Sintesi di monitoraggio legislativo 29 agosto - 16 settembre 2016
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
LAVORI PUBBLICI & EDILIZIA
- IL NUOVO CODICE APPALTI
In GU il DPR sulla Cabina di regia per l’attuazione del codice appalti
Il 31 agosto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Presidente recante composizione e modalità di funzionamento della Cabina di regia che ha il compito di monitorare l’attuazione del nuovo codice appalti al fine di predisporre il decreto correttivo.
Proposte di Linee guida per il ricorso a procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando nel caso di forniture e servizi ritenuti infungibili
Il 14 settembre ANAC ha pubblicato le proposte di Linee guida per il ricorso a procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando nel caso di forniture e servizi ritenuti infungibili.
Prima dell’approvazione del documento definitivo, l’Autorità vuole acquisire il parere del Consiglio di Stato, della Commissione VIII - Lavori pubblici, comunicazioni del Senato della Repubblica e della Commissione VIII - Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati.
Al link di seguito sono disponibili il testo e la relazione illustrativa:
Linee guida ANAC sugli appalti sottosoglia: il Consiglio di Stato le derubrica come «non vincolanti» per le Pa
Il testo del parere del Consiglio di Stato è disponibile qui.
Aperto con Consip e Ance il ciclo di audizioni sull'attuazione del nuovo codice
Le Commissioni riunite lavori pubblici della Camera e del Senato hanno avviato una indagine conoscitiva sullo stato di attuazione e sulle ipotesi di modifica della nuova disciplina sui contratti pubblici.
L'indagine conoscitiva intende monitorare l'attuazione della nuova normativa, anche al fine di verificare eventuali criticità che richiedessero aggiustamenti o miglioramenti.
Nella seduta del 7 settembre sono stati ascoltati i rappresentanti di Consip e dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE).
Di seguito i principali temi su cui si è concentrata l’ANCE.
Qualificazione delle imprese
L'Ance incassa l'apertura del Parlamento su una delle richieste principali delle imprese. Rivedere al rialzo il periodo di riferimento per documentare il possesso dei requisiti di fatturato ai fini della certificazione Soa nelle varie categorie di lavori. Con il vecchio sistema le imprese potevano pescare i migliori cinque anni tra gli ultimi dieci. Metodo che consentiva di tagliare fuori gli anni più penalizzati dalla crisi che dal 2009 in poi ha falcidiato il settore dei contratti pubblici. Il nuovo codice ha abbassato da 10 a cinque anni il periodo di riferimento. Con la conseguenza di mettere a rischio la sopravvivenza di migliaia di piccole imprese. «È giusto intervenire su questo punto», ha detto Raffaella Mariani (Pd) relatrice alla Camera sulla legge delega che ha dato il la all'adozione del codice, aprendo alle modifiche. Disponibilità, anche dai Cinque Stelle, è arrivata anche sull'estensione da tre a cinque anni del periodo di riferimento per documentare il possesso dei requisiti necessari per partecipare agli appalti di importo superiore a 20 milioni di euro.
Subappalto
Anche sul subappalto, dove i costruttori segnalano diverse criticità applicative (dall'obbligo di indicazione di una terna di imprese con l'offerta alla facoltà per le stazioni appaltanti di decidere caso per caso se consentire o meno i subaffidamenti), sono arrivati segnali di apertura. In particolare su due punti. Chiarire che va sempre consentita alle imprese la possibilità di affidare in subappalto una quota (ora fissata al 30%) dei lavori e ripristinare il cosiddetto "premio di coordinamento", in base al quale l'impresa titolare del contratto principale poteva usare ai fini della propria qualificazione anche una quota dei lavori affidati in subappalto.
Appalto integrato e tetto al Pf
Nessuno spiraglio invece rispetto alle richieste sull'appalto integrato e sull'innalzamento dal 30 al 50% della quota di contributo pubblico sulle operazioni di partenariato pubblico privato. Sull'appalto integrato la richiesta dell'Ance era di consentire alle stazioni appaltanti di smaltire, mandandoli in gara, i progetti definitivi già approvati al momento dell'entrata in vigore del nuovo codice. «La priorità, una cosa da fare anche domani mattina - ha detto il vicepresidente Edoardo Bianchi - , è che le stazioni appaltanti pubblichino tutte le gare fino a 1 milione perché il nuovo Codice Appalti semplifica queste procedure, non le complica e non servono provvedimenti attuativi». «Non si faccia un passo indietro sul massimo ribasso e sul progetto esecutivo: abbiamo imboccato una strada, dobbiamo andare fino infondo, l'Ance è completamente d'accordo su questo aspetto», ha concluso.
Per aggirare il divieto di appalto integrato alcune amministrazioni hanno cominciato a pubblicare i bandi di gara su progetto definitivo con la formula del general contractor.
In Gazzetta Ufficiale il nuovo regolamento sul rating di legalità
Il ruolo di Anac nel sistema del rating di legalità si rafforza di molto. E' questo il cambiamento più importante che viene introdotto con le ultime modifiche al regolamento attuativo del sistema di valutazione a stellette gestito dall'Antitrust, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 12 settembre.
L'Autorità di Raffaele Cantone, anche in vista del nuovo rating di impresa, avrà un peso maggiore in fase di emissione della valutazione del garante della concorrenza. Le società oggetto di sanzioni da parte dell'Anticorruzione avranno un rating peggiore. Inoltre, l'Anac vigilerà sull'iscrizione delle imprese nel suo casellario informatico.
Come nel precedente testo del regolamento, il rating continuerà a funzionare su base volontaria: le imprese interessate a comparire nell'albo – presente su una sezione dedicata del sito internet dell'Authority - dovranno presentare domanda all'Antitrust dichiarando il possesso di alcuni requisiti minimi, come la sede operativa in Italia, un fatturato minimo di due milioni di euro nell'ultimo esercizio, l'iscrizione, alla data di richiesta della valutazione, nel registro delle imprese da almeno due anni. Ancora, bisognerà attestare l'assenza di misure di prevenzione personale o patrimoniale, l'assenza di condanne su particolari reati o di interventi da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. All'esito della valutazione otterranno un punteggio massimo di tre stelle.
Una novità importante riguarda l'ingresso dell'Anac nel perimetro di riferimento del rating. Una mossa che, in qualche modo, anticipa la maggiore integrazione che ci sarà nei prossimi anni, anche in vista dell'arrivo del rating di impresa, nel quadro del nuovo Codice appalti. L'impresa, allora, dovrà dichiarare di non essere destinataria di sanzioni dell'Autorità anticorruzione in materia di contratti pubblici. L'Anac, inoltre, collaborerà fattivamente alla composizione dei rating, andando a verificare la sussistenza di annotazioni nel casellario informatico. Spiega, infatti, la delibera: l'Anac collabora con l'Autorità "per la rilevazione di comportamenti aziendali meritevoli di valutazione al fine dell'attribuzione del rating". L'Authority, inoltre, farà parte della commissione consultiva alla quale saranno trasmesse tutte le richieste di attribuzione della valutazione.
Per il resto, viene introdotta una limitazione importante per le società sottoposte al controllo di fatto o di diritto di una società straniera. Nel caso in cui, "in virtù della legislazione dello Stato" nel quale queste società hanno sede non fosse possibile identificare i soggetti che detengono le quote di proprietà di quell'azienda, il rating non potrà essere rilasciato. Sempre che la società che ha presentato domanda non sia in grado di fornire informazioni sulla sua proprietà.
- IL SISMA E LE PROPOSTE PER LA RICOSTRUZIONE
Il cdm dichiara lo stato d’emergenza per il sisma nel centro Italia
Il 25 agosto si è riunito il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato d’emergenza per i territori colpiti dal sisma del centro Italia e stanziato i primi 50 milioni di euro che sono destinati agli interventi di immediata necessità che verranno coordinati dalla Protezione civile.
Nel corso della conferenza stampa successiva alla riunione del Consiglio dei Ministri, il Presidente Renzi ha annunciato il progetto “Casa Italia”: ricostruzione in tempi certi, tutelando l’identità dei borghi storici colpiti e promuovendo la cultura della prevenzione.
Il Presidente del Consiglio ha assicurato che per la ricostruzione non si seguirà il modello delle New Town, evidenziato che “è difficile pensare di controllare la natura, però l’Italia deve avere una visione che non sia solo emergenziale”. Il progetto “Casa Italia” propone di affermare la cultura della prevenzione e della messa in sicurezza.
“Dobbiamo fare un'operazione per cui i lavori procedano spediti - ha aggiunto - A L'Aquila c'è stato un blocco e oggi ci sono 93 gru, cioè 93 cantieri aperti, tutto è ripartito nel 2014, i soldi ci sono e vanno spesi col controllo delle autorità per evitare atteggiamenti di sciacallaggio”.
Sulla ricostruzione vigilerà l'Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) per garantire trasparenza e velocità.
L’indagine conoscitiva sulle politiche di prevenzione antisismica e sui modelli di ricostruzione
Giovedì 15 settembre la Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera ha deliberato l’avvio di un’indagine conoscitiva sulle politiche di prevenzione antisismica e sui modelli di ricostruzione a seguito di eventi sismici, che dovrà concludersi entro marzo 2017.
Scopo dell’indagine è la valutazione in ordine alla fattibilità e all'opportunità di una sinergia delle misure di prevenzione in chiave antisismica con gli strumenti esistenti e operativi in materia di difesa del suolo, rigenerazione urbana, nonché di riqualificazione edilizia ed energetica in una logica integrata, finalizzata a fronteggiare le problematiche del territorio nel suo complesso. Infine, l'indagine intende approfondire la tematica della ricostruzione a seguito degli eventi sismici, anche in considerazione della peculiarità del territorio italiano sotto il profilo paesaggistico, storico e culturale.
Subito dopo la Commissione ha audito il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.
Qui è disponibile il testo dell'intervento del Ministro.
L’intervento del Presidente Realacci
Non abbandona l’idea del fascicolo di fabbricato il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci.
Nel suo intervento introduttivo Realacci ha lamentato che “il fascicolo di fabbricato da troppo tempo è lettera morta”. Dopo le richieste di renderlo obbligatorio, avanzate subito dopo il sisma del Centro Italia, si stanno facendo infatti di nuovo delle considerazioni sul peso economico che la redazione di questo documento potrebbe avere sulle famiglie.
“Una proposta – ha ipotizzato Realacci - potrebbe essere quello di inserire le spese per la compilazione del fascicolo di fabbricato nel bonus 50% sulle ristrutturazioni”.
“Dentro il credito di imposta del 50% - ha sottolineato Realacci – c’è di tutto e non si capisce perché non si possano inserire i pagamenti a dei professionisti che aiutano a capire le condizioni dell’edificio”.
Programma
Le reazioni dei professionisti al piano Casa Italia del Governo
Sul piano Casa Italia per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma "l'idea del governo e' di un intervento a larghissimo spettro, dalle periferie ai centri storici, come rete delle professioni ci siamo concentrati soprattutto sulle tecniche di prevenzione del rischio sismico che e' un aspetto per noi prioritario". A dirlo e' Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, a termine del secondo giro di tavolo delle consultazioni sul piano Casa Italia a Palazzo Chigi. Il Consiglio degli ingegneri ha presentato un documento che si articola in proposte che vanno "dalla semplificazione normativa alla possibilita' di finanziamenti, ma anche di imposizione di un obbligo di adeguamento nel tempo dei fabbricati", ha aggiunto Zambrano, sottolineando anche "la necessita' di un'assoluta conoscenza di quelle che sono le situazioni di pericolosita' dal punto di vista sismico avviando un percorso che porta al fascicolo del fabbricato". Il pacchetto di proposte "presuppone una capacita' d'intervento da parte del governo molto forte, perche' la normativa e' diffusa tra competenze regionali e statali", ha continuato Zambrano specificando che di cifre non se n'e' ancora parlato, "non sappiamo bene quali sono le risorse che il governo vuole mettere in campo, il nostro documento prevede una serie di step e costi da spendere in un arco di tempo di almeno 30 anni se si vuole mettere in sicurezza l'intero territorio edilizio", ha concluso il presidente del consiglio nazionale degli ingegneri.
“Vivo apprezzamento per l’apertura del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, verso una strategia di ampio respiro per il futuro delle città che ponga l’uomo al suo centro. Importante, poi, che per la prima volta si sia parlato di finanziamenti sui progetti accorpando le risorse che per raggiungere gli obiettivi non dovranno più essere frazionate e quindi disperse. Positivo che si stia anche immaginando un nuovo modello di “rigenerazione” – così come da anni sostengono gli architetti italiani - che avvii la realizzazione della “città del futuro” ricostruendo un’immagine unitaria di contesti urbani oggi invece sempre più privi di identità”.
Così Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori in occasione della riunione su Casa Italia a Palazzo Chigi.
“La ricostruzione nelle aree colpite dal sisma del 23 agosto che ha interessato centri medio-piccoli – ha detto ancora - deve consentire di avviare un modello di riqualificazione che punti alla sicurezza, alla qualità architettonica e ad un “modello Paese” che tenga conto dell’innovazione digitale, delle nuove tecnologie, dell’energy technology. Quindi non solo ricostruire case in sicurezza - perciò non “come’erano, dov’erano” ma “dov’erano meglio di com’erano” - ma rilanciare progetti di abitati che coniughino passato e futuro, avviando una sperimentazione di piccoli e medi centri tecnologicamente avanzati. Dunque, una ricostruzione per il futuro e non per il passato tenendo presente quanto viene realizzato in molte città europee nelle quali la priorità è progettare il futuro”.
“Vi è poi il tema ben più vasto - e strutturale - della messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano. Recenti dati del Cresme ricordano che le persone residenti nelle zone a rischio sismico 1 e 2 sono più di 22 milioni, 9 milioni di famiglie. In queste zone si trovano 5 milioni di edifici residenziali e 1 non residenziale. Le abitazioni sono oltre 10 milioni, pari a circa 1 miliardo di m2. Tra il 70 e l’80% di questi edifici è stato realizzato senza requisiti antisismici, quindi si tratta di intervenire su 4-5 milioni di edifici. Ipotizzando una spesa di 300 euro a m2 , per una seria e completa messa in sicurezza servono 300 miliardi di euro”, ha detto ancora Cappochin.
“Si tratta di un piano almeno ventennale che tocca diverse tipologie di insediamenti. Non bisognerà pensare al singolo edificio ma agli edifici nel loro contesto e nel loro complesso essendo interessate grandi città, ma anche piccoli e medi centri. Visto le ingentissime risorse necessarie - altre stime, come la Rete delle Professioni Tecniche che parlano di 100 miliardi - non si potrà che operare attraverso incentivi modulari a seconda del diverso livello di anti-sismicità (65%, 70%, 80% e restando aperto il nodo della relativa certificazione) che verrà messo in atto”.
“Questa potrebbe essere l’occasione - ha proseguito - per far compiere al settore delle costruzioni un salto in avanti verso l’innovazione: non solo sicurezza ma anche risparmio energetico e smart building (innovazione) attraverso politiche che indirizzino e accompagnino verso questi obiettivi. Potrebbe essere l’occasione di una nuova politica urbanistica fatta di rigenerazione urbana sostenibile e di contenimento di consumo del suolo con città sicure e inclusive, con bassa produzione di CO2 e forti interconnessioni sul modello delle più avanzate esperienze europee.”
“Siamo nel pieno di una rivoluzione economica, sociale e tecnologica; l’avvio di una così importante azione sul territorio costruito mirata alla sicurezza deve poter deve alzare l’obiettivo e le ambizioni: non solo sicurezza ma anche innovazione”, ha concluso il Presidente degli architetti italiani.
Guida alla nuova conferenza di servizi
È on line la "Guida alla nuova conferenza di servizi", realizzata dal Dipartimento della funzione pubblica per sostenere l'attuazione della Riforma della Pubblica amministrazione, nell'ambito delle attività previste dall'Agenda per la semplificazione.
Cosa cambia per cittadini e imprese
PROFESSIONISTI
Jobs act autonomi
La Commissione Lavoro del Senato ha concluso l’esame del provvedimento, che è approdato in aula. Lunedì 12 settembre è scaduto il termine per la presentazione di emendamenti: ne sono arrivati circa 160 che saranno esaminati e, gli ammissibili votati, non appena il disegno di legge sarà calendarizzato per l’esame in assemblea.
Decreto del MIUR diminuisce posti per laurea in architettura
Il 2 settembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto recante programmazione dei posti disponibili per l'accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico direttamente finalizzati alla professione di architetto a.a. 2016/2017 (qui il testo).
I posti disponibili sono 6991, ripartiti fra le Università secondo la tabella allegata al decreto.
Rispetto allo scorso anno, il MIUR ha ridotto il numero dei posti disponibili: si è infatti passati dai 7802 ai 6991, con una riduzione, quindi, di 811 posti.
Circolare Inps: anche gli studi professionali con più di cinque dipendenti sono tenuti a iscriversi al Fondo di integrazione salariale (Fis)
Anche gli studi professionali possono beneficiare dei nuovi ammortizzatori sociali. Lo ha chiarito l'Inps nella circolare n. 176 del 9 settembre 2016, che illustra la disciplina del Fondo di integrazione salariale (FIS) di cui al D.I. n 94343/2016 di adeguamento del Fondo di solidarietà residuale alle disposizioni del D.lgs n. 148/2015.
Una serie di interventi normativi, infatti, hanno comportato un ampliamento della platea dei beneficiari delle tutele offerte dal Fondo di integrazione salariale, fino a ricomprenderne nel campo di applicazione tutti i datori di lavoro – anche non organizzati in forma di impresa – che occupano mediamente più di cinque dipendenti, che non rientrano nel campo di applicazione della cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria e che appartengono a settori nell’ambito dei quali non sono stati stipulati accordi volti all’attivazione di un Fondo di solidarietà bilaterale di cui all’art. 26, ovvero a un Fondo di solidarietà bilaterale alternativo di cui all’art. 27 (art. 2, c. 1, D.I. n. 94343/2016).
Per maggiori informazioni: http://www.casaeclima.com/ar_28449__nuovi-ammortizzatori-sociali-per-professionisti-circolare-inps.html
Qui è disponibile il testo della circolare INPS.
FISCO
Martedì 6 settembre è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto in materia di trasmissione telematica delle operazioni IVA.
Dagli studi di settore agli indicatori di compliance. E(ri)voluzione dello Strumento. Le innovazioni metodologiche
In linea con i principi della riforma fiscale del MEF, SOSE – Soluzioni per il Sistema Economico S.p.A in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate, ha presentato una serie di proposte di innovazione metodologica a seguito delle attività di sperimentazione iniziate nei mesi scorsi.
Il nuovo strumento sarà costruito sulla base di una metodologia statistico-economica innovativa che fornirà come risultato un indice sintetico (su scala da 1-10) e che valuterà il grado di affidabilità/compliance del contribuente attraverso la sintesi di un sistema di indicatori significativi.
Oggi, lo studio di settore valuta un ricavo presunto, il cui scostamento dal dichiarato potrebbe essere oggetto di accertamento presuntivo, domani, invece, un livello sufficientemente alto di affidabilità/compliance potrà garantire l'accesso alla premialità.
L'indice di affidabilità/compliance verrà costruito sulla base di una metodologia statistico-economica innovativa.
Qui sono disponibili le slide esplicative.
Per maggiori dettagli:
https://www.sose.it/-/dagli-studi-di-settore-agli-indicatori-di-compliance
http://www.fiscooggi.it/attualita/articolo/studi-settore-ciao-futuroe-negli-indicatori-compliance
Entrate a caccia dell'Irap non versata dagli studi associati: ecco come muoversi
Dopo le pronunce delle Sezioni Unite che escludono l’esonero dall’Irap, numerosi sono gli avvisi che l’Agenzia delle Entrate sta emettendo nei confronti degli studi associati per pretenderne il pagamento dal 2011 e per gli altri anni di imposta ancora accertabili.
Si ricorda, infatti, che con le recenti sentenze a Sezioni Unite n. 7291/2016 e n. 7371/2016, la Corte di Cassazione, basandosi sul dato letterale della norma e ribaltando un precedente orientamento, ha affermato che le associazioni professionali, gli studi associati e le società semplici esercenti attività di lavoro autonomo sono sempre soggetti ad Irap, indipendentemente dalla struttura organizzativa della quale si avvalgono per l’esercizio dell’attività.
Così, richiamando nelle motivazioni dell’atto impositivo il ragionamento dei giudici di legittimità, l’Agenzia delle Entrate determina il valore della produzione netta degli studi associati, accertando di conseguenza l’Irap dovuta, i relativi interessi e le sanzioni per infedele dichiarazione (pari al 90% dell’imposta dovuta).
Ovviamente, la questione è assai rilevante giacché numerosi sono quegli studi associati che, in assenza di un’autonoma organizzazione di strutture e mezzi e di redditi derivanti dal solo lavoro professionale, non hanno versato l’Irap in forza del precedente orientamento giurisprudenziale di legittimità. In tal caso, diverse possono essere le strategie difensive che si possono approntare, anche se tutte in salita.
È, infatti, possibile presentare innanzitutto un’istanza di accertamento con adesione per tentare di ottenere una rideterminazione più bassa del valore della produzione da assoggettare ad Irap. In tal caso, attraverso una memoria, occorrerà dimostrare che lo studio associato non ha sostenuto alcun costo per il personale dipendente e che il reddito conseguito e dichiarato è derivato esclusivamente dall’attività professionale svolta dai singoli professionisti e non dalla struttura (immobili, mobili, macchinari, ecc.).
Qualora l’adesione non vada a buon fine, rimarrebbe comunque la possibilità di impugnare l’atto impositivo al fine di non renderlo definitivo nel caso di un eventuale ripensamento da parte dei giudici di legittimità.
In tal caso, occorrerà contestare, in diritto, l’erroneità dell’accertamento, da un lato evidenziando che lo svolgimento di attività professionale in forma associata rappresenta una mera presunzione dell’esistenza di un’autonoma organizzazione e, dall’altro richiamando la prevalente giurisprudenza di legittimità che ammette comunque la possibilità in capo al contribuente di fornire la prova contraria. Anche nel caso di esercizio dell’attività in forma associata, vi è, infatti, esclusione da Irap se il reddito dichiarato deriva esclusivamente dal lavoro professionale svolto dai singoli associati e non è stato potenziato e derivato dalla struttura (tra le altre, Corte Cassazione, sentenze n. 1662/2015, n. 4578/2015 e n. 27007/2014). Nel merito, invece, occorrerà dimostrare la carenza del requisito dell’autonoma organizzazione. In particolare, anche attraverso la presentazione di bilanci, occorrerà dimostrare che lo studio associato non ha sostenuto alcun costo per il personale dipendente e che il reddito è stato conseguito esclusivamente con l’esercizio dell’attività dei singoli professionisti. A tal fine, potrebbe essere utile far rilevare ad esempio che tra i componenti positivi del reddito dello studio sono stati conteggiati esclusivamente i compensi derivanti da incarichi di componenti del collegio sindacale e/o dallo svolgimento di altre attività strettamente personali e basate su mandati fiduciari.
Infine, in via meramente subordinata potrebbe comunque essere opportuno chiedere, in sede di ricorso, la disapplicazione delle sanzioni per obiettive condizioni di incertezza della norma ai sensi dell’articolo 6 del D. Lgs. n. 472/1997.
(Edilizia e territorio – Il Sole 24 Ore)