Sintesi di monitoraggio legislativo 17 giugno - 1° luglio 2016
NOTA POLITICA
Brexit, è ufficiale
Al referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea vince il “Leave” con poco meno del 52% dei voti: un distacco forse non ampio ma che dipinge uno scenario inimmaginabile fino a soli 10 anni fa.
È il primo caso nella storia dell’Unione Europea in cui uno Stato membro si esprime per uscirne. La geografia del voto, inoltre, lascia dietro di sé un paese mai così diviso, al punto che il referendum del 23 aprile potrebbe costituire anche il primo passo del processo di separazione fra le nazioni che abitano le isole britanniche. Se Inghilterra e Galles hanno votato per l’uscita dall’Unione (con l’importante eccezione della città di Londra, enclave “europeista” in un mare di voti pro-Brexit), in Scozia e Irlanda del Nord ha trionfato il fronte del “Remain”. Per questo motivo, non si può escludere a breve la riapertura della questione scozzese, con un nuovo referendum indipendentista a rappresentare il primo passo di un processo di riammissione in seno all’Ue; per i nordirlandesi, invece, nel medio periodo potrebbero dischiudersi le porte di una possibile associazione con la Repubblica d’Irlanda.
Le implicazioni del voto diverranno più chiare col passare dei giorni. Tecnicamente, il referendum non ha valore legale e solo il Parlamento britannico può avviare il processo di distacco dall’Ue: è comunque improbabile che i parlamentari di Westminster possano decidere di ignorare una consultazione popolare che ha interessato oltre 33 milioni di cittadini. Il distacco avverrà al termine di un lungo negoziato con le autorità europee e i rappresentanti degli altri 27 Stati membri che non durerà meno di 2 anni: durante questo lasso di tempo, il Regno Unito continuerà a essere a tutti gli effetti un membro dell’Ue. Per questo motivo, il libero movimento di merci, servizi, capitali e persone fra l’Europa continentale e le isole britanniche resterà immutato fino (almeno) al 2018. A quel punto il Parlamento di Westminster sarebbe libero di intervenire sulle leggi introdotte negli ultimi anni a seguito del recepimento delle direttive europee: gli euroscettici britannici, ad esempio, potrebbero chiedere una modifica delle norme Ue in tema di efficienza energetica, reputate troppo stringenti. Ma le ripercussioni potrebbero investire allo stesso modo anche il mondo delle qualifiche professionali, delle università, degli appalti e del credito alle imprese.
Rientra fra le conseguenze del Brexit la notizia che domenica scorsa le autorità europee hanno autorizzato lo Stato italiano a stendere una rete di sicurezza preventiva sul proprio sistema creditizio, assicurando garanzie pubbliche agli istituti di credito quando questi raccolgono liquidità sul mercato. Il via libera è giunto a tre giorni dalla pubblicazione dei dati sul referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea e dopo che la vittoria del Leave aveva provocato un’ondata di nervosismo sui mercati finanziari capace di penalizzare le banche italiane per la loro gran quantità di sofferenze creditizie a bilancio.
Lo schema ha una validità di sei mesi e richiama quello messo in campo dal governo Monti nel dicembre 2011, quando Palazzo Chigi fu costretto a intervenire per soccorrere gli istituti di credito alle prese con forti problemi di liquidità. Oggi il governo Renzi ha voluto agire preventivamente, mettendo a disposizione del proprio sistema creditizio uno strumento che dovrebbe scoraggiare speculazioni e tutelare i risparmiatori. Fonti di stampa internazionale hanno parlato, senza essere smentite, di 150 miliardi di euro messi a disposizione per le garanzie pubbliche: del resto, lo schema “precauzionale” ricalca una modalità che in Europa è già in atto presso altri paesi quali Grecia, Polonia, Portogallo e Cipro.
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
LAVORI PUBBLICI & EDILIZIA
La Camera approva la legge europea
Giovedì 30 giugno Montecitorio ha dato il via libera definitivo alla legge europea 2015-2016.
Tra le disposizione approvate, l’art. 5 elimina l'obbligo per le SOA (Società organismi di attestazione), che certificano i requisiti degli appaltatori di lavori pubblici, nelle gare sopra i 150.000 euro, di avere la sede legale in Italia, ritenendo sufficiente la presenza di una qualunque sede, anche operativa, nel territorio della Repubblica.
La norma è volta a superare la procedura di infrazione n. 2013/4212 avviata dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia per aver imposto alle SOA l'obbligo di avere la propria sede legale nel territorio statale.
Il comunicato ANAC su nuovo Codice dei contratti e SOA
L’Autorità anticorruzione ha pubblicato il Comunicato del 31 maggio 2016 del Presidente recante ‘Criticità rappresentate dalle SOA in conseguenza dell’entrata in vigore del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50’.
ANAC ha pubblicato le proposte di linee guida attuative del nuovo codice appalti
In data 29 aprile 2016 l’Autorità ha sottoposto a consultazione pubblica le seguenti Linee guida:
1. Il Direttore dei Lavori: modalità di svolgimento delle funzioni di direzione e controllo tecnico, contabile e
amministrativo dell’esecuzione del contratto (art. 111, comma 1, del Codice);
2. Il Direttore dell’esecuzione: modalità di svolgimento delle funzioni di coordinamento, direzione e controllo tecnico-contabile dell’esecuzione del contratto (art. 111, comma 2, del Codice);
3. Nomina, ruolo e compiti del responsabile unico del procedimento per l’affidamento di appalti e concessioni (art. 31 del Codice);
4. Offerta economicamente più vantaggiosa (art. 95 del Codice).
5. Servizi di ingegneria e architettura (artt. 23, 24 e 157 del Codice).
L’Autorità ha deliberato di trasmettere queste ultime, di diretto interesse per ingegneri e architetti (oltre a quelle sull’offerta economicamente più vantaggiosa e a quelle sul RUP), prima dell’approvazione definitiva, al Consiglio di Stato, e alle Commissioni Lavori pubblici di Camera e Senato, al fine di acquisirne il parere.
Sebbene tale iter non sia prescritto dal codice, l’ANAC ha ritenuto di attuare questa forma di “leale collaborazione” tra istituzioni.
Successivamente, all’esito dell’acquisizione dei pareri richiesti, l’Authority presieduta da Cantone procederà all’approvazione e successiva pubblicazione dei documenti definitivi.
Di seguito i link ai testi:
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DIRETTORE DEI LAVORI
Linee guida
Relazione Illustrativa
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DIRETTORE DELL’ESECUZIONE
Linee guida
Relazione illustrativa
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RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO
Linee Guida
Relazione AIR
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OFFERTA ECONOMICAMENTE PIU’ VANTAGGIOSA
Linee guida
Relazione AIR
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SERVIZI INGEGNERIA E ARCHITETTURA
Linee guida
Relazione AIR
Cantone in audizione sull’attuazione del nuovo codice appalti
Martedì 21 giugno il Presidente Cantone è stato audito dalle Commissioni Lavori Pubblici di Camera e Senato sull’attuazione del nuovo codice appalti.
Il Presidente Anac ha innanzitutto espresso preoccupazione per la riduzione molto pesante del numero delle gare d'appalto contestuale alla prima fase di attuazione del codice. Il calo dei bandi, infatti, non ha giustificazioni “giuridicamente” valide dal momento che «in assenza delle linee guida resta interamente operativo il vecchio regolamento appalti, che le amministrazioni non dovrebbero avere difficoltà ad applicare». L’auspicio è hce «con l’arrivo degli indirizzi sull’offerta più vantaggiosa, la situazione si sblocchi».
Cantone, inoltre, ha annunciato il via libera dell’Autorità anticorruzione ai primi cinque provvedimenti attuativi del nuovo codice degli appalti. Si tratta delle seguenti linee guida:
- per l’affidamento dei servizi di ingegneria;
- per l’assegnazione delle gare con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa;
- per guidare le attività dei responsabili del procedimento di gara (Rup);
- per guidare le attività dei direttori lavori e dei direttori dell’esecuzione del contratto nel campo dei servizi pubblici.
I provvedimenti, tuttavia, non sono ancora stati pubblicati e il Presidente Cantone ha ribadito in audizione l’intenzione – giù più volte manifestata - di inviare i testi sia alle competenti commissioni parlamentari che al Consiglio di Stato per l’espressione dei pareri, sebbene ciò non sia previsto nell’iter prescritto dal nuovo codice.
Rispetto al pacchetto dei primi sette provvedimenti attuativi messi in consultazione a maggio restano per ora fuori due delle linee guida più attese: quelle relative alla gestione degli appalti sotto le soglie europee e gli indirizzi per la nomina delle commissioni di gara esterne alle amministrazioni, che dovrebbero comunque essere in dirittura d’arrivo. Il ritardo, ha spiegato il Presidente ANAC, è dovuto anche all’enorme quantità di contributi pervenuti in fase di consultazione, alcuni in contraddizione. Ciò richiede il tempo necessario per esaminarli tutti in modo serio.
Su un piano più politico Cantone ha ribadito che «Parlamento e Governo hanno fatto un lavoro molto buono sul nuovo codice». E ha invitato a non fare passi indietro sulla scelta di limitare il massimo ribasso e di mandare in gara i lavori solo su progetto esecutivo, vietando l’appalto integrato. «Non vorrei che le preoccupazioni sull’obbligo di mandare in gara i progetti esecutivi siano strumentali e vengano da qualcuno che ha capito che è finita la pacchia delle varianti e delle riserve», ha concluso la guida dell’Anticorruzione.
Le linee guida Anac sulle gare di progettazione: il DM Parametri obbligatorio
Nel testo licenziato dall’Anac dopo la fase di consultazione si legge che, “fino a quando il Ministro della Giustizia non avrà approvato le nuove tabelle dei corrispettivi, per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura occorre fare riferimento ai criteri fissati” dal “vecchio” Decreto Parametri (DM 143/2013).
Tuttavia, si profila una complessa questione interpretativa in quanto, nell’ultima bozza del Decreto Parametri, messa a punto dal Ministero della Giustizia, i criteri restano quello issati nel 2013, ma diventano solo indicativi. È infatti previsto che le Stazioni Appaltanti possano (non "debbano") utilizzarli (art. 1, comma 3 dell’ultima bozza).
Sia le linee guida dell’Anac sia il decreto del Ministero della Giustizia sono norme attuative previste dal Codice Appalti. Il loro oggetto di disciplina è lo stesso: le gare per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura; ma cambia l’ente che li ha emanati.
Occorre capire se, in itinere, le due norme subiranno qualche cambiamento, e come si concilieranno senza creare dubbi e incertezze nelle Amministrazioni.
Quanto ai requisiti per partecipare alle gare di progettazione, le Stazioni Appaltanti potranno richiedere che il fatturato globale per servizi di ingegneria e di architettura espletati nei migliori tre esercizi dell’ultimo quinquennio antecedente la pubblicazione del bando sia pari al massimo al doppio dell’importo a base di gara. Non sarà quindi possibile chiedere requisiti di fatturato più stringenti. In alternativa, le Amministrazioni possono chiedere un livello adeguato di copertura assicurativa contro i rischi professionali per un importo percentuale fissato in relazione al costo di costruzione dell'opera da progettare.
Inoltre, le Stazioni Appaltanti potranno limitare la partecipazione ai progettisti che abbiano svolto, negli ultimi dieci anni, servizi di ingegneria e di architettura relativi a lavori appartenenti ad ognuna delle classi e categorie dei lavori cui si riferiscono i servizi da affidare per un importo globale, per ogni classe e categoria, variabile tra 1 e 2 volte l’importo stimato dei lavori cui si riferisce la prestazione.
Ancora, i progettisti potrebbero trovarsi a dover dimostrare di aver effettuato, sempre negli ultimi dieci anni, due servizi di ingegneria e di architettura relativi agli interventi da progettare per un importo totale compreso tra 0,40 e 0,80 volte l’importo stimato dei lavori.
Alle società di professionisti e società di ingegneria sarà chiesto un numero medio annuo di personale tecnico utilizzato negli ultimi tre anni (compresi soci e collaboratori con partita Iva) fino al doppio delle unità stimate nel bando per lo svolgimento dell’incarico.
Tra i servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura utilizzabili per la dimostrazione dei requisiti rientrano anche gli studi di fattibilità effettuati per opere pubbliche da realizzarsi tramite finanza di progetto e tutti i servizi propedeutici alla progettazione nei confronti di committenti pubblici o privati.
I relatori del codice: con Cantone un confronto proficuo
"Un confronto molto proficuo". Cosi' i parlamentari Raffaella Mariani e Stefano Esposito, relatori del codice appalti, hanno definito l'audizione che oggi si e' svolta alla Camera, davanti alle commissioni Lavori pubblici di Camera e Senato riunite, con il presidente dell'Anac Cantone, incontro durante il quale "e' stato annunciato - spiegano - il prossimo invio delle linee guida alle commissioni Parlamentari ed al Consiglio di Stato per il parere previsto dalla nuova normativa ".
"Con Cantone - hanno sottolineato Mariani ed Esposito- abbiamo condiviso l'analisi sui primi due mesi di applicazione del nuovo codice ma anche il giudizio sulla strumentalita' di alcune critiche avanzate dal momento che molte delle norme introdotte permetteranno di procedere nell'affidamento di gare senza interruzioni in quanto in assenza dei decreti attuativi e delle linee guida che si stanno mettendo a punto, sono ancora applicabili le norme previgenti. In merito invece alle novita' piu' significative del codice, come l'introduzione dell'affidamento del progetto esecutivo per i lavori e il riferimento all'offerta economicamente vantaggiosa anziche' al massimo ribasso - proseguono i Parlamentari - siamo certi che al di la' di un fisiologico periodo di adattamento che avevamo previsto, potremo contare su una piu' rapida e proficua spesa per investimenti, con minor rischio di varianti e dell'ampliamento dei tempi di esecuzione. Le commissioni di Camera e Senato - hanno concluso i Parlamentari - si faranno carico di un monitoraggio molto attento per la verifica della evoluzione dell'applicazione del codice e anche per aiutare tutti soggetti interessati a chiarire i dubbi e le incomprensioni con lo scopo di adottare il piu' velocemente possibile le nuove regole".
Pronto il decreto sui livelli di progettazione
Il Consiglio dei lavori pubblici ha chiuso il testo del decreto sui tre livelli di progettazione, attuativo dell’art. 23, comma 3 del nuovo codice appalti.
Il provvedimento, tuttavia, non è ancora in vigore. Infatti, la nuova disciplina pone il potere di proposta in capo al Consiglio dei lavori pubblici, ma ad adottare il testo sarà il Ministero delle Infrastrutture, di concerto con i Ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali.
Gli elementi chiave del decreto sono un quadro chiaro e stabile, già al momento dello studio di fattibilità, della struttura tecnica ed economica dell'opera; un rafforzamento delle previsioni relative alla manutenzione, al momento della redazione dell'esecutivo; un conseguente alleggerimento del progetto definitivo.
Si tratta di un intervento normativo strategico nella geografia dei lavori del Mit: la sua adozione darà il via all'attuazione anche di altre parti della riforma, come l'introduzione dell'obbligo del Bim o i nuovi parametri per gli importi da porre a base delle gare di progettazione.
Per questo motivo, la gestazione del testo da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici è stata rapidissima. Il provvedimento è stato ora inoltrato al MIT.
Il presidente del Cslp, Massimo Sessa ha evidenziato la necessità di chiudere il decreto entro l’estate: l'obiettivo (difficile ma non impossibile) è completare l'iter entro il mese di luglio.
Dalle indiscrezioni che arrivano è già possibile indicare in quale direzione si muoverà il mercato della progettazione nei prossimi anni. Il sistema, come prescritto dal Codice, si articolerà su tre livelli: progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo. L'innovazione più grande sarà costituita dal primo livello, che sostituirà il preliminare.
Il Consiglio superiore ha infatti lavorato a un suo rafforzamento: l'idea è mettere a disposizione di stazioni appaltanti e imprese, con questo livello progettuale, un dato tecnico ed economico che resti fisso e non venga modificato nelle fasi successive. Quindi, il progetto di fattibilità conterrà una serie di indagini che venivano solo accennate nel vecchio preliminare. Questo porterà un appesantimento delle valutazioni economico finanziarie delle opere, che dovranno essere solide e credibili, ma anche una maggiore complessità degli elaborati tecnici a supporto di questo primo progetto. Insomma, basta ai preliminari composti solo da indicazioni generiche.
Questa revisione del primo livello porta, a cascata, conseguenze sui due livelli successivi, specie sul progetto definitivo. Se gli elaborati saranno grossomodo gli stessi inseriti nel vecchio regolamento appalti, il perimetro del definitivo risulterà complessivamente più ridotto, dal momento che una parte della progettazione di secondo livello transiterà sul primo. Discorso diverso per il progetto esecutivo. Il terzo livello di progettazione resterà simile nel suo impianto generale, ma sarà corretto seguendo un'indicazione dell'articolo 23 del Codice, che sollecita «la valutazione del ciclo di vita e della manutenibilità delle opere». Quindi, nell'elaborazione dell'esecutivo si terrà conto con più forza della fase di manutenzione delle strutture, rispetto a quanto avviene oggi.
CIPE: le politiche urbane
Le politiche urbane sono una delle priorità dell’azione di Governo. Le città sono diventate dal 2007, infatti, l’ambiente in cui vive la maggior parte della popolazione mondiale. L’ambiente urbano concentra oggi poco più della la metà della popolazione mondiale e in esso viene utilizzato il 75% delle risorse naturali.
Interno: "Nuovo Codice dei contratti" - Aggiornamento giugno 2016
È disponibile l'aggiornamento del Dossier "Nuovo Codice dei contratti pubblici. D.lgs. 18 aprile 2016, n. 50". Giugno 2016 curato dalla Biblioteca dell'Albo nazionale dei Segretari comunali e provinciali.
Contro il concorso per le scuole innovative due ricorsi in Piemonte e Puglia
Si litiga sul bando nazionale lanciato dal Miur per realizzare le 52 scuole innovative finanziate con 350 milioni dall'Inail. Sono stati presentati due ricorsi, con richiesta di sospensiva sull'intero procedimento.
Le contestazioni sono state promosse da amministrazioni del Piemonte e della Puglia.
La città metropolitana di Torino ha presentato un ricorso straordinario al capo dello Stato. Il Piemonte è l'unica Regione che non è arrivata in tempo e con le carte in regola (per problemi su alcune aree), mancando l'appuntamento con il bando. Se il ricorso sarà accolto, fanno sapere da Viale Trastevere, non ci saranno problemi di finanziamento per integrare il bando con anche le proposte che arriveranno dal Piemonte.
In Puglia il ricorso è stato promosso dalla Provincia di Lecce, rimasta esclusa dalla graduatoria. L'esito di queste due contestazioni potrebbe rendere necessaria una rimodulazione dei termini del bando.
I contenziosi potrebbero portare a uno slittamento dei termini di scadenza, limitato alle regioni interessate. C'è però un'altra questione sul tappeto, che potrebbe invece produrre una proroga generalizzata dell'attuale scadenza fissata al 30 agosto. In questo caso la questione riguarda i riferimenti normativi che sono ancora quelli del vecchio codice appalti. Il passaggio alla soft law, soprattutto per quanto riguarda i requisiti richiesti ai progettisti per l'affidamento dei successivi livelli di progettazione, non appare agevole. Una specifica richiesta di chiarimento è stata fatta all'Anac. La possibile rettifica del bando porterebbe con sé anche una proroga dei termini.
PROFESSIONI
Al via gli stati generali della libera professione
Inarcassa, la cassa nazionale di previdenza e assistenza degli ingegneri ed architetti liberi professionisti, insieme alla sua Fondazione, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), il Consiglio Nazionale e degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), l’AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegneri e Architetti) le associazioni di categoria ALA Assoarchitetti (associazione degli architetti e degli ingegneri liberi professionisti italiani), Federarchitetti, (associazione nazionale degli architetti e ingegneri liberi professionisti) e INARSIND (associazione nazionale d’intesa sindacale ingegneri ed architetti liberi professionisti italiani) hanno dato avvio nei giorni scorsi ad ampio confronto sui temi della libera professione. Si tratta di un’iniziativa fortemente voluta dai partecipanti e auspicata dai liberi professionisti, per mettere a sistema, attraverso incontri periodici, un percorso di lavoro condiviso e comune su temi e problematiche care ai professionisti.
Solamente la forte motivazione che nasce dalla consapevolezza del momento di estrema difficoltà di tantissimi colleghi sarà in grado di raggiungere obiettivi concreti per affrontare un’epoca storica complessa. Il dialogo tra Associazioni di categoria, Consigli Nazionali, Fondazione e Cassa di Previdenza punta ad integrare esperienze, competenze e ruoli per far sì che venga riconosciuto e sviluppato l’enorme capitale umano e professionale che architetti ed ingegneri ogni giorno accumulano ed ogni giorno riversano nella società.
Attraverso un percorso sinergico, di collaborazione e reciproco sostegno, si potranno declinare infatti interessi comuni, dare impulso alla semplificazione delle normative, al sostegno della professione e segnare quella ripresa economica troppo spesso annunciata e sinora non ancora avvenuta.
Dopo il primo incontro presso Inarcassa è stata fissata la prossima riunione presso la sede di Roma del CNI per il 14 luglio.
Considerazioni sulla normativa vigente in tema di onorari indennità e spese dei periti e dei c.t.u. in ambito penale e civile
Il CNI, tramite la Commissione "Ingegneria Forense" ha predisposto il volumetto "Considerazioni sulla normativa vigente in tema di onorari, indennità e spese dei periti e dei C. T. U. in ambito civile e penale".
L'iniziativa, assunta nell'attesa che finalmente il Ministero della Giustizia approvi il decreto di aggiornamento degli onorari di cui al DPR n. 115/2002, ha lo scopo di fare chiarezza sulle modalità di predisposizione delle "note di liquidazione" per l'attività prestata dai tecnici ausiliari del Giudice uniformando, da un lato, le modalità di presentazione di tali istanze e, dall'altro lato, tentando se possibile di uniformare le modalità di liquidazione da parte dei Magistrati.
I chiarimenti forniti fanno riferimento sia a quanto prescritto dalle norme vigenti, sia alla giurisprudenza al riguardo.
E’ possibile scaricare la pubblicazione da qui.
Confprofessioni: Accesso al credito, protocollo Pari Opportunità
Si apre un nuovo canale di finanziamento per facilitare l'accesso al credito da parte delle libere professioniste. Nei giorni corsi, infatti, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha sottoscritto presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per le pari opportunità il Protocollo d'intesa per lo sviluppo e la crescita dell'imprenditorialità e dell'autoimpiego femminili, che è stato recentemente prorogato fino al 31 dicembre 2017 proprio per consentire alle libere professioniste di beneficiare delle misure di sostegno per l'accesso al credito. Il Protocollo prevede un piano di interventi mirati a sostegno dell'accesso al credito per gli studi professionali a prevalente partecipazione femminile e vede l'adesione di numerose banche e intermediari finanziari, che mettono a disposizione uno specifico plafond per concedere finanziamenti a condizioni competitive rispetto alla normale offerta di mercato. I finanziamenti potranno, tra l'altro, beneficiare della garanzia della Sezione speciale "Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le pari opportunità" del Fondo di garanzia per le PMI, con conseguente possibile miglioramento dei costi.
I finanziamenti concessi dalle banche e dagli intermediari finanziari si articolano su tre linee di intervento: Donne start up mira a sostenere le libere professioniste nella fase di creazione di nuove imprese o dell'avvio della professione; "Investiamo nelle donne" nella fase di realizzazione di nuovi investimenti; "Donne in ripresa" nella fase di eventuale situazione di difficoltà nel corso dell'attività d'impresa. Il Protocollo prevede, inoltre, la possibilità per le libere professioniste e per le lavoratrici autonome di chiedere, per una sola volta e nelle ipotesi espressamente indicate, la sospensione del rimborso del finanziamento, fino a 12 mesi, senza garanzie aggiuntive, in caso di: maternità; grave malattia della stessa, del coniuge o convivente, o dei figli anche adottivi; malattia invalidante di genitori, parenti o affini che siano conviventi.
FISCO
Fatturazione elettronica tra privati: al via la sperimentazione
Al via la sperimentazione delle fatturazioni elettroniche. Lo annuncia l'Agenzia delle entrate che ha postato sul sito le bozze dei documenti tecnici per l'utilizzo del Sistema di Interscambio (SdI), la piattaforma già in uso per la fatturazione elettronica verso le Pubbliche amministrazioni, anche nei rapporti commerciali tra privati. La sperimentazione è stata promossa dall'Agenzia nell'ambito del Forum italiano sulla fatturazione elettronica e l'eprocurement. Le bozze delle specifiche tecniche, disponibili sul sito dell'Agenzia, descrivono le regole da osservare per utilizzare il Sistema di interscambio e la struttura della fattura elettronica, ordinaria o semplificata, che dovrà essere veicolata dal Sistema. La sperimentazione mira a risolvere in tempo utile eventuali criticità che dovessero presentarsi e si concluderà entro la metà del prossimo mese di ottobre. Sulla base dei feedback ricevuti, saranno consolidati i supporti e le regole di processo. Dal 1°gennaio del prossimo anno, le imprese, gli artigiani e i professionisti potranno trasmettere le proprie fatture elettroniche utilizzando il Sistema di interscambio, oggi disponibile solo per i clienti ''Pubbliche Amministrazioni''. Il Sistema di Interscambio funzionerà con regole procedurali di fatto identiche a quelle oggi attive per la veicolazione delle fatture elettroniche destinate alle Pubbliche amministrazioni; infatti il formato in uso è stato integrato per rappresentare anche le fatture destinate ai privati.