Sintesi di monitoraggio legislativo 7-21 luglio 2017
LAVORI PUBBLICI
Martedì 18 luglio si è svolta la conferenza stampa "Edilizia Scolastica 2014 - 2018" con la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, la Ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli e la Coordinatrice della Struttura di missione del Governo per la riqualificazione dell'edilizia scolastica, Laura Galimberti.
Durante l'incontro è stato illustrato il lavoro svolto per la messa in sicurezza e riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico. Inoltre, è stato presentato un focus sugli istituti di nuova costruzione realizzati grazie ai fondi governativi.
Qui sono disponibili le slide presentate nel corso della conferenza stampa.
Di seguito, il dettaglio delle prossime azioni.
1. E’ prossima la firma di un decreto da 26,4 milioni di euro per interventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici.
2. Il 25 luglio sarà la volta del decreto per la costruzione di 8 nuove scuole da realizzare con modalità di finanziamento e costruzione innovative. Per questi interventi saranno sbloccati 20 milioni di euro. In questo ambito il Ministro ha rivolto un ringraziamento speciale agli architetti Renzo Piano, che ha progettato un prototipo di scuola come civic center, e Mario Cucinella, che per la prima volta ha attuato la progettazione partecipata con un gruppo di studenti.
3. Giovedì 27 luglio sarà firmato il decreto per la ripartizione regionale dello stanziamento Inail da 150 milioni di euro destinato alla realizzazione di nuovi poli per l’infanzia. Il decreto sarà poi portato in Conferenza Stato-Regioni. La progettazione degli interventi avverrà sulla base di un concorso di idee e ai vincitori potranno essere affidati i livelli successivi della progettazione.
4. Altri 10 milioni saranno destinati per il 2017 e il 2018 al ripristino della funzionalità delle scuole e alla realizzazione di strutture modulari nelle aree colpite dal sisma. Le modalità saranno definite con un decreto che sarà firmato venerdì 28 luglio.
5. Nella stessa giornata il Miur presenterà una proposta di decreto interministeriale per la nuova programmazione unica nazionale 2018-2020 degli interventi di edilizia scolastica, che potrà contare su 1,7 miliardi di euro.
Questo stanziamento è stato annunciato lo scorso febbraio. Le risorse da destinare ad interventi di messa in sicurezza, saranno erogate accendendo mutui pluriennali agevolati con la Banca europea per gli investimenti (BEI).
6. Sarà firmato il 31 luglio il decreto che assegnerà 321 milioni di euro agli interventi di adeguamento sismico e messa in sicurezza a seguito delle indagini diagnostiche per le Province e le Città metropolitane. Ricordiamo che con la legge sulla Buona Scuola nel 2015 sono stati stanziati 40 milioni di euro per le indagini diagnostiche su solai e controsoffitti. Dai sopralluoghi effettuati nel 2016 è emersa la necessità di una serie di interventi di messa in sicurezza. Nei giorni scorsi il Governo, nel comunicare come saranno impiegate le risorse del Fondo Investimenti, ha reso noto che 341 milioni andranno agli interventi post-indagini diagnostiche.
7. Il 2 agosto sarà siglata la convenzione che assegnerà 100 milioni di euro alle indagini di vulnerabilità sismica degli edifici situati nelle aree a rischio sismico 1 e 2. Lo stanziamento è stato previsto lo scorso febbraio dal Ministro dell'Istruzione con un emendamento all'ultima legge per il sostegno alle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016. Una delle condizioni previste è che il 20% delle risorse sia destinato alle quattro regioni colpite (Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo).
8. 6 milioni di euro andranno alle nuove indagini diagnostiche sui solai e i controsoffitti, utili a prevenire fenomeni di crollo. Il decreto sarà pronto entro il 7 agosto. Le risorse faranno scorrere la graduatoria del 2015, che ha reso possibili 7mila indagini con 40 milioni di euro.
9. Il 9 agosto sarà pubblicato l’avviso PON Scuola da 350 milioni di euro per l’adeguamento sismico, la messa in sicurezza antincendio e il conseguimento dell’agibilità in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
10. Sarà infine lanciata il 10 agosto l’anagrafica dei responsabili della sicurezza nelle scuole. Questo permetterà che i responsabili siano facilmente individuabili e ricevano una formazione adeguata.
ANAC: ordini professionali soggetti al codice appalti
Con un comunicato il Presidente di ANAC, Raffaele Cantone ha chiarito che gli Ordini Professionali hanno natura giuridica di enti pubblici non economici e, in quanto tali, posseggono tutti i requisiti richiesti dalla disciplina di settore per la configurabilità dell’organismo di diritto pubblico. Tale natura giuridica permette di ricondurre gli stessi nell’ambito di applicazione del codice appalti, ai fini dell’affidamento dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Qui il testo completo.
Pubblicato il nuovo Regolamento ANAC sull’esercizio dell’attività di vigilanza collaborativa in materia di contratti pubblici
Venerdì 14 luglio è stato pubblicato il Regolamento sull’esercizio dell’attività di vigilanza collaborativa in materia di contratti pubblici, ai sensi dell’art. 213, comma 3, lett. h) del nuovo codice appalti e concessioni, approvato dal Consiglio nell’Adunanza del 28 giugno 2017.
Il provvedimento, che è stato precedentemente sottoposto a consultazione pubblica sul sito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, recepisce le prassi applicative sviluppatesi nell’attuazione dei molteplici Protocolli di Vigilanza Collaborativa con le stazioni appaltanti, sulla base del modello adottato in occasione del grande evento Expo-Milano, cercando di preservare, al contempo, l’ormai acquisita snellezza procedimentale e la tempestività d’intervento.
Questi i punti principali del Regolamento alla luce dei principi generali stabiliti dalla Legge n. 241/1990:
- specifica la griglia di presupposti per la valutazione di ammissibilità delle istanze di vigilanza collaborativa, in attuazione della previsione dell’art. 213, comma 3, lett. h), D.lgs. n. 50/2016, in base alla quale l’attività di vigilanza collaborativa deve essere svolta ‘per affidamenti di particolare interesse’;
- descrive il procedimento attraverso il quale si svolge l’azione di vigilanza collaborativa, con l’indicazione dei soggetti coinvolti, delle modalità di attivazione e di espletamento della vigilanza sulle singole gare previa stipula con le stazioni appaltanti interessate di Protocolli di Vigilanza Collaborativa;
- indica la tipologia di atti dell’Autorità che vengono emanati a conclusione dell’attività di vigilanza (osservazioni);
- garantisce un adeguato bilanciamento tra l’esigenza di massima celerità dell’azione di vigilanza collaborativa che implica un procedimento semplificato e le garanzie del contraddittorio;
- definisce gli opportuni raccordi con l’esercizio di altre forme di vigilanza da parte dell’Autorità.
Il nuovo assetto regolamentare, alla luce delle indicazioni normative, appare più funzionale a garantire che le attività di vigilanza preventiva vengano svolte in modo efficace ed efficiente, concentrandosi su opere pubbliche, forniture o servizi che presentano aspetti critici sotto il profilo della scelta e gestione della procedura selettiva nonché del mercato o delle circostanze di riferimento. Nella redazione del testo sono state tenute in considerazione le indicazioni contenute nel parere reso dal Consiglio di Stato sulla regolamentazione dell’azione di vigilanza generale dell’Autorità (C.d.S. parere n. 2777 del 28.12.2016).
Certificato di stabilità, MIT: sarà introdotto in forma volontaria
Il certificato di stabilità degli edifici sarà introdotto prima in forma volontaria e poi si passerà ad una più organica disciplina diretta a salvaguardare la sicurezza dei cittadini e del patrimonio edilizio.
A riferirlo il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e per i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, in risposta ad un’interrogazione parlamentare in cui si è chiesto quali iniziative il MIT intendesse intraprendere per rendere obbligatoria la certificazione statica degli edifici, alla luce del crollo della palazzina di Torre Annunziata.
Il MIT ha chiarito che, “come è stato introdotto l'obbligo della certificazione energetica per i contratti di affitto e compravendita, occorre proseguire anche per la certificazione statica, dapprima in forma volontaria al fine di garantire la reale conoscenza dello stato dell'immobile da parte di chi acquista, per poi passare ad una più organica disciplina diretta a salvaguardare la sicurezza dei cittadini e del patrimonio edilizio”.
L’intenzione di introdurre una certificazione statica degli edifici era arrivata dal Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, all'indomani del crollo della palazzina a Torre Annunziata. Le dichiarazioni di Delrio sembravano suggerire che l’obbligo sarebbe scattato nel breve periodo; con il chiarimento arrivato nell’interrogazione, invece, si sottolinea che non si partirà subito con la certificazione obbligatoria ma, per il momento, si continuerà ad incentivare la diagnosi energetica volontaria e il sismabonus, già valutato come strumento efficace.
Il Ministero delle Infrastrutture, inoltre, nel rispondere ad un’altra interrogazione parlamentare sullo stesso tema, ha fatto sapere che, la Struttura di Missione Casa Italia è al lavoro per promuovere le iniziative volte alla messa in sicurezza degli edifici.
Casa Italia si sta concentrando, in particolare, su tre azioni direttamente finalizzate ad intervenire sulla vulnerabilità degli edifici residenziali.
Ad esempio, prevede la costituzione di un archivio informatizzato in cui far confluire tutte le informazioni di cui già oggi le pubbliche amministrazioni dispongono a livello di singolo edificio. Tali informazioni (oggi disperse tra Agenzia delle Entrate, Catasto, ENEA, Istat, Dipartimento della Protezione Civile) verrebbero quindi rese accessibili in modo integrato, costituendo una importante base dati sulle condizioni degli edifici.
A regime questa soluzione consentirebbe di ottenere un quadro informativo coerente con gli obiettivi del fascicolo del fabbricato, limitando nel contempo gli oneri per i proprietari degli immobili.
Inoltre, la Struttura di Missione Casa Italia ha previsto un programma di diagnostica speditiva esteso agli edifici caratterizzati da maggiore rischio sismico. L'intervento coinvolge oltre 550.000 edifici residenziali costruiti in muratura portante o in calcestruzzo armato prima del 1980, in assenza quindi di normative antisismiche stringenti, localizzati nei 650 comuni italiani a maggiore pericolosità sismica.
L'intervento prevede che la diagnostica sia effettuata con 120 milioni di euro a carico dello Stato.
Infine, è previsto un investimento di 25 milioni di euro per 10 cantieri sperimentali finalizzati a testare soluzioni non invasive di riduzione della vulnerabilità e a comprenderne le condizioni per una più ampia diffusione sul territorio nazionale. (edilportale.com)
Centro Italia, al via la progettazione per 87 scuole
Sono 87 gli edifici scolastici da ricostruire o riparare sulla base del programma straordinario per la riapertura delle scuole danneggiate o distrutte in seguito agli eventi sismici del 2016. Le scuole sono state individuate con l’ordinanza 33/2017 che fissa anche una serie di regole per la progettazione degli interventi di nuova costruzione e adeguamento.
Le Regioni colpite dal sisma (Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria) hanno proposto al Commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, interventi di ricostruzione o adeguamento di edifici scolastici distrutti o danneggiati. Il risultato sono le 87 scuole contenute nell’Allegato 1 all’ordinanza. Alcune di esse hanno ottenuto un esito di agibilità “B” o “C”. Questo significa che l’inagibilità e il pericolo è limitato ad alcune parti e che possono tornare in funzione dopo interventi più o meno rapidi. L’intenzione del Governo è che siano riutilizzabili a partire dall'anno scolastico 2017-2018.
Altri edifici sono risultati invece inagibili e classificati come “E” presentando rischi e danni tali da rendere più conveniente una nuova costruzione.
Per la realizzazione degli interventi sono stati stanziati 231 milioni di euro. Gli oneri derivanti dall’affidamento degli incarichi di progettazione sono stati stimati in 23 milioni di euro.
Le Regioni e gli Enti locali potranno effettuare la progettazione con personale interno o affidare gli incarichi all’esterno, a professionisti iscritti nell’elenco speciale del Commissario per la ricostruzione. Per importi fino a 209mila euro (soglia comunitaria) l'affidamento avverrà con procedura negoziata, previo invito ad almeno cinque operatori presenti nell'elenco. Oltre la soglia comunitaria, dovranno essere tenuti in considerazione tutti gli iscritti.
Ogni progettista potrà svolgere incarichi professionali per un importo massimo fino a 50 milioni di euro. A prescindere dall’importo dei lavori, ogni professionista potrà assumere al massimo 15 incarichi professionali. Questi limiti, specifica l’ordinanza, si applicano alle seguenti prestazioni principali: progettazione architettonica, progettazione impiantistica, progettazione strutturale, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, direzione dell'esecuzione coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione.
Ammonta invece a 30 il numero massimo di incarichi relativi al collaudo statico ed alla relazione geologica, considerate prestazioni parziali.
In caso di esigenze adeguatamente motivate, si può derogare a questi limiti, arrivando al massimo ad un importo di 75 milioni e 25 incarichi per le prestazioni principali e 45 incarichi per le prestazioni parziali.
Entro l’11 novembre, cioè centoventi giorni dall’entrata in vigore dell’ordinanza, Regioni ed Enti locali devono presentare i progetti esecutivi al Commissario straordinario per la ricostruzione. Nel caso in cui il progetto sia stato elaborato dal personale interno, gli elaborati vanno prima presentati all’Ufficio speciale per la ricostruzione territorialmente competente, che deve verificarne la completezza ed esprimere un parere sulla congruità economica. In seguito all’approvazione definitiva del progetto, il Commissario adotta il decreto di concessione del contributo.
Il contributo per le attività tecniche erogato dal Commissario Straordinario sarà commisurato all’importo dei lavori: 12,5% per lavori con importi fino a 150 mila euro, 12% per lavori di importo tra 150mila e 500mila euro, 10% per lavori di importo tra 500mila e un milione di euro, 8,5% per lavori di importo tra 1 milione e 2 milioni, 7,5% oltre i 2 milioni di euro.
Gli 87 edifici scolastici da ricostruire, o su cui saranno effettuati lavori di adeguamento, si sommano alle 21 scuole che saranno ricostruite con tecnologia a secco, in tempi brevi, per poter essere pronte entro l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018. Al bando per l’aggiudicazione di 21 appalti integrati hanno partecipato oltre 1000 imprese.
Pagamenti nei lavori pubblici, la Ue avvisa l'Italia: «Troppi i 45 giorni per i certificati»
Una finestra di 45 giorni tra la certificazione dell'avanzamento lavori (Sal) e il certificato di pagamento delle fatture che allunga i tempi, in evidente contrasto con le norme comunitarie in materia di pagamenti della pubblica amministrazione. La Commissione europea ha appena inviato una lettera all'Italia, nella quale bacchetta il nostro paese per una norma del Codice, introdotta dal correttivo appalti: l'articolo 113 bis.
Qui viene prevista, di fatto, una fase di stand by prima dell'emissione del certificato di pagamento.
La norma nel mirino prevede, al comma 1, che «il termine per l'emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto non può superare i quarantacinque giorni decorrenti dall'adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori».
Quindi, dopo lo stato di avanzamento lavori, la Pa ha un periodo che può arrivare fino a un mese e mezzo nel quale legittimamente può aspettare prima dell'emissione del certificato di pagamento. Per liquidare la fattura, insomma, si può aspettare qualche giorno.
Per questo motivo, l'esecutivo comunitario ha inviato al nostro Governo una lettera di messa in mora che, di fatto, apre l'iter formale della procedura di infrazione.
I rilievi arrivano direttamente dagli uffici del commissario europeo al mercato Interno, Elzbieta Bienkowska. L'idea è che la norma estenda «sistematicamente a 45 giorni il termine per il pagamento delle fatture nei lavori pubblici». Questo periodo di attesa, infatti, blocca la procedura, ai danni delle Pmi, in maniera contraria ai principi della direttiva 2011/7/Ue, in materia di pagamenti. Qui, infatti, viene stabilito un termine ordinario di 30 giorni, che può essere allungato fino a 60 giorni, in casi eccezionali.
Nonostante l'impegno del nostro paese sul fronte dei pagamenti, «devono essere ancora compiuti significativi sforzi per assicurare che i ritardi medi nei pagamenti siano in linea con i tempi fissati dalla direttiva». Restiamo, insomma, ancora il grande malato dell'Ue.
Adesso la procedura prevede un periodo di due mesi perché l'Italia risponda ai rilievi della Commissione. Da ricordare che nel corso degli ultimi anni siamo stati più volte ripresi da Bruxelles per motivi legati ai ritardi dei pagamenti. Più che su questioni normative, però, l'Ue si è era concentrata sui tempi: il limite massimo di 60 giorni per le nostre amministrazioni è ancora un obiettivo piuttosto lontano. Peraltro, i rilievi di Bruxelles vanno nella direzione indicata dall'Ance nei mesi scorsi. I costruttori hanno, infatti, già denunciato a inizio 2017 la tendenza, da parte delle pubbliche amministrazioni, a ritardare l'emissione dei Sal o l'invio delle fatture in maniera strumentale, con l'unico obiettivo di pagare le imprese il più tardi possibile.
PROFESSIONISTI
Poletti: dopo l'estate il tavolo con i professionisti per attivare il Jobs Act Autonomi
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato che dopo l'estate il Governo avvierà un tavolo di confronto con i rappresentanti delle professioni per attivare la Legge 22 maggio 2017, n. 81 recante “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, entrata in vigore il 14 giugno 2017.
"Abbiamo già cominciato ad esaminare – ha detto Poletti - le caratteristiche che deve avere per rispondere ai criteri che la legge ci consegna, ma lo attiveremo rapidamente, subito dopo l'estate, perché attivare una legge è importante ma poi è importante applicarla, quindi il tavolo partirà immediatamente dopo l'estate".
Da Casa Italia 120 milioni per le diagnosi urgenti degli edifici: subito coinvolti i professionisti
Un investimento da 120 milioni di euro, per un piano di diagnosi speditiva in oltre mezzo milione di edifici residenziali. È l'obiettivo al quale sta lavorando Casa Italia, il nuovo dipartimento di Palazzo Chigi che si occuperà di prevenzione. E che, oltre a costituire il nuovo archivio informatizzato del rischio in tutto il paese e ad attivare i dieci cantieri pilota, si dedicherà alle attività di monitoraggio e diagnosi. Coinvolgendo i professionisti: il Governo sta già dialogando con la Rete delle professioni tecniche in vista dell'attivazione di questo piano.
La novità è stata resa nota dal ministero delle Infrastrutture, nel corso di un'interrogazione parlamentare presso la commissione Ambiente della Camera. Il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro ha spiegato anzitutto che «il progetto Casa Italia ha l'obiettivo di migliorare la sicurezza del Paese a fronte di rischi naturali, come, ad esempio, quello sismico e quello idrogeologico». Nei programmi del dipartimento ci sono nove specifici piani di azione, dedicati proprio alle messa in sicurezza. «Tra questi sono previste, in particolare, tre azioni direttamente finalizzate ad intervenire sulla vulnerabilità degli edifici residenziali».
Su una di queste sono arrivati diversi elementi nuovi. Si tratta del programma di diagnostica speditiva che sarà dedicato agli edifici caratterizzati da maggiore rischio sismico. «Specificamente, l'intervento coinvolge oltre 550mila edifici residenziali costruiti in muratura portante o in calcestruzzo armato prima del 1980, in assenza quindi di normative antisismiche stringenti, localizzati nei 650 comuni italiani a maggiore pericolosità sismica». L'intervento prevede che la diagnosi sia effettuata con oneri a carico dello Stato. Materialmente, il Dipartimento Casa Italia sta avviando un dialogo con la Rete delle professioni tecniche per rendere operativa la misura. L'investimento previsto è stimato in circa 120 milioni di euro, tutti a carico della finanza pubblica.
Oltre a questo, il Mit ha confermato le altre due misure già rese note nei giorni scorsi. Ci sarà, anzitutto, l'attivazione di dieci cantieri pilota, «finalizzati a sperimentare soluzioni non invasive di riduzione della vulnerabilità e a comprenderne le condizioni per una più ampia diffusione sul territorio nazionale, con oneri a carico dello Stato stimati in 25 milioni di euro».
Infine, un terzo intervento prevede la costituzione di un archivio informatizzato in cui far confluire tutte le informazioni di cui già oggi le pubbliche amministrazioni dispongono a livello di singolo edificio. Servirà a creare una mappa digitale del rischio. Questi dati, oggi dispersi tra Agenzia delle Entrate, Catasto, Enea, Istat, Dipartimento della Protezione Civile, saranno accessibili in modo integrato, costituendo una importante base dati sulle condizioni degli edifici. «A regime questa soluzione consentirà di ottenere un quadro informativo coerente con gli obiettivi del fascicolo del fabbricato, limitando nel contempo gli oneri per i proprietari degli immobili». Il progetto è attualmente «in fase di studio di fattibilità», con l'obiettivo di verificare le soluzioni informatiche e organizzative più opportune e l'entità delle risorse necessarie. (Edilizia e territorio – Il Sole 24 ore)
FISCO
Split payment: un nuovo decreto per precisare i soggetti destinatari
Le pubbliche amministrazioni interessate dalla scissione dei pagamenti sono le stesse cui si applicano le disposizioni in materia di fatturazione elettronica obbligatoria. La precisazione è contenuta nel decreto Mef 13 luglio 2017 che reca alcune modifiche alla disciplina attuativa dello split payment, meccanismo in base al quale le Pa, anche se non rivestono la qualità di soggetto passivo Iva, devono versare direttamente all’erario l’imposta che è stata addebitata loro dai fornitori, pagando a questi ultimi il solo corrispettivo per la fornitura/prestazione.
Su tale disciplina è intervenuto, di recente, l’articolo 1 del Dl n. 50/2017 (“manovra correttiva”), a seguito del quale il ministro dell’Economia e delle finanze, con decreto del 27 giugno scorso, ha dettato le disposizioni attuative.
Il nuovo intervento ministeriale corregge il tiro per quanto riguarda l’individuazione delle pubbliche amministrazioni destinatarie della norma in questione, eliminando il riferimento all’elenco delle Pa inserite nel Conto economico consolidato, pubblicato dall’Istat, e specificando che lo split payment si applica alle stesse amministrazioni con le quali scatta l’obbligo della fatturazione. La novità riguarda le fatture per le quali l’esigibilità si verificherà a partire dal giorno successivo a quello in cui il decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, non ci sarà alcuna conseguenza per coloro (fornitori e acquirenti) che hanno “anticipato” i contenuti del nuovo provvedimento, assoggettando al meccanismo della scissione dei pagamenti le fatture con esigibilità verificatasi nel periodo compreso tra il 1° luglio 2017 e la data di pubblicazione del decreto.
Inoltre, viene modificato l’articolo 5-ter, comma 2, del Dm 23 gennaio 2015, relativo agli elenchi delle società controllate del settore pubblico e delle società quotate incluse nell’indice Ftse Mib. L’elenco definitivo delle società interessate sarà pubblicato annualmente dal dipartimento delle Finanze entro il 15 novembre, con effetti a valere dall’anno successivo, senza che sia più necessaria l’approvazione con uno specifico decreto ministeriale.