SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO 2/16 NOVEMBRE 2018
A tre mesi di distanza dal crollo di ponte Morandi, il dl Genova è legge dopo che il Senato ha dato via libera al provvedimento già approvato dalla Camera con i voti di Lega, M5s e Fratelli d’Italia. Si sono astenuti i senatori di Forza Italia mentre hanno votato contro quelli del Pd, del gruppo misto e delle autonomie. Governo e soprattutto Cinquestelle possono cantare vittoria dopo essere stati battuti in commissione (martedì) sull’emendamento sul condono per la ricostruzione di Ischia dopo il terremoto del 2017 e aver registrato, la scorsa settimana, la prima fronda dei dissidenti interni del Movimento sul dl sicurezza, nonostante la fiducia chiesta dal governo. Per la maggioranza sta però per aprirsi un altro fronte caldo: quello del disegno di legge anticorruzione, delicato oggetto del contendere fra l’approccio giustizialista grillino e quello garantista leghista. Il M5s punta a raccogliere un altro successo dopo aver già incassato il blocco della prescrizione dopo il primo grado a partire dal 2020, l’agente sotto copertura e l’arresto in fragranza per i corrotti. E a maggior ragione stanti i mancati risultati del dl dignità sul fronte occupazione (che non ha trovato spazio in manovra) e l’ottimo momento di forma dell’alleato leghista, che continua a dominare i sondaggi. Nel mentre, sullo sfondo, prosegue lo scontro con la Commissione europea. La versione rivista del Documento programmatico di bilancio 2019, trasmessa martedì a Bruxelles, lascia invariate le stime di crescita sul Pil (+1,5%) e deficit/Pil (2,4%) nonostante la bocciatura europea di due settimane fa. La scelta italiana di non arretrare sul progetto di Bilancio ha scatenato la prevedibile reazione dei falchi europei del rigore, a partire dagli alleati nordici della Germania quali Olanda e Austria, che hanno chiesto senza mezzi termini l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia. È l’antipasto di quel che andrà in scena lunedì, nel corso della riunione straordinaria dell’Eurogruppo.
LA MANOVRA DI BILANCIO
Le disposizioni di maggior interesse
L’esame della Legge di Bilancio è stato avviato dalle Commissioni della Camera nel corso della scorsa settimana. Il termine per gli emendamenti è scaduto alle ore 16 di giovedì 15 novembre.
Nel corso dell’ultima settimana le Commissioni Bilancio di Camera e Senato hanno svolto le audizioni sul provvedimento. Qui sono disponibili le memorie depositate da tutti i soggetti auditi.
Di seguito gli articoli di principale interesse:
- art. 4 estensione del regime forfettario;
- art. 6 flat-tax;
- art. 11 Proroga delle detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica, ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili;
- art. 12 Proroga delle detrazioni fiscali per interventi di sistemazione a verde;
- art. 15 Fondo investimenti amministrazioni centrali;
- art. 16 Fondo investimenti enti territoriali, comma 2 fondo investimenti edilizia, dissesto idrogeologico, rischio sismico, comma 4 appalti pubblici con le centrali provinciali;
- art. 17 Centrale progettazione opere pubbliche;
- art. 18 InvestItalia;
- art. 45 estensione della misura Resto al Sud ai professionisti;
- art. 47 Sport bonus – interventi edilizi su impianti sportivi;
- art. 61 Misure per il rilancio degli investimenti, in particolare, comma 7 messa in sicurezza edifici e prevenzione rischio idrogeologico;
- art. 63 disciplina del fondo pluriennale vincolato per i lavori pubblici;
- art. 64 piani sicurezza manutenzione scuole;
- art. 68 riqualificazione urbana e sicurezza delle città.
La reazione di Fondazione Inarcassa alle norme del disegno di legge di bilancio
“In un periodo in cui i liberi professionisti stanno coraggiosamente lottando per affrontare e superare la crisi del settore dei lavori pubblici accentrare tutti i compiti inerenti alla progettazione di un’opera pubblica in un soggetto creato dal nulla è una vera e propria retromarcia” queste le parole del Presidente di Fondazione Inarcassa, l’Ing. Egidio Comodo in merito alla proposta di creare una nuova “Centrale per la progettazione delle opere pubbliche” così come previsto dall’art. 17 del disegno di legge di bilancio.
“Quello che ci auspichiamo invece - spiega il Presidente - è che la centrale per la progettazione delle opere pubbliche possa svolgere un ruolo di supervisione, controllo e coordinamento tra le stazioni appaltanti: un organismo centrale infatti, rischia seriamente di impoverire la funzione degli enti locali nella fase progettuale delle opere e favorire la fuga dei professionisti, soprattutto dalle piccole province”.
Il Presidente ha, inoltre, aggiunto: “Una netta distinzione tra controllori e controllati è fondamentale soprattutto alla luce dei falliti tentativi del passato volti a introdurre strutture centrali del tutto inefficaci. Riproporre un modello del genere, oltre a non avere eguali in Europa, appare anacronistico e irrispettoso per la funzione e il ruolo sociale che il lavoro dei liberi professionisti riveste”.
Se la posizione di Fondazione Inarcassa sulla "Centrale per la progettazione delle opere pubblica" è contraria, apprezzamento viene espresso per altre misure contenute nella Manovra e annunciate dal Governo tra cui l’estensione del regime forfettario, la flat tax, l’ampliamento delle agevolazioni “resto al sud” anche ai liberi professionisti, il fondo enti territoriali destinato anche alla prevenzione del rischio sismico e la riforma del codice degli appalti.
LAVORI PUBBLICI
Il dl Genova è legge
Giovedì 15 novembre l’Aula del Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del cd. Decreto Genova.
Qui il dossier relativo al provvedimento.
Qui un approfondimento sulle misure di carattere fiscale contenute nel provvedimento.
Tra le misure di maggior interesse:
art. 30 qualificazione dei professionisti; art. 37 lettera c-quater corresponsione del compenso ai professionisti; art. 40 Cabina di regia "Strategia Italia"; art. 42 progettazione degli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici; art. 44-ter valutazione danni da parte dei professionisti.
Antisismica, il Governo valuta incentivi per la verifica statica degli immobili: accolto odg Margiotta
Incentivi per stimolare privati ed enti pubblici a verificare la staticità degli edifici di loro proprietà. È la proposta, formulata dal senatore Pd, Salvatore Margiotta, in un ordine del giorno accolto dal Governo durante l’approvazione del DL “Genova”.
Il Governo si è impegnato a costituire dei Fondi per incentivare i privati e gli Enti Pubblici, proprietari di immobili residenziali, a commissionare a professionisti qualificati la perizia della staticità degli edifici. Questa volontà è stata annunciata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, durante la conferenza di presentazione della prima edizione della Giornata nazionale della prevenzione sismica. Gli incentivi, si legge nell'ordine del giorno, alleggerirebbero i proprietari dal costo delle perizie. L’obiettivo è avere in un tempo celere e certo una mappatura completa della sicurezza statica e antisismica della proprietà edilizia italiana, al fine di intervenire tempestivamente dove necessario. Ricordiamo che anche il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha evidenziato che tra i motivi che non fanno decollare il Sismabonus ci sono lavori troppo invasivi, quindi costosi, e scarsa consapevolezza.
Come evidenziato dal testo dell’ordine del giorno, il patrimonio edilizio residenziale italiano è in gran parte costituito da edifici costruiti nel secondo dopoguerra, periodo caratterizzato da uno sviluppo edilizio tumultuoso e da conoscenze tecniche oggi superate. La frammentazione della proprietà immobiliare, nonché i costi di adeguate perizie e di interventi di adeguamento statico, continua l’odg, hanno negli anni scoraggiato fortemente l'adeguamento alle più avanzate conoscenze tecniche e alla normativa antisismica.
Qui la soddisfazione di Fondazione Inarcassa per l'ordine del giorno accolto.
L’Agenzia del Demanio investirà 1,1 miliardi di euro in 10 anni per la riqualificazione sismica ed energetica
L’Agenzia del Demanio bandirà, entro il 15 dicembre, gare per riqualificare 721 immobili pubblici nelle aree a maggior rischio sismico.
Ad anticiparlo il direttore dell’Agenzia del Demanio, Riccardo Carpino, durante l’audizione alla commissione Finanze della Camera dei Deputati.
Le gare per la riqualificazione di 721 immobili fanno parte delle linee programmatiche dell’Agenzia del Demanio che mirano a razionalizzare gli spazi utilizzati dalle pubbliche amministrazioni rendendoli efficienti dal punto di vista sismico ed energetico.
In particolare, la riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico prevede un ampio capitolo dedicato all’efficientamento energetico e alla prevenzione del rischio sismico con uno stanziamento decennale di circa 1,1 miliardi di euro, di cui 950 milioni di euro da dedicare a piani di riqualificazione sismica.
Si partirà con gare per riqualificare 721 immobili nelle aree a rischio sismico 1 e 2 e nel 2019 si aggiungeranno nuove azioni verso le zone a rischio sismico 3. Per abbreviare i tempi l’Agenzia ha pensato ad un nuovo approccio che permetterà l’affidamento contestuale di audit e dei progetti di fattibilità tecnico economica.
L’Agenzia del Demanio, inoltre, è al lavoro per attuare nuove soluzioni allocative che permetteranno di ridurre gli attuali 810 milioni di euro pagati per gli affitti passivi, conseguendo un risparmio stimato in 69 milioni al 2023 a cui si aggiungono ulteriori 62 milioni di euro previsti per il 2025.
Durante l’audizione il direttore ha anche rappresentato il quadro complessivo in merito a vendite e valorizzazioni degli immobili pubblici: nel quadriennio 2015-2018, l'Agenzia ha attivato mediamente ogni anno procedure per la cessione di circa 1.000 immobili, finalizzandone circa il 30% per un incasso medio annuo di oltre 20 milioni.
Per quanto attiene alle vendite straordinarie, nel periodo 2013-2017 sono stati dismessi 86 beni per un valore di circa 800 milioni di euro, di cui 58 di proprietà dello Stato venduti per un introito pari a circa 460 milioni.
Sul fronte delle valorizzazioni con la procedura del federalismo demaniale culturale 142 immobili di pregio storico-artistico, per un valore di circa 600 milioni di euro, sono stati trasferiti a titolo gratuito a Comuni, Province, Regioni e Città Metropolitane sulla base di un progetto di recupero che ne garantisce la tutela, la salvaguardia, l’utilizzo e la conservazione. Mentre con il federalismo ordinario i trasferimenti hanno coinvolto quasi 5.000 immobili di cui il 45% ha mantenuto una destinazione d’uso pubblica mentre il 25% è stato destinato alla messa a reddito. (edilportale.com)
PROFESSIONI
Rapporto Confprofessioni 2018: le professioni tecniche sono orgogliose dell’appartenenza alla categoria ma insoddisfatte per i compensi
l reddito medio nelle professioni ordinistiche si attesta sui 52mila euro annui ma le professioni tecniche (architetti, ingegneri, periti e geometri) continuano ad essere in ‘affanno’ con redditi che vanno dai 25 mila euro annui di architetti e geometri ai 37 mila euro di ingegneri e periti.
Questi alcuni dati sui professionisti italiani contenuti nel Rapporto 2018 sulle libere professioni, curato dall'Osservatorio sulle libere professioni, coordinato dal professor Paolo Feltrin, e presentato il 6 novembre scorso a Roma in apertura del Congresso nazionale di Confprofessioni.
Il Rapporto evidenzia un profondo divario tra le diverse professioni: nel 2016 il reddito medio dei professionisti si aggirava intorno ai 52 mila euro ma oscillando tra un minimo di 22 mila euro annui (studi di psicologia) ad un massimo di 285 mila (attività notarili).
Nelle retrovie della classifica ci sono le professioni tecniche direttamente coinvolte nella crisi dell’edilizia e nel blocco degli appalti pubblici: nel 2016 i geometri hanno registrato un reddito annuo di 25,1 mila euro annui, gli architetti di 25,3 mila euro annui, i geologi 26,3 mila euro annui, gli ingegneri 37,1 mila euro annui e i periti industriali di 38,6 mila euro annui.
Nella fascia alta della classifica, invece, si collocano notai (285,4 mila euro annui), farmacisti (121 mila euro annui) e studi medici (66 mila euro).
Anche i dati di lungo periodo indicano una situazione in chiaroscuro: tra il 2006 e il 2016 sono calati drasticamente i redditi medi di architetti (-16%), ingegneri (-12%) e geometri (-5%) e i geologi (-3%) penalizzati dalla crisi dell’edilizia.
Per quanto riguarda le professioni non ordinistiche legate al mondo dell’edilizia e del design si registra un aumento dei redditi tra gli studi di design (+19%), i servizi di gestione di beni immobili (+28%), i servizi di organizzazione di fiere e convegni (+25%).
Ai professionisti tecnici piace il proprio lavoro; anzi, oltre l’80% degli ingegneri, architetti e geometri si dice «orgoglioso» di appartenere alla propria categoria professionale.
Non sempre, però, l’orgoglio per la propria professione cammina di pari passo con i guadagni e questo crea insoddisfazione per l’andamento economico della propria attività. Ad esempio, il grado di insoddisfazione per i compensi supera il 46% per gli architetti, il 38% per i geometri e il 33% per gli ingegneri.
La minaccia principale a cui i liberi professionisti si sentono esposti è l’elevata tassazione (oltre il 40% di ingegneri e geometri). Un’altra criticità è rappresentata dai frequenti cambiamenti normativi (oltre il 30% di ingegneri, architetti e geometri) che causano forte insicurezza e un costoso onere in più sia per il professionista.
Tra gli altri rischi percepiti c’è quello legato alla concorrenza (preoccupa oltre il 31% di ingegneri, geometri e architetti), quando si tratta di concorrenza al ribasso che lede la qualità della prestazione, e la discontinuità del lavoro.
I professionisti dell’area medica, legale e amministrativa costituiscono quasi 1/3 dell’universo professionale. Sono molto numerose anche le professioni tecniche: gli architetti si aggirano intorno ai 95 mila, gli ingegneri ai 73 mila e i geologi ai 10 mila.
Il Rapporto 2018 evidenzia come la componente femminile sta rapidamente conquistando terreno: negli ultimi otto anni sono le donne a trainare la crescita delle libere professioni, con una variazione positiva che si attesta a 176 mila unità, mentre i maschi si fermano a quota 80 mila. Ma le donne ‘non sfondano’ nei settori tecnici: saldamente in mano agli uomini rimangono la professione di geologo, geometra e ingegnere.
FISCO
Fattura elettronica: ipotesi proroga in un emendamento al decreto fiscale
L’introduzione obbligatoria della fattura elettronica attualmente stabilita al 1° gennaio 2019, così come previsto dal DL n. 119/2018, potrebbe essere prorogata se verrà approvata la novità presente nell’emendamento presentato al decreto fiscale.
Oltre alla proroga dell’avvio dell’obbligo è presente un altro emendamento che propone insieme all’avvio graduale un regime di premialità per i soggetti IVA non obbligati che si adegueranno alla modalità di invio digitale già dal 2019.