Sintesi di monitoraggio legislativo 1°-15 luglio 2016
NOTA POLITICA
Il Governo è deciso a continuare sulla strada della riduzione della pressione fiscale. Lo conferma il Ministro dell’economia fornendo dati rassicuranti su pressione fiscale e disoccupazione, che stanno calando, e sostenendo la necessità di proseguire sulla strada delle riforme.
Anche il Ministro Delrio punta a dare fiducia ai mercati dicendosi d’accordo con la proposta, lanciata dall’ANCE, di dare avvio a un piano industriale di sviluppo che potenzi i lavori pubblici e sulla maggiore flessibilità per gli investimenti. Accolta anche l’dea di convocare subito un tavolo di confronto per affrontare la fase transitoria del nuovo Codice degli appalti.
Ma nonostante gli annunci i dati dell’ISTAT sulla povertà e la crisi bancaria in atto non fornisco per ora prospettive positive per l’economia.
Prosegue infatti la trattativa in corso a Bruxelles per trovare la quadra con la Commissione europea per una soluzione sulle banche italiane; se si è d’accordo sulla protezione delle famiglie e dei risparmiatori il governo italiano cerca di trattare anche sul ruolo degli investitori istituzionali nell’eventuale salvataggio del Monte dei Paschi.
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
LAVORI PUBBLICI & EDILIZIA
Pubblicati in Gazzetta Ufficiale due decreti attuativi della riforma PA
Sulla Gazzetta Ufficiale di mercoledì 13 luglio sono stati pubblicati due provvedimenti di attuazione della legge di delega al Governo per la riforma della pubblicazione amministrazione (cd. riforma Madia).
I decreti entreranno in vigore il 28 luglio.
Di seguito i link ai testi:
- Attuazione della delega in materia di segnalazione certificata di inizio attivita' (SCIA), a norma dell'articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124
- Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, in attuazione dell'articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124.
La relazione annuale ANAC al Parlamento
Giovedì 14 luglio il Presidente Raffaele Cantone ha illustrato in Senato la relazione annuale al Parlamento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione per l’anno 2015.
Presentazione del Presidente Cantone
Relazione
ANAC ha pubblicato le proposte di linee guida attuative del nuovo codice appalti sul sottosoglia
Il Consiglio dell’Autorità ha deliberato le Linee Guida “Procedure per l’affidamento dei contratti pubblici di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria, indagini di mercato e formazione e gestione degli elenchi di operatori economici”.
Prima dell’approvazione del documento definitivo, l’atto è stato inviato per un parere al Consiglio di Stato e alle Commissioni Lavori pubblici di Camera e Senato.
Consiglio dei ministri – esame definitivo Dpr terre e rocce da scavo
Il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame definitivo, un decreto del Presidente della Repubblica che semplifica la disciplina di gestione delle terre e rocce da scavo, ai sensi dell’articolo 8 del decreto-legge 12 settembre 2014, n.133, convertito, con modifiche, dalla legge 11 novembre 2014, n.164.
Nello specifico, il provvedimento definisce un quadro normativo di riferimento completo, chiaro e coerente con la disciplina nazionale e comunitaria, assorbendo in un testo unico le numerose disposizioni oggi vigenti che disciplinano la gestione e l’utilizzo delle terre e rocce da scavo.
Il decreto ha per oggetto:
• la gestione delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti provenienti da cantieri di piccole e grandi dimensioni;
• la disciplina del deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo;
• l’utilizzo nel sito di produzione delle terre e rocce da scavo escluse dalla disciplina dei rifiuti;
• la gestione delle terre e rocce da scavo nei siti oggetto di bonifica.
Il testo è stato ulteriormente integrato nel tempo con il ricorso a una consultazione pubblica rivolta a cittadini, associazioni e stakeholder del settore, oltre che sulla base del parere espresso dalla Conferenza Unificata.
Tra le principali peculiarità del provvedimento:
• la semplificazione delle procedure e la fissazione di termini certi per concludere le stesse, anche con meccanismi in grado di superare eventuali situazioni di inerzia da parte degli uffici pubblici. Si evitano così i lunghi tempi di attesa da parte degli operatori per la preventiva approvazione del piano di utilizzo delle terre e rocce da parte delle autorità competenti;
• procedure più veloci per attestare che le terre e rocce da scavo soddisfano i requisiti stabiliti dalle norme europee e nazionali per essere qualificate come sottoprodotti e non come rifiuti;
• una definizione puntuale delle condizioni di utilizzo delle terre e rocce all’interno del sito oggetto di bonifica, con l’individuazione di procedure uniche per gli scavi e la caratterizzazione dei terreni generati dalle opere da realizzare nei siti oggetto di bonifica;
• il rafforzamento del sistema dei controlli.
Si tratta dunque di un provvedimento che, rispondendo alle criticità riscontrate nel tempo sia dagli operatori che dai soggetti istituzionali preposti ai controlli, consente di rafforzare la tutela ambientale e insieme la competitività delle imprese.
Il decreto, che risponde pienamente ai principi e agli obiettivi del processo verso un modello economico di tipo “circolare”, consente inoltre di recepire le richieste formali della Commissione europea ed evitare così che l’Eu-Pilot 5554/13/ENVI aperto su questo tema evolva in una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
La legge europea in Gazzetta. Cade l'obbligo di sede legale in Italia per le Soa
Anche le società di attestazione con base all'estero potranno rilasciare i certificati ai costruttori italiani purché mantengano almeno una sede operativa in Italia.
È quanto dispone la legge 122/2016, la cosiddetta legge europea, pubblicata in Gazzetta Ufficiale l'8 luglio e in vigore a partire dal 23 luglio. Qui il testo.
L'obbligo della collocazione in Italia della sede legale delle Soa era stato oggetto di una procedura di infrazione e di una pronuncia della Corte di Giustizia Ue che ha giudicato incompatibile con le regole europee sulla «libertà di circolazione e di stabilimento» l'obbligo di avere una sede legale in Italia per le Soa fissato dal vecchio regolamento appalti (in questa parte ancora in vigore fino all'arrivo delle nuove linee guida Anac sulla qualificazione).
Un'altra novità è contenuta all'articolo 30 delle legge che riformula l'art. 29, comma 3, del Dlgs 10 settembre 2003, n. 276, secondo cui l'acquisizione, a seguito di subentro di un nuovo appaltatore ed in forza di legge, di contratto collettivo nazionale di lavoro o di clausola del contratto d'appalto, del personale già impiegato nell'appalto non costituisce trasferimento d'azienda o di parte d'azienda. Con la nuova disciplina si specifica che l'esclusione della natura di trasferimento d'azienda (o di parte d'azienda) è subordinata alla sussistenza di elementi di discontinuità che determinino una specifica identità di impresa ed alla condizione che il nuovo appaltatore sia dotato di propria struttura organizzativa ed operativa.
La Conferenza Unificata Stato-Regioni del 7 luglio scorso ha dato parere positivo all’autorizzazione paesaggistica semplificata
Il decreto individua gli interventi ritenuti di lieve entità da sottoporre ad autorizzazione paesaggistica semplificata e quelli per i quali l’autorizzazione non sarà più richiesta.
L’allegato A del decreto individua i 31 piccoli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica tra cui gli interventi (che non comportino modifiche sostanziali) volti a migliorare l’efficienza energetica e il consolidamento statico e le opere indispensabili per il superamento delle barriere architettoniche.
L’allegato B esplicita le 42 tipologie di interventi considerati ad impatto lieve sul territorio come interventi antisismici e di miglioramento energetico che comportino innovazioni nelle caratteristiche morfologiche dell’edificio e la realizzazione di tettoie e porticati.
La procedura prevista per gli interventi di lieve entità viene inoltre coordinata con i decreti attuativi della riforma Madia in materia di silenzio assenso e di Conferenze di Servizi, e viene facilitata la procedura per le istanze di rinnovo di autorizzazioni paesaggistiche.
Secondo le Regioni il decreto dovrebbe eliminare circa un terzo del carico di lavoro agli uffici degli enti preposti alla gestione del vincolo paesaggistico.
Per semplificare ulteriormente i processi autorizzativi le Regioni hanno proposto l’eliminazione “del parere del Soprintendente per la parte inerente la realizzazione e l'adeguamento della viabilità forestale”.
Tra le richieste espresse dalla Regione Friuli Venezia Giulia ha trovato accoglimento anche quella relativa al mantenimento della validità degli accordi di semplificazione paesaggistica già sottoscritti dalla Regione FVG e dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT).
La Regione ha inoltre espresso parere favorevole anche in considerazione del fatto che molte modifiche e semplificazioni sono attese da anni e che le raccomandazioni poste dalle Regioni nel documento esaminato e integrato congiuntamente al MiBACT dovrebbero attivare, come è stato assicurato, un Tavolo per monitorare eventuali difficoltà applicative della nuova disciplina.
Anche l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci) ha espresso soddisfazione per l’intesa sancita. Il Sindaco di Catania ha dichiarato: “A causa dei vincoli paesaggistici molti cittadini non potevano apportare alle proprie abitazioni la minima modifica poiché vincolata ad un parere della sovrintendenza di turno. La decisione di oggi modifica le procedure e, per quegli interventi edilizi di lieve entità indicati nello schema di regolamento approvato già in via preliminare del Consiglio dei Ministri, si potrà procedere alle modifiche scaduti i termini dell’invio della domanda che variano dai 30 ai sessanta giorni. Questo semplificherà e velocizzerà le procedure e migliorerà la vita dei cittadini”.
Il decreto sui livelli di progettazione slitta a dopo l’estate
Il decreto sui livelli di progettazione, attuativo del nuovo Codice Appalti, sarà pronto probabilmente dopo l’estate. E’ quanto affermato da Angelo Domenico Perrini, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bari e componente della Commissione che si sta occupando di redigere il testo all’interno del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Sebbene il decreto sembrava in procinto di essere pubblicato in Gazzetta ufficiale, con tutta probabilità slitterà dopo la pausa estiva.
Uno dei capisaldi del provvedimento, ha ricordato Perrini a margine del convegno “Il nuovo Codice Appalti e i servizi di ingegneria e architettura: novità e criticità” organizzato a Bari, è il rafforzamento del progetto di fattibilità, che ingloba tutta una serie di verifiche che in precedenza venivano rimandate alla fase del progetto definitivo ed esecutivo. Si tratta delle indagini geologiche e geognostiche, le verifiche preventive dell'interesse archeologico e gli studi preliminari sull’impatto ambientale delle opere da realizzare. Nel progetto si dovrà anche indicare se si intende suddividere l’opera in lotti funzionali ed eventualmente avviare le procedure espropriative necessarie. Al progetto bisognerà allegare gli schemi grafici per l'individuazione delle caratteristiche dimensionali, volumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da realizzare.
Una parte della commissione che sta lavorando al decreto nel CSLP, ha riferito Perrini, proponeva di semplificare le procedure per la redazione del progetto di fattibilità inerente alle opere semplici e ripetitive “come l’adeguamento a norma di una scuola, dove gli interventi sono già predeterminati”.
La volontà di semplificazione si è però scontrata con un dato di fatto: nel Codice Appalti manca la differenziazione tra opere complesse e opere semplici. L’introduzione di procedure semplificate richiederebbe quindi una serie di modifiche al Codice Appalti. Il CNI sta già lavorando in questo senso con una serie di proposte da far confluire nel primo correttivo, che sarebbe già in gestazione.
Un’altra implicazione del decreto sui livelli di progettazione è la definizione dei compensi dei professionisti a base di gara. II compensi - secondo Perrini - dovranno essere rivisti, dal momento che il professionista che redige il progetto di fattibilità dovranno essere rivisti dal momento che il professionista che redige il progetto di fattibilità deve effettuare indagini e attività aggiuntive prima non previste.
Il decreto per il calcolo degli importi messo a punto dal Ministero della Giustizia ripropone invece i contenuti del DM 143/2013, quindi i meccanismi della vecchia normativa in base alla quale il progetto preliminare richiedeva meno incombenze.
Questa problematica si somma ai dubbi che ruotano intorno al nuovo Decreto Parametri. Secondo il Ministero della Giustizia e secondo le prescrizioni del Codice, le indicazioni del decreto sono facoltative.
La pensa diversamente l’Anac, che nelle linee guida sull’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura ha ribadito l’obbligo di utilizzare il DM Parametri per la definizione degli importi.
Assemblea nazionale ANCE
Giovedì 14 luglio si è tenuta a Roma l’Assemblea nazionale dell’Ance.
Dopo una prima parte, nella quale sono intervenuti il sociologo Giuseppe Roma e il Direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, dedicata all’analisi dei dati relativi al settore e alle prospettive di crescita del comparto, volano per l’intera economia del Paese, il Presidente De Albertis ha preso la parola per illustrare, in una dettagliata e ampia relazione, le priorità necessarie per tornare a crescere. In particolare, il presidente Ance ha richiamato la necessità di “un grande Piano di sviluppo industriale e infrastrutturale capace di innovare in profondità tutto il Paese”.
Cinque le linee d’azione per raggiungere questo obiettivo: manutenzione e miglioramento delle infrastrutture esistenti; accelerazione e ampliamento del piano di riqualificazione degli edifici scolastici; assegnazione delle risorse necessarie per la riduzione del rischio idrogeologico; investimento sui beni culturali e sul turismo, soprattutto nel Mezzogiorno, e recupero e risanamento infrastrutturale e sociale delle periferie.
De Albertis non ha mancato poi di richiamare il tema del codice degli appalti definito “una vera e propria rivoluzione", ma che come ogni processo innovativo necessita di “un periodo di assestamento per poter essere assimilato”. Di qui la richiesta avanzata al Governo di “varare una moratoria che fino al 31 dicembre consenta alle amministrazioni di bandire le gare già pronte basate su progetti definitivi “.
Immediata la risposta del Ministro Delrio che si è detto favorevole alla proposta del Presidente De Albertis di un Piano industriale di sviluppo del settore e poi successivamente, in una nota diramata dal Ministero delle infrastrutture, ha annunciato “l’apertura di un tavolo di confronto rispetto alla fase transitoria per affrontare con Ance e Enti locali la fase transitoria e l’andamento del mercato delle opere pubbliche, con componente prevalente dell’edilizia, cha ha comunque visto tra gennaio e giugno un aumento di 4 miliardi rispetto all’anno scorso”.
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Lavori pubblici, bandi in calo anche a giugno: il numero dei bandi scende del 27%: il nuovo codice rallenta il mercato
Per il secondo mese consecutivo il numero di bandi pubblicati si attesta su oltre un quarto in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno: -26% a maggio e -27,8% a giugno. A maggio c'era stato anche un crollo negli importi, -85%, mentre a giugno gli avvisi Infratel sulla banda larga (1,4 miliardi di euro) risollevano i valori a +50%. Ma si tratta di lavori iperspecialistici, la OS19, per i quali non sono molte le imprese di costruzione qualificate, e le gare potrebbero essere vinte direttamente dai gestori di Tlc. Senza Infratel gli importi di giugno sarebbero di nuovo in calo, -37%.
I cali più consistenti si registrano in tre soggetti chiave: Comuni (-58% negli importi a maggio, -79% a giugno), Anas (-30% in due mesi), ferrovie (-30%, -88% al netto del bando Cociv). L'Anas pubblicherà a luglio il bando per l'accordo quadro sulle progettazioni, per portare in pochi mesi all'esecutivo tutti i progetti, ma ammettono: «I bandi per le nuove opere non ripartiranno prima di fine anno, inizio del 2017». (si veda il servizio)
Nella lettura dei dati sui bandi è entrato anche il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. «Dai 18,1 miliardi del 2013 - scrive in una nota - siamo passati a 30,4 mld nel 2015 con un aumento di oltre il 60%».
Vero. Anche se i 18,1 miliardi del 2013 sono il dato più negativo degli ultimi 15 anni, frutto della stretta di Monti nel 2012. Comunque i 30 miliardi del 2015 sono effettivamente un dato elevato, che ha riportato lo scorso anno i bandi al livello medio pre-crisi (2002-2008).
«Se veniamo al 2016 (gennaio-maggio) - prosegue Delrio - troviamo un aumento rispetto al dato già ottimo del 2015: 11.6 rispetto a 8.4 miliardi». I dati Cresme dicono una cosa diversa: valori a -17,5% da gennaio a maggio e -8% da gennaio a giugno, che diventerebbero -22% togliendo gli "anomali" bandi Infratel per la banda ultralarga.
«Certo - prosegue il Ministro - l'entrata in vigore del nuovo Codice ha determinato una caduta nel mese di maggio, ma solo per poter adattarsi a nuove regole che consentono di fare finalmente i lavori pubblici con costi e tempi certi e senza corruzione. Visto che i lavori di un'opera iniziano solo con il progetto esecutivo, il problema non è che venga fatto prima del bando, come da nuovo Codice, o dopo. Il problema è che opere da 50 milioni non impieghino 10 anni, come accade oggi, per essere realizzate. E per fare questo bisogna avere buoni progetti esecutivi a gara».
Non c'è dubbio che qualche critica di queste settimana, dagli operatori o anche interna al Pd, ha approfittato delle difficoltà iniziali per criticare alcune novità del Codice (l'appalto su esecutivo, l'offerta più vantaggiosa, le commissioni esterne e la vigilanza Anac). Ma proprio per il peso delle novità introdotte resta poco contestabile che il governo abbia sottovalutato la "fase transitoria", riducendosi al'ultimo minuto (18 aprile) con il testo definitivo del Dlgs, senza dare neppure qualche mese alle stazioni appaltanti per adeguarsi.
Le difficotà sono nei numeri delle principali amministrazioni, nei primi mesi del codice, maggio e giugno. Anas -67% nel numero di bandi e -30% negli importi rispetto allo stesso bimestre del 2015; Rfi -31% nei bandi e -88% negli importi (-31% le ferrovie grazie al bando Cociv); i Comuni -25% nel numero e -69% negli importi.
L'intervista ad Adriano Palmigiano, direttrice Appalti dell'Anas (si veda altro servizio) , conferma che ci vorranno ancora mesi per fare i progetti esecutivi, e i bandi per nuove opere ripartiranno a regime solo da inizio 2017. E anche Rfi aveva anunciato subito che ci sarebbe voluto qualche mese per ripartire.
Dopodiché ha ragione Delrio: «La cura non va distinta dalla malattia». I lavori pubblici ripartiranno, perché le risorse in bilancio ci sono (+9,2% nel 2016 per le infrastrutture statali, 17 miliardi per le ferrovie negli Addendum Rfi 2015 e 2016, da spendere nei prossimi anni, 6,8 miliardi per l'Anas tra 2016 e 2020) e la legge di Stabilità 2016 ha eliminato il Patto di stabilità per i Comuni. Probabile dunque che la ripartenza dei lavori pubblici sia solo rimandata di sei mesi. Resta solo il rammarico per un rallentamento che si poteva evitare.
PROFESSIONI
Jobs act degli autonomi
Proseguono in Senato i lavori della Commissione Lavoro e previdenza sul Jobs act degli autonomi.
In particolare, il relatore del provvedimento, Sen. Sacconi, in seguito ai pareri espressi dalla Commissione Bilancio e Affari Costituzionali ha presentato alcuni nuovi emendamenti.
Si segnalano, in particolare, la proposta volta a delegare il Governo per la disciplina in materia di atti pubblici rimessi alle professioni ordinistiche nonché in tema di semplificazione della normativa di salute e sicurezza degli studi professionali.
Interrogazione per l’inserimento degli indirizzi PEC dei professionisti nell’indice nazionale
Con riferimento al Codice dell'amministrazione digitale, che prevede l'istituzione dell'Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC), gli Onorevoli Gebhard e Abrignani (Misto) si sono rivolti, con una interrogazione presentata alla Camera, al Ministro dell'economia per invitarlo ad attivarsi con la massima sollecitudine al fine di favorire un accordo tra tributaristi e Equitalia, sull'esempio di quello vigente tra Agenzia delle entrate e tributaristi stessi, affinché anche gli indirizzi PEC dei professionisti di cui alla legge 14 gennaio 2013, n. 4 vengano inclusi nell'elenco denominato indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI-PEC).
Infatti, la recente introduzione del sistema di notifica degli atti di riscossione tramite posta elettronica certificata, pone la categoria professionale dei tributaristi ex lege n. 4/2013 in una posizione di diseguaglianza rispetto ai professionisti iscritti in albi o elenchi.
Riforma delle professioni, consultazione UE fino al 19 agosto
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere pareri e opinioni sui Piani nazionali di Riforma (PNR) delle professioni presentati dagli Stati membri.
I PNR illustrano le azioni che gli Stati membri hanno intrapreso o che intendono intraprendere per garantire una migliore regolamentazione delle professioni, nell’interesse dei professionisti e dei consumatori. I PNR sono il risultato finale dell’esercizio di trasparenza avviato nel 2014 attraverso il quale è stata condotta un'analisi sulla regolamentazione delle professioni, per verificare che le disposizioni normative nazionali fossero proporzionate e giustificate da un interesse pubblico, senza creare oneri aggiuntivi per i professionisti.
La consultazione è rivolta a tutti: amministrazioni pubbliche, categorie di professionisti e cittadini.
L'intenzione è quella di conoscere l'opinione sulle specifiche modifiche proposte da ciascuno Stato membro:
- se si pensa che siano necessarie altre modifiche non proposte dallo Stato membro,
- se lo Stato membro ha condotto un'adeguata analisi della regolamentazione e dei suoi effetti nella elaborazione del Piano nazionale di riforma.
Le osservazioni possono riferirsi ad uno qualsiasi dei Piani, non necessariamente a quello adottato dal proprio Stato membro, ed anzi, lo scopo della "valutazione reciproca" è proprio questo.
Inoltre, nel mese di ottobre 2015, la Commissione europea ha adottato una Strategia per il mercato unico dei beni e servizi, prevedendo delle azioni per il miglioramento della regolamentazione dei servizi professionali. Una delle iniziative annunciate è l'introduzione di un quadro analitico di valutazione per la regolamentazione di ausilio per gli Stati membri in fase di revisione della regolamentazione, al fine di garantire la proporzionalità delle misure adottate ai rischi che si vogliono difendere.
Su questa seconda iniziativa la Commissione ha progettato due diversi questionari: uno per le autorità competenti che si occupano della regolamentazione delle professioni e uno rivolto a tutti gli altri.
Chi partecipa alla consultazione può esprimere la propria opinione circa:
- la validità dell'applicazione di una simile analisi alla regolamentazione delle professioni;
- il valore aggiunto di tale analisi e il suo impatto sul quadro normativo generale delle professioni.
La consultazione è aperta sino al 19 agosto 2016.
Per maggiori informazioni:
http://ec.europa.eu/growth/tools-databases/newsroom/cf/itemdetail.cfm?item_id=8827
Per partecipare alla consultazione:
https://ec.europa.eu/eusurvey/runner/RegProfConsultation2016?surveylanguage=IT
Proposta di legge regione Lazio: fondi regionali ed europei aperti ai professionisti
Le Partite Iva nel Lazio potranno accedere ai contributi regionali ed europei per le piccole e medie imprese. A mettere nero su bianco una regola già scritta, ma spesso inapplicata, è stata una proposta di legge approvata dalla Giunta Regionale, passata ora in Consiglio per il varo definitivo.
L’articolo 15 del testo stabilisce infatti che nel rispetto di quanto stabilito dalla normativa europea e statale in materia, tutte le disposizioni regionali che prevedono la concessione di contributi finanziati con risorse regionali e fondi europei per lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese “si intendono estese anche ai lavoratori autonomi titolari di partita Iva”.
A livello italiano l’equiparazione tra professionisti e imprese nell’accesso ai fondi europei e ad altre risorse regionali è avvenuto con la Legge di Stabilità per il 2016. I professionisti, infatti, sono considerati esercenti attività economica a prescindere dalla forma giuridica rivestita.
La legge ha accolto i contenuti della raccomandazione della Commissione Europea 2013/361/CE, del Regolamento europeo 1303/2013 e delle linee d’azione per le libere professioni del piano imprenditorialità 2020.
Nel 2014 Antonio Tajani, che rivestiva la carica di vicepresidente della Commissione Europea, ha chiarito che sarebbero stati disponibili anche per i professionisti i fondi strutturali gestiti a livello nazionale o regionale, gli 80 miliardi di fondi Horizon 2020 per la ricerca e l’innovazione e i 2,4 miliardi di fondi Cosme, studiati per la competitività e la crescita economica. L’Unione Europea, che prima non permetteva ai professionisti di accedere alle agevolazioni per le imprese, ha infatti deciso di correggere il tiro valorizzando il giro d’affari creato dai professionisti.
Dopo gli entusiasmi iniziali, era stata sottolineata la necessità che le Regioni, cioè gli enti che materialmente gestiscono l’erogazione di questi fondi, si adeguassero scrivendo bandi chiari ed esplicitamente aperti ai liberi professionisti.
La proposta di legge del Lazio sembra andare in questo senso. Adesso bisogna attendere l’iter per la sua approvazione.
Osservatorio sulle partite Iva: sintesi dei dati di maggio 2016. Sono state aperte oltre 47mila nuove posizioni
Sono quasi 34mila le persone che hanno aperto in maggio una partita Iva. Rappresentano quasi il 72% dell’ammontare registrato in maggio, pari a oltre 47mila nuove attività avviate. Di queste, i titolari del 22,6% sono società di capitali e quasi il 5% sono società di persone. Il totale si completa con uno 0,7% rappresentato da “non residenti” e/o da altre forme giuridiche.
Rispetto al maggio 2015, si osserva un incremento di avviamenti per le società di capitali (+15,2%) e le società di persone (+1,7%), mentre si registra un calo di aperture per le persone fisiche (-7,8%). Sul totale, quindi, una leggera flessione, pari a -3,1 per cento.
I numeri più alti sono segnalati al Nord, dove sono localizzate il 40% delle nuove attività.
Di poco inferiore la percentuale al Sud e Isole, pari al 37,6% del totale nazionale, mentre il restante 22,4% è stato contato nelle regioni del Centro Italia.
Incrementi molto consistenti in Basilicata (+49,6%), Molise (+26,7%) e Sardegna (+13,8%). Mentre in Calabria (-38%), Puglia (-25,9%) e Campania (-4,2%) permangono dati in regressione.
Questi sono parte dei numeri contenuti nella sintesi, fornita dall’Osservatorio delle partite Iva, dei dati diffusi oggi dal Mef, relativi al mese di maggio 2016.
La pagina del sito Mef, dedicata alla navigazione dinamica dell’Osservatorio delle partite Iva, consente di analizzare gli stessi dati con diverse chiavi di lettura.
Ad esempio, in base alla classificazione per settore produttivo, il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva (21,7% del totale), seguito dall’agricoltura (15,8%) e dalle attività professionali (12,4%).
Messi a confronto, i dati di quest’anno con le aperture di maggio 2015, si sono verificati incrementi significativi nelle attività immobiliari (+27,6%), nell’istruzione (+16,3%) e nelle attività artistico-sportive (+15,1%).
Diversamente, si segnalano invece cali di avviamento nell’agricoltura (-23,8%), nella sanità (-7,2%) e nei
servizi alle imprese (-6,1%).
Relativamente alle persone fisiche, infine, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile: il 38% dei titolari delle partite Iva aperte sono donne.
Il 45,5% degli avviamenti è riferito a giovani fino a 35 anni e il 34,2% alla fascia tra 36 e 50 anni.
Rispetto allo scorso anno, la distribuzione per classi di età evidenzia un consistente calo di aperture per quella più anziana (-47,2%), mentre per la classe più giovane la diminuzione è solo dello 0,7%.
I dati ci dicono ancora che il 16,7% di coloro che a maggio hanno aperto una partita Iva risulta nato all’estero e che risultano aver aderito al regime agevolato forfetario oltre 15mila nuovi imprenditori/professionisti, pari a circa il 32% del totale delle aperture di posizione, con un aumento del 17,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
FISCO
In Gazzetta il decreto per la compensazione crediti PA-cartelle esattoriali per l'anno 2016
Nella Gazzetta Ufficiale del 12 luglio 2016 è stato pubblicato il decreto 27 giugno 2016 in materia di “Compensazione, nell'anno 2016, delle cartelle esattoriali in favore di imprese e professionisti titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, nei confronti della pubblica amministrazione”.
In vigore a partire dallo stesso giorno della sua pubblicazione in G.U., il provvedimento stabilisce che le disposizioni previste dal decreto del 2014, recante «Compensazione, nell'anno 2014, delle cartelle esattoriali in favore di imprese e professionisti titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, nei confronti della pubblica amministrazione», si applicano, con le medesime modalità, anche per l'anno 2016, con riferimento alle cartelle esattoriali notificate entro il 31 dicembre 2015.
I crediti delle imprese e dei professionisti devono essere non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, maturati nei confronti delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001, e certificati secondo le modalità previste dai decreti del Ministro dell'economia e delle finanze 22 maggio 2012 e 25 giugno 2012.
Ai fini della compensazione, la somma iscritta a ruolo deve essere inferiore o pari al credito vantato.
La compensazione può essere effettuata, a richiesta del creditore, in conformità a quanto previsto dall'articolo 28-quater del decreto del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 29 settembre 1973.
Le modalità per la compensazione sono quelle previste dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 25 giugno 2012 e dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 19 ottobre 2012.
Per le somme iscritte a ruolo che non rientrano nell'ambito di applicazione del decreto, restano ferme le modalità previste dai decreti di cui al comma 2, come modificate dall'articolo 9, comma 02, del decreto legge n. 35/2013 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 64/2013).
Una volta ottenuta la certificazione, il titolare del credito la presenta all'agente competente della riscossione. L'agente, in base al ruolo emesso, può procedere alla riscossione coattiva qualora l'ente (Regione, ente del Servizio sanitario nazionale, ente locale) non gli versa, entro 60 giorni dal termine indicato, l'importo certificato.
Per Caf e professionisti abilitati il software di controllo del 73C
(fiscooggi.it)
La deduzione di spese professionali non può essere discriminante
(fiscooggi.it)
Agenzia entrate: Fatturazione elettronica, web application
È disponibile, sul sito istituzionale dell'Agenzia, la prima versione del servizio web gratuito grazie al quale i contribuenti possono generare, trasmettere e conservare le fatture elettroniche (Dlgs 127/2015). L'applicazione è rivolta a tutte le imprese, gli artigiani e i professionisti sia per le fatture b2b che per quelle rivolte alla Pa. E’ possibile generare, trasmettere e conservare documenti fiscali dematerializzati in modo semplice e gratuito. Il servizio è utilizzabile anche per le operazioni tra privati
(fiscooggi.it) Fatturazione elettronica: online la web application delle Entrate
Agenzia entrate: Patent box, chiarimenti
Con l'obiettivo di non pregiudicare l'accesso al regime del patent box, l'Agenzia chiarisce che, in relazione alle istanze presentate a dicembre 2015, il termine di 150 giorni entro cui inviare o integrare la documentazione decorre dall'ultimo giorno di quel mese e non dalla data di presentazione dell'istanza. Una precisazione indispensabile per coloro hanno chiesto di aderire all'istituto nel periodo di prima applicazione, con le difficoltà di chi esplora un mondo ancora sconosciuto (provvedimento 27 giugno 2016).
(fiscooggi.it) Patent box: la conta dei 150 giorni per le istanze inoltrate a dicembre