SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO 25 GIUGNO/6 LUGLIO 2018
NOTA POLITICA
Lunedì il Consiglio dei ministri ha approvato un dl fortemente voluto dai Cinquestelle in primo luogo per recuperare terreno nei confronti di un alleato che nell’ultimo mese ha dominato i sondaggi grazie alla forte capacità mediatica del suo leader Matteo Salvini. Di qui l’urgenza di mettere in campo una misura-manifesto dal forte impatto mediatico quale il decreto dignità, benché il testo ufficiale del dl paia destinato ad approdare in Parlamento con un certo ritardo e soprattutto a incappare nelle modifiche delle varie compagini parlamentari.
PROFESSIONISTI
Il 2 luglio il Consiglio dei ministri ha adottato il cd. decreto legge dignità. Qui è disponibile il comunicato stampa del Governo.
Il decreto contiene un titolo dedicato a misure di semplificazione fiscale:
- la revisione dell’istituto del cosiddetto “redditometro” in chiave di contrasto all’economia sommersa: il provvedimento prevede che il decreto ministeriale che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva attualmente vigente (redditometro) non ha più effetto per i controlli ancora da effettuare sull’anno di imposta 2016 e successivi. Inoltre, prevede che il Ministero dell’economia e delle finanze possa emanare un nuovo decreto in merito dopo aver sentito l’ISTAT e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori.
- il rinvio della prossima scadenza per l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute (cosiddetto “spesometro”): il decreto interviene prevedendo che tali dati possono essere trasmessi telematicamente all’Agenzia delle entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre.
- l’abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o a titolo di acconto.
Tale misura rappresenta una svolta per migliaia di professionisti, che torneranno a percepire l’Iva, per versare, agli appuntamenti canonici, la sola Iva dovuta risultante dalla compensazione tra Iva a credito e Iva a debito.
Sul punto è intervenuto il Presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo: «L'abolizione dello split payment per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni e assoggettate alla ritenuta alla fonte è un primo significativo passo verso le istanze degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Siamo soddisfatti che il governo abbia affrontato da subito una questione così delicata come l'ammanco dell'incasso dell'Iva, causa di una notevole perdita di liquidità per i lavoratori autonomi».
Vizi dell’opera, il progettista non può avere responsabilità maggiori dell'impresa
Progettista e appaltatore sono obbligati in solido nei confronti del committente. Con la sentenza 16323/2018, la Cassazione ha spiegato che la responsabilità del progettista non può essere maggiore di quella dell’impresa. Di conseguenza, al progettista si può chiedere solo un risarcimento connesso agli errori commessi nella fase di progettazione, mentre i danni relativi alla costruzione del devono essere risarciti dall’impresa.
Progetti idraulici, non sono di competenza esclusiva degli ingegneri
I progetti idraulici non sono sempre competenza esclusiva di ingegneri; se connotati da valenza agraria, infatti, sono materia di competenza anche degli Agronomi.
A stabilirlo il Tar della Sardegna che ha dato ragione alla Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Sardegna (Fedaf) che ha fatto ricorso contro una norma regionale che attribuisce competenza esclusiva agli ingegneri.
Il Servizio Territoriale Opere Idrauliche di Sassari, ha chiesto ad un agronomo (incaricato della presentazione di una domanda per l'approvazione tecnica, in sanatoria, di uno sbarramento e l'esercizio di un bacino di accumulo artificiale, destinato ad abbeverare il bestiame del suo allevamento e a irrigare un erbaio) di presentare documentazione integrativa, compresa una articolata “perizia giurata a firma […] di un ingegnere e di un geologo iscritti ai rispettivi albi professionali, […]”.
Secondo il Servizio Territoriale della Regione Sardegna anche la documentazione tecnica da allegare alla perizia doveva essere sottoscritta da un ingegnere iscritto all’albo, e non da un agronomo. La Regione aveva motivato la scelta facendo riferimento alla LR 12/2007 (dell'art 26, punto 2 dell'allegato A) che affida competenza esclusiva agli ingegneri.
L’agronomo ha fatto ricorso al Tar chiedendo l’annullamento della nota regionale, appellandosi alla norma nazionale relativa all'ordinamento della professione di dottore agronomo (art. 2, comma 1, lettera d, della Legge 3/1976, come sostituito dall'art. 2 Legge 152/1992) che attribuisce ai dottori agronomi la competenza per “la progettazione, la sorveglianza, la liquidazione, la misura, la stima, la contabilità ed il collaudo, compresa la certificazione statica ed antincendio, dei lavori relativi alle costruzioni rurali e di quelli attinenti alle industrie agrarie e forestali (…) nonché dei lavori relativi alle opere idrauliche e stradali di prevalente interesse agrario e forestale ed all'ambiente rurale, ivi compresi gli invasi artificiali che non rientrano nelle competenze del servizio dighe del Ministero dei Lavori Pubblici”.
Il Tar ha accolto il ricorso contro la Regione Sardegna, rilevando che “non sussiste, in relazione a tali attività di progettazione, una competenza esclusiva degli ingegneri o architetti, trattandosi di interventi connotati dalla valorizzazione agraria delle aree in questione”.
I giudici, inoltre, hanno specificato che “la potestà legislativa regionale nella materia concorrente delle “professioni” deve rispettare il principio secondo cui l’individuazione delle figure professionali, con i relativi profili e titoli abilitanti, è riservata, per il suo carattere necessariamente unitario, allo Stato, rientrando nella competenza delle Regioni la disciplina di quegli aspetti che presentano uno specifico collegamento con la realtà regionale”.
LAVORI PUBBLICI
Dl terremoto all’esame della Camera
Prosegue l’iter di conversione del decreto terremoto. Il provvedimento, dopo l’approvazione in Senato, è all’esame della Camera. Si è conclusa la discussione generale in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici. Il testo è atteso ora in aula per la conversione.
Qui è disponibile l'illustrazione del provvedimento fatta dal relatore in Commissione alla Camera.
Il decreto legge per il riordino delle funzioni di governo
Nella riunione del 2 luglio il Consiglio dei ministri ha adottato un decreto legge volto al riordino delle funzioni di governo. Il provvedimento redistribuisce une serie di competenze eliminando il dipartimento "Casa Italia" e la struttura di missione "Italia Sicura" che finora hanno operato presso la Presidenza del Consiglio. L’obiettivo è una gestione più efficiente e coordinata di determinate materie, ma anche il taglio dei costi. "Casa Italia" sarà quindi 'declassata' da dipartimento a progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri; "Italia Sicura" trasferirà le sue competenze al Ministero dell'Ambiente.
Il ministro dell’Economia Tria: ‘rilanceremo gli investimenti pubblici’
Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero.
Inclusione sociale e politiche attive del lavoro, riforma dell’imposta diretta per ridurre il carico fiscale, rilancio degli investimenti pubblici e rimozione degli ostacoli burocratici che li hanno frenati. Sono questi i tre punti prioritari per l’azione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, per attuare i quali saranno istituite tre task-force: welfare, fisco e investimenti pubblici.
Lo ha detto il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, intervenuto in audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato per illustrare le linee programmatiche del suo dicastero.
La task-force sugli investimenti pubblici, in particolare, è necessaria per contrastare le dinamiche degli ultimi anni. Il Ministro ha evidenziato la significativa contrazione degli investimenti degli enti territoriali pari al 50% dal 2008 al 2017. “Si tratta - ha detto il ministro - di una situazione drammatica per la competitività. I tempi di realizzazione delle opere sono troppo lunghi: dai 2 anni per il completamento di un’opera fino ai 15 anni. I ritardi sono spesso dovuti a disfunzione nella fase progettuale: a una scarsa qualità del progetto che rende necessarie varianti progettuali, e quindi la riattivazione di procedure autorizzatorie. Il tutto ulteriormente rallentato dall’attivazione di procedimenti di contenzioso. La scarsa qualità della progettazione è causa di ritardi e dell’inefficacia degli investimenti selezionati”. L’obiettivo del Governo è quindi quello di invertire il calo degli investimenti pubblici dovuto ai fattori menzionati quali: la perdita di competenze progettuali; la difficile comunicazione tra enti e gli effetti indiretti del Codice Appalti.
Edilizia 4.0, Toninelli: ‘stiamo lavorando su detrazioni fiscali, BIM, investimenti pubblici’
Puntare sulle detrazioni fiscali per incentivare le ristrutturazioni, rafforzare gli investimenti pubblici, favorire le piccole opere diffuse sul territorio, correggere il Codice Appalti, snellire la burocrazia nel mondo delle costruzioni e digitalizzare gli appalti pubblici attraverso il Bim.
Questa la ricetta per rilanciare il settore delle costruzioni individuata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, in un messaggio inviato ieri ai partecipanti del convegno “Edificio 4.0: Costruire digitale per un'Italia più sociale, più sicura” organizzato da Federcostruzioni.
Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto sul dibattito pubblico
Il provvedimento entrerà in vigore il 24 agosto, cioè 60 giorni dopo la pubblicazione. Ci sarà poi bisogno di un decreto del Ministero delle infrastrutture, che dovrà definire il funzionamento della Commissione per il dibattito pubblico e dovrebbe essere pronto in 15 giorni, quindi entro il 10 luglio.
Il procedimento di consultazione riguarderà quindi le opere per le quali il provvedimento per l’affidamento dell’incarico di redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica sia stato adottato dopo il 24 agosto. Nel caso in cui il provvedimento, o la determina a contrarre, siano stati adottati prima, è possibile il ricorso volontario al dibattito pubblico.
Fino a quando non entrerà in vigore il decreto del Mit sui tre livelli di progettazione, il dibattito pubblico si svolgerà, in relazione alle opere per cui non sia stato predisposto il documento di fattibilità delle alternative progettuali, con riferimento al progetto di fattibilità o al progetto preliminare.
Le infrastrutture per le quali diventa obbligatorio il dibattito pubblico sono indicate nell’Allegato 1 al decreto. Si tratta di autostrade e strade extraurbane a quattro o più corsie con una lunghezza del tracciato superiore a 15 chilometri e un valore di investimento pari o superiore a 500 milioni di euro, calcolato al netto dell’Iva del complesso dei contratti previsti.
Ci sono poi i tronchi ferroviari per il traffico a grande distanza con lunghezza del tracciato superiore a 30 chilometri e un valore di investimento pari o superiore a 500 milioni di euro, al netto dell’Iva.
Il confronto sarà obbligatorio anche per gli aeroporti, per opere che riguardano i terminali passeggeri e merci o nuove piste di atterraggio e decollo superiori a 1500 metri di lunghezza, con un valore di investimento superiore a 200 milioni di euro al netto dell’iva.
Saranno soggetti a dibattito pubblico i porti marittimi commerciali, le vie navigabili, i porti per la navigazione interna accessibili a navi di stazza superiore a 1350 tonnellate, terminali marittimi, isole a mare per il carico e lo scarico che possano accogliere navi di stazza superiore a 1350 tonnellate, opere e attrezzature connesse. Gli interventi devono interessare una superficie superiore a 150 ha e l’investimento complessivo deve superare i 200 milioni di euro, Iva esclusa.
Dibattito pubblico anche per gli interventi per la difesa del mare e delle coste con un valore di investimenti superiore a 50 milioni di euro, piattaforme di lavaggio delle acque di zavorra delle navi e opere off shore che implicano un investimento superiore a 150 milioni di euro, interporti per il trasporto merci comprendenti uno scalo ferroviario in collegamento con porti e aeroporti di valore superiore a 300 milioni di euro, elettrodotti aerei di tensione pari o superiore a 380 kV e con tracciato di lunghezza superiore a 40 km, impianti per l’accumulo delle acque con altezza superiore a 30 metri o volume di invaso superiore a 40 milioni di metri cubi, opere per il trasferimento dell’acqua tra regioni diverse con una portata di 40 metri cubi al secondo, infrastrutture a uso sociale, culturale, sportivo, scientifico o turistico che prevedono investimenti superiori a 300 milioni di euro al netto dell’Iva.
Dopo diversi tira e molla, si è deciso di sottoporre a dibattito pubblico, oltre agli insediamenti industriali, anche le infrastrutture energetiche. Il confronto riguarderà le opere che comportano investimenti complessivi superiori a 300 milioni di euro al netto dell’Iva. (edilportale.com)
ANAC: Regolamento gestione Casellario Informatico
In vigore dal 29 giugno 2018 il regolamento per la gestione del Casellario Informatico dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, approvato con delibera ANAC 6 giugno 2018. Il regolamento disciplina in particolare:
• la trasmissione delle notizie e delle informazioni che le s.a., le S.O.A. e gli operatori economici sono tenuti a comunicare alla Autorità;
• il procedimento di annotazione delle notizie e delle informazioni nel Casellario informatico;
• l'aggiornamento delle annotazioni nel Casellario informatico, anche in relazione agli esiti del contenzioso. (GU n. 148 del 28.6.2018)
Qui la delibera Anac
FISCO
I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate su fatturazione elettronica carburanti e appalti nell’ultima circolare del 2 luglio, disponibile qui.