SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO 7/18 GENNAIO 2019
LAVORI PUBBLICI
Il DL Semplificazioni
L’esame del disegno di conversione del DL 135/2018 semplificazioni AS 989 prosegue a rilento presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e lavori pubblici.
Non è stato ancora avviato l’esame degli emendamenti presentati. Il rallentamento dei lavori è dovuto a un mancato accordo nella maggioranza su alcune misure centrali, come ad esempio le modifiche al codice degli appalti.
In proposito M5S e Lega stanno lavorando al testo unificato di un emendamento per introdurre un pacchetto di norme volte a modificare il codice. In proposito, si ricorda che il testo del ddl delega per le semplificazioni approvato dal Governo lo scorso 12 dicembre non è mai arrivato nelle Aule parlamentari, pertanto il decreto-legge potrebbe essere utilizzato dalla maggioranza come veicolo per introdurre alcune modifiche più urgenti.
Il Movimento 5 stelle ha presentato due emendamenti di diretto interesse: uno sull’equo compenso dei professionisti e l’altro sull’esperto stimatore immobiliare che sono stati entrambi ritirati. L’emendamento sull’equo compenso è stato convertito in un ordine del giorno.
Qui il comunicato di Fondazione Inarcassa
Di seguito gli emendamenti di maggior interesse presentati
Sopraelevazioni senza verifica sismica, la proposta del Governo
Le sopraelevazioni che non superano il 5% della volumetria complessiva autorizzata e il cui carico non superi quello preesistente all’intervento, potranno essere realizzate senza l’obbligo delle verifiche di sicurezza strutturale ai sensi delle Norme Tecniche per le Costruzioni, tranne che ‘in classe sismica 1’.
Lo prevede un emendamento dei relatori Mauro Coltorti (M5S) e Daisy Pirovano (Lega) al disegno di legge di conversione del DL Semplificazione all’esame delle Commissioni del Senato, che aggiunge un nuovo comma dopo il comma 2 dell’articolo 90, del Testo Unico Edilizia (Dpr 380/2001).
La novità ha l’obiettivo di semplificare il sistema dei controlli previsti per la realizzazione di piccoli ampliamenti degli edifici situati nelle zone a minor rischio sismico.
Le condizioni per evitare di eseguire le verifiche strutturali ai sensi delle NTC (DM 17 gennaio 2018) sono quindi:
- che la sopraelevazione sia contenuta nel limite del 5% della ‘volumetria complessiva debitamente autorizzata’;
- il carico dell’intervento di adeguamento nella sua totalità non superi quello preesistente all’intervento;
- l’edificio non si trovi ‘in classe sismica 1’ (o, più correttamente, in zona sismica 1).
Gare con commissioni interne fino allo sblocco dell’Albo Anac
Dopo il comunicato del presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, dovrebbe arrivare anche la conferma per via legislativa. In attesa che l’Albo dei commissari di gara esterni alle Pa raggiunga un numero sufficiente di iscritti e venga sbloccato dall’Anticorruzione, le stazioni appaltanti potranno continuare a nominare tecnici interni per formare le commissioni. Con un atto di segnalazione, inviato nei giorni scorsi a Governo e Parlamento, Cantone aveva anche chiesto di tamponare il buco normativo che non spiega come le Pa devono comportarsi nel caso in cui l’Albo non contenga esperti sufficienti, suggerendo anche in questo caso di permettere agli enti di fare da soli.
Sicilia: adottato il Prezzario unico regionale per i lavori pubblici 2019 Aggiornati i prezzi delle categorie di lavoro attraverso l’analisi dei listini dei principali produttori e/o fornitori di materiali e componenti
Con il Decreto assessoriale n. 4/Gab del 16.01.2019, la Regione Siciliana ha adottato il Prezzario unico regionale per i lavori pubblici 2019.
Il Prezzario è stato redatto tenendo conto delle variazioni dei costi elementari intervenute dall’ultima pubblicazione. Esso è stato esitato favorevolmente dalla Commissione ex art. 2 della legge regionale n. 20 del 21 agosto 2007, nel corso di n. 8 sedute valide decorrenti dalla prima seduta in data 29 maggio 2018 e seduta conclusiva in data 18 dicembre 2018. Qui per approfondire.
EQUO COMPENSO
Pubblicata in Campania la legge sulla sull’equo compenso tra privati. La situazione nelle altre regioni
È stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania la legge 59/2018 in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto dei committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale.
Il testo dispone che la presentazione dell’istanza autorizzativa o ad intervento prevista dalle norme e dai regolamenti regionali, provinciali e comunali deve essere corredata, oltre che da tutti gli elaborati previsti dalla normativa vigente, dalla lettera di affidamento dell’incarico o contratto sottoscritta dal committente, unitamente alla fotocopia di un documento d’identità.
L’amministrazione, al momento del rilascio dell’atto autorizzativo o della ricezione di istanze ad intervento diretto, acquisisce l’autodichiarazione del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali, attestante il pagamento delle correlate spettanze da parte del committente.
La mancata presentazione della suddetta autodichiarazione costituisce motivo ostativo per il completamento dell’iter amministrativo fino all’avvenuta integrazione. La documentazione è richiesta dagli uffici interessati dall’iter attivato.
Il testo campano è identico alla Legge della Regione Calabria emanata nel luglio scorso, prima legge regionale di questo tipo ad essere pubblicata.
Alla legge calabrese è seguita quella della Regione Basilicata che però riguarda anche le istanze relative a incarichi ricevuti da pubbliche amministrazioni.
Più articolata è invece la situazione in Sicilia: a fine agosto 2018, la Regione Sicilia ha raccomandato agli Assessorati di rispettare le norme sull’equo compenso ed evitare clausole vessatorie. Pochi giorni dopo, gli architetti agrigentini hanno chiesto ai deputati regionali di approvare l’emendamento, fermo da un anno, che vincola il rilascio del certificato di agibilità all’avvenuto pagamento del progettista e del direttore dei lavori. Il tema è stato rimesso all’attenzione dell’Assemblea Regionale Siciliana che esaminerà il disegno di legge ‘Disposizioni relative alle spettanze dovute ai professionisti per le procedure di rilascio dei titoli abilitativi edilizi e/o di ogni altro provvedimento propedeutico’, presentato nell’ottobre scorso.
La Regione Lazio ha affrontato la questione con un ordine del giorno secondo il quale i professionisti incaricati di prestazioni da parte della Regione, enti strumentali o società controllate devono vedersi riconosciuto un compenso calcolato secondo i parametri fissati dai regolamenti ministeriali, senza clausole vessatorie’.
In Puglia sono stati presentati due disegni di legge sul tema: uno del Movimento 5 Stelle, l’altro dell’Ordine degli APPC di Bari. Entrambi i testi mirano a riconoscere il valore delle prestazioni rese dai liberi professionisti e contrastare l’evasione fiscale.
Alle richieste di legiferare per la tutela del lavoro svolto dai professionisti si sono uniti gli ingegneri dell’Umbria che hanno chiesta alla Regione una legge che garantisca il diritto all’equo compenso e percorsi di azione condivisi in merito alle modalità di affidamento dei servizi di ingegneria e architettura per importi inferiori ai 40mila euro.
Infine, va ricordato che la prima Regione a legiferare sul tema dell’equo compenso è stata la Toscana che, a marzo 2018, ha definito le regole per garantire un equo compenso ai professionisti incaricati della progettazione di opere pubbliche.
PROFESSIONI
Professionisti e imprese, più vicini i pagamenti della PA
Sta per sbloccarsi la situazione di professionisti e imprese che vantano crediti nei confronti di Regioni ed Enti locali. È attiva la piattaforma con cui Cassa Depositi e Prestiti (CdP) anticiperà ai fornitori i pagamenti della Pubblica Amministrazione maturati al 31 dicembre 2018.
Pagamenti PA, la soluzione di Cassa Depositi e Prestiti
CdP presterà agli Enti le risorse necessarie al pagamento dei debiti ai loro fornitori a condizioni favorevoli. In questo modo sarà possibile raggiungere un duplice obiettivo: non gravare sulle casse delle Pubbliche amministrazioni e far ottenere a professionisti e imprese la liquidazione dei loro crediti.
La misura contribuirà a risolvere il problema della mancanza di liquidità, che in questi anni ha portato diversi soggetti a cessare la propria attività.
In Europa la Direttiva 2011/7/UE sui ritardi nei pagamenti, che impone alle autorità pubbliche di eseguire i pagamenti non oltre 30 giorni o, in casi singolarmente motivati, 60 giorni dalla data di ricevimento della fattura o, se del caso, al termine della procedura di verifica della corretta prestazione dei servizi.
Da diversi monitoraggi è emerso che, anche dopo il recepimento della Direttiva 2011/7/UE con il D.lgs.192/2012, la PA ha più volte sforato i tempi di pagamento, raggiungendo punte di 18 mesi di ritardo.
Lo scorso luglio, la Commissione Europea ha inviato al Governo italiano un parere motivato per segnalare che l’articolo 113-bis, comma 1, del Codice dei Contratti (Dlgs 50/2016) è difforme dalla direttiva europea.
Il Codice Appalti dovrà quindi essere modificato. In caso contrario l’Italia sarà deferita alla Corte di Giustizia Europea. Novità in questo senso potrebbero arrivare dal processo di riforma del Codice Appalti.
FISCO
Fatturazione elettronica negli appalti pubblici: in Gazzetta il decreto che attua la direttiva 2014/55/UE
Nella Gazzetta Ufficiale di giovedì 17 gennaio è stato pubblicato il decreto legislativo 27 dicembre 2018, n. 148, avente ad oggetto “Attuazione della direttiva (UE) 2014/55 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 aprile 2014, relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici”.
Il provvedimento, che entrerà in vigore il 1° febbraio 2019, prevede l’obbligo di fatturazione elettronica sia nei confronti delle “amministrazioni pubbliche” che nei confronti delle “amministrazioni autonome” relativamente ai contratti conformi allo standard europeo degli appalti pubblici.
Le nuove norme, non prevedendo alcuna soglia, si applicano a tutte le fatture dirette alla pubblica amministrazione.
Il testo tiene conto dei pareri espressi dalla Conferenza unificata e dalle competenti Commissioni parlamentari, in particolare laddove si prevede che per la definizione delle regole tecniche da applicarsi in particolare alle amministrazioni aggiudicatrici sub-centrali e per la valutazione degli impatti delle stesse venga istituito presso l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) un tavolo tecnico permanente con la partecipazione di rappresentanti del Ministero dell’economia e delle finanze, dell’Agenzia delle entrate e delle amministrazioni locali.