Sintesi di monitoraggio legislativo 17 novembre - 1 dicembre 2017
NOTA POLITICA
Una delle più travagliate legislature della storia repubblicana è arrivata a un passo dalla conclusione. Con la legge di Bilancio ormai in dirittura d’arrivo – dopo la fiducia a Palazzo Madama approderà alla Camera il 19 dicembre, con il passaggio finale in Senato poco prima di Natale – al Quirinale non resterà che sciogliere le Camere fra fine anno e inizio 2018. Sul tavolo restano due provvedimenti che nelle ultime settimane sono stati oggetto di un intenso dibattito, dentro e fuori del Parlamento, come il biotestamento e lo ius soli. I partiti sembrano aver trovato l’accordo per la legge sul fine vita, mentre appare molto più complessa la concessione della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati. Con un’opinione pubblica largamente sfavorevole al provvedimento e le elezioni ormai in vista (si voterà al più presto il 4 marzo, al più tardi il 18), il rischio di ripercussioni elettorali è alto. Ma la dialettica politica fiorita attorno alle due proposte è degna d’attenzione giacché rivelatrice di cosa potrebbe andare abitualmente in scena nella prossima legislatura, quando nessuno avrà la maggioranza per governare e i partiti dovranno formare alleanze e raggiungere accordi per approvare ogni singola legge. Nel mentre il centrodestra viene dato per favorito nella corsa per Palazzo Chigi davanti a M5s e Pd, anche se la coalizione fra Berlusconi, Salvini e Meloni sconta il fatto di fondarsi soprattutto sulle diffidenze reciproche. Lega Nord e Fratelli d’Italia sospettano infatti che una volta vinte le elezioni e constatato che non c’è la maggioranza per governare, l’ex cavaliere rispolveri lo spirito del Nazareno formando un esecutivo con Renzi che escluda in un colpo solo populisti e forze di sinistra.
LA MANOVRA PER IL 2018
Legge di Bilancio
Il Governo, con la ministra Anna Finocchiaro, ha posto la fiducia sul maxiemendamento alla manovra finanziaria 2018, in aula al Senato.
Il testo dopo l’approvazione in Senato verrà trasmesso alla Camera per la seconda lettura.
Giovedì 30 novembre l’'Assemblea del Senato ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando l'emendamento 1.700, interamente sostituivo degli articoli della prima sezione del disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020. L'emendamento governativo recepisce le modifiche approvate dalla Commissione Bilancio, con alcune correzioni e integrazioni di carattere tecnico e istituzionale.
Dati riepilogativi dell'esame del ddl in Commissione Bilancio
Di seguito un breve focus sulle disposizioni di maggior interesse:
- Fondo di progettazione
La commissione bilancio ha approvato un emendamento che prevede l’istituzione del Fondo per la progettazione degli enti locali presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Fondo avrà una dotazione di 30 milioni all’anno dal 2018 al 2030 e sarà destinato al cofinanziamento della redazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e dei progetti definitivi degli enti locali di opere destinate in via prioritaria alla messa in sicurezza di edifici e strutture pubbliche.
- Detrazione ristrutturazioni edilizie
E’ prevista una detrazione del 50% delle spese sostenute nel 2018 per interventi di ristrutturazione edilizia fino ad un massimo di 96 mila euro per unità immobiliare.
- sisma bonus
E’ prevista una detrazione pari al 50% delle spese sostenute per l’adozione di misure antisismiche da parte degli ex IACP su edifici ricadenti nelle zone sismiche 1,2,3 per il periodo compreso tra 1 gennaio 2018 e il 31 dicembre 2020 per una spesa pari a 96 mila auro.
- Milleproroghe
La commissione ha approvato l’emendamento del Governo che recepisce il cd. Milleproroghe.
Il testo prevede delle proroghe riguardo la messa in sicurezza degli edifici scolastici:
Viene prorogato (dal 31 dicembre 2017) al 31 dicembre 2018 il termine per i pagamenti da parte degli enti locali, secondo gli stati di avanzamento dei lavori debitamente certificati, relativi alla riqualificazione e messa in sicurezza degli istituti scolastici statali di cui all’art. 18, commi da 8-ter a 8-sexies, del D.L. 69/2013 (L. 98/2013).
Inoltre viene novellato l'art. 1, co. 165, quarto periodo, L. 107/2015, che differisce dal 31 dicembre 2017 al 30 settembre 2018 il termine entro il quale il CIPE provvede a destinare le somme non utilizzate nell'ambito degli interventi previsti dal Piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici istituito dall’art. 80, co. 21, della L. 289/2002.
Decreto fiscale
La Camera dopo aver votato la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili. Modifica alla disciplina dell'estinzione del reato per condotte riparatorie, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato (C. 4741), ha approvato in via definitiva il provvedimento.
Tra le disposizioni di maggior interesse del provvedimento, oltre a quanto segnalato nella precedente sintesi di monitoraggio legislativo, la norma in tema di equo compenso che l’On. Boccia, Presidente della Commissione Bilancio della Camera, ha annunciato che verrà modificata nel passaggio del provvedimento a Montecitorio. Il ritocco principale annunciato da Boccia punta a rafforzare il collegamento tra equo compenso e i parametri ministeriali per renderli un criterio di riferimento non semplicemente facoltativo ma vincolante. Ma non è l’unico correttivo: «Siamo al lavoro - aggiunge Boccia - sull’emendamento che presenteremo nel passaggio alla Camera del Ddl di bilancio. Cercheremo anche di chiarire che la norma si applica sempre alla Pa».
Boccia è intervenuto nel corso dell’iniziativa “L’equo compenso è un diritto”, organizzata da Rete delle professioni tecniche e dal Comitato unitario delle Professioni, tenutasi a Roma il 30 novembre. Nel corso dell’iniziativa la presenza della politica è stata molto forte. Il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), ha sollecitato un atto interpretativo per «rendere certo che l’equo compenso si applica a tutti i professionisti, a tutti i committenti e a tutte le attività». Da Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera, critiche all’Antitrust: «La concorrenza di cui stiamo parlando è malata, spero che l’Antitrust si occupi degli appalti al massimo ribasso». Critico anche Maurizio Gasparri (Forza Italia): «La rapidità dell’Authority in questo caso è stata sorprendente». Per Luigi Di Maio (M5S) bisogna «stare attenti alla formulazione della norma» per i termini stringenti. La responsabile lavoro del Pd, Chiara Gribaudo, in un ordine del giorno approvato ieri dalla Camera ha impegnato il Governo ad aggiornare i decreti sui parametri convocando il Tavolo di confronto previsto dal Jobs act autonomi.
Per tutti gli approfondimenti sull’evento:
L'equo compenso è un diritto: manifestazione a Roma
L’equo compenso penalizza i giovani professionisti? Gli Ingegneri: ‘è una fake news’
LAVORI PUBBLICI
Il punto sull’attuazione del codice appalti: bilancio in rosso
Il bilancio dell'attuazione del nuovo Codice appalti resta in rosso. Lo dicono chiaramente i numeri dei provvedimenti arrivati al traguardo a valle del Dlgs 50/2016 e del Correttivo 56/2017, raccolti da «Edilizia e Territorio».
La geografia complessiva del Dlgs prevedeva l'approvazione di sessanta tra decreti e linee guida, considerando tutti i ministeri coinvolti. Fermandoci ai provvedimenti chiave, decreti Mit e Linee guida ANAC, in tutto dovevano essere 36 ma solo 13 sono arrivati in porto. Rispetto a inizio settembre (il punto sul numero 34 di «Edilizia») quasi nulla è cambiato: una nuova linea guida Anac (servizi infungibili), tre aggiornamenti (alle pagine 2-3 i focus su Rup e illeciti professionali), nessun nuovo decreto Mit.
Il Ministero delle Infrastrutture sconta il ritardo più evidente. I decreti che hanno completato il loro iter sono solo cinque (requisiti dei professionisti, parametri incarichi di progettazione, bandi, elenco super-tecnologiche, cabina di regia), mentre altri sedici sono in corso di elaborazione, a diversi livelli di avanzamento. Su alcuni di questi si attende una svolta da tempo. È il caso del Dm che dovrà regolare l'introduzione del Bim in Italia, ormai a un passo dalla Gazzetta. Le indiscrezioni parlano di un testo ormai definito dall'ufficio legislativo del Mit, ma per la pubblicazione però, bisogna ancora aspettare. Discorso simile per il decreto sui livelli di progettazione: dopo il Correttivo, il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha appena completato il suo lavoro di revisione che, però, non ha ancora portato alla pubblicazione.
Manca anche il Dpcm sul débat public, entrato ormai nella sua fase più calda. Palazzo Chigi sta limando gli ultimi dettagli di una bozza uscita dal ministero delle Infrastrutture, che contiene un elenco di opere che dovranno passare dalla fase di consultazione pubblica dei cittadini. Con una linea chiara: limitarsi solo ai progetti realmente strategici per i territori. Sui tempi, però, pendono diverse incognite. Perché nel cronoprogramma che porta alla Gazzetta ufficiale va conteggiato anche il giro dei pareri parlamentari e del Consiglio di Stato.
Un'accelerazione improvvisa c'è stata su altri due provvedimenti, rimasti nell'oblio per diversi mesi. Il primo riguarda la direzione lavori: il Mit lo ha da poco inviato alla Conferenza unificata. Il nuovo testo ripesca un'ipotesi di "variante non variante", rende obbligatoria la tenuta di una contabilità computerizzata e fa esordire le nuove norme sul conflitto di interessi. Anche questo decreto è vicino alla Gazzetta ufficiale.
Così come potrebbe arrivare a breve il nuovo decreto sulla programmazione, che fisserà le nuove regole che entreranno a regime per i programmi 2019-2021. Il testo, lungo undici articoli, delinea il nuovo modello di pianificazione degli enti, riportando anche due allegati che contengono gli schemi tipo per la predisposizione dei programmi, sia per i lavori che per i servizi e le forniture, pur con una scansione temporale diversa: triennale nel primo caso e biennale nel secondo.
L'altro soggetto molto attivo in questa fase è l'Anac, che ha risposto con grande prontezza alle richieste del correttivo. Il tagliando del Codice ha, in sostanza, imposto all'Autorità di rimaneggiare tutte le linee guida approvate in questi primi mesi di attuazione. Il presidente Raffaele Cantone ha, però, richiamato i suoi uffici a un impegno straordinario e i risultati, finora, si sono visti. L'opera di aggiornamento, infatti, è stata quasi completata e, nel giro di poche settimane, sono stati rivisti principalmente i provvedimenti che riguardano gli appalti in house, i gravi illeciti professionali e il responsabile unico del procedimento. Senza contare l'approvazione della linea guida sugli affidamenti di servizi infungibili. La macchina dell'Autorità resta, insomma, in pieno movimento.
Sullo sfondo, comunque, restano alcuni provvedimenti dei quali, ormai, si sono perse le tracce. Come il decreto sulla qualificazione delle stazioni appaltanti. Nei mesi scorsi era stata approvata una bozza di decreto che distribuiva in quattro fasce di importo l'elenco delle Pa abilitate a bandire le gare, in base a parametri di organico e competenza. Uno schema che avrebbe portato a ridurre a circa seimila gli enti abilitati, dopo che inizialmente si era fissato l'obiettivo a qualche centinaio di amministrazioni. Quel testo, però, è sparito dai radar. Soprattutto a causa della grande ostilità delle piccole amministrazioni, Comuni in testa.
Così come è rimasta bloccata la riforma che prevede l'istituzione di un albo dei commissari di gara esterni alle amministrazioni, gestito dall'Anac. L'Anticorruzione ha avviato le macchine e sarebbe anche pronta a partire. Ma resta fermo il decreto Mit che dovrebbe semplicemente fissare le tariffe di iscrizione all'albo e i compensi per i commissari.
Intesa tra Fondazione Inarcassa e Miur. Dal 4 dicembre le domande per l’accesso al Fondo
In arrivo un fondo rotativo da 2 milioni di euro per anticipare i costi che gli enti locali sosterranno per l'affidamento di progetti relativi alle scuole.
A prevederlo l’iniziativa #fondAzioneScuola, un protocollo d’Intesa in materia di edilizia scolastica presentato ieri, a Roma, dal Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e dal Presidente della Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo.
L’iniziativa #fondAzioneScuola prevede l’attivazione di un Fondo di rotazione e garanzia per la concessione di prestiti agli enti locali che affidino a liberi professionisti iscritti a Inarcassa (e in regola con gli adempimenti previdenziali) la progettazione di interventi sulle scuole.
Il Fondo ha un plafond iniziale di 2 milioni di euro che sarà equamente ripartito tra le 20 regioni italiane.
I progetti finanziabili da questo Fondo, per un massimo di 50.000 euro ciascuno, potranno riguardare la costruzione di nuovi fabbricati destinati all’edilizia scolastica, l’ampliamento e/o la ristrutturazione sia della degli edifici sia dell’impiantistica, l’efficientamento energetico, l’adeguamento e il miglioramento sismico degli immobili.
La richiesta potrà essere inviata dai Comuni a Fondazione Inarcassa dalle ore 12.00 del 4 dicembre 2017 alle 24:00 del 14 gennaio 2018.
Il finanziamento delle iniziative seguirà il criterio cronologico di arrivo delle domande, nonché quello territoriale che assicurerà il sostegno finanziario ad almeno due progetti per regione.
La congruità dei costi di progettazione e la correttezza della procedura di affidamento indicati sarà esaminata e valutata da un’apposita commissione istituita da Fondazione Inarcassa.
L’iniziativa mira a risolvere i problemi riscontrati dai Comuni che non riescono a confezionare progetti adeguati e completi per accedere ai finanziamenti, a causa dell’inadeguatezza delle risorse economiche e la mancanza di competenze professionali in capo agli enti locali.
Infatti, secondo le norme vigenti, gli enti locali territoriali, in particolare i Comuni, possono fruire dei finanziamenti stanziati per la messa in sicurezza, l’adeguamento e il miglioramento sismico delle scuole laddove siano in grado di presentare un progetto, preliminare, definitivo o esecutivo così come richiesto dai bandi specifici.
Con tale iniziativa la parte della progettazione, esterna alla PA, sarà affidata a professionisti esperti iscritti ed in regola con Inarcassa.
“Sull’edilizia scolastica negli ultimi anni è stato fatto un investimento – che è prima di tutto un investimento culturale, non solo di risorse – senza precedenti” sottolinea la ministra Valeria Fedeli. «Ma per raggiungere obiettivi ambiziosi come quello della sicurezza è necessario lavorare tutti insieme nella stessa direzione. Il Protocollo che firmiamo ha esattamente questo scopo. È una sinergia importante che certifica un impegno concreto e dà l’avvio a un programma di azioni che ci vede insieme in questo percorso educativo”.
“Il Fondo di rotazione messo in campo dalla Fondazione ha l’obiettivo di sbloccare l’iter procedurale propedeutico all’ottenimento del finanziamento dell’opera da realizzare. In tal senso, questo fondo svolge un’azione sussidiaria in favore degli enti locali” spiega l’ingegner Egidio Comodo, presidente di Fondazione Inarcassa.
“Contemporaneamente, si tratta di un’iniziativa volta a dare un impulso concreto allo slancio della ripresa economica: vuole coinvolgere i liberi professionisti iscritti a Inarcassa e intende innescare un meccanismo virtuoso nell’ampio settore dell’edilizia scolastica, diventando un buon esempio per il Paese” ha concluso Comodo.
Bandi di progettazione a 1 euro, dalla Sicilia un nuovo caso
Il Comune di Solarino (SR) ha pubblicato la scorsa settimana due bandi di progettazione con importo a base d’asta pari ad 1 euro.
Il bando arriva dopo la Sentenza 4614/2017 del Consiglio di Stato che ha ritenuto legittimo il Bando di Catanzaro da 1 euro, ma anche dopo l’introduzione della norma sull’equo compenso per tutti nel Decreto Fiscale, sulla quale è arrivato ieri il parere negativo dell'Antitrust.
I due bandi di gara del Comune di Solarino riguardano la progettazione (definitiva ed esecutiva) e la direzione lavori di interventi di efficientamento energetico di due plessi scolastici (una scuola elementare e una media) e prevedono un importo a base d’asta per la direzione lavori quantificato in base al DM 17 giugno 2016 mentre l’importo per la progettazione viene quantificato pari ad 1 euro.
Il Comune specifica la motivazione nella relazione al bando: “nella progettazione è stato considerato legittimo, secondo quanto stabilito dalla recente sentenza del CdS, l’affidamento dell’incarico al prezzo simbolico di 1 € sul presupposto che il ritorno economico non va strettamente connesso ad un introito finanziario ma può ben essere legato ad altre utilità, pur sempre economicamente apprezzabili, generate dal contratto stesso quali il ritorno di immagine o l’implementazione del curriculum.”
Scuole, via libera a 1,7 miliardi di euro per il triennio 2018-2020
Via libera dalla Conferenza Unificata alla programmazione degli interventi di edilizia scolastica per il prossimo triennio finanziati con 1,7 miliardi di euro di mutui Bei. Dopo la firma del protocollo d’intesa tra Miur, la Banca europea per gli investimenti (BEI) e Cassa depositi e prestiti (CDP), arriva l’ok delle Regioni al decreto che definisce criteri e priorità nella programmazione nazionale 2018-2020 per interventi di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico, nonché la costruzione di nuovi edifici scolastici pubblici.
Secondo il Decreto, nella ripartizione delle risorse su base regionale, si deve tener conto di criteri come: edifici scolastici presenti nella regione; livello di rischio sismico; popolazione scolastica; affollamento delle strutture scolastiche.
Le Regioni, nella definizione dei piani regionali, dovranno dare la priorità a specifici interventi come:
- interventi di adeguamento sismico, o di nuova costruzione per sostituzione degli edifici esistenti nel caso in cui l’adeguamento sismico non sia conveniente, ovvero di miglioramento sismico nel caso in cui l’edificio non sia adeguabile in ragione di vincolo di interesse culturale;
- interventi finalizzati all’ottenimento del certificato di agibilità delle strutture;
- interventi finalizzati all’adeguamento dell’edificio scolastico alla normativa antincendio previa verifica statica e dinamica dell’edificio;
- ampliamenti e/o nuove costruzioni per soddisfare specifiche esigenze scolastiche.
Nell’ambito delle priorità di intervento, le Regioni individueranno gli enti beneficiari tenendo conto del livello di progettazione, del completamento dei lavori già iniziati e non completati, della maggiore popolazione scolastica beneficiaria dell’intervento, della valutazione della sostenibilità del progetto e della dismissione di edifici scolastici in locazione passiva.
L’intesa sancita dalla Conferenza Unificata è arrivata dopo le modifiche chieste dalle province che chiedevano una maggiore attenzione a favore delle scuole superiori.
Lo schema di Decreto, infatti, prevede che, nell’ambito delle priorità di intervento definite dalle Regioni, si tenga conto “della necessità di interventi relativi agli edifici scolastici di secondo grado e del numero degli studenti del secondo ciclo di istruzione sul totale degli alunni iscritti sul territorio regionale”.
"In Conferenza Unificata - sottolinea il Sottosegretario Vito De Filippo, con delega all'edilizia per il MIUR - è stato fatto un lavoro importante che mette al centro le studentesse e gli studenti con un rinnovato impegno anche sulle scuole secondarie di secondo grado. Sono stati concordati anche meccanismi per favorire l'assegnazione delle risorse con tempi sempre più celeri da parte del Ministero".
Appalti, in 18 mesi 6.404 ricorsi a Tar e Consiglio di Stato: nessun effetto dalla stretta del codice
I dati citati dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri in risposta a un'interrogazione sui ricorsi presentati nel settore dei lavori pubblici dopo l'entrata in vigore del Dlgs 50/2016
Le discussioni saranno anche diventate molto più rapide, come ha ricordato il presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, pochi giorni fa, segnalando che in materia di gare pubbliche nel 2013 i Tar impiegavano 331 giorni per arrivare a sentenza, mentre ora la media è di 78. Resta però il fatto che, a dispetto degli argini alzati anche con la riforma del 2016, la litigiosità del settore è rimasta inalterata.
A dimostrarlo sono i dati citati dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri in risposta a un'interrogazione sui ricorsi presentati nel settore dei lavori pubblici dopo l'entrata in vigore del Dlgs 50/2016. Risultato: nulla è cambiato. Nei 18 mesi precedenti alla riforma (tra il 6 ottobre 2014 e il 18 aprile 2016) il Governo ha contato 6.386 ricorsi tra Tar e Consiglio di Stato. Nei 18 mesi successivi (19 aprile 2016-30 ottobre 2017) ne sono stati depositati 6.404.
«La Presidenza del Consiglio - ha spiegato il sottosegretario - ha segnalato che tali rilevazioni non si ritengono idonee a spiegare quale sia stata l'incidenza avuta dalla riforma nella parte in cui ha previsto l'onere di immediata ed autonoma impugnazione del provvedimento che determina le esclusioni della procedura di affidamento e le ammissioni ad essa».
In particolare, ha precisato che «occorre infatti anche considerare che la scelta di non impugnare immediatamente l'ammissione di altri concorrenti può essere dettata da motivazioni diverse dal "costo" legato al contributo unificato, quali l'elevato numero di concorrenti in gara a fronte dell'alea legata all'aggiudicazione della gara».
Gare di progettazione, Oice: in ottobre il mercato ha ripreso a crescere
Dopo la pausa di settembre, in ottobre mercato di nuovo in crescita: le gare di sola progettazione sono state 348 (di cui 35 sopra soglia) per un importo di 41,8 milioni di euro, rispetto al mese di ottobre 2016 +27,0% in numero e +10,6% in valore. Positivo anche il confronto con il precedente mese di settembre: +27,0% nel numero e +11,4% nel valore.
È in forte crescita anche l’andamento delle gare di sola progettazione pubblicate nei primi dieci mesi del 2017: in totale sono state 2.932, per un valore di 486,2 milioni di euro, il confronto con i primi dieci mesi del 2016 segna una crescita del 28,7% in numero e dell’89,5% in valore.
PROFESSIONISTI
L’Antitrust boccia l’equo compenso
È contraria ai principi concorrenziali la norma “che introduce il principio generale per cui le clausole contrattuali tra i professionisti e alcune categorie di clienti, che fissino un compenso a livello inferiore rispetto ai valori stabiliti in parametri individuati da decreti ministeriali, sono da considerarsi vessatorie e quindi nulle”.
“La disposizione, nella misura in cui collega l’equità del compenso a parametri tariffari contenuti nei decreti anzidetti, reintroduce di fatto i minimi tariffari, con l’effetto di ostacolare la concorrenza di prezzo tra professionisti nelle relazioni commerciali con alcune tipologie di clienti c.d. ‘forti’ e ricomprende anche la Pubblica Amministrazione”.
È il contenuto della segnalazione inviata ai presidenti del Senato e della Camera e al Presidente del Consiglio dei Ministri dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in merito alle norme sull’equo compenso dei professionisti introdotte dal decreto fiscale.
“L’Autorità - prosegue la segnalazione - ha sottolineato come, secondo i consolidati principi antitrust nazionali e comunitari, le tariffe professionali fisse e minime costituiscano una grave restrizione della concorrenza, in quanto impediscono ai professionisti di adottare comportamenti economici indipendenti e, quindi, di utilizzare il più importante strumento concorrenziale, ossia il prezzo della prestazione”.
“Tale intervento, laddove approvato nei termini proposti, determinerebbe un’ingiustificata inversione di tendenza rispetto all’importante e impegnativo processo di liberalizzazione delle professioni in atto da oltre un decennio e a favore del quale l’Autorità si è costantemente pronunciata, né risponde ai principi di proporzionalità concorrenziale”.
“Inoltre - conclude l’Antitrust -, eventuali criticità connesse all’elevato potere di domanda potrebbero essere affrontate attraverso un migliore utilizzo delle opportunità offerte da nuovi modelli organizzativi o dalle misure recentemente introdotte dal Jobs Act per tutelare i lavoratori autonomi in situazioni di squilibrio contrattuale e non tramite la misura in questione, che avrebbe l’unico effetto di alterare il corretto funzionamento delle dinamiche di mercato e l’efficiente allocazione delle risorse”.
Le reazioni alla segnalazione dell’Agcm sull’equo compenso
LA POSIZIONE DI FONDAZIONE INARCASSA
'Dignita' del lavoro, qualita' professionale e concorrenza non sono aspetti antitetici tra loro, ma obiettivi da perseguire insieme per evitare battaglie ideologiche e migliorare le condizioni di vita salvaguardando la dignita' dei liberi professionisti architetti e ingegneri'. Cosi' il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro, e il presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo, in merito alla pronuncia dell'Antitrust sulla norma relativa all'equo compenso inserita nel Dl Fiscale. 'Con la liberalizzazione delle tariffe - sottolineano - la condizione dei liberi professionisti e' certamente peggiorata. Ora e' tempo di invertire la rotta ripensando le regole sulla concorrenza dopo aver analizzato le reali dinamiche del nostro mercato. L'equo compenso e' solo il primo tassello di una disciplina non piu' rinviabile, specie se si considerano i redditi degli ingegneri e degli architetti piu' giovani, a fronte delle medie europee. E' una disciplina da migliorare - concludono i presidenti Santoro e Comodo - e l'occasione per farlo sara' la fase attuativa, per giungere ad un equilibrio tra le esigenze di concorrenza e le evidenti distorsioni che la liberalizzazione delle tariffe ha determinato'.
MANOVRA: SACCONI, SU EQUO COMPENSO ANTITRUST TENGA CONTO RAGIONI LEGISLATORE E QUADRO UE
"La norma sull'equo compenso non reintroduce le tariffe professionali che peraltro sono largamente vigenti in Europa a partire dalla Germania. L'emendamento approvato si limita a dare forza preventiva agli stessi parametri retributivi cui il giudice dovrebbe attenersi in caso di contenzioso". Lo scrive nel blog dell'Associazione amici di Marco Biagi il presidente della Commissione lavoro del Senato Maurizio Sacconi (Energie per l'Italia). "D'altronde - aggiunge - l'art.46 della Costituzione ed il principio di osservazione delle realtà di sfruttamento del lavoro autonomo prevalgono su ogni ideologia mercatista. Gli stessi consumatori devono peraltro essere protetti dalle prestazioni vili che inevitabilmente conseguono alle remunerazioni vili". "L'Antitrust - conclude Sacconi - non può non tener conto delle ragioni che hanno indotto il legislatore ad intervenire e dello stesso quadro regolatorio europeo".
EQUO COMPENSO: DAMIANO, OPINIONI ANTITRUST INACCETTABILI
"Le opinioni dell'Antitrust sull'Equo compenso sono inaccettabili e vanno respinte al mittente. Fanno il paio con le opinioni del Consiglio di Stato che ha ritenuto congruo il compenso di un euro (1 euro) ai liberi professionisti, ingegneri e architetti, che hanno vinto il bando di gara per il piano urbanistico di Catanzaro". Lo scrive sul suo profilo Facebook Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Siamo alla teorizzazione del lavoro gratuito. I componenti dell'Antitrust farebbero bene a scendere nel mondo reale delle professioni e non continuare a "proteggere" una logica di concorrenza malata che sta producendo uno scempio sociale e il crescere delle diseguaglianze", conclude.
LAI (PD): DA ANTITRUST RICHIAMO IMMOTIVATO SU EQUO COMPENSO
"Abbiamo assoluto rispetto per i pronunciamenti dell’Autorità per la concorrenza ma nel caso dell’equo compenso il richiamo, fatto ai presidenti delle Camere e al premier, ad una possibile reintroduzione alle tariffe minime ci pare immotivato". Così dichiara il senatore Silvio Lai, relatore al di fiscale, proponente della normativa su equo compenso contenuta nel decreto. "Non siamo - spiega Lai - per il ritorno alla tariffa minima, il contesto è davvero differente. Il Senato ha voluto operare per garantire un equilibrio nel mercato e tutelare i professionisti nel loro rapporto con banche e assicurazioni, rendendo illegali pratiche improprie e clausole vessatorie come purtroppo è invece emerso in questi anni. Quanto poi all'estensione alla pubblica amministrazione del solo principio dell'equo compenso, ci si richiama ad una norma prevista all'articolo 36 della nostra Costituzione e il Senato ha voluto richiamare lo Stato ad applicare esso stesso - conclude Lai - comportamenti e pratiche richieste a terzi".
EQUO COMPENSO: PD "ANTITRUST MORTIFICA PROFESSIONISTI"
"I dubbi espressi dall'Antitrust sui possibili effetti distorsivi dell'EQUO COMPENSO sollevano non solo pochi interrogativi, ma stravolgono completamente la realta' a cui fanno riferimento. E' vero esattamente il contrario: ad oggi i dati ci dicono che alcuni soggetti dotati di forte potere contrattuale, come banche e assicurazioni, riparandosi dietro alla teoria della concorrenza pagano in maniera irrisoria l'opera dei professionisti. Di fatto e' la logica del massimo ribasso applicata alla necessita' e alla fame di lavoro delle persone". Lo affermano in una nota congiunta Chiara Gribaudo, responsabile Lavoro del Partito Democratico, e David Ermini, esponente del Pd in commissione Giustizia. "Cosi' facendo, in questi anni, e' stata mortificata la professionalita' di moltissime persone, raggiunta tramite studi e lunghi percorsi abilitativi, approfittando della situazione di necessita'. L'Antitrust con le sue valutazioni rischia di certificare la liceita' di una sorta di caporalato dei professionisti come e' dato oggi riscontrare nei fatti - aggiungono -. Il mercato deve essere libero, ma non lo sfruttamento. Rischiamo di veder mortificato il concetto stesso di merito e qualita'".
FASSINA (SI): DA ANTITRUST IMPIANTO IDEOLOGICO, SI FARÀ BARRICATE
"Sull'equo compenso per i servizi dei professionisti l'Antitrust insiste su un impianto ideologico di svalutazione del lavoro. Parla di 'libera contrattazione tra le parti' come se chi compra e chi vende lavoro avessero lo stesso potere negoziale. Come se il lavoro fosse una merce come tutte le altre, come se il diritto del lavoro non fosse, in base alla nostra Costituzione, 'diritto diseguale'. Sinistra Italiana farà in Parlamento le barricate per evitare che un passo di civiltà costituzionale venga rimosso a vantaggio dei più forti".Lo afferma il deputato di Sinistra Italiana-Possibile Stefano Fassina.
ANTITRUST: ANF, BOCCIATURA EQUO COMPENSO ERA PREVEDIBILE
Con la bocciatura dell'Antitrust "la vicenda sull'equo compenso sconfina nel surreale. Stupisce che non si fosse considerato il parere dell'Autorita', perche' era facile prevederne l'intervento. Ora la corsa all'introduzione di una 'norma bandiera', inaugurata dal Ministro Orlando, si e' scontrata con un parere, il cui testo e' da leggere con attenzione e del quale il Governo dovra' tener conto". Lo sottolinea l'Associazione Nazionale Forense. "Ci auguriamo che la questione della tutela dei professionisti quali contraenti deboli possa in futuro muoversi, come abbiamo sempre auspicato, sulle direttrici tracciate dalle vigenti disposizioni del Job's Act sul lavoro autonomo - osserva il segretario Luigi Pansini - che prevedono forme di tutela in favore di tutti i professionisti, con rimedi addirittura inibitori e risarcitori in loro favore e con la possibilita' di irrogare sanzioni amministrative a carico del contraente forte, compresa la pubblica amministrazione".
UNC: GIUDIZIO ANTITRUST SU EQUO COMPENSO È GIUSTO, TARIFFE DA ABOLIRE
Le valutazioni dell'Antitrust sull'equo compenso sono "giustissime". Lo afferma in una nota l'Unione Nazionale Consumatori, dopo che l'Authority ha sostenuto che il meccanismo costituisce una "grave restrizione" della concorrenza. Per il presindente dell'associazione, Massimo Dona, "le tariffe minime non sono mai state realmente eliminate. Uscite dalla porta sono rientrate dalla finestra sotto forma di parametri, diventando valori di riferimento per i professionisti nella determinazione del compenso. Ora però vengono reintrodotte ufficialmente, creando pure problemi a chi vuole stare sotto". Per Dona, "il punto vero, infatti, non è tutelare il professionista dal cliente forte, ma il semplice consumatore da chi è troppo caro, aumentando la concorrenza tra chi fornisce il servizio".
Casse dei professionisti, nel 2016 patrimonio salito a 80 miliardi
I contributi versati alle Casse di previdenza dei professionisti hanno reso in media il 3,7% lordo. Il dato è stato illustrato il 23 novembre durante la presentazione del rapporto AdEPP sugli investimenti degli Enti di previdenza privati. Nel corso del 2016 infatti le Casse sono passate da 75,5 miliardi di euro di patrimonio a 80 miliardi. L’incremento è dovuto in parte al saldo positivo tra contributi e prestazioni e per il resto è attribuibile alla buona gestione degli investimenti.
“In un Paese dove il sistema pensionistico è sotto pressione, gli investimenti delle Casse private portano ai loro iscritti un 3 per cento netto – dice il presidente dell’AdEPP Alberto Oliveti –. Se fossimo residenti altrove in Europa non avremmo dovuto pagare mezzo miliardo di imposte e il risultato avrebbe potuto sfiorare il 3,7 per cento”. L’introduzione innovativa della detassazione integrale sui Pir istituzionali ha portato allo stesso tempo all’abbandono dei crediti d’imposta concessi alle Casse nel 2015 e nel 2016. Quest’anno quindi, nelle more della piena applicazione operativa di questo positivo strumento di incentivazione all’investimento in economia reale, le tasse per gli Enti di previdenza privati saranno maggiori rispetto all’anno precedente di almeno 30 milioni di euro, cioè quanto prima veniva risparmiato in virtù dell’applicazione del credito d’imposta.
“Registriamo una volatilità legislativa che ci rende difficile prendere decisioni di investimento basate sull’evoluzione della specifica normativa promossa dalle istituzioni – osserva Oliveti – .Vengono emanati dei provvedimenti che nell’immediato rischiano di produrre effetti opposti a quelli auspicati”.
La detassazione degli investimenti in economia reale prevista dalla legge di bilancio per il 2017 sulla scia dei Pir si applica agli Enti di previdenza che investano fino al 5% delle proprie risorse all’interno di un perimetro stabilito e che detengano questi investimenti per almeno cinque anni. L’obiettivo era di incentivare l’iniezione di risorse nelle imprese e di garantire loro una stabilità di lungo periodo. Ma il rapporto AdEPP mostra che le Casse hanno superato questa soglia (solo nelle azioni di area euro hanno investito il 6,75% del capitale complessivo). Secondo l’interpretazione attuale, quindi, non potrebbero avere alcuna detassazione perché le operazioni sono state fatte prima dell’entrata in vigore della legge.
“Appare paradossale che se decidessimo di vendere 5,4 miliardi di azioni, ricomprandole successivamente avremmo diritto all’agevolazione piena, pur avendo agito nel senso opposto all’obiettivo del legislatore”, osserva il presidente dell’AdEPP.
Guardando più in generale la composizione del portafoglio complessivo delle Casse dei professionisti, il rapporto AdEPP evidenzia che la quota di immobiliare continua a scendere (toccando il 23,8% a fine 2016), mentre salgono gli investimenti azionari (che sfiorano il 16%). Resta sostanzialmente stabile la componente obbligazionaria (35%).
Da notare che la maggioranza delle risorse degli enti dei professionisti è allocata in Italia (59%).
Fatturato, +9,7% per studi di architettura e ingegneria, collaudi e analisi tecniche
Nel terzo trimestre del 2017, rende noto l'Istat, l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) aumenta dello 0,1% sul secondo trimestre dello stesso anno, registrando un evidente rallentamento rispetto agli incrementi congiunturali registrati nei due trimestri precedenti. Il livello dell’indice destagionalizzato è il più elevato della serie a partire dal IV Trimestre del 2011. Nel terzo trimestre la sezione delle Attività professionali, scientifiche e tecniche presenta, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un aumento dello 0,9%. Si segnalano variazioni tendenziali positive per i settori delle Attività degli studi di architettura e d’ingegneria, collaudi e analisi tecniche (+9,7%) e delle Attività di consulenza gestionale (+2,0%).
Si rilevano invece variazioni tendenziali negative per i settori delle Attività legali e contabilità (-3,4%), delle Altre attività professionali, scientifiche e tecniche (-3,2%) e della Pubblicità e ricerche di mercato (-2,5%). L’indice destagionalizzato dell’intero settore presenta una variazione congiunturale positiva dello 0,2%.