SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO 25 MAGGIO/8 GIUGNO 2018
Ottenuta la fiducia dal Parlamento, il Governo Conte può iniziare ad operare sulla base del “contratto” stilato dalle due forze di maggioranza, M5S e Lega. Di seguito, alcuni passaggi del discorso del Presidente del Consiglio alle Camere per ottenere la fiducia.
Conte: «Semplificare il Codice per far ripartire gli appalti pubblici. Infrastrutture? Fateci studiare»
Appalti pubblici come possibile leva per la crescita, ma per superare la stasi degli ultimi anni va riformato e semplificato il Codice appalti, e vanno sburocratizzate le procedure.
Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nelle dichiarazioni programmatiche per la fiducia al Senato, martedì 5 giugno. Conte ha poi parlato di rafforzamento della lotta alla corruzione, e dei poteri dell'Anac sui pareri di pre-contenzioso. Nessun cenno invece alle infrastrutture, neanche di indirizzo generale, e nella replica una richiesta di «tempo per studiare i dossier aperti sulle specifiche infrastrutture».
Di seguito i passaggi di maggior rilievo sui temi di interesse.
Appalti pubblici e codice
«Saremo molto attenti - ha detto Conte - al tema della semplificazione, della deburocratizzazione, della digitalizzazione. Un solo cenno qui, che vi riassumo: dobbiamo ridare slancio agli appalti pubblici, che sono e possono diventare una leva fondamentale della politica economica del Paese. Negli ultimi anni c'è una stasi totale, determinata per buona parte anche dalle incertezze interpretative e da talune rigidità, purtroppo collegate anche al nuovo codice dei contratti pubblici. Noi vogliamo la legalità, ma dobbiamo superare il formalismo fine a se stesso che ancora domina questa disciplina, poiché la forma non può essere scambiata per legalità. Troppo spesso - chi ne ha esperienza lo sa - gare formalmente perfette nascondono corruzione e non impediscono la cattiva esecuzione. Dobbiamo assicurare il rispetto rigoroso dei tempi di consegna delle opere ma anche la qualità dei lavori e delle forniture e l'efficienza dei servizi».
Ambiente
«In materia di ambiente, l'azione di Governo sarà costantemente incentrata sulla tutela dell'ambiente, sulla sicurezza idrogeologica del nostro territorio e sullo sviluppo dell'economia circolare. Con le nostre scelte politiche ci adopereremo per anticipare i processi - peraltro già in atto - di decarbonizzazione del nostro sistema produttivo. Non vogliamo assistere passivamente all'evolversi della realtà che ci circonda, magari assecondando gli interessi particolari di singoli attori economici. Ci impegniamo a governare questi processi aperti all'innovazione tecnologica nel segno dello sviluppo al servizio dell'uomo».
Anti-corruzione
«Rafforzeremo le strategie di contrasto della corruzione e dei poteri criminali. Contrasteremo la corruzione che si insinua in tutti gli interstizi delle attività pubbliche, altera la parità di condizioni tra gli imprenditori, degrada il prestigio delle pubbliche funzioni. Aumenteremo le pene per i reati contro la pubblica amministrazione con l'introduzione del Daspo per i corrotti e corruttori. Rafforzeremo l'azione degli agenti sotto copertura in linea con la convenzione di Merida. Saranno maggiormente tutelati coloro che dal proprio luogo di lavoro denunceranno i comportamenti criminosi che si compiono all'interno dei propri uffici. Contrasteremo con ogni mezzo le mafie, aggredendo le loro finanze, le loro economie».
Infrastrutture
Nessun riferimento di Conte alle infrastrutture nel discorso iniziale. Molti senatori di opposizione glielo fanno notare. Lui replica così: «L'economia cresce con gli investimenti produttivi e le infrastrutture, ne siamo convinti. Ma ci è sembrato inopportuno nel contratto di governo fare un elenco di specifiche opere. Lasciateci il tempo di studiare i dossier aperti e decidere quali opere realizzare».
«Abbiamo dato alta attenzione, lo avrete notato, agli appalti pubblici, se non riusciremo a sburocratizzare le procedure non riusciremo ad andare da nessuna parte. È inutile parlare di infrastrutture se non abbiamo sbloccato i tempi di realizzazione delle opere».
Il Presidente del Consiglio ha parlato di appalti anche nel dibattito a Montecitorio, per ottenere la fiducia della Camera.
«Si è parlato anche molto di infrastrutture. Veniamo contestati perché si dice questo Governo non si è dimostrato affatto sensibile alle infrastrutture, anzi sarebbe contrario alle infrastrutture. Noi abbiamo detto un'altra cosa e la rivendichiamo: vogliamo operare una valutazione costi-benefici per le infrastrutture. Pensiamo, anzi, che le infrastrutture e gli investimenti produttivi siano un passaggio fondamentale nella politica di crescita, che vogliamo sollecitare e favorire per questo nostro Paese, quindi sicuramente non ci sottrarremo agli investimenti nelle infrastrutture. Io sono del sud. Ricorderete in Puglia che cosa è successo nel trasporto regionale, la tragedia che è accorsa tempi orsono. Quindi, pensare che ci sia un binario, su cui poi si sono scontrati dei treni, e non ci sia nel sud un'adeguata rete ferroviaria, è una cosa che non mi lascia assolutamente indifferente».
«Ancora, dal punto di vista operativo, siamo anche abbastanza avanti, nel senso che non siamo qui a declinare in dettaglio alcune iniziative, però ieri ho anticipato che, anche se non è nel contratto di Governo, perché non abbiamo ritenuto di inserirlo, il problema delle infrastrutture non significa lanciare lo slogan e dire "sì, siamo favorevoli per le infrastrutture". Oggi - ho sottolineato - in Italia gli appalti non partono. Abbiamo un codice degli appalti pubblici che da due anni, in pratica, non viene applicato».
«E lo dico io, che sono un giurista, e lo dico io, che sono perfettamente sensibile alla cultura della legalità, ma cultura della legalità non significa che non si fanno le cose, in Italia ; cultura della legalità significa che si devono fare bene e, per farle bene, dobbiamo prendere anche atto che, innanzitutto, in questo momento, gli amministratori e le pubbliche amministrazioni non sono nella condizione di poter serenamente operare, da un lato, schiacciate dalla prospettiva di una responsabilità erariale, dall'altro, schiacciate dalla prospettiva di una responsabilità penale. Oggi come oggi, chi sta fermo, lo ripeto, chi sta fermo viene avvantaggiato e, allora, si preferisce non avventurarsi nella gestione di procedure di gara, che, evidentemente, espongono a rischi, a insidie che non riescono ad essere gestite e, quindi, a responsabilità».
«Ho lanciato, ieri, l'idea - e la ribadisco - che cercheremo d i valutare bene il ruolo dell'ANAC, che non va depotenziato, evidentemente, ma, sicuramente, in questo momento, non abbiamo dall'ANAC quei risultati che ci attendevamo; forse avevamo investito troppo; possiamo valorizzare l'ANAC, ma in una funzione e anche in una prospettiva diverse, di prevenzione; per esempio, per quanto riguarda il precontenzioso che attualmente è davanti all'ANAC, che giace davanti all'ANAC, possiamo rafforzare questa fase, in modo da avere una sorta di certificazione anticipata per i funzionari, per gli amministratori pubblici, onde poter procedere, poi, alle gare più speditamente».
ANAC: rassegna ragionata massime di precontenzioso in tema di avvalimento e soccorso istruttorio
L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha pubblicato una Rassegna ragionata delle massime di precontenzioso in tema di avvalimento e soccorso istruttorio. La rassegna offre una rappresentazione del percorso interpretativo della disciplina in materia di soccorso istruttorio e avvalimento compiuto dall’Autorità attraverso i pareri di precontenzioso emessi nel corso del 2017.
Le massime dei pareri resi sui due istituti, corredate da sintetiche indicazioni relative alla disciplina di riferimento e, se del caso, alla posizione della giurisprudenza amministrativa, sono state commentate e riunite in un testo unitario, suddiviso in capitoli, al fine di orientare l’esercizio dell’azione amministrativa.
Pubblicate in GU le linee guida sull’offerta economicamente più vantaggiosa
Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le linee guida n.2 sull’offerta economicamente più vantaggiosa, attuative del Codice Appalti (D.lgs 50/2016). Qui il testo.
L’aggiudicazione con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa è obbligatoria per:
- i concorsi di progettazione di importo pari o superiore a 40mila euro;
- i concorsi di idee;
- i lavori di importo superiore a 2 milioni di euro;
- i lavori di importo inferiore a 2 milioni di euro messi in gara sulla base del progetto preliminare o definitivo.
Alla componente economica dell’offerta può essere attribuito un peso massimo del 30%.
In determinati casi la Stazione Appaltante può scegliere con una certa discrezionalità quale criterio di aggiudicazione utilizzare. Si può continuare ad usare il criterio del minor prezzo per:
- i lavori di importo fino a 2 milioni di euro, quando l’affidamento avviene con procedure ordinarie sulla base del progetto esecutivo;
- i servizi e le forniture con caratteristiche standardizzate o le cui condizioni sono definite dal mercato;
- i servizi e le forniture fino a 40mila euro o per i servizi e le forniture fino alle soglie comunitarie solo se caratterizzati da elevata ripetitività;
- i lavori nel settore dei beni culturali.
Una volta definite le regole per l’aggiudicazione delle gare, l’Anticorruzione con le linee guida ha cercato di fornire alle Stazioni Appaltanti delle indicazioni per l’interpretazione e l’applicazione della norma.
Le linee guida spiegano che per servizi e forniture “con caratteristiche standardizzate o le cui condizioni sono definite dal mercato” devono intendersi quei servizi o forniture che, anche con riferimento alla prassi produttiva sviluppatasi nel mercato di riferimento, non sono modificabili su richiesta della stazione appaltante oppure che rispondono a determinate norme nazionali, europee o internazionali.
I servizi e le forniture “caratterizzati da elevata ripetitività” soddisfano esigenze generiche e ricorrenti, connesse alla normale operatività delle stazioni appaltanti, richiedendo approvvigionamenti frequenti al fine di assicurare la continuità della prestazione.
L’obiettivo è evitare alle stazioni appaltanti (e agli operatori economici) gli oneri di un confronto concorrenziale basato sul miglior rapporto qualità e prezzo, quando i benefici derivanti da tale confronto sono nulli o ridotti.
Manca tuttavia un orientamento alla scelta tra il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e il criterio del prezzo più basso e sulle modalità di utilizzo del criterio del miglior rapporto qualità prezzo, nei casi in cui l’affidamento sia disposto sulla base di un progetto esecutivo. Si tratta di elementi che troveranno spazio nei bandi tipo sull’affidamento degli appalti di lavori o in altri atti di regolazione.
Collaudo e dipendenti pubblici: occorre l'iscrizione all'Albo
Dopo l'iniziale parere di esclusione dello scorso 23 marzo, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ci ripensa: accoglie il dissenso di ingegneri e architetti introducendo l’obbligo dell’iscrizione all’Ordine anche per i dipendenti pubblici preposti al collaudo. Lo schema di decreto ministeriale, attuativo del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti), sul collaudo tecnico-amministrativo e sul collaudo statico dell’opera pubblica predisposto dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP) è uno dei provvedimenti attuativi che, prima di proseguire l'iter, è preliminarmente sottoposto al massimo organo tecnico dello Stato.
L'esame del testo attuativo dell'articolo 102, comma 8 del codice è avvenuto nella seduta del 23 marzo.
Una seduta molto movimentata perché i rappresentanti di architetti e ingegneri presenti alla seduta hanno assistito in diretta all'esclusione del requisito dell'iscrizione all'Albo per il dipendente chiamato a svolgere il collaudo tecnico-amministrativo (per quanto invece riguarda il collaudo statico, l'iscrizione all'Albo era e resta un requisito necessario). Per approfondire.
Pubblicata in GU delibera AGCM rating di legalità
E’ stata pubblicata in Gazzetta ufficiale la delibera dell’AGCM 15 maggio 2018 recante Regolamento attuativo in materia di rating di legalità (Delibera n. 27165).
Nell’articolo 2 della delibera si indicano i requisiti per l’attribuzione del rating di legalità, mentre, nell’articolo 8 si stabilisce che l’Autorità pubblica e mantiene costantemente aggiornato in un'apposita sezione del proprio sito l'elenco delle imprese il cui rating di legalità è stato attribuito, sospeso, revocato o annullato, con la relativa decorrenza, nonché le iscrizioni relative alla revoca e all'annullamento permangono nell'elenco sino alla data di scadenza del rating ovvero, in ogni caso, per un periodo non inferiore a 6 mesi.
EQUO COMPENSO
L’equo compenso per i professionisti: lo studio del CNI
L’equo compenso per i professionisti è assicurato dall’applicazione del Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016). Lo ribadisce il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), che ha tracciato il punto della situazione sulla normativa da rispettare nell’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.
Qui è disponibile la circolare del CNI
Qui è disponibile il documento di approfondimento redatto dal CNI
Equo compenso e modifica regime forfettario: due disegni di legge presentati alla Camera
Sono stati presentati alla Camera due disegni di legge di interesse per i professionisti: uno in tema di equo compenso, a firma dell’On. Claudia Porchietto (Fi), recante «Disposizioni in materia di equo compenso e di responsabilità professionale nell'esercizio delle professioni regolamentate»; l’altro a firma dell’On. Mara Carfagna (Fi), recante «Modifica dell'allegato 4 alla legge 23 dicembre 2014, n. 190, in materia di limiti dei ricavi o compensi per l'applicazione del regime fiscale agevolato per lavoratori autonomi».
I testi delle proposte legislative non sono ancora disponibile, tuttavia, il contenuto del disegno di legge a firma dell’On. Carfagna è stato illustrato dalla stessa esponente di Forza Italia.
Il ddl si pone l’obiettivo di elevare l’attuale limite del regime forfettario (oggi di 30 mila euro annui per i liberi professionisti) a 50 mila euro annui, prevedendo anche una fascia di uscita graduale sino a 55 mila euro.
Oltre i 50 mila euro il ddl prevede un phasing-out al 24% per i successivi 5 mila euro di fatturato che favorirebbe la crescita dimensionale, scoraggerebbe il sommerso e semplificherebbe gli adempimenti burocratici-fiscali per una fascia più ampia di lavoratori autonomi.
ANAC: Integrazione Linee guida n. 1. Uso di metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture – Equo Compenso.
L’Autorità Anticorruzione ha messo in consultazione fino al 9 luglio 2018 il documento che fornisce indicazioni relativamente all’uso dei metodi e strumenti elettronici specifici quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture e all’applicazione del principio dell’equo compenso, di cui all’articolo 19-quaterdecies, comma 3, del decreto legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito con modificazioni dalla legge 4 dicembre 2017, n. 172, è finalizzato ad un’integrazione delle Linee guida n. 1 – Indirizzi generali sull’affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria – di cui alla Delibera n. 138 del 21.2.2018
Il documento è articolato in uno schema di Linee guida, da integrare opportunamente nelle Linee guida n. 1, e in una nota esplicativa in cui sono illustrate le ragioni delle scelte proposte e sono contenute domande rivolte ai partecipanti alla consultazione, che sono ovviamente liberi di proporre ulteriori valutazioni in merito alle indicazioni del documento di consultazione.
PROFESSIONISTI
Professionisti, stop del Consiglio di Stato alle sanzioni sul Pos obbligatorio
Stop alle sanzioni fino a 30 euro per chi, commercianti o professionisti, non accetta i pagamenti con carte. È quanto ha appena deciso il Consiglio di Stato, in un parere depositato il 1° giugno: sotto esame c'è lo schema di regolamento del ministero dello Sviluppo economico di concerto con l'Economia, con il quale si cerca di contrastare il diniego all'utilizzo della moneta elettronica attraverso un meccanismo sanzionatorio. Il provvedimento, superando le indicazioni generiche della norma madre, faceva riferimento all'articolo 693 del Codice penale, secondo cui «chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro». Una soluzione troppo creativa per i giudici amministrativi che, quindi, hanno deciso di bocciare il testo. Rimandando la palla, a questo punto, nel campo del nuovo Esecutivo, che dovrà decidere se e come intervenire.
L'assetto attuale, pur prevedendo l'obbligo per chi vende prodotti o presta servizi di possedere strumenti in grado di consentire il pagamento tramite carte, non prevede alcuna sanzione in caso di mancata installazione del Pos o di mancata accettazione del pagamento. «Tale carenza - spiega il Consiglio di Stato - ha determinato, finora, la mancata applicazione dello specifico obbligo vanificando, di fatto, la previsione legislativa». In realtà la sanzione sarebbe dovuta entrare in vigore dal 1° febbraio 2016 proprio per effetto del decreto attuativo previsto dalla legge di Stabilità 2016 (legge 208/2015) che contestualmente aveva ridotto a 5 euro l'importo da cui accettare i pagamenti tracciabili. Ma che cosa sta accadendo già ora in Italia? I numeri dell'appendice all'ultima relazione annuale di Bankitalia fotografano chiaramente la situazione: l'Italia ha, al momento, circa 2,5 milioni di apparecchi installati. Siamo più avanti di Regno Unito (2,1 milioni), Spagna (1,5 milioni), Francia (1,5 milioni), Germania (1,1 milioni).
Il problema è che, dalle nostre parti, le operazioni per terminale sono appena 1.373 ogni anno: a Londra sfiorano le 7mila, a Parigi sono più di 6mila, a Berlino oltre 3mila. Addirittura rispetto all'Olanda (13.993) le "strisciate" di carte e bancomat nel nostro Paese sono un decimo. In pratica, i Pos ci sono ma sono poco utilizzati. Per stimolare il mercato nasce, allora, l'idea di ripescare il regolamento previsto dal decreto Crescita del 2012 (Dl 179/2012), fissando delle multe con un'impostazione "creativa": dal momento che la norma primaria non fornisce i dettagli delle sanzioni, si ripesca una norma esistente, applicandola per analogia a questo caso. Nello specifico, l'articolo 693 del Codice penale, che regola il rifiuto di accettare monete con corso legale: in questi casi scatta una sanzione di 30 euro. Questa sanzione dovrebbe essere applicata, secondo lo schema di decreto, anche a chi non accetta la moneta di plastica.
Questo assetto, però, secondo il parere del Consiglio di Stato, non regge. Obiettivi come la lotta al riciclaggio, all'evasione e all'elusione, infatti, devono essere raggiunti nel rispetto dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico. E il richiamo all'articolo 693 è «non condivisibile sul versante strettamente giuridico». Non viene, cioè, rispettato il principio in base al quale nessuna sanzione «può essere imposta se non in base alla legge». I giudici amministrativi (presidente Zucchelli, estensore Capolupo) prospettano, però, anche una soluzione: la sanzione va «ricercata all'interno dell'ordinamento giuridico che disciplina le attività commerciali e professionali. In altri termini, nel caso in esame potrebbe trovare applicazione una già esistente norma di chiusura, prevista dal vigente quadro giuridico di riferimento, che sanzioni un inadempimento di carattere residuale». (Edilizia e territorio - Il Sole 24 ore)
FISCO
Ecobonus, cessione anche per i lavori sulle singole case
La cessione del credito corrispondente alla detrazione fiscale per la riqualificazione energetica è consentita anche in caso di interventi sulle singole abitazioni.
Il chiarimento arriva dall’Agenzia delle Entrate in risposta ad un quesito posto da un contribuente a Fisco Oggi.
La Legge di Bilancio 2018 (L.205/2017) ha previsto la possibilità di cedere il credito corrispondente all’Ecobonus anche nel caso in cui i lavori di efficientamento energetico siano effettuati sulle singole unità immobiliari.
Non si tratta dell’unica novità sulla cessione dei bonus edilizi. Inizialmente la cessione del credito corrispondente alla detrazione era consentita solo per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali e solo ai condòmini incapienti, cioè rientranti nella no-tax area. In un secondo momento è stata estesa a tutti la possibilità di optare per la cessione.
Un altro cambiamento è stato registrato sul fronte dei soggetti cui è possibile cedere il credito. All’inizio la cessione era ammessa a favore di fornitori e altri soggetti privati, col divieto assoluto di coinvolgere banche e altri istituti di credito. Poi, solo ai condòmini incapienti, è stata consentita la cessione a banche e intermediari finanziari.
Posto che tutti i beneficiari dell’Ecobonus possono cedere il credito corrispondente, è stato necessario chiarire le modalità e le regole della cessione con una circolare dell’Agenzia delle Entrate.
Dopo che il beneficiario ha ceduto il credito corrispondente all’Ecobonus, può esserci solo una ulteriore cessione. La cedibilità illimitata potrebbe determinare impatti negativi sui saldi di finanza pubblica.
I soggetti privati, ai quali il credito può essere ceduto, devono comunque essere collegati al rapporto che ha dato origine alla detrazione. Ad esempio, nel caso di interventi condominiali la detrazione può essere nei confronti degli altri soggetti titolari delle detrazioni spettanti per i medesimi interventi condominiali ovvero, nel caso in cui i lavori vengano effettuati da soggetti societari appartenenti ad un gruppo, nei confronti delle altre società del gruppo ad esclusione degli istituti di credito e degli intermediari finanziari (per i soggetti diversi dagli incapienti – no tax area).
Ma chi sono i soggetti privati cui è possibile cedere la detrazione? Finora sono stati identificati in modo vago, ma il Fisco ha spiegato che si tratta di fornitori che hanno effettuato l’intervento, organismi associativi, inclusi consorzi e società consortili, anche se partecipati da soggetti finanziari (che non devono detenere il controllo dei consorzi o delle società, né una quota maggioritaria), Energy Service Companies (ESCO), Società di Servizi Energetici (Sse).
Il Fisco ha spiegato anche che l’Ecobonus non deve essere ceduto (a meno che non ci si trovi in condizioni di incapienza) a istituti di credito e intermediari autorizzati dalla Banca d’Italia all’esercizio dell’attività di concessione di finanziamenti e iscritti nell’albo previsto dall’articolo 106 del Testo unico bancario (D.lgs. 385/1993). Divieto anche per tutte le società classificabili, ai fini dei conti nazionali, nel settore delle società finanziarie, i cui crediti nei confronti dello Stato inciderebbero sull’indebitamento netto e sul debito pubblico per l’importo del credito ceduto. Sono quindi esclusi i Confidi con volumi di attività pari o superiori ai 150 milioni di euro, le società fiduciarie, i servicer delle operazioni di cartolarizzazione, le società di cartolarizzazione.