Sintesi di monitoraggio legislativo 8-22 aprile 2016
NOTA POLITICA
Martedì 12 aprile la Camera, con 361 voti a favore e 7 contrari, ha licenziato il ddl Boschi sulla riforma costituzionale. L’approvazione è arrivata dopo la sesta e ultima votazione in Parlamento.
L’ultima parola spetta ai cittadini che saranno chiamati a esprimersi sulla fine del bicameralismo paritario con il referendum popolare di ottobre.
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
LAVORI PUBBLICI
Il nuovo codice degli appalti e delle concessioni
Venerdì 15 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato in esame definitivo il decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Qui è disponibile il comunicato stampa.
Il nuovo codice degli appalti e delle concessioni è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale martedì 19 aprile.
Al link di seguito è disponibile il testo:
Venerdì 22 aprile è stato pubblicato un Comunicato congiunto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio e del Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffele Cantone
L’ultimo passaggio in Consiglio dei ministri ha registrato molte conferme e alcune novità rispetto al testo esaminato lo scorso 3 marzo.
A sorpresa i pareri delle commissioni parlamentari e del Consiglio di Stato in parecchi passaggi sono stati completamente ignorati.
Di seguito, punto per punto, i profili di maggiore interesse. Qui un'analisi completa.
Concorsi di progettazione
In caso di interventi complessi o di particolare rilievo dal punto di vista architettonico o paesaggistico si dovrà sempre bandire un concorso di progettazione. Dopo la prima fase di presentazione delle proposte, saranno scelti al massimo dieci soggetti, progettisti singoli o a gruppi, che parteciperanno alla seconda fase in cui sarà redatto il progetto definitivo. Almeno tre dei progettisti scelti dovranno essere iscritti agli Albi professionali da meno di cinque anni. A loro verrà corrisposto un rimborso spese pari al 50% degli importi previsti per le spese tecniche. Per gli altri professionisti il rimborso spese sarà pari al 25%.
Decreto Parametri
Per completare il quadro della riforma, il Parlamento aveva chiesto che fosse introdotto nel Codice l’obbligo di far riferimento al DM Parametri per determinare i compensi dei progettisti a base di gara negli appalti per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura. Il Governo ha però confermato la versione iniziale, in base alla quale il Ministro della Giustizia, di concerto con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, deve approvare le tabelle dei corrispettivi, da utilizzare a discrezione delle stazioni appaltanti.
Incentivo 2% alla progettazione
Le Amministrazioni pubbliche destineranno il 2% degli importi a base di gara alle attività di programmazione delle spese, controllo delle procedure di gara, direzione dei lavori e collaudi svolti dai dipendenti pubblici. L’80% di queste somme sarà ripartito tra il responsabile del procedimento e i suoi collaboratori, mentre sono esclusi i dipendenti con qualifica dirigenziale. I premi non potranno superare il 50% dello stipendio annuo lordo. Il restante 20% sarà invece destinato all’acquisto di beni, strumenti tecnologici, strumenti BIM e al miglioramento delle banche dati. La progettazione delle opere sarà affidata a progettisti esterni. Questa separazione dovrebbe garantire maggiore qualità delle opere pubbliche.
BIM
Sei mesi dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti, le Stazioni Appaltanti potranno chiedere l’uso del Building information modeling (BIM) per le nuove opere e i servizi di progettazione di importo superiore alle soglie comunitarie (5.225.000 euro per i lavori, 135.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle amministrazioni governative, 209.000 euro per i servizi e i concorsi di progettazione aggiudicati dalle altre amministrazioni). Successivamente, si valuterà una tempistica graduale per l’uso obbligatorio del BIM in base alla tipologia delle opere e dei servizi da affidare e al loro importo.
Offerta economicamente più vantaggiosa
Una delle svolte del nuovo Codice Appalti sta nel cambiamento dei criteri di aggiudicazione delle gare d’appalto. Il massimo ribasso si potrà usare solo per le gare di lavori di importo fino a un milione di euro. Sopra questa cifra si dovrà utilizzare il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Questo significa che il prezzo dovrà sempre essere controbilanciato da valutazioni sulla qualità delle proposte presentate.
L'offerta economicamente più vantaggiosa dovrà essere utilizzata obbligatoriamente nell'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura, dei servizi di natura tecnica e intellettuale di importo superiore a 40 mila euro.
Cauzione a corredo dell’offerta
Per i servizi di progettazione, redazione del piano di sicurezza e coordinamento e per i compiti di supporto alle attività del Responsabile unico del procedimento (RUP) non si dovrà versare la cauzione a corredo dell’offerta pari al 2% del prezzo base indicato nel bando.
Negli appalti di lavori è previsto uno sconto sulla cauzione del 30% per gli operatori in possesso della registrazione al sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas) e del 20% per le imprese dotate di certificazione ambientale UNI EN ISO 14001.
In tutti gli appalti le imprese con un buon rating di legalità ai sensi del D.lgs. 231/2001 o di una certificazione del sistema di gestione a tutela della sicurezza e salute dei lavoratori o di una certificazione OHSAS 18001 avranno diritto ad uno sconto del 30% sulla cauzione.
La cauzione potrà essere decurtata del 15% se l’impresa sviluppa un inventario dei gas a effetto serra prodotti durante la sua attività. Negli appalti di servizi e forniture, infine, il marchio Ecolabel darà diritto a uno sconto del 20%.
Appalto Integrato
Il nuovo Codice vieta il ricorso all’affidamento congiunto della progettazione e dell’esecuzione di lavori. L’appalto integrato sarà possibile solo nei casi di affidamento a contraente generale, finanza di progetto, affidamento in concessione, partenariato pubblico privato, contratto di disponibilità.
Legge obiettivo addio
Il nuovo Codice appalti cancella la legge obiettivo, introdotta dal governo Berlusconi II nel 2002. Il che significa due cose. Primo: cessa di esistere il Programma delle opere strategiche che conta oggi mille lotti per un valore di 285 miliardi di euro. A guidare sarà il Piano generale dei trasporti e della logistica (Pgtl), con le linee strategiche per la mobilità di persone e merci, da approvare ogni tre anni su proposta Mit e delibera Cipe. Poi, entro aprile 2017, il Dpp - stesso iter - conterrà l'elenco delle opere meritevoli di finanziamento. Non c'è più la lista delle opere di serie A, ma un'unica programmazione nazionale. Secondo: niente più procedure speciali con delibere Cipe. Tutte le opere vanno in Conferenza di servizi (gestita dal Mit), con le regole del Dlgs Madia: tempi certi e possibilità di scavalcare i veti della Via e degli enti di tutela con delibera del Consiglio dei ministri.
Qualificazione imprese (articolo 84)
La qualificazione da parte delle società di attestazione (Soa) resta in vita. Alla fine il Governo ha deciso di non smontare il sistema delle Soa per come è strutturato adesso. Bisogna ricordare, infatti, che nelle prime bozze del provvedimento Palazzo Chigi aveva ipotizzato di portare fino a un milione di euro il tetto al di sotto del quale la qualificazione viene fatta direttamente dalle stazioni appaltanti, gara per gara. Le imprese, per i lavori pubblici sopra la soglia dei 150mila euro, dovranno passare dalle attestazioni Soa, come avviene ora. Sopra i 20 milioni di euro, le stazioni appaltanti potranno chiedere una qualificazione rafforzata, integrando i requisiti base con elementi aggiuntivi a loro discrezione. Entro un anno un decreto del Mit, sentita l'Anac, potrà individuare nuove modalità di qualificazione.
Rating di impresa (articolo 83)
Arriva il rating di impresa targato Anac. Il Codice per la prima volta introduce un sistema in grado di valutare la storia dell'impresa, al di là della qualificazione. Sarà modellato sul rating di legalità, che oggi viene utilizzato dall'Antitrust nell'ambito dei finanziamenti privati e pubblici. Il decreto di attuazione della legge delega, però, non definisce nel dettaglio il funzionamento dal nuovo sistema. Sarà l'Anac a fissare, in una seconda fase, i principi di questo sistema di valutazione, che andrà a integrare la normale qualificazione. Racconterà, di fatto, il curriculum e la storia di ogni impresa, i suoi precedenti lavori, gli eventuali ritardi, i contenziosi, il rispetto dei costi, le irregolarità nei pagamenti dei contributi previdenziali.
Esclusione automatica delle offerte anomale (articolo 97)
Nell'ultima versione del Codice entra l'esclusione automatica delle offerte anomale. Per lavori, servizi e forniture, quando il criterio di aggiudicazione è quello del prezzo più basso al di sotto della soglia comunitaria, la stazione appaltante "può prevedere nel bando l'esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentano una percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia". Comunque, la facoltà di esclusione automatica non è esercitabile quando il numero delle offerte ammesse è inferiore a dieci. Sostanzialmente, il sistema resta identico a quello attuale.
Appalti, la rivoluzione Bim è già cominciata: nel 2015 pubblicate in Italia gare per un miliardo
Il nuovo codice non lo rende ancora obbligatorio, ma la rivoluzione del Bim negli appalti, sottotraccia, è già cominciata. E ha l'apparenza di un fenomeno partito in sordina ma dagli effetti inarrestabili. In un dossier di prossima pubblicazione, la società di consulenza Anafyo valuta in circa un miliardo gli appalti, promossi in Italia nel 2015, con una clausola che obbligava i concorrenti a gestire progetto e cantiere con la tecnologia della modellazione parametrica. Un metodo che, semplificando al massimo, consente di risolvere le interferenze tra i vari vari piani progettuali (architettura, strutture, impianti, ecc.) riducendo il peso degli imprevisti durante la fase di realizzazione.
La quantità di progetti Bim è destinata ad aumentare quest'anno. Lo si è capito al forum internazionale sul Bim organizzato ieri dall'Oice, l'associazione delle società di architettura e ingegneria a Milano, dove esperti del settore italiani e stranieri hanno fatto il punto sull'applicazione della tecnologia in Italia.
«Abbiamo apprezzato la scelta fatta nel nuovo codice di non rendere obbligatorio subito l'utilizzo del Bim – ha rimarcato Gabriele Scicolone, presidente dell'Oice -. Il sistema degli appalti deve avere il tempo di prepararsi. Penso non tanto alle società di engineering, ma alle amministrazioni dove c'è bisogno di uno sforzo di investimenti e di formazione».
Il codice conferma all'articolo 23, comma 13 una scelta improntata al doppio binario. Le stazioni appaltanti con le spalle più larghe potranno bandire da subito gare con la richiesta di progettazione o gestione del cantiere con Bim. Si deve però trattare di progetti complessi. Mentre le stazioni appaltanti devono dimostrare di poter contare su personale adeguatamente formato. L'introduzione dell'obbligo è invece demandata a un decreto del ministero delle Infrastrutture, che dovrà definire tempi e modi dell'applicazione, anche con l'aiuto di una commissione varata ad hoc. Il decreto dovrà tenere conto del "grado di digitalizzazione" dimostrato dalla Pa. Senza aspettare troppo. Il codice prevede che il provvedimento debba essere varato nel giro di tre mesi, entro il 31 luglio 2016.
Tempi abbastanza stretti, se si pensa che, come ha segnalato Bernd Kordes, Ceo del big tedesco Lahmeyer nonché presidente della Fidic - in Germania l'obbligo di progettare le infrastrutture in Bim scatterà solo nel 2020. Anche in Germania non tutti però aspetteranno questa data per passare al Bim. I progetti "parametrici" sono per esempio già obbligatori nelle gare bandite dalle ferrovie tedesche (Deutsche Bahn) o per realizzare le nuove stazioni.
Le ferrovie fanno da apripista anche in Italia. Italferr, società di ingegneria del gruppo Fs ha già diversi progetti all'attivo realizzati con il Bim.
«Abbiamo cominciato con alcuni progetti chiesti da Trenitalia e Rfi – ha spiegato l'amministratore delegato della società Matteo Triglia – ora gestiamo in Bim anche un maxi progetto per 7 stazioni e 13 km di rete in galleria a Doha per Qatar Rail». In Bim sarà realizzato anche il progetto del collegamento con l'aeroporto Marco Polo di Venezia. «È qui – dice Triglia – è immaginabile che anche la gara per i lavori richieda poi l'uso obbligatorio del Bim».
Semi di innovazione che altrove innervano già piani milionari. In Gran Bretagna sarà gestito con il Bim tutto il secondo programma di progettazione, realizzazione e gestione dell'alta velocità ferroviaria. Un piano da 55 milioni di sterline ("High speed two", circa 70 milioni di euro) da sviluppare in meno di 20 anni. «Il ricorso al Bim è ormai un imperativo – ha detto Andrew McNaughton, direttore tecnico del progetto -. Noi contiamo di risparmiare almeno cinque milioni di sterline (poco meno del 10% del costo totale del programma, ndr) grazie al processo di efficientamento nella gestione di tutti i soggetti coinvolti che ne deriverà».
Molto facile cadere nell'errore di dipingere un quadro tutto positivo. Gli avvertimenti a non trascurare gli aspetti problematici però non mancano. Cristophe Castaing, direttore del gruppo di lavoro sul Bim della Federazione delle associazioni di ingegneria europee (Efca) - ha per esempio rimarcato che nonostante i proclami «non tutti sarebbero in grado di rispondere davvero al vincolo di gestire con un Bim di secondo livello un progetto ferroviario, come richiesto in Inghilterra».
Mentre Michele Corradino, consigliere Anac che guida la commissione incaricata di elaborare le linee guida di attuazione al nuovo codice, ha messo in guardia da due rischi. Primo: «Il Bim non deve diventare requisito di partecipazione suscettibile di ridurre la concorrenza». Secondo: attenzione al rischio di "banalizzazione" del Bim come fosse un semplice upgrade informatico: dal 2D al 3D. «Così – ha concluso - si finisce per trasformarlo nell'ennesimo onere burocratico, che tradotto significa un costo aggiuntivo, per le imprese».
PROFESSIONI
Il Dipartimento Politiche Europee ha inviato alla Commissione europea il Piano nazionale definitivo di riforma delle professioni.
Il Piano è stato realizzato in collaborazione con le amministrazione pubbliche, l'Isfol e le Regioni, sentiti gli Ordini, i Collegi e le associazioni di categoria e dà attuazione all'art. 59 della direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali che richiede lo screening di tutta la regolamentazione nazionale per valutare se sia non discriminatoria, proporzionata e basata su un motivo imperativo di interesse generale.
L'obiettivo della direttiva è una possibile riduzione o modifica della regolamentazione sproporzionata dei servizi professionali, considerata dall'Unione Europea una delle cause di maggiore ostacolo alla mobilità dei professionisti e, conseguentemente, alla crescita economica e allo sviluppo dell'occupazione.
L'Italia ha provveduto all'aggiornamento del proprio database sulle professioni regolamentate: sono 174 le professioni inserite, erano 143 nel database precedente, 41 le professioni di nuovo inserimento.
Il Piano, che ha permesso una approfondita valutazione di tutto il mondo delle professioni, ha individuato tre linee di azioni prioritarie:
-
la revisione dei percorsi formativi di alcune professioni tecniche (ingegneri, periti);
-
la valutazione e l'adeguamento degli esami di Stato per i titoli di studio per renderli più aderenti all'attività professionale;
-
l'istituzione con le amministrazioni competenti di un tavolo tecnico dedicato alle professioni la cui formazione professionale è demandata alle Regioni.
A marzo 2016, l'Italia risulta tra i soli sei Stati membri che hanno garantito un recepimento completo della nuova direttiva qualifiche e tra i 17 che hanno presentato il Piano.
Il piano nazionale di riforma delle professioni è scaricabile qui.
Riforma costituzionale: urbanistica, professioni e infrastrutture strategiche tornano allo Stato
Governo del territorio, ordinamento delle professioni, infrastrutture strategiche, Protezione Civile sono alcune delle materie che diventano di esclusiva competenza dello Stato. Lo prevede la legge di riforma della Costituzione, approvata in via definitiva dalla Camera con 361 voti favorevoli e 7 contrari.
Riforma costituzionale, le leggi dello Stato e delle Regioni
La riforma riscrive il Titolo V della Costituzione rivedendo le competenze legislative dello Stato e delle regioni con l’intento di evitare sovrapposizioni tra la normativa statale e quella regionale, incertezze e ricorsi che possono rallentare la realizzazione delle opere e l’attività dei professionisti.
Diventano di esclusiva competenza statale:
- le disposizioni generali e comuni sul governo del territorio, il sistema nazionale e il coordinamento della protezione civile;
- l’ordinamento delle professioni e della comunicazione;
- le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione di interesse nazionale e relative norme di sicurezza;
- la tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, l’ambiente e l’ecosistema, l’ordinamento sportivo, le disposizioni generali e comuni sulle attività culturali e sul turismo;
- la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia;
- i porti e gli aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale.
Spetta alle Regioni la potestà legislativa esclusiva in materia di
- pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno;
- dotazione infrastrutturale;
- organizzazione in ambito regionale dei servizi alle imprese e della formazione professionale;
- attività culturali di interesse regionale, promozione dei beni ambientali, culturali e paesaggistici;
- valorizzazione e organizzazione regionale del turismo.
Fino ad ora, invece, le Regioni hanno avuto competenza concorrente in materia di professioni, protezione civile, governo del territorio, porti e aeroporti civili, grandi reti di trasporto e di navigazione. Questo significa che le Regioni hanno esercitato la potestà legislativa, mentre lo Stato ha stabilito i principi generali. Il risultato di questa impostazione è stato però deludente perché ha generato una normativa frastagliata, diversa da regione a regione, e conflitti di competenza tra Stato ed enti locali, che hanno portato alla dichiarazione di incostituzionalità di diverse disposizioni regionali e scoraggiato molte iniziative imprenditoriali.
Il 28 aprile il Consiglio nazionale ingegneri celebra la Giornata Mondiale della Sicurezza 2016
Il 28 aprile 2016 il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, recependo l’invito dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, celebrerà la Giornata Mondiale della Sicurezza 2016 con un evento che vedrà la partecipazione ideale dell’intero sistema ordinistico che da Roma si estenderà per il tramite di 11 location a tutto il territorio nazionale. Il titolo dell'evento, personalizzato rispetto al “claim” della giornata mondiale della sicurezza, sarà “Workplace Italia: A Collective Challenge” e vedrà il coinvolgimento attivo di rappresentanti di Ordini professionali in rappresentanza dell’intero Network Ingegneristico Italiano, che si confronteranno su tematiche, idee e progetti inerenti la materia della sicurezza ancorché rapportate alle specificità territoriali.
La ‘Guida all’efficienza energetica’ di ItaliaSicura ed Enea
È stata presentata a Roma la ‘Guida all’efficienza energetica negli edifici scolastici’ realizzata dall’ENEA e dalla task force ItaliaSicura/Scuole di Palazzo Chigi.
La Guida vuole essere uno strumento operativo per gli interventi di riqualificazione energetica nelle scuole, un manuale di 70 pagine che affronta i temi della diagnosi energetica, degli interventi sull’edificio e sugli impianti (con alcuni esempi di scuole efficienti in Italia) e degli strumenti finanziari pubblici e privati a disposizione di dirigenti scolastici e Amministratori.
E’ uno dei risultati, condivisi con il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Ambiente, della collaborazione siglata lo scorso anno tra ItaliaSicura/Scuole e l’ENEA che ha dato il via all’operazione ‘Green School’, per supportare anche dal punto di vista tecnico la riqualificazione energetica degli edifici scolastici.
Oltre ai 350 milioni di euro dal fondo Kyoto recentemente sbloccati dal Ministero dell’Ambiente, per la realizzazione degli interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica sono a disposizione finanziamenti nazionali, fondi strutturali europei e il Conto Termico che incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Silvia Velo, sottosegretario del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha approfondito il Fondo Kyoto, “un fondo rotativo a tasso agevolato per la realizzazione di interventi di efficientamento energetico sugli immobili pubblici destinati all’istruzione di ogni ordine e grado, compresi gli asili nido”. “Il nuovo bando, che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi, riapre lo sportello per accedere ai finanziamenti a tasso agevolato dello 0,25% per quei progetti che porteranno a un miglioramento di due classi del parametro di efficienza energetica dell’edificio”.
ENEA può essere partner degli Enti locali anche nella valutazione dei progetti (consumi, condizioni dell’immobile, elementi progettuali, costi, finanziamenti, autorizzazioni) e nelle diagnosi energetiche. Allo studio una sorta di ‘bollinatura verde’, a garanzia della qualità dell’intervento proposto, sotto il profilo tecnico-economico e di certificazione del risparmio energetico.
Ad oggi sul territorio italiano sono presenti oltre 40mila edifici ad esclusivo o prevalente uso scolastico - dei quali un terzo è concentrato in 10 province - con consumi termici pari a 9,5 TWh/ anno ed elettrici di 3,66 TWh/anno. All’Anagrafe dell’edilizia scolastica risulta che nel 58% degli edifici scolastici sono già state messe in atto misure finalizzate al risparmio energetico, installando pannelli fotovoltaici, doppi vetri e doppi serramenti o isolando le pareti esterne e la copertura.
“La collaborazione tra Istituzioni nazionali per l’efficienza energetica degli edifici scolastici dev’essere allargata agli Enti locali e a chi vive la scuola tutti i giorni: insegnanti, ragazzi, genitori. L’obiettivo è accelerare la riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, con un occhio al risparmio della bolletta energetica e uno all’ambiente”, ha sottolineato Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per l’Edilizia Scolastica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“L’efficienza energetica nelle scuole - ha commentato Federico Testa, presidente dell’ENEA - può diventare motore di innovazione sociale, economica e ambientale, favorendo la crescita di una nuova generazione di cittadini più consapevoli e sensibili ai temi dell’energia. La Guida che presentiamo oggi è il primo passo verso una grande sfida, quella di trasformare le scuole in edifici ad alte prestazioni, più belli, confortevoli e adatti all’apprendimento. L’ENEA sta già lavorando a progetti pilota con l’impiego di soluzioni tecnologiche innovative e si propone come catalizzatore verso gli stakeholder del settore per facilitare la realizzazione di interventi di per sé abbastanza costosi”
Corte di giustizia UE: contratti professionisti
Sentenza 14.4.2016 nelle Cause C381/14 e C385/14: L’articolo 7 della direttiva 93/13/CEE del Consiglio, del 5 aprile 1993, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori, dev’essere interpretato nel senso che esso osta ad una normativa nazionale, che imponga al giudice adito da un consumatore con un’azione individuale volta a far dichiarare il carattere abusivo di una clausola contenuta in un contratto stipulato con un professionista, di sospendere automaticamente l’azione fino alla pronuncia della decisione definitiva relativa ad un’azione collettiva pendente, proposta da un’associazione di consumatori ai sensi del paragrafo 2 dell’articolo medesimo, al fine di inibire l’inserzione, in contratti dello stesso tipo, di clausole analoghe a quella oggetto dell’azione individuale, senza che possa essere presa in considerazione la pertinenza di tale sospensione dal punto di vista della tutela del consumatore che abbia adito individualmente il giudice, e senza che tale consumatore possa decidere di dissociarsi dall’azione collettiva.
Lavoro: part time agevolato
È stato firmato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, il decreto che punta a promuovere un principio di "invecchiamento attivo", ovvero di uscita graduale dall'attività lavorativa. Si tratta del cosiddetto "part-time agevolato", una misura sperimentale prevista da una norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016. In pratica, un punto di svolta che consentirà al lavoratore di concordare col datore di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell'orario tra il 40 ed il 60%, e di ricevere mensilmente l'importo corrispondente ai contributi previdenziali e alla contribuzione figurativa. In base alle previsioni del testo normativo, la misura è fruibile dai lavoratori del settore privato, con contratto a tempo indeterminato e orario pieno, che possiedono il requisito contributivo minimo per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) e che maturano il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018.
Il decreto è stato trasmesso alla Corte dei Conti e diventerà operativo dopo la relativa registrazione.
Per i lavoratori che faranno ricorso all'agevolazione, cambierà, dunque, il contenuto della busta paga. In aggiunta alla retribuzione per il part-time, sarà erogata una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l'orario non lavorato. Inoltre, per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconoscerà al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo che alla maturazione dell'età pensionabile il lavoratore percepirà l'intero importo della pensione, senza alcuna penalizzazione.
Il decreto fornisce fin da subito un fondamentale chiarimento sulla somma erogata mensilmente dal datore di lavoro: oltre a non concorrere alla formazione del reddito da lavoro dipendente, l'importo in denaro corrispondente ai contributi previdenziali sull'orario non lavorato è omnicomprensivo e non è assoggettato ad alcuna forma di contribuzione previdenziale, inclusa quella relativa all'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, è riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di euro per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018.
Leggi il testo del Comunicato Stampa.
FISCO
Agenzia Entrate: Studi di settore e parametri 2016
Pronte le regole per accedere al regime premiale introdotto dal "salva Italia", con cui sono state riviste le limitazioni per l'accertamento dei soggetti con ricavi e compensi congrui, introducendo una specifica disciplina per i contribuenti accertabili in base alle risultanze degli studi di settore (provvedimento del 13 aprile 2016).
Per il periodo d'imposta 2015 vengono confermati i criteri di individuazione degli studi che aprono le porte della disciplina di favore. In particolare, il regime premiale si applica agli studi per i quali risultano approvati indicatori di coerenza economica riferibili ad almeno 4 diverse tipologie tra: efficienza e produttività del fattore lavoro; efficienza e produttività del fattore capitale; efficienza di gestione delle scorte; redditività; struttura. In alternativa, gli indicatori devono essere riferibili a tre delle tipologie indicate sopra e, contemporaneamente, prevedere l'indicatore "Indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti". Diversi benefici sono previsti per i contribuenti "virtuosi", ovvero quelli che rispettano contestualmente tre condizioni: dichiarare ricavi o compensi pari o superiori alla stima dello studio di settore, anche per adeguamento; risultare coerenti con gli specifici indicatori previsti dai decreti di approvazione degli studi di settore applicabili; essere in regola con gli obblighi di comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell'applicazione degli studi, indicando fedelmente tutti i dati. I vantaggi si traducono in limiti ai poteri di accertamento: vengono inibiti gli accertamenti analitico-presuntivi basati su presunzioni semplici; viene ridotto di un anno il termine di decadenza per l'attività di accertamento ai fini delle imposte dirette e dell'Iva; infine, la determinazione sintetica del reddito complessivo può avvenire se l'importo accertabile eccede il dichiarato di almeno un terzo.
Fisco Oggi: Più ampia la platea dei soggetti ammessi al regime premiale 2015
Start up innovative, incentivi fiscali
E’ del 25 febbraio 2016 il decreto interministeriale (economia e sviluppo economico) - in vigore dal 12 aprile 2016 - recante “Modalità di attuazione dell'articolo 29 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, recante incentivi fiscali all'investimento in start-up innovative”.
Le agevolazioni fiscali sono rivolte ai soggetti passivi Irpef che possono detrarre dall’imposta lorda un importo pari al 19% dei conferimenti rilevanti effettuati, per importo non superiore a 500.000 euro, in ciascun periodo d’imposta. Se la detrazione supera l’imposta lorda, l’eccedenza può essere portata in detrazione entro i tre anni successivi. I soggetti passivi Ires, invece, possono detrarre il 20% fino a un massimo di 1,8 milioni di euro.
L’articolo 5 individua le condizioni per beneficiare dell'agevolazione fiscale.
Allegato (Tabella Codici Ateco 2007 attività economiche innovative del manifatturiero e dei servizi ad alto valore tecnologico in ambito energetico).
Gerico e Parametri 2016
I software Gerico e Parametri 2016 bruciano i tempi. E' infatti gia' pronto nella sua versione definitiva il software per la compilazione degli studi di settore, che da oggi e' online sul sito internet dell'Agenzia, nella sezione Cosa devi fare " Dichiarare " Studi di settore e parametri " Studi di settore " Software " Gerico 2016. Contestualmente alla pubblicazione di Gerico e' reso disponibile anche Parametri 2016. Gerico 2016 tiene conto dei correttivi "crisi", analizzati dalla Commissione degli esperti nelle riunioni del 2 dicembre 2015 e del 31 marzo 2016, e interessa i 204 studi di settore applicabili per il periodo d'imposta 2015. Il software consente di stimare, per il 2015, i ricavi o i compensi dei contribuenti esercenti attivita' d'impresa o arti e professioni per cui non risultano approvati gli studi di settore, ovvero, ancorche' approvati, operano condizioni di inapplicabilita' non estensibili ai parametri. "Grazie a questi applicativi dedicati - spiega l'Agenzia delle Entrate in una nota -, imprese e lavoratori autonomi possono determinare, gia' nella fase di compilazione del modello Unico, la congruita' dei loro ricavi/compensi, ed eventualmente adeguarsi alle risultanze degli studi di settore e dei parametri".