandoli nell’arco massimo di un semestre, è un risultato tutto ancora da conseguire, dal momento che oggi avvengono anche dopo un anno”, sottolinea il Presidente Buzzetti che chiede al governo un rimborso immediato dell’Iva.”
RICORDIAMO CHE NOI PROFESSINISTI, ASSOGGETTATI ALLA RITENUTA D’ACCONTO, SIAMO ESENTATI DALLO SPLIT PAYMENT E QUESTO PER LA POSITIVA AZIONE FATTA DALLA FONDAZIONE IN SEDE DI APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI STABILITA’
Fisco Oggi: risposta a quesiti
Credito di imposta prima casa
Contribuenti minimi e modello Intra
Spese odontoiatriche sostenute all’estero
Locazione immobile ereditato e bonus 50%
Locazione immobile in comproprietà
730 precompilato non predisposto
Con un ruolo che non lascia dubbi è superfluo l’invito al confronto
Surroga mutuo cointestato