SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO 8/22 GIUGNO 2018
NOTA POLITICA
Dopo aver completato la squadra di governo con l’accordo sui nomi di viceministri e sottosegretari ufficializzato giusto una settimana fa, nella giornata di ieri M5s e Lega hanno fatto il pieno anche delle 28 presidenze delle commissioni parlamentari di Camera e Senato, divenute a questo punto pienamente operative a oltre cento giorni dal voto del 4 marzo. Il patto di maggioranza consegna 17 presidenze ai Cinquestelle e 11 al Carroccio, a cominciare naturalmente da commissioni strategiche come Bilancio (presieduta dal leghista Borghi alla Camera e dal pentastellato Pesco al Senato) e Finanze (per il M5s Ruocco a Montecitorio e per la Lega Bagnai a Palazzo Madama).
LAVORI PUBBLICI
Il Ministro dell’Economia in Senato: l’intervento anche sul codice appalti
Correggere le distorsioni del Codice Appalti che bloccano gli investimenti, scongiurare l’aumento dell’Iva e avviare la riforma fiscale. Sono alcuni dei punti su cui si articolerà il Documento di economia e finanza (Def) secondo le anticipazioni fornite dal Governo.
Durante la discussione sul Def, il Senato e la Camera hanno approvato due risoluzioni proposte dai senatori Romeo (Lega) e Patuanelli (M5S) e dai deputati D’uva (M5S) e Molinari (Lega), che impegnano il Governo ad adottare misure per la crescita e l’inclusione sociale.
Al Senato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha annunciato che il quadro programmatico del Governo sarà presentato a settembre. Le linee guida della politica economica saranno la riduzione progressiva del debito e una crescita inclusiva ed equa, attraverso la semplificazione fiscale, la riduzione della pressione fiscale e un reddito per contrastare la povertà e favorire l'integrazione nel mercato del lavoro.
Il Governo intende inoltre stimolare gli investimenti pubblici e istituire una task force per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione degli investimenti: perdita di competenze tecniche, difficili interazioni tra amministrazioni, effetti non voluti del Codice degli Appalti. Le anticipazioni del Ministro Tria hanno dato una risposta alle richieste di modifica del Codice Appalti avanzate durante la discussione.
“Abbiamo bisogno di rendere tutto più leggero, compresa la burocrazia che costituisce una tassa occulta soprattutto per le piccole e le piccolissime imprese - ha affermato il senatore Dieter Steger sottolineando come - gli imprenditori lamentino la lentezza e le incertezze nell'assegnazione delle gare, con un alto rischio di ricorsi e blocco dei lavori, problema che il nuovo codice degli appalti sembra aver acuito”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore della Lega Alberto Bagnai, che ha segnalato il calo degli investimenti pubblici da 54 miliardi al 2009 a 33 miliardi del 2017 e il gran numero di amministratori che si lamentano del Codice Appalti perché non consente di spendere le risorse disponibili. Il Governo dovrà quindi mettere in campo misure per far ripartire gli investimenti consentendo di spendere con facilità le risorse disponibili.
Alla Camera il relatore per la maggioranza Federico D’Incà (M5S), ha reso noto che le infrastrutture e i trasporti rivestiranno un ruolo fondamentale nel Def per sostenere il turismo e il settore industriale.
Alla Camera, durante la discussione della risoluzione proposta dai deputati D’uva (M5S) e Molinari (Lega), il Ministro Tria ha spiegato che il DEF presentato prevede una crescita del PIL pari all'1,5% nell'anno in corso, 1,4% nel 2019, 1,3% nel 2020 e 1,2% nel 2021.
La crescita, ha specificato Tria, non si baserà solo sull’aumento del Pil e la riduzione del debito pubblico, ma anche su una serie di misure per l’inclusione e la stabilità sociale, come il reddito di cittadinanza, e i processi di innovazione tecnologica e ristrutturazione produttiva dettati dalle sfide del progresso scientifico e della salvaguardia ambientale.
Tra i contenuti della prossima legge di Bilancio ci saranno inoltre misure per la riduzione della pressione fiscale, il superamento della legge Fornero e il sostegno ai redditi più bassi. (edilportale.com)
Per approfondire qui.
ANAC: Relazione annuale del 2018
Il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha presentato il 14 giugno 2018 la Relazione sull’attività svolta nel 2017.
Presentazione del Presidente Cantone
Il rito super accelerato al vaglio della Corte Costituzionale
Non c’è pace per il rito superaccelerato. Nel gennaio scorso, la procedura è già stata messa nel mirino dal Tar Piemonte che ha rimesso la questione alla corte di giustizia Ue per valutare l’incompatibilità della norma nazionale con i principi Ue sul giusto processo.
Oggi, invece, un altro tribunale amministrativo di primo grado - la sede di Bari del Tar Puglia (Sez. III) - ha sollevato la questione di incostituzionalità delle norme, sotto vari profili, con la pronuncia n.903 pubblicata il 20 giugno.
Secondo i giudici, le nuove norme del codice di procedura amministrativa - introdotte dal codice dei contratti e in vigore dal 19 aprile 2016 - sono in contrasto con sei articoli della Costituzione (n.3, comma 1 - n.24, commi 1 e 2 - n.103, comma 1 - n.111, commi 1 e 2 - n.113, commi 1 e 2 - n.117, comma 1) e alla Convenzione europea sui diritti dell’uomo (articoli 6 e 13).
Nella articolata argomentazione dei giudici del Tar Puglia, vengono toccate varie questioni e vengono inoltre ricordate le tappe più recenti della giurisprudenza. Tra le sentenze di maggior rilievo, vanno ricordate almeno tre pronunce del Consiglio di Stato (Sez. III, 25 novembre 2016, n.4994 - Sez. III, 26 gennaio 2018, n.565 - Sez. V, 23 marzo 2018, n.1843) e il Tar Piemonte (Sez. I, 17 gennaio 2018, n.88).
Il cuore della questione sta nel fatto che il legislatore mette di fronte l’impresa a dover decidere una azione in giudizio prima di trovarsi (e senza sapere se effettivamente si troverà) nella situazione in cui viene leso un suo interesse. Un rebus irrisolvibile, di cui i giudici descrivono in modo minuzioso tutti gli aspetti, evidenziando l’incongruenza della norma con principi di diritto amministrativo, con alcuni principi costituzionali e con i principi europei sul giusto processo.
La conclusione dei giudici del Tar Puglia è che l’articolo 120 comma 2-bis del codice di procedura amministrativa è incostituzionale «limitatamente all'onere di immediata impugnazione dei provvedimenti di ammissione, nella parte in cui onera l'impresa partecipante alla gara ad impugnare immediatamente le ammissioni delle altre imprese partecipanti alla stessa gara, pena altrimenti l'incorrere nella preclusione di cui al secondo periodo della disposizione».
EQUO COMPENSO
Sulla prestazione low cost (o gratuita) il professionista risponde all’Ordine, ma il contratto è sempre valido
Il compenso tra un architetto o un ingegnere e il committente è oggetto di libera contrattazione tra le parti, incluso il caso della rinuncia da parte del professionista. Pertanto la mancata determinazione del compenso in base a tariffe di riferimento non può configurare la nullità del contratto. Questi, in sintesi, i principi affermati dalla Corte di Cassazione nella pronuncia n.14293/2018 (Sez. II) pubblicata il 4 giugno scorso.
«Il primato della fonte contrattuale - si legge in uno dei passaggio chiave della pronuncia della Cassazione - impone di ritenere che il compenso spettante al professionista, ancorché elemento naturale del contratto di prestazione d'opera intellettuale, sia liberamente determinabile dalle parti e possa anche formare oggetto di rinuncia da parte del professionista, salva resistenza di specifiche norme proibitive che, limitando il potere di autonomia delle parti, rendano indisponibile il diritto al compenso per la prestazione professionale e vincolante la determinazione del compenso stesso in base a tariffe».
Per quanto riguarda le conseguenze della riduzione del compenso (fino all’eventuale azzeramento), i giudici escludono che l’elemento del prezzo abbia a che fare con l’interesse generale della collettività o alla qualità dell’opera. L’unico elemento da valutare è in relazione alla comunità dei professionisti, rispetto ai quali il progettista che accetta incarichi gratuiti può essere, «in determinate circostanze», semmai oggetto di provvedimenti da parte dell’ordine, ma nulla di più.
«Nella normativa concernente le professioni di ingegnere ed architetto - proseguono i giudici - manca una disposizione espressa diretta a sanzionare con la nullità eventuali clausole in deroga alle tariffe e, sul piano logico, le norme sull'inderogabilità dei minimi tariffari sono contemplate non a tutela di un interesse generale della collettività ma di un interesse di categoria, onde per una clausola che si discosti da tale principio non è configurabile - in difetto di un'espressa previsione normativa in tal senso - il ricorso alla sanzione della nullità, dettata per tutelare la violazione d'interessi generali. Il principio d'inderogabilità è diretto a evitare che il professionista possa essere indotto a prestare la propria opera a condizioni lesive della dignità della professione (sicché la sua violazione, in determinate circostanze, può assumere rilievo sul piano disciplinare), ma non si traduce in una norma imperativa idonea a rendere invalida qualsiasi pattuizione in deroga, allorché questa sia stata valutata dalle parti nel quadro di una libera ponderazione dei rispettivi interessi (Cass. n. 15786 del 2013)».
FISCO
In arrivo la flat tax
Massimo Garavaglia, vice ministro dell’Economia, ha dichiarato che la Flat Tax sarà attuata in tre step: uno nel breve periodo (entro l’estate), una nel medio periodo (nella prossima Legge di Bilancio) e una nel lungo periodo.
Sul fronte delle partite Iva Garavaglia non è stato specifico ma ha anticipato che si augura di poter “allargare le misure che già esistono” ad una platea maggiore già per agosto 2018.
Non è ancora chiaro, quindi, cosa cambierà per i professionisti che attualmente godono del regime forfettario con un aliquota al 15% per redditi fino a 30 mila euro. Sembra, infatti, che si tratti di un allargamento del regime forfettario ad altre fasce di reddito, come già proposto in un ddl presentato alla Camera da Mara Carfagna.
Fattura elettronica tra privati, nuove regole in vigore dal 1° luglio 2018
Dal 1° luglio 2018 scatta l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati per le prestazioni rese dai subappaltatori e dai subcontraenti nei confronti dell’impresa principale nell’ambito di un contratto di appalto stipulato con la PA. Sono invece esclusi i passaggi successivi. Questo significa che se anche i subappaltatori si avvalgono dei beni o dei servizi resi da un altro soggetto, quest’ultimo è libero di emettere le fatture secondo le regole ordinarie.
Dal 1° gennaio 2019 l’obbligo riguarderà invece tutte le operazioni.
Le fatture elettroniche viaggeranno tramite il Sistema di Interscambio (SdI), già in uso dal 2014 per la trasmissione delle fatture elettroniche alle Pubbliche Amministrazioni. Potranno essere trasmesse, anche tramite intermediari, via posta elettronica certificata oppure utilizzando le stesse procedure web e app. In alternativa, previo accreditamento al SdI, potranno essere inviate tramite un “web service” o per mezzo di un sistema di trasmissione dati tra terminali remoti (FTP).
Il SdI effettuerà dei controlli rispetto alle informazioni obbligatorie da riportare nella fattura. In caso di esito positivo, entro 5 giorni sarà recapitata una ricevuta di consegna del file e la fattura si considererà emessa.
L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione una procedura web gratuita (utilizzabile anche da smartphone e tablet), che consente di generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche e un portale che offre servizi per consultare e monitorare i flussi informativi delle fatture inviate e ricevute dal Sistema di interscambio.
Disponibili anche il sistema per generare il QR-Code (il “biglietto da visita” digitale con tutti i dati relativi alla propria partita Iva) e quello per registrare l’indirizzo telematico prescelto su cui ricevere le fatture elettroniche. L’accesso ai servizi è possibile utilizzando le credenziali Spid, Cns (Carta nazionale dei servizi), Entratel o Fisconline.
Il QR-Code è un codice a barre bidimensionale da mostrare al fornitore tramite smartphone, tablet o su carta ed è utile per agevolare la preparazione e l’invio delle fatture elettroniche tramite il Sistema di interscambio.
Il codice consente l’acquisizione automatica dei dati del cliente, incluso l’indirizzo prescelto per il recapito. Per creare il proprio QR-Code basta accedere al portale “Fatture e Corrispettivi” o collegarsi al proprio cassetto fiscale. Il codice, che può essere generato, su delega del contribuente, anche da un intermediario, può essere salvato in formato pdf e stampato o memorizzato sul proprio telefono cellulare. I dati anagrafici Iva contenuti nel QR-Code sono quelli validi al momento della sua generazione: in caso di modifica del numero di partita Iva o dei dati anagrafici è importante, sottolinea l’Agenzia delle Entrate, distruggere il vecchio QR-Code e generarne uno nuovo.
Per i professionisti rientranti nel regime dei minimi o nel regime forfettario la fatturazione elettronica non rappresenta un obbligo, ma una facoltà.
Ricordiamo che il regime dei “minimi” prevede un'aliquota del 5% sul fatturato per professionisti che guadagnano fino a 30 mila euro all’anno. Rientrano in questo regime i professionisti che hanno aperto Partita Iva fino al 2015. L’agevolazione durerà per 5 anni dall’inizio dell’attività o fino al trentacinquesimo anno d’età.
Chi ha avviato l’attività in epoca successiva ha dovuto optare per il regime "forfettario", che prevede un’aliquota forfettaria al 15% del reddito per professionisti che guadagnano fino a 30 mila euro. In questo caso non ci sono limiti temporali. L’unico modo per perdere l’agevolazione è sforare il tetto dei guadagni. Nei primi cinque anni è inoltre prevista una tassazione al 5%.
Il Sistema di Interscambio è stato pensato per garantire ottimi margini di sicurezza dei dati. Per la consultazione degli archivi informatici dell’Agenzia delle Entrate è inoltre previsto un sistema di profilazione, identificazione, autenticazione e autorizzazione dei soggetti abilitati alla consultazione, di tracciatura degli accessi effettuati, con indicazione dei tempi e della tipologia delle operazioni svolte.