Sintesi di monitoraggio legislativo 31 agosto - 11 settembre 2015
NOTA POLITICA
Sta per andare in archivio un’altra settimana di contrapposizioni fra Governo e sinistra Pd sui contenuti della riforma costituzionale, con la seconda che continua a invocare l’elezione diretta dei senatori e una Camera alta dotata di maggiori funzioni legislative e di controllo rispetto a quelle prefigurate dal ddl Boschi. Nonostante i botta e risposta fra Renzi («ascolto tutti ma non mollo») e Bersani («non è ammissibile chiamare alla disciplina di partito davanti alla Costituzione») avevano fatto presagire ben altri sviluppi, il dato di cui tenere conto è che le due anime del Partito Democra-tico hanno comunque scelto di non abbandonare il tavolo delle trattative.
Le spiegazioni sono diverse. Nel Premier è infatti viva la consapevolezza di non disporre in aula dei numeri sufficienti a far passare il testo così com’è visto l’oltranzismo della sinistra Dem e com-plice il caos che ha investito l’alleato di governo del Ncd. Estendere le tempistiche negoziali, inol-tre, potrebbe portare a un’utile erosione del dissenso interno. Sul versante opposto c’è invece la consapevolezza che una chiusura sul fronte delle trattative potrebbe portare alla rottura definitiva con l’inquilino di Palazzo Chigi, con tutte le ripercussioni del caso nell’eventualità di elezioni anti-cipate. Ad alimentare il filo del dialogo ha poi concorso l’azione da “pontiere” del Quirinale che, in più di un colloquio estivo con esponenti della sinistra Pd, ha sollecitato le parti al buonsenso nel tentativo di rasserenare gli animi e favorire il negoziato, rassicurando i dissidenti che nessuna forza-tura dell’esecutivo sulla riforma della Costituzione potrà mai ricevere l’avallo presidenziale.
Ma le minacce per il Governo non arrivano solo dalla dialettica nel Pd vista la sempre più proba-bile implosione del Nuovo Centro Destra di Alfano. Il Ncd, nato con la speranza di affermarsi come volto moderato del centrodestra e oggi praticamente scomparso dai radar dei sondaggi elettorali, è infatti lacerato fra chi intende difendere l’alleanza di governo col Pd, magari unendosi alle truppe renziane, e chi invece preferirebbe tornare con Forza Italia o persino abbracciare la Lega di Salvini. A esacerbare lo scontro intestino che ha portato lo stesso Ministro dell’Interno ad affermare «chi vuole andarsene vada» è stata in particolare la battaglia divampata attorno alla legge sulle unioni ci-vili che l’esecutivo avrebbe voluto inizialmente esaminare in aula prima della legge di stabilità.
Sul tema immigrazione, il Primo Ministro Renzi è tornato a invocare l’adozione di un sistema di quote a livello europeo per ripartire fra i paesi Ue la moltitudine di migranti e rifugiati in fuga da Africa e Medio Oriente. Nonostante il via libera del Parlamento Europeo al meccanismo delle quote vincolanti, l’Europa appare sempre più divisa davanti al fenomeno. All’apertura tedesca verso i ri-fugiati si contrappone infatti la fermezza con cui i paesi dell’Est (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) rifiutano il principio dell’obbligatorietà delle quote. Austria e Danimarca hanno frattanto deciso la chiusura delle proprie frontiere nel tentativo di arginare l’ondata di arrivi.
Buone notizie dall’economia. A luglio è tornata a crescere la produzione industriale, con un +1,1% su giugno e un +2,7% rispetto al luglio 2014. Secondo l’Istat, i dati mostrano miglioramenti per tut-ti i principali settori produttivi. In ripresa anche i consumi (+0,4% su base mensile e +2,1% su base annua a luglio) e contratti a tempo indeterminato che nei primi 7 mesi del 2015 hanno fatto registra-re un incremento del +35% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
In precedenza, sul fronte economico-finanziario aveva tenuto banco la querelle fra il Primo Mi-nistro Renzi e le autorità europee sulle proposte di riforma fiscale del capo del Governo. Secondo Bruxelles, l’annunciato taglio delle tasse sugli immobili non dovrà costituire la priorità dell’esecutivo Renzi che, piuttosto, dovrebbe concentrarsi sulle tasse sul lavoro, come peraltro rac-comandato all’Italia in più di un’occasione nel corso degli ultimi mesi. Al di là dell’immediata rea-zione d’orgoglio tricolore, con il Premier a rivendicare con forza l’autonomia del proprio esecutivo in fatto di gestione della politica fiscale, il botta e risposta si inseriva in una partita più ampia che vede Roma impegnata a negoziare con Bruxelles maggiore flessibilità in fatto di gestione dei conti pubblici in vista delle legge di stabilità 2016.
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
LAVORI PUBBLICI
Delega appalti
Codice senza Regolamento. In queste settimane il Ministero delle Infrastrutture è al lavoro, insieme a membri del Governo e della maggioranza parlamentare, ad un emendamento alla Delega per la riforma del Codice degli Appalti, volto a cancellare il regolamento generale sugli appalti (oggi composto da 345 articoli), lasciando un codice molto snello, fatto soltanto delle norme legislative attuative della delega in materia di direttive Ue. Ci sarebbe così una vera e propria soft law di impostazione anglosassone, che farebbe capo all’Autorità Nazionale Anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone: in particolare sarebbero le linee guida dell’Anac a fare l’attuazione operativa delle norme di legge, garantendo al tempo stesso flessibilità.
Questa però non è l’unica ipotesi possibile. Infatti ci sarebbe allo studio un’altra ipotesi che vedrebbe separati i destini di codice e regolamento che al momento la delega impone di far entrare in vigore all'unisono. Ipotesi, questa, maturata in Parlamento e sicuramente non incoraggiata dal Governo. Con la scadenza dei termini di recepimento delle nuove direttive alle porte (18 aprile 2016)
In merito al calendario dei lavori parlamentari, la Commissione Ambiente e Lavori Pubblici dovrebbe riprendere i lavori in sede referente mercoledì 16 settembre, con l’espressione dei pareri sugli emendamenti presentanti tra i quali figura l’introduzione del débat public anche per l’architettura.
In sede consultiva, invece, le Commissioni Giustizia e Politiche dell’Unione Europea hanno iniziato ad esaminare il testo e da quest’ultima potrebbe arrivare l'invito a ridurre da sei a tre mesi i tempi concessi al Governo per attuare la delega, in modo da non sforare i termini di recepimento delle direttive.
Di nuovo al lavoro la Commissione Manzione
È tornata operativa la Commissione Manzione (dal nome del capo del Dagl – Dipartimento per gli Affari Giuridici e Legislativi), insediata dal Ministro delle Infrastrutture a luglio per scrivere i decreti legislativi che dovranno dare attuazione alla delega al Governo in materia di appalti.
La Commissione, oltre a essere presieduta da Antonella Manzione, prevede la presenza di rappresentanti delle Infrastrutture (a partire dal nuovo capo dell'ufficio legislativo Elisa Grande) delle Politiche europee (Diana Agosti, capo del dipartimento) e dell'Anac (il consigliere Michele Corradino e Maria Luisa Chimenti, al vertice della direzione generale mercato e legislazione). Presenti anche tecnici dell'Economia, dei Beni culturali, dello Sviluppo economico e dell'Ambiente.
Tra gli esperti "esterni" alle strutture di governo confermati Mario Chiti, docente di diritto amministrativo dell'Università di Firenze, Pierluigi Mantini (stessa materia al Politecnico di Milano) e Remo della Longa docente di Public management alla Bocconi. In squadra anche il presidente della Consip Luigi Ferrara, Giulia Ferrari, consigliere del Tar Lazio e Maria Luisa Conti, provveditore di Toscana, Marche e Umbria.
L’obiettivo della Commissione è quello di rispettare il termine del 18 aprile 2016 per il recepimento delle direttive europee e questo dovrebbe essere rispettato se dovesse concretizzarsi l’emendamento che cancella il regolamento.
Giubileo: firmato protocollo appalti con Anac
Con la firma del protocollo d'intesa tra Campidoglio e Autorità anticorruzione (Anac) prende il via l'operazione appalti puliti in vista del Giubileo della Misericordia. E si suggella il patto tra Ignazio Marino e Raffaele Cantone per evitare infiltrazioni mafiose nella realizzazione delle opere per l'Anno Santo. Ma anche per bloccare procedure poco trasparenti che potrebbero essere favorite dal poco tempo a disposizione.
I requisiti professionali sono esclusi dall’avvalimento
Per sopperire alla mancanza dei requisiti professionali non si può ricorrere all’avvalimento. Lo ha spiegato il Consiglio di Stato con la sentenza 3698/2015.
Nel caso esaminato dal CdS, la Stazione Appaltante chiedeva l’iscrizione all’Albo dei gestori ambientali per lo svolgimento di alcuni servizi messi in gara. Un concorrente, escluso perché, non essendo iscritto all’Albo, si era avvalso dell’ausilio di un altro soggetto, aveva fatto ricorso.
I giudici hanno confermato la decisione della Stazione Appaltante spiegando che l’iscrizione rappresenta un requisito generale o soggettivo, che si riferisce all'idoneità professionale e collegato all’esperienza necessaria per svolgere incarichi simili.
Non si tratta quindi, hanno spiegato i giudici, di un requisito trasferibile da un operatore ad un altro, ma di una situazione personale e dell’affidabilità morale e professionale del concorrente.
Il CdS ha infine ricordato che l’avvalimento è possibile per soddisfare i requisiti strettamente connessi alla prova della capacità tecnica, economica e finanziaria. Fanno quindi eccezione i requisiti strettamente personali, come quelli di idoneità morale e professionale.
Il caso della Legge regionale siciliana sugli appalti
È salva, almeno per il momento, la riforma degli appalti pubblici della Sicilia, contenuta nella legge regionale n.14 del 10 luglio 2015 recante "Modifiche all'art. 19 della legge regionale n. 12 del 12 luglio 2011".
Il Governo, che ha sollevato dubbi di legittimità sulla norma approvata dal parlamentino siciliano perché violerebbe le norme comunitarie sulla libertà di concorrenza, nel Consiglio dei Ministri del 4 settembre, ha deciso di prendere tempo e sospendere l'impugnativa del testo di legge davanti alla Corte Costituzionale, in attesa di ulteriori chiarimenti giuridici. Viene, così, recepito l'appello dell'assessorato ai Lavori pubblici e dell'Ance Sicilia che, da giorni, chiedevano a Palazzo Chigi di ritornare sui propri passi e di avviare un confronto con l'amministrazione regionale per trovare una soluzione condivisa sulle disposizioni introdotte dalla nuova norma. Ma i tempi sono ferratissimi. Il Governo, infatti, dovrà decidere se procedere all'impugnativa entro il 18 settembre prossimo, e cioè allo scadere dei 60 giorni dall'entrata in vigore della norma regionale.
A finire sotto la lente d'ingrandimento della Presidenza del Consiglio sono i nuovi commi 6, 6bis, 6ter e 6quater all'articolo 19 della Legge regionale 12/2011, con cui vengono modificati, fino al 31 dicembre 2015, i criteri di aggiudicazione degli appalti di lavori, servizi o forniture di valore al di sotto della soglia comunitaria.
Criteri, secondo il Governo, non conformi a quelli indicati dal Codice dei Contratti pubblici. In particolare, i nuovi commi prevedono, per la stazione appaltante, la possibilità di applicare nei bandi il criterio dell'esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentano una percentuale di ribasso pari o superiore ad una certa soglia di anomalia, calcolata sulla base della media aritmetica dei ribassi percentuali di tutte le offerte presentate.
La norma prevede, inoltre, che le imprese che effettuano un ribasso superiore al 25% devono produrre, già nella presentazione dell'offerta, le relative analisi giustificative che sono poi valutate dalla Commissione di gara nel caso risultino aggiudicatarie in sede di verifica di congruità dell'offerta.
Ma Palazzo Chigi, con la nota del 25 agosto, fa rilevare che le nuove modifiche sono adottate in violazione dell'art.117, comma 2, lett. e) del Codice dei contratti pubblici, perché lederebbero la concorrenza, essendo stato abolito il massimo ribasso ed inseriti dei paletti sulle ‘offerte anomale' che, in questo modo, vengono automaticamente escluse. La nota del Governo, infatti, segnala «l'inadeguatezza di un meccanismo che determina in modo casuale la variazione in aumento o in diminuzione, poiché la conseguenza è che si determina un sostanziale variazione del numero delle offerte escluse automaticamente, rispetto all'esclusione automatica che ne è derivata finora».
In sostanza, se è vero che in Sicilia in materia di appalti la competenza esclusiva è della Regione, la legislazione in ogni caso non deve contrastare con il Codice nazionale.
Bolzano: in arrivo la nuova legge provinciale sugli appalti pubblici
L’obiettivo è quello di regolamentare in maniera chiara, semplice e autonoma gli appalti pubblici nella Provincia di Bolzano, allo scopo di incentivare e dare nuovo impulso al tessuto economico locale.
L’Alto Adige sarà quindi la prima regione italiana, e una delle prime a livello europeo, a dotarsi di una legge in materia, assumendo una funzione di governance su tutte le stazioni appaltanti presenti sul territorio. Uno dei punti centrali dell’azione legislativa riguarda il rafforzamento delle piccole e medie imprese.
Tra i passaggi-chiave vi è il raddoppio del valore di soglia al di sotto del quale poter accedere alle procedure semplificate delle gare a inviti (portato da 1 a 2 milioni di euro), inserimento nella procedura standard anche l’analisi dei costi collegati al ciclo di vita del prodotto, procedure ad hoc nel settore dei servizi alla persona con delle agevolazioni previste per le aziende no profit, in maniera particolare le cooperative sociali.
Opere pubbliche con capitali privati, arriva alla gestione il 55% delle concessioni aggiudicate
Un mercato del project financing e del partenariato pubblico-privato in Italia esiste e non solo in termini di bandi cartacei sfornati dalle amministrazioni: è arrivata infatti alla fase della gestione circa metà delle piccole e medie opere aggiudicate in concessione di costruzione e gestione (prevalentemente parcheggi, cimiteri, edilizia sociale, tlc, energie alternative). La “qualità” di questo mercato è però molto bassa e tende a confondersi con l’appalto ordinario (dove nessun rischio di traffico viene accollato all’impresa): le amministrazioni pubbliche nella gran parte dei casi non conoscono gli indicatori economico-finanziario e di rendimento dell’investimento e non sono in grado di trattare quindi da pari a pari con i concessionari (potenziali o effettivi), soprattutto nel momento più critico della richiesta di revisione del piano economico-finanziario. Inoltre, la durata delle concessioni tende quasi sempre al tetto massimo ammesso per legge (cosa che spesso comprime l’interesse pubblico) mentre la disciplina legislativa (per esempio l’annosa querelle “promotore sì/promotore no” con relativo diritto di prelazione) è sostanzialmente ininfluente ai fini del risultato finale.
È la fotografia scattata dallo studio realizzato dal Dipartimento per la politica economica di Palazzo Chigi (Dipe), in collaborazione con il Cresme, e coordinato da Gabriele Pasquini: oggetto lo «stato dell’arte, criticità e prospettive» del project financing per la realizzazione di opere pubbliche in Italia. Il focus si concentra proprio su «cosa accade dopo l’aggiudicazione dei contratti di concessione di lavori», con l’analisi di mille progetti banditi tra il 2002 e il 2014 e presenti con tutte le informazioni necessarie nella banca dati del Cresme.
Il rapporto non evidenzia sostanziali differenze fra quanto successo in regime di Merloni-ter e in regime di codice degli appalti (anche dopo l’abolizione del terzo decreto correttivo del 2007 che ha eliminato il diritto di prelazione per il promotore).
Inoltre lo studio stigmatizza la durata troppo lunga delle concessioni (mediamente 29 anni e 10 mesi a fronte di un tetto ordinario di 30 anni, con 15 contratti di durata pari o superiore a 90 anni) perché «crea una rendita di posizione per il concessionario che sottrae alla contendibilità del mercato i servizi connessi alla gestione dell’intervento realizzato». Soprattutto lo studio Dipe-Cresme evidenzia come grave criticità il fatto che le amministrazioni ignorino indicatori come il Tir (tasso interno di rendimento) e il Van (valore attuale netto) degli azionisti e del progetto o ratios come il Debt Service Cover Ratio o il Loan Life Cover Ratio. «Dei 961 interventi - rileva lo studio - ben 752 operazioni non presentano alcun indicatore economico-finanziario». Soltanto 30 progetti presentano i sei indicatori elencati dallo studio.
La banca dati del Cresme consente anche di individuare la media dei tassi interno di rendimento (Tir) per gli azionisti nei casi esaminati, che risulta pari al 9,45%. «Considerando che per il 95% delle opere analizzate è già stato dato avvio ai lavori, tale numero sembra poter essere correttamente preso come benchmark di riferimento per il rendimento medio richiesto dagli azionisti in Italia nelle opere medio-piccole in concessione di lavori pubblici».
PROFESSIONI
I professionisti europei interrogano l’Europa sul loro futuro
E’ stata presentata al Parlamento europeo l’interrogazione del Vicepresidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani. L’interrogazione, volta a far chiarezza su quanto l’Europa vorrà fare in materia di professione, si chiede alla Commissione di spiegare quali saranno le fasi successive per quanto concerne le attività del Bolsterling the business of liberal professional, il gruppo di lavoro creato per rafforzare le attività delle libere professioni. Viene inoltre chiesto di spiegare come intende pianificare una maggiore integrazione delle libere professioni nei lavori della Commissione.
Link testo dell’interrogazione
La notizia è stata commentata dalSottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, che ha affermato che "Il governo italiano si è attivato, in largo anticipo, per rafforzare la competitività delle libere professioni, istituendo un tavolo presso il ministero dello Sviluppo economico con l'obiettivo di costituire un gruppo di lavoro pioniere nella costruzione di un dialogo con il mondo delle professioni. Il primo prodotto del sarà, a breve, un protocollo d'intesa tra le Regioni ed il ministero dello Sviluppo economico con il quale tutte le Regioni del Paese potranno predisporre una serie di provvedimenti che agevolino l'accesso a fonti di finanziamento, che snelliscano le procedure burocratiche e che permettano al mondo delle partite iva una struttura di mercato più solida, organizzata e competitiva".
Non si è fatta attendere la risposta dellaCommissaria Europea per il Mercato Interno, Elzbieta Bienkowska, che ha affermato che "entro la fine dell'anno sarà pubblicato un rapporto che farà sue le raccomandazioni per sostenere lo sviluppo dei liberi professionisti in Europa espresse dal gruppo di lavoro".
Cinque le raccomandazioni ricordate dalla Commissaria e delle quali si occuperà lo studio: prima di tutto "educazione e formazione, in quanto anche i liberi professionisti hanno bisogno di acquisire una maggiore cultura imprenditoriale e a questo proposito ricordo il programma Erasmus per giovani imprenditori". Poi "facilitare l'accesso ai finanziamenti dal momento che i liberi professionisti si trovano di fronte alle stesse difficoltà delle Pmi" obiettivo per il quale Poi ancora "l'accesso al mercato con agevolazioni per svilupparsi oltre i confini nazionali" e "la partecipazione delle organizzazioni di categoria a semplificare la normativa di settore". Infine la Commissaria si è detta d'accordo a "un rafforzamento della loro rappresentatività a livello europeo" e ha supportato "la loro inclusione all'interno dell'Assemblea per le Pmi europea". La Commissaria ha anche reso noto che "la Commissione europea sta effettuando una valutazione in ogni Stato membro che ha identificato già 5mila professioni, uno screening che sarà utile anche alle autorità nazionali per riformare le proprie normative di settore". "La Commissione intende anche includere all'interno della Internal Market Strategy, che sarà presentata entro un mese, un punto specifico che permetta di abbattere le barriere professionali e incentivare l'integrazione dei servizi all'interno del mercato interno".
Link interrogazione e link discussione e risposta
Tessera professionale europea
Entro il 18 gennaio 2016 il Governo dovrà emanare un decreto contenente l’elenco delle professioni regolamentate e di quelle per le quali sarà disponibile la “tessera professionale europea”.
Le novità della tessera sono contenute nella Direttiva 20 novembre 2013, n. 2013/55/UE.
Tale documento permetterà ai professionisti una maggiore facilità di spostamento all’interno dell’Unione, favorirà la mobilità temporanea e il sistema di riconoscimento automatico. L’obiettivo è quello di semplificare il processo di riconoscimento e di introdurre efficienza economica e operativa a vantaggio dei professionisti e delle autorità competenti.
La Commissaria Europea per il Mercato Interno, Elzbieta Bienkowska, ha affermato che lo strumento dovrebbe essere operativo dal prossimo gennaio.
CdM approva decreti attuativi del Jobs Act
Il Consiglio dei Ministri del 4 settembre ha approvato quattro decreti attuativi del Jobs Act:
1. Disposizioni per la razionalizzazione e la semplificazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale (decreto legislativo – esame definitivo)
Il decreto legislativo prevede, al fine di razionalizzare e semplificare l’attività ispettiva, l’istituzione dell’Ispettorato nazionale del lavoro. L’Ispettorato ha personalità di diritto pubblico, ha autonomia di bilancio e “autonomi poteri per la determinazione delle norme concernenti la propria organizzazione ed il proprio funzionamento.
2. Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e le politiche attive (decreto legislativo – esame definitivo)
Viene istituita una Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, coordinata dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), e formata dalle strutture regionali per le Politiche attive del Lavoro, dall’INPS, dall’INAIL, dalle Agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione, da Italia Lavoro, dall’ISFOL (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori) nonché dal sistema delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, dalle università e dagli altri istituti di scuola secondaria di secondo grado. L’istituzione dell’ANPAL avverrà senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica. Tutte le risorse necessarie al suo funzionamento saranno infatti trasferite dal Ministero del lavoro e dall’ISFOL, dei quali sarà effettuata una conseguente riorganizzazione.
Il Ministero del lavoro fisserà linee di indirizzo triennali ed obiettivi annuali in materia di politiche attive e definirà i livelli minimi che le prestazioni devono avere su tutto il territorio nazionale.
3. Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità (decreto legislativo – esame definitivo)
Le disposizioni contenute nel decreto possono essere suddivise in tre gruppi fondamentali.
1. Semplificazioni di procedure e adempimenti
2. Disposizioni in materia di rapporto di lavoro
3. Disposizioni in materia di pari opportunità
4. Disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (decreto legislativo – esame definitivo)
Le disposizioni contenute nel decreto sono improntate a tre obiettivi:
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Inclusione di lavoratori e imprese
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Semplificazione e certezze per le imprese
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Razionalizzazione delle integrazioni salariali
DDL Concorrenza: approvati emendamenti professioni
Le Commissioni Finanze e Attività produttive hanno approvato alcuni emendamenti che avranno un grande impatto sul modo delle professioni.
Si tratta in particolare:
- dell’emendamento dell’On. Senaldi (PD), che interviene sulla disposizione che prevede l’estensione alle società di ingegneria costituite in forma di società di capitali o cooperative della disciplina della legge n. 266 del 1997, che per prima ha consentito l’esercizio della professione in forma societaria, così da affermare la validità dei contratti conclusi, a decorrere dall’11 agosto 1997, tra le suddette società di ingegneria e i privati, superando interpretazioni opposte date dalla giurisprudenza. Con la modifica approvata la validità dei suddetti contratti è subordinata al possesso, da parte delle società di ingegneria, dei requisiti prescritti dalla legge di stabilità 2012 (legge n. 183 del 2011) e dal regolamento attuativo (DM 8 febbraio 2013, n. 34) per le società tra professionisti (e in particolare, requisiti del socio che svolge la prestazione professionale, copertura assicurativa, rispetto del codice deontologico).
Le società di ingegneria hanno 6 mesi di tempo, dall’entrata in vigore della legge annuale per il mercato e la concorrenza, per soddisfare tali requisiti.
- dell’emendamento Crippa (M5S), che introduce un nuovo articolo nella legge annuale per il mercato e la concorrenza attraverso il quale modifica il comma 4 dell’art. 9 del decreto legge n. 1 del 2012 in tema di compenso per le prestazioni professionali.
La disposizione impone ai professionisti che la comunicazione ai clienti circa il grado di complessità dell’incarico, gli oneri ipotizzabili dal conferimento dello stesso alla sua conclusione, gli estremi della polizza assicurativa, sia resa per iscritto (anche eventualmente in forma digitale). La stessa forma scritta dovrà avere anche il preventivo di massima del compenso della prestazione professionale.
- del subemendamento a firma Mazziotti (SC) che consente la formazione di società composte da avvocati e professionisti di altri ordini.
La riforma della P.A. entra nel vivo
La riforma della Pubblica Amministrazione, così come delineata dalla legge 7 agosto 2015, ha iniziato a dispiegare i suoi effetti. Con l’entrata in vigore della legge sono diventati subito applicabili alcuni provvedimenti di grande impatto: il silenzio-assenso tra le amministrazioni, i nuovi limiti sull’autotutela amministrativa e il ritorno della possibilità per la P.A. di affidare consulenze ai pensionati, ma a titolo gratuito e della durata di un anno al massimo.
In particolare:
- Silenzio-assenso tra amministrazioni:se per l’adozione di provvedimenti è prevista l’acquisizione di assensi, concerti o nulla osta di competenza di altre amministrazioni, queste ultime devono comunicare le loro decisioni all’amministrazione proponente entro 30 giorni. Decorso inutilmente il termine, l’assenso si considera acquisito.
- Autotutela:delimita i poteri delle amministrazioni nei confronti dei privati in seguito all’avvio dell’attività sulla base di una segnalazione certificata di inizio attività. Si circoscrive inoltre il tempo entro cui un’amministrazione può annullare d’ufficio i provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione dei vantaggi economici.
- Incarichi ai pensionati:incarichi affidati soltanto a titolo gratuito e della durata massima di un anno.
Casse di previdenza private, salvi i tagli per i pensionati dal 2007
Doppia misura della Cassazione, a Sezioni unite, per giudicare le delibere delle Casse di previdenza private che comportano tagli alle prestazioni.
L’articolo 1, comma 488 della legge 147/2013 fa salve le delibere degli enti privatizzate che hanno applicato il modo “flessibile” il criterio del pro rata, vale a dire la salvaguardia di quanto maturato fino all’introduzione di criteri di calcolo più restrittivi. La legge 147/2013 è stata qualificata come norma di interpretazione autentica con effetti retroattivi. Tuttavia, questo vale solo per i pensionati e per le deliberazioni dal 2007.
Per i pensionati fino a tutto il 2006, invece, le delibere delle Casse dovevano rispettare in modo rigido il criterio del pro rata, vale a dire dovevano applicare eventuali criteri restrittivi solo sui segmenti della pensione ancora da maturare, senza intaccare i calcoli relativi al passato. Con una sentenza molto articolata, la 17742/2015, la Corte di cassazione a Sezioni unite dà torto alla Cassa ragionieri per aver disatteso, per un pensionato del 2001, il criterio del pro rata quale era previsto nella versione originaria della legge 335/1995.
Spiega la Cassazione: gli enti di previdenza privatizzati non possono adottare, in funzione dell’obiettivo di assicurare l’equilibrio di bilancio e la stabilità delle proprie gestioni provvedimenti che ... risultino incompatibili con il rispetto del principio del pro rata». Per i trattamenti erogati fino al 31 dicembre 2006 la formulazione originaria della legge 335 «prevedeva - spiega infatti la Cassazione - l’applicazione rigorosa del principio del pro rata».
Tutta un’altra storia dal 2007 in poi, quando la legge 296/2006 ha attenuato il principio del pro rata - che va semplicemente tenuto presente - e ha fatto salve le delibere adottate fino all’entrata in vigore della legge. Questa formulazione, però, non ha limitato il contenzioso da parte dei pensionati delle Casse di previdenza, in particolar modo ragionieri e dottori commercialisti, che hanno ritenuto illegittimi i tagli sulle prestazioni conseguenti a regole più restrittive per il pensionamento, in quanto non rispettose del principio del pro rata. Da qui, il nuovo intervento con la legge 147/2013, articolo 1, comma 488: le delibere delle Casse private adottate e approvate prima del 2007 si intendono legittime ed efficaci «a condizioni che siano finalizzati ad assicurare l’equilibrio finanziario di lungo termine». La previsione si è qualificata come norma di interpretazione autentica e quindi retroattiva. Proprio su questo è stata chiamata a esprimersi la Cassazione a Sezioni unite. L’auto qualificazione della norma basta per considerarla come «interpretazione autentica», oppure la disposizione ha una valenza innovatrice? La conclusione delle Sezioni unite è che l’intervento del legislatore sia stato chiarificatore, vista l’ambiguità della norma del 2006 e sia conforme ai canoni legislativi desumibili dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Beninteso, per i pensionati post 2006.
Geometri, alt del Consiglio di Stato sul cemento
I geometri non possono progettare in autonomia le strutture di opere in cemento armato o costruzioni in zona sismica. In questi casi «per evitare pericoli per la pubblica incolumità» il progetto statico va riservato a ingegneri e architetti. Con una differenza. Per le opere in cemento armato, i geometri potranno mantenere almeno le competenze sulla progettazione architettonica degli edifici, dividendosi eventualmente l'incarico con un tecnico laureato. Nel caso delle costruzioni in zona sismica, invece, «il progettista capofila non potrà che essere l'ingegnere o l'architetto».
È il principio contenuto in un parere depositato il 4 settembre dal Consiglio di Stato (seconda
sezione, n.2539/2015) in risposta a una richiesta della Regione Toscana. Al centro della questione una domanda che decine di sentenze, disegni di leggi e circolari non hanno ancora sciolto in modo definitivo: possono i geometri progettare strutture in cemento armato o costruzioni in zona sismica?
Il parere del Consiglio di Stato, che ha il pregio di riprendere in mano l'intera questione, ricostruisce il complicato e ambiguo quadro normativo e provando ad affermare un principio di carattere generale.
Una proposta per far ripartire il mercato della sostituzione edilizia
Leopoldo Freyrie, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, ha presentato al Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio un documento con le proposte da inserire nella Legge di Stabilità per una svolta nel settore dell’edilizia urbana.
Si propone di abbattere gli oneri concessori e convogliare gli incentivi al risparmio energetico anche a operazioni di riqualificazione su scala urbana, al fine di far ripartire il mercato della sostituzione edilizia.
In particolare il documento Cna-Legambiente prevede:
- una graduazione dei crediti di imposta Irpef 50% e 65% in funzione del risparmio energetico effettivamente ottenuto;
- specifici incentivi per gli interventi su edifici condominiali;
- utilizzo dei titoli di efficienza energetica in favore di imprese che realizzano l’efficientamento energetico di ampie porzioni di patrimonio edilizio;
- un parco progetti per le città, alimentato da un fondo rotativo costituito presso la Cassa Depositi e Prestiti;
- quadro normativo più favorevole alla demolizione e alla ricostruzione.
Ingegneri, con appalto integrato lievitano i costi
Delle opere pubbliche previste dalla Legge Obiettivo del 2001, ad oggi ne è stato realizzato appena il 16%. Degli iniziali 150 miliardi di euro previsti, ne risultano aggiudicati solo 44,8, meno di un terzo. Gli interventi effettivamente realizzati, poi, ammontano a 3,4 miliardi di euro, appena il 7,7% delle cifre aggiudicate. Perché l'obiettivo è "fallito"? La causa è solo la crisi economica? Alcune risposte si trovano in una recente approfondita analisi del Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri dal titolo 'Opere pubbliche: criticità e prospettive nello scenario europeo'. I ricercatori del Consiglio nazionale degli ingegneri mostrano, infatti, come alcuni meccanismi di assegnazione degli appalti abbiano compromesso l'efficacia del programma delle infrastrutture strategiche. Molte criticità sono riconducibili alla tipologia di appalto con cui l'opera viene affidata e realizzata. Alcune tipologie di appalto come quello integrato o quello del 'contraente generale', da eccezioni sono diventate la regola. E proprio queste due forme di appalto hanno generato un incremento smodato dei costi in corso d'opera.
Nel caso di opere ad oggi concluse con appalto integrato, dicono gli ingegneri, l'incidenza del costo delle varianti sull'importo di aggiudicazione è stato del 118%, a fronte di una media generale, tra le opere concluse, già elevata, pari al 106%. L'appalto integrato si è rivelato spesso inefficiente, sostengono. In molti casi ha portato al raddoppio dei costi preventivati, in misura nettamente superiore rispetto alle opere realizzate con appalti di sola esecuzione. Questi ultimi oggi rappresentano una quota minoritaria degli appalti. Nel caso della Legge Obiettivo, ad esempio, ammontano al 13% degli importi aggiudicati, a fronte di oltre il 30% delle assegnazioni effettuate con appalto integrato. In paesi quali il Regno Unito, dove il ciclo del settore delle costruzioni non ha registrato contraccolpi gravi come in Italia, l'appalto di sola esecuzione rappresenta, al contrario, oltre il 60% della spesa delle stazioni appaltanti.
In definitiva, avvertono i professionisti, l'appalto integrato dovrebbe essere significativamente limitato.
Aggiornamento tariffario per i consulenti tecnici d’ufficio
La partita della revisione delle norme che regolano la determinazione degli onorari dei consulenti tecnici d'ufficio va avanti, anche se con lentezza. Il ministero della Giustizia, dopo mesi di melina, sembra finalmente determinato a mettere le mani nell'intricatissima matassa. Anche se, dalle indiscrezioni che circolano in queste ore, l'intervento si ridurrà al minimo sindacale: adeguamento dei parametri al costo della vita, senza riforma. Sulla rivalutazione peserà come un macigno il timore di incrementare la spesa pubblica.
Le questioni sul piatto sono tre. La prima riguarda le cause con un valore di riferimento: per fissare i compensi il giudice usa delle percentuali che non vengono aggiornate dal 2002. La seconda questione è quella delle cosiddette "vacazioni": sono i compensi orari, da tenere come riferimento quando la causa non ha un valore predeterminato. Al momento valgono 8,15 euro (sui quali pagare le tasse) ogni due ore. Il terzo tema è legato al tetto massimo del compensi: una legge del 1980, mai aggiornata, ha fissato il limite di un miliardo delle vecchie lire. Quel valore, al momento, è stato convertito in 516milia euro, anche per le cause con importi da diverse centinaia di milioni. Un vincolo che i professionisti contestano, dal momento che per le cause multimilionarie le partite Iva sono costrette a sopportare responsabilità e oneri proporzionati.
L'azione che il ministero sta preparando, dopo la sollecitazione della Rete delle professioni tecniche, metterà una pezza su tutti e tre questi problemi. Nei giorni scorsi il Guardasigilli Andrea Orlando ha dato rassicurazioni agli ordini sul fatto che i suoi tecnici stanno finalmente lavorando per scrivere un decreto che chiuda una polemica aperta da anni. La base sarà costituita proprio da un documento costituito dalla Rpt. Ma quello che ne verrà fuori, secondo indiscrezioni, non è destinato a chiudere le polemiche.
Soprattutto sulle vacazioni, infatti, le partite Iva sollecitano una radicale modifica del meccanismo attuale, ritoccando pesantemente le remunerazioni e, magari, collegandole a una serie di bonus, nel caso in cui il Ctu rispetti i tempi richiesti dal giudice. Insomma, una riforma vera e propria delle tariffe, più che una semplice operazione cosmetica. Il Governo, invece, è decisamente orientato verso la seconda ipotesi: aggiornare i vecchi compensi in base al costo della vita, senza fare innovazioni particolari a beneficio dei professionisti.
Quindi, ci sarà il ritocco del tetto massimo dei compensi e quello delle percentuali per le cause senza valore di riferimento. Mentre per le vacazioni, con la rivalutazione Istat, arriveranno solo pochi spiccioli. Il motivo di questa scelta è legato ai maggiori oneri che potrebbero derivare dalle nuove tariffe. Se i compensi dei consulenti nelle cause civili riguardano le parti, in quelle penali coinvolgono direttamente lo Stato, almeno in prima battuta. Un ritocco troppo generoso potrebbe essere interpretato, allora, come un regalo ai professionisti ai danni delle casse pubbliche. Difficilmente si andrà in quella direzione.
DM Parametri: ancora incertezze sulla definizione dei compensi dei progettisti
Ci sono ancora incertezze sulla definizione dei compensi dei progettisti da porre a base di gara. Dopo le segnalazioni degli Ordini territoriali, il Comitato paritetico composto da membri del Consiglio nazionale degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC) e Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI) ha fornito qualche chiarimento aggiuntivo.
Con un documento diffuso nei giorni scorsi, il Comitato paritetico ha ripreso i contenuti delle linee guida varate a marzo dall’Anac (Determina 4/2015) e ha fatto il punto della situazione sui compiti delle Stazioni Appaltanti, la classificazione dei servizi e i requisiti dei professionisti.
Stazioni Appaltanti e rispetto dei parametri.Secondo il comitato paritetico, le Stazioni appaltanti nei bandi devono sempre fare riferimento espresso al DM Parametri 143/2013 e riportare un quadro analitico delle prestazioni e dei relativi corrispettivi, in modo che i concorrenti formulino offerte congrue.
Le SA devono inoltre allegare al bando il metodo usato per determinare i compensi. In questo modo ci si accerta che non si producano valori superiori a quelli generati dalle vecchie tariffe. Per fare un confronto si può utilizzare il DM 4 aprile 2001.
In mancanza di riferimenti espliciti, per determinare il compenso si prendono in considerazione il tempo e l’impegno impiegato per lo svolgimento del servizio.
Compensi e servizi di urbanistica. Per quanto riguarda la determinazione dei corrispettivi per la stesura di un piano urbanistico generale, il comitato ha spiegato che applicando il Decreto Parametri si arriva a valori nettamente inferiori a quelli ottenuti seguendo le indicazioni date nel 1969 dal Ministero dei Lavori Pubblici. Secondo il Comitato, a creare difficoltà è l'applicazione del Pil per abitante per determinare il valore di riferimento nel calcolo del corrispettivo.
Per una questione di uniformità, si dovrebbe quindi fare riferimento al Pil medio nazionale e non a quello pro capite. L'uso del dato territoriale creerebbe infatti corrispettivi diversi a parità di prestazioni.
Classificazione dei servizi svolti. Il comitato ha spiegato che per le opere rientranti nelle categorie edilizia, strutture e viabilità, le attività svolte per opere analoghe possono comprovare il possesso dei requisiti solo se il loro grado di complessità è almeno pari a quello dei servizi da affidare.
Carla Cappiello, Ordine Ingegneri di Roma: taglio dei compensi Ctu un regalo alle banche, norma incostituzionale
Secondo la Presidente dell’Ordine degli ingegneri di Roma, la legge 132/2015, che introduce nuove misure in materia fallimentare e di esecuzione forzata, sarebbe fortemente a discapito dei Ctu: “Il compenso del professionista non dovrebbe essere vincolato e correlato ad una futura ed aleatoria cessione. In campo di esecuzione immobiliare e fallimentare molto spesso ci si trova di fronte a beni invenduti o venduti, dopo diversi anni, a cifre nettamente più basse rispetto a quelle stimate. In quest'ultimo caso, si affronterebbe un ulteriore paradosso: il tecnico dovrebbe restituire, a distanza di molto tempo, parte del compenso ricevuto come acconto”. Inoltre ha aggiunto: “A mio avviso questa normativa si presenta incostituzionale in termini di diritto e di rispetto al lavoro. Noi professionisti del settore dovremmo davvero fare rete, decidendo di non fornire più le nostre prestazioni, quasi in una forma di sciopero. Forse in questa maniera, ci si accorgerebbe del vero valore del nostro operato”.
Biennale Architettura: Simone Sfriso curatore Padiglione Italia
Sara' Simone Sfriso il curatore del Padiglione Italia alla 15esima Biennale di architettura di Venezia. Lo ha reso noto il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini che fa sapere che "la scelta è avvenuta a seguito di una procedura di selezione a cui sono state invitate a presentare un progetto espositivo dieci personalità di elevata competenza e professionalità del panorama dell'architettura nazionale. Sono pervenute proposte curatoriali di grande interesse e tutte molto attente alle più avanzate ricerche nell'ambito delle nuove frontiere del futuro urbano con un'attenzione particolare alle periferie. Il progetto presentato da Sfriso - sottolinea Franceschini - è in linea con il tema scelto dal curatore della mostra internazionale Alejandro Aravena che indaga la necessità di coniugare l'architettura con l'esigenza di una migliore qualità dell'ambiente edificato e quindi della vita delle persone. La proposta affronta inoltre con coraggio il tema della riqualificazione delle periferie urbane, luoghi finora trascurati e marginali in cui vive, lavora e sogna però la grande maggioranza dei cittadini delle nostre metropoli e che è al centro di una particolare attenzione da parte del governo che le vede come la grande sfida del secolo su cui investire con interventi di riqualificazione e innesti di architettura contemporanea. Ecco perchè è stato espressamente chiesto ai curatori di affrontare il tema delle periferie e dello sviluppo delle città, una scelta - ricorda il Ministro Franceschini - in continuità con l'azione del governo che con la recente riforma del Mibact ha creato una direzione generale ad hoc nel ministero e approvato norme che incentivano i comuni, anche economicamente, a trasferire molte iniziative culturali dai centri storici alle periferie urbane".
Università: ingegneri, si arresta fuga da atenei italiani
Si arresta la fuga dalle università italiane, in particolare per gli ingegneri. Dopo dieci anni consecutivi di calo, le immatricolazioni si sono stabilizzate. Infatti, se dal 2002-03 al 2012-13 la quota dei diplomati delle scuole superiori iscritti all'università è crollata dal 74,5% al 56,6%, nell'anno accademico 2013-14 il valore è risultato essere del 56,4%, dato molto vicino a quello dell'anno precedente. E' quanto emerge da una ricerca diffusa dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri.
Ippodromo, al via gara architetti per restyling
"Questo Premio è una vetrina per tutti quei professionisti che hanno voglia di dire la loro, per raccontare il proprio modo di fare progettazione, è per noi il pretesto per mettere in campo idee sulla riqualificazione degli spazi pubblici della città, per rimarcare le potenzialità degli architetti napoletani che spesso sono chiamati a lavorare all'estero, ma sono tenuti estranei a ciò che avviene qui". Così l'architetto Grazia Torre, presidente dell'associazione NapoliCreativa, nel presentare la sesta edizione del Premio La Convivialità urbana, da lei ideato e realizzato, in partenariato con l'Ordine degli Architetti Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori di Napoli e Provincia e la società Ippodromi Partenopei s.r.l., con il sostegno della Fondazione dell'Ordine degli Architetti di Napoli, dell'Ordine dei Commercialisti di Napoli, dell'Ordine degli Ingegneri di Napoli e con il patrocinio del Comune di Napoli, della Seconda Università Luigi Vanvitelli e dell'INARCH. "Stiamo gettando il seme affinché quella che ora appare come una sperimentazione, diventi una norma, perché i concorsi e soprattutto la loro trasparenza e la condivisione con il pubblico diventino una regola" conclude il presidente di NapoliCreativa. I gruppi concorrenti, preferibilmente multidisciplinari, dovranno presentare un'idea di progetto per la valorizzazione di una parte dell'Ippodromo di Agnano attraverso la risistemazione del parterre all'ingresso dell'Ippodromo, il restyling esterno della cortina formata dalle tre tribune, la ristrutturazione della sola tribuna laterale B per ospitare un ristorante panoramico sui campi da corsa e uno spazio dedicato alla musica da utilizzare come discoteca ma che potrà anche interagire con il resto della struttura in occasione dei concerti internazionali. I termini per le iscrizioni e la consegna degli elaborati sono stati prorogati al 1 ottobre 2015. I progetti saranno, poi, esposti presso il roof garden dell'Ippodromo dal 2 al 9 ottobre 2015. Il progetto vincitore sarà il risultato del voto della giuria tecnica e di quella popolare. Il pubblico potrà votare tutti i giorni: dal lunedì al venerdì (dalle ore 16:00 alle ore 21:00) e il sabato e la domenica (dalle ore 10 alle ore 21). Il primo gruppo classificato vincerà 2.500 euro, 1.500 euro andranno al secondo classificato, 500,00 euro al terzo. Prevista menzione per il premio web. Il dibattito sull'architettura partecipata, inoltre, sarà alimentato anche da una serie di convegni e talk sulle start up, sul design, sul brand identity, sul verde verticale e quello spontaneo. In programma anche un concerto dell'Orchestra sinfonica dei Quartieri Spagnoli e una mostra dei lavori del Laboratorio di Progettazione degli Spazi per l'Abitare della Sun, diretto dal professor Lorenzo Capobianco. "Con questo Premio l'Ordine degli architetti di Napoli conferma ancora una volta la vicinanza e il sostegno al lavoro dei professionisti e alle iniziative di riqualificazione dell'architettura partenopea" afferma Salvatore Visone, presidente dell'Ordine degli Architetti PPC di Napoli mentre per Riccardo Izzo (Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli) "l'istituzione di gruppi multidisciplinari delinea uno scenario che sarà sempre più presente in futuro, ovvero l'aggregazione di diverse categorie professionali per la realizzazione di progetti concreti".
Edilizia: scade 22 settembre termine per 'Premio Riuso 04'
Restano confermati per il prossimo 22 settembre i termini di scadenza della quarta edizione del Premio 'Ri.U.So.04' bandito dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori e promosso insieme a Saie, Salone internazionale dell'innovazione edilizia, Ance - Associazione nazionale costruttori edili - e Legambiente.
Al di là del fine di selezionare i migliori progetti e le realizzazioni più innovative nel campo della rigenerazione urbana sostenibile, il Premio intende riaffermare come le politiche di rigenerazione urbana sostenibile rappresentino sempre di più un'occasione di eccellenza per stimolare concretamente la riqualificazione architettonica, ambientale, energetica e sociale delle città italiane e, quindi, consentire ai cittadini una migliore qualità dell'habitat; un'occasione, inoltre, in questo momento di crisi, per tentare di far ripartire l'edilizia e agganciare, quindi, lo sviluppo.
60° Congresso Nazionale degli ingegneri
Il Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, giunto alla sua 60° edizione, si svolgerà nella storica cornice del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia dal 30 settembre al 2 ottobre.
Una tre giorni di scambio e confronto tra professionisti dei vari ordini durante i quali si affronteranno temi di grande rilievo offrendo alla categoria e al sistema ordinistico un’importante occasione di riflessione.
FISCO
Riforma delle sanzioni amministrative
È stato esaminato per la seconda volta dal Consiglio dei Ministri il Decreto legislativo relativo alla riforma delle sanzioni amministrative, che è tornato alle Camera per il parere definitivo.
L’intervento di modifica più radicale operata dalla nuova versione del decreto è in materia di reverse charge. In quest’ambito la sanzione in misura proporzionale (dal 90 al 180% dell’imposta) rimane in vigore solo per le ipotesi di violazioni più gravi, in cui l’omissione o il ritardo generano pregiudizio per gli interessi erariali.
In altri termini l’irrogazione della sanzione proporzionale rimane esclusivamente nei casi in cui il puntuale adempimento degli obblighi connessi al meccanismo dell’inversione contabile avrebbero generato in capo al cessionario o al committente una posizione di debito ai fini iva. Tale situazione si verifica qualora chi riceve il documento non risulti legittimato, per questioni di carattere soggettivo o oggettivo, a computare in detrazione l’iva a credito.
Al contrario passano a sanzione fissa (minimo di 250 euro e massimo di 10mila euro) tutte le ipotesi in cui l’iva è stata erroneamente addebitata e versata dal cedente/prestatore in luogo dell’applicazione del reverse charge.
CNA, split payment drena liquidità vitale per imprese
''Purtroppo lo Split Payment sta funzionando alla perfezione, con i numeri del Mef che confermano un maxi drenaggio di liquidità vitale per le imprese, visto che in sette mesi sono stati sottratti oltre 2.553 milioni''. Lo dichiara Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, nel precisare che tra gennaio e luglio le entrate Iva derivanti dallo Split Payment hanno permesso una crescita delle entrate Iva di 1.450 milioni.
Secondo Silvestrini, ''abbiamo a portata di mano l'occasione per eliminare questo errore, se, come ha annunciato il ministro Padoan, la Legge di Stabilità permetterà di abbassare le tasse sulle imprese e sul lavoro, potra' essere l'occasione giusta anche per abolire lo Split Payment''.
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