SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO 20 LUGLIO/3 AGOSTO 2018
LAVORI PUBBLICI
Decreto-legge per il riordino ministeri
Il Senato ha approvato con modificazioni la legge di conversione del decreto legge per il riordino dei ministeri. Il provvedimento è passato alla Camera che ha avviato l’esame nella seduta del 1° agosto.
In riferimento al contenuto del provvedimento, si segnala, in particolare, l’articolo 2, comma 3, come modificato dal Senato, che attribuisce al Ministero dell’ambiente l'esercizio delle funzioni - già attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri - in materia di contrasto al dissesto idrogeologico e di difesa e messa in sicurezza del suolo; restano ferme le funzioni di coordinamento interministeriale proprie della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Sono state apportate alcune modifiche alla disciplina vigente in materia al fine di: sopprimere la previsione che regola le competenze della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, istituita presso la Presidenza del Consiglio; eliminare il concerto con la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico; stabilire che gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle regioni del centro-nord, siano individuati nell'ambito di un programma nazionale approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica su proposta del Ministero dell'ambiente, e non più su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri-Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche.
L'articolo 4, al comma 1, sopprime la previsione legislativa che ha disposto l'istituzione di un Dipartimento operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di svolgere le funzioni di indirizzo e coordinamento dell'azione strategica del Governo connesse al progetto «Casa Italia». Le relative funzioni rimangono affidate alla Presidenza del Consiglio.
Il comma 2 - il quale stabiliva che la parte di risorse del Fondo da ripartire per accelerare le attività di ricostruzione a seguito degli eventi sismici del 2016 e 2017 specificatamente destinata al finanziamento delle verifiche di vulnerabilità degli edifici scolastici, confluisce nel Fondo unico per l’edilizia scolastica e può essere utilizzata (esclusivamente) per le verifiche di vulnerabilità degli edifici ricadenti nella zona sismica 1 - è stato soppresso durante l’esame presso il Senato.
I commi da 3 a 3-quinquies dell'articolo 4 intervengono in materia di edilizia scolastica.
In particolare, il comma 3 attribuisce al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca la competenza sulle procedure per l'assegnazione agli enti locali degli spazi finanziari per interventi di edilizia scolastica negli anni 2018 e 2019, nell'ambito della disciplina dei cosiddetti patti di solidarietà nazionale, posto che la specifica Struttura di missione presso la Presidenza del Consiglio, che ai sensi della legge n. 232 del 2016 aveva gestito la procedura, non è stata confermata dal Governo in carica.
I commi 3-bis e 3-ter sopprimono, nell'ambito della procedura per l'individuazione degli interventi da finanziare, rispettivamente, per la costruzione di Poli per l'infanzia innovativi e di scuole innovative nelle aree interne del Paese, gli specifici concorsi che dovevano essere indetti dal MIUR, aventi ad oggetto le proposte progettuali relative agli interventi individuati dalle regioni.
Il comma 3-quater dispone che, dal 2018, le risorse del Fondo per interventi straordinari della Presidenza del Consiglio destinate a interventi di adeguamento strutturale ed antisismico delle scuole siano ripartite secondo i criteri della programmazione triennale nazionale degli interventi di edilizia scolastica (e, ovviamente, nel relativo ambito).
Il comma 3-quinquies estende la possibilità di stipulare i cosiddetti «mutui BEI» per l'edilizia scolastica e l'edilizia residenziale universitaria (di cui all'articolo 10 del decreto-legge n. 104 del 2013) anche agli interventi inclusi nelle programmazioni triennali successive a quella del triennio 2013-2015, ed elimina il coinvolgimento del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nella procedura di autorizzazione alle regioni alla medesima stipula e di definizione della disciplina attuativa.
Decreto legge proroga dei termini
Il Senato ha concluso l’esame della legge di conversione del dl proroga dei termini. Il provvedimento passa alla Camera dei Deputati.
In riferimento al contenuto del decreto si evidenzia l’articolo 4, comma 1, che proroga al 31 dicembre 2019 il termine entro il quale il CIPE deve individuare le modalità di impiego delle risorse, già destinate all’edilizia scolastica, che si siano rese disponibili o che si rendano disponibili a seguito di definanziamenti da destinare alle medesime finalità di edilizia scolastica.
L’articolo 9, comma 1 proroga i termini per la presentazione, da parte dei soggetti destinatari dei procedimenti di recupero degli aiuti di Stato, dei dati relativi all'ammontare dei danni subiti per effetto degli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009 e delle eventuali osservazioni relative alle somme effettivamente percepite. Tali dati devono essere presentati, a pena di decadenza, entro trecento giorni (a legislazione vigente centottanta giorni) dalla comunicazione di avvio del procedimento di recupero degli aiuti dichiarati illegittimi.
Il comma 2 apporta modifiche all'articolo 436-bis, della legge n. 190 del 2014 inerente l'applicazione graduale a partire dal 2017 del taglio di risorse a titolo di Fondo di solidarietà comunale, introdotto per finalità di contenimento della spesa pubblica dalla legge di stabilità 2015, nei confronti di quei comuni colpiti da eventi sismici che ne sono stati esentati negli anni 2015 e 2016, nonché per un incremento graduale della misura a carico di quei comuni che ne hanno avuto finora una applicazione ridotta. Le modifiche introdotte sono finalizzate a ridurre il taglio per il 2019 dal 75 al 50 per cento, ovvero nella stessa misura prevista per l'anno 2018.
Le audizioni di Cantone e Toninelli in Senato: a settembre decreto legge con le correzioni al codice dei contratti pubblici
Nell’ultima settimana in Commissione Lavori pubblici del Senato sono stati auditi il Presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone e il Ministro Toninelli sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Le audizioni sono state preliminari a un ciclo che si aprirà a settembre nell’ambito del quale la Commissione ascolterà gli operatori sui temi di diretta competenza (anche Fondazione Inarcassa ha avanzato la richiesta di partecipare al ciclo di audizioni). Tra questi certamente la riforma del codice dei contratti pubblici, allo studio di un tavolo tecnico interministeriale, in collaborazione con ANAC. Il Ministro Toninelli ha annunciato per settembre un cd. “pacchetto semplificazione”: un decreto legge che conterrà anche le modifiche al codice.
L’audizione del Presidente Cantone
“Il collegamento diretto tra una presunta crisi degli appalti pubblici e il nuovo Codice è smentito dai numeri”.
Nel 2017 il numero delle procedure è in aumento e la crescita è continua. Nessuno nasconde che esistano problematiche concrete nella gestione dei contratti pubblici, anche a seguito dell'entrata in vigore del codice e delle relative nuove norme, la cui applicazione non è ancora integrale. Le maggiori novità sono la qualificazione delle stazioni appaltanti, l'albo dei commissari di gara estratti a sorte, e il rating di legalità. Su quest'ultimo aspetto ci sono delle oggettive difficoltà.
La ripresa degli appalti pubblici è significativa nell'ambito dei servizi e delle forniture, ma minore nel settore dei lavori pubblici.
Sotto il profilo dell'attuazione l'Autorità ha emanato 7 linee-guida obbligatorie su 10 previste per legge. Fra le mancanti, 2 saranno emanate a breve e per l’ultima serve un Dpcm. Inoltre l’Anac ha emanato altre 7 linee guida non obbligatorie su temi sensibili per aiutare gli operatori.
La scelta dell'offerta economicamente più vantaggiosa rischia di essere un aggravio per le stazioni appaltanti così come l'obbligatorietà della progettazione definitiva per qualsiasi tipologia di lavoro, quindi forse si possono introdurre meccanismi di semplificazione sotto questo profilo. Le parti del codice che si stanno dimostrando complicate vanno assolutamente semplificate, a patto che con il termine semplificazione si intenda il miglioramento delle procedure per ottenere risultati e non per l'ottenimento di un sistema di mani libere e di elusione come con la Legge obiettivo. Quel sistema non è riuscito ad impedire fenomeni di corruzione. Dunque le semplificazioni devono agevolare una ripresa del settore degli appalti pubblici. Le proposte di miglioramento sono già state presentate dall’Anac al Mit nell'ambito del tavolo di lavoro sul Codice.
L’audizione del ministro Toninelli in Commissione Lavori Pubblici
Un decreto legge a settembre con i primi ritocchi al Codice appalti. La stabIlizzazione delle detrazioni fiscali all’edilizia. L’analisi costi benefici sulle grandi opere di legge obiettivo. E poi: priorità alla mobilità collettiva ed ecologica al posto dell’auto privata e dei veicoli diesel e benzina. Piccole opere diffuse e manutenzione al posto delle grandi infrastrutture, ma sì al rilancio degli investimenti pubblici come chiave per aumentare il Pil.
Il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha illustrato martedì 31 agosto, in Senato, i programmi del suo ministero. Tra le novità anche il definitivo stop del governo alla fusione Anas-Fs («è un fallimento annunciato») e la conferma dell’obiettivo 51% italiano per l’Alitalia («ma non significa nazionalizzazione»).
Sul Codice il governo punta a un'azione in due fasi: prima un decreto legge con modifiche circoscritte e di immediato impatto soprattutto con l'obiettivo semplificazione e sblocca-cantieri. E poi, in tempi più lunghi, una riforma più complessiva.
«Punteremo sulla stabilizzazione delle detrazioni fiscali come l’ecobonus» - ha detto Toninelli «e faciliteremo il più possibile il ricorso al sisma-bonus». «Rilanceremo il settore delle costruzioni - ha annunciato - «promuovendo rigenerazione urbana, edilizia di qualità e digitalizzazione».
Toninelli in commissione ha spiegato che la priorità del suo ministero sarà «dotare il Paese di una rete di tante piccole opere diffuse» piuttosto che «le grandi opere mastodontiche e dispendiose». Su queste Toninelli ha confermato che è in corso un’analisi costi-benefici oggettiva, scientifica e “terza”, coordinata dal Ministero, i cui risultati «saranno resi note nei prossimi mesi». Tra le opere oggetto di analisi ha citato «la Gronda autostradale di Genova, l'aeroporto di Firenze, la Pedemontana Lombarda, l'Alta Velocità Brescia-Padova, il Terzo Valico, il Nodo di Firenze, la Torino-Lione».
«Circa l'obiettivo di riformare il Codice appalti», più volte annunciato dal governo, «faremo a settembre un decreto legge che cominci a toccare alcuni punti» - ha annunciato il Ministro, aggiungendo «pubblicheremo delle linee guida di principio, su cui apriremo le consultazioni».
Su cosa significhi “semplificare” il Codice appalti in audizione Toninelli ha detto che «il Ministero sta lavorando, di concerto con l'Anac, per avere regole più chiare e semplici sul tema dell'affidamento degli appalti», che «snellire le procedure non è in contraddizione con la difesa della legalità», che «è necessario alzare il livello qualitativo della progettazione, abbattendo al tempo stesso gli sprechi e i casi di incompiute. Ma, soprattutto, gli appalti pubblici necessitano di grande trasparenza per scongiurare i gravi fenomeni corruttivi e gli scandali cui assistiamo da troppo tempo».
Lunedì era stato il presidente dell'Anac Raffaele Cantone, sempre in audizione al Senato, a mettere in guardia in modo diretto sul fatto che ai tavoli in corso presso il Mit, o nelle proposte che circolano, dietro l'obiettivo di “semplificare” ci può essere quello di ribaltare gli obiettivi chiave del Codice 2016, che secondo Cantone restano validi, furono condivisi da un'ampia maggioranza nella legge delega 2015, e devono essere semmai attuati fino in fondo: ridurre i maxi-ribassi, le varianti e i contenziosi in corso d'opera, i subappalti; migliorare la qualità della progettazione e ridurre e qualificare le stazioni appaltanti. Il tutto anche come strumento anti-corruzione. Cantone ha in particolare messo in guardia da marce indietro, che snaturerebbero questi obiettivi, sul tema dell'appalto su progetto esecutivo e sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, approvando un Dpcm che è in sostanza pronto ma ha trovato pesanti resistenze soprattutto negli enti locali.
Norme Tecniche delle Costruzioni 2018, circolare esplicativa
Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha approvato la Circolare illustrativa delle Norme Tecniche delle Costruzioni (NTC 2018).
Il testo, che sarà pubblicato entro settembre, è più snello rispetto alle bozze inizialmente circolate.
Soddisfazione è stata espressa dal mondo delle professioni, che considera la norma un punto di partenza cui dovranno seguire ulteriori interventi di semplificazione normativa.
NTC 2018, CNI: ora la revisione del Testo Unico Edilizia
Per approfondire
PROFESSIONISTI
Decreto dignità
L’Assemblea della Camera ha approvato, con modifiche, il disegno di legge di conversione del dl dignità.
Il provvedimento passa all’esame del Senato.
Tra gli articoli di interesse spiccano le misure in campo fiscale: l’articolo 10 che reca disposizioni finalizzate a modificare l’istituto del redditometro, introducendo il parere dell’Istat e delle associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori. Contestualmente viene abrogato il decreto ministeriale contenente gli elementi necessari per effettuare l’accertamento, che cessa di avere efficacia a decorrere dall’anno di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015; l’articolo 11, che reca disposizioni sulla trasmissione dei dati delle fatture emesse e ricevute (c.d. spesometro) da parte dei soggetti passivi IVA; l’articolo 11-bis, introdotto dalle Commissioni in sede referente, rinvia al 1° gennaio 2019 la decorrenza dell'obbligo, previsto dalla legge di bilancio 2018, della fatturazione elettronica per la vendita di carburante a soggetti IVA presso gli impianti stradali di distribuzione, in modo da uniformarlo a quanto previsto dalla normativa generale sulla fatturazione elettronica tra privati; l’articolo 12, che prevede l’abolizione del meccanismo della scissione dei pagamenti, split payment, per le prestazioni di servizi rese alle pubbliche
amministrazioni i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte (in sostanza, i compensi dei professionisti); l’articolo 12-bis, introdotto dalle Commissioni in sede referente, che estende anche al 2018 le norme che consentono la compensazione delle cartelle esattoriali in favore delle imprese titolari di crediti commerciali e professionali non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti della pubblica amministrazione e certificati secondo le modalità previste dalla normativa vigente, con riferimento ai carichi affidati agli Agenti della riscossione entro il 31 dicembre 2017.
Per approfondimenti:
Dossier servizio studi Camera 30 luglio 2018
FISCO
La circolare dell’AE su cessione credito efficienza energetica e misure antisismiche
L'Agenzia delle entrate ha pubblicato un circolare N. 17/E recante ulteriori chiarimenti in merito alla cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante per gli interventi di efficienza energetica nonché per gli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche – articoli 14 e 16 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63.
Con il documento l’Agenzia risponde ad alcuni dubbi sollevati dagli operatori dopo l’emanazione della circolare n. 11/E del 18 maggio 2018. Tra le novità, la possibilità di cedere il credito nell’ambito di un Consorzio o una Rete di imprese, a eventuali subappaltatori nonché a soggetti che rientrano nello stesso contratto di appalto anche se non hanno eseguito lavori che danno diritto a detrazioni cedibili.
Il vice premier Di Maio sugli incentivi per l’efficienza energetica
“Riteniamo necessario valutare soluzioni più efficaci ed efficienti per la promozione e l’incentivazione dell’efficienza energetica nel settore industriale, della piccola e media impresa e nel residenziale”. “Dobbiamo rilanciare gli strumenti di incentivazione al momento disponibili per le PMI e quelli per il settore residenziale”.