Sintesi di monitoraggio legislativo 17 - 31 marzo 2017
NOTA POLITICA
Il calendario dei conti pubblici, con la correzione da 3,4 miliardi chiesta dalla Commissione europea, rimane al centro del dibattito politico. Nel Documento di economia e finanze, da presentare entro il 10 aprile, si delineeranno le linee strategiche di indirizzo, che comprendono anche un taglio delle spese e un pacchetto crescita. Tra le misure di interesse che potranno trovare spazio nel Documento economico di crescita (Dec), come lo ha chiamato il premier Gentiloni, si annunciano quelle per la ricostruzione delle aree colpite da terremoto, i tagli alla spesa dei ministeri, il rafforzamento dello split payment e il contrasto all’evasione dell’IVA.
LAVORI PUBBLICI
Il parere del Consiglio di Stato sulle Linee guida ANAC sul partenariato pubblico privato
Il Consiglio di Stato ha reso parere sullo schema delle Linee guida Anac sul “Monitoraggio delle amministrazioni aggiudicatrici sull’attività dell’operatore economico nei contratti di partenariato pubblico privato”, esprimendo un giudizio generalmente positivo sul provvedimento che, in base all'articolo 181 comma 4 del nuovo Codice, andrà a definire le modalità attraverso le quali le amministrazioni dovranno verificare, nelle operazioni di partenariato pubblico privato, le attività degli operatori economici. Soprattutto, l'Anac si concentra sul concetto di rischio, andando a definire in dettaglio i vari rischi legati al Ppp (costruzione, domanda, disponibilità, altri rischi) e stabilendo che lo strumento denominato "matrice dei rischi", che serve a definirli in dettaglio e a stabilire a chi fanno capo (la Pa o il privato), deve obbligatoriamente essere elaborato e allegato al contratto.
L’audizione di Cantone sul decreto correttivo al codice appalti
Mercoledì 29 marzo si è svolta l’audizione del Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, sul decreto correttivo al codice appalti. Dopo aver premesso di considerare «un errore» la scelta di intervenire - a solo un anno di distanza dall’entrata in vigore - su una riforma ancora largamente inattuata, Cantone si è soffermato sui punti critici. Tra questi anche la scelta di intervenire in modo massiccio sull'impianto della riforma «tanto che non è chiaro se si tratta di un Correttivo o di un secondo codice».
Tra le maggiori perplessità la scelta di rivedere la separazione netta tra progettazione e lavori con una serie di deroghe «che - ha detto Cantone - oggettivamente reintroducono l’appalto integrato».
Criticata, in particolare, la scelta di attribuire al Mit il compito di definire per decreto una formula di progettazione semplificata per le manutenzioni. «Una delega amplissima che espone a rischi anche perché sappiamo che sotto la voce manutenzione straordinaria può rientrare un'ampia gamma di interventi».
Sempre sul fronte dell'appalto integrato arriva una richiesta relativa alla misura che consente alle Pa di affidare con l'appalto integrato - per 18 mesi dopo il Correttivo - i progetti definitivi approvati prima del 19 aprile 2016 (data di entrata in vigore del Dlgs 50/2016). «Bisogna evitare che si tratti di una "proroga a vita" - ha detto Cantone - e stabilire con precisione da quale atto pubblico si deve poter verificare che l'approvazione del progetto definitivo è intervenuta prima di quella data».
Cantone si è poi detto «molto preoccupato» dalla norma che ridefinisce su base regionale l’albo dei commissari di gara esterni alle Pa. «Bisogna garantire il massimo dell’indipendenza delle commissioni evitando ogni rischio di "pilotaggio" delle nomine». Per lo stesso motivo ha anche valutato come fondamentale la norma che introduce l'obbligo di nominare tra gli esperti esterni almeno il presidente nelle gare oltre al milione.
Il Presidente dell’Anac ha poi segnalato «il grande ampliamento delle possibilità di subappalto» previsto con il correttivo, «con un’impostazione molto cambiata rispetto a quella approvata con il codice». Cantone si è anche soffermato sulla modifica che rende facoltativa la richiesta di una terna di subappaltatori con l'offerta. «In questo modo la terna diventa sostanzialmente teorica - ha specificato - Mi chiedo quale sia la stazione appaltante che avrà interesse a fare una richiesta simile».
Schema dlgs Correttivo Nuovo Codice appalti: esame e pareri
Il Parlamento sta valutando lo schema di decreto legislativo integrativo e correttivo del Nuovo Codice appalti (dlg n. 50 del 2016) (Atto del Governo n. 397).
Consiglio di Stato: Cons. St., comm. spec., 30 marzo 2017, n. 782: Il Consiglio di Stato ha reso il parere sul decreto correttivo del nuovo codice dei contratti pubblici in vigore dal 19 aprile 2016; che dovrà essere approvato entro il 19 aprile 2017.
Lo schema di correttivo modifica 119 dei 220 articoli del codice e interviene dopo solo un anno; mentre il codice non è stato ancora completato con tutti gli atti attuativi previsti, pari a 53 (ad oggi, ne sono stati varati 11 espressamente previsti dal codice, e 4 non espressamente previsti, e sono in corso di adozione altri 9 atti attuativi).
Il parere individua anzitutto i limiti formali e sostanziali del potere correttivo:
a) il mancato recepimento di una parte della delega entro il termine di scadenza consuma definitivamente il relativo potere, e tale mancato esercizio non può essere recuperato in sede di adozione di decreti correttivi;
b) con il correttivo sono consentite “integrazioni e correzioni” (anche rilevanti), a seguito di un periodo di “sperimentazione applicativa”;
c) lo strumento del correttivo non può costituire una sorta di ‘nuova riforma’, pur rispettosa della delega originaria, che modifichi le scelte di fondo operate in sede di primo esercizio della delega, attuando un’opzione di intervento radicalmente diversa da quella del decreto legislativo oggetto di correzione.
Gli interventi correttivi ed integrativi richiesti dal decreto legislativo n. 50 del 2016 possono essere classificati in quattro categorie principali.
a) eliminazione di refusi ed errori materiali;
b) coordinamento “esterno” del codice appalti con altri ambiti normativi, e implementazione delle abrogazioni espresse di fonti normative non più attuali;
c) eliminazione di errori formali e sostanziali di recepimento delle direttive europee e di attuazione della legge delega;
d) rimedio a difficoltà insorte nella prima applicazione dei nuovi istituti, come emerso dalle audizioni, dal dibattito dottrinale e dalla prima giurisprudenza.
L’ultimo obiettivo non può essere pienamente centrato dallo schema di correttivo del codice appalti in esame.
Infatti, non essendo stato completato il quadro degli atti attuativi, una buona parte del codice non ha ancora avuto pratica applicazione, e non è stato possibile cogliere a pieno le criticità applicative da correggere.
Questo limite si coglie nella scheda VIR (verifica di impatto della regolazione) che appare spesso lacunosa perché non analizza le criticità applicative sulla base di un lasso temporale e dati statistici sufficienti.
L’obiettivo non viene centrato anche perché il correttivo interviene dopo un periodo troppo breve di applicazione delle nuove regole: le leggi possono essere corrette solo dopo un congruo periodo di applicazione, che deve essere almeno di due anni. Il Consiglio di Stato auspica – si legge nel parere – che il Parlamento possa portare a due anni il termine, ora annuale, per le correzioni del codice. Allo stato, essendo previsto un unico decreto correttivo, esso è anche l’occasione unica per apportare tutte le modifiche necessarie per la migliore riuscita della riforma.
Il Consiglio di Stato auspica poi che la legislazione sugli appalti pubblici abbia maggiore stabilità e non venga di continuo modificata, come la precedente (cambiata oltre 50 volte), perché il settore ha bisogno di regole chiare e certe. (Comunicato)
Casa Italia diventa un dipartimento di Palazzo Chigi
Mercoledì 22 marzo l’Assemblea della Camera ha approvato l’emendamento presentato dal Governo al decreto terremoto (D.l. n. 8/2017) volto a trasformare il progetto Casa Italia in un dipartimento della Presidenza del Consiglio.
D.l. n. 8/2017 – Sisma 2016 - 2017
Si avvia verso la conversione il terzo provvedimento d’urgenza sul sisma. Con i 22 articoli, si apportano alcune modifiche al decreto-legge n. 189 del 2016, che ha disciplinato gli interventi urgenti destinati ai territori colpiti dal terremoto del mese di agosto 2016 e il cui ambito di applicazione è stato ampliato anche ai Comuni colpiti dalle scosse del 26 e del 30 ottobre 2016.
Microzonazione sismica
Si semplifica l’affidamento degli studi di microzonazione sismica nonché l'affidamento degli incarichi di progettazione per importi inferiori alle soglie di rilevanza europea
Anagrafe imprese
Inserite una serie di novità per rafforzare le misure per la legalità introdotte con l'obbligo di iscrizione alla specifica Anagrafe delle imprese che intendono realizzare gli interventi di ricostruzione: tutti gli operatori economici interessati sono comunque ammessi a partecipare alle procedure di affidamento per gli interventi di ricostruzione pubblica, previa dimostrazione o esibizione di apposita dichiarazione sostitutiva dalla quale risulti la presentazione della domanda di iscrizione all'Anagrafe; resta ferma la necessità del rispetto dei requisiti previsti dal decreto legislativo n. 50 del 2016 (Codice degli appalti) oltre al rispetto degli ulteriori requisiti eventualmente previsti dal bando di gara o dalla lettera di invito.
Vengono altresì introdotte alcune disposizioni volte a ridurre i tempi necessari per i controlli.
Qualificazione dei professionisti e compensi
Si estende, l'incompatibilità del direttore dei lavori, oltreché ai rapporti di parentela con i titolari dell’impresa stessa, anche ai rapporti di coniugio, di affinità ovvero ai rapporti derivanti da unioni civili; si è previsto, con modifica apportata alla Camera, che il direttore dei lavori non deve avere in corso né avere avuto negli ultimi tre anni rapporti non episodici con le imprese invitate a partecipare.
Inoltre i tecnici professionisti possono essere incaricati dello svolgimento delle verifiche di agibilità post-sismica degli edifici attraverso la compilazione della scheda AeDES. Per lo stesso edificio il tecnico professionista che ha eventualmente redatto la scheda FAST non può predisporre la scheda AeDES; ogni singolo professionista non può redigere più di 30 schede AeDES.
Il compenso dovuto al professionista per l’attività di redazione della scheda AeDES è ricompreso nelle spese tecniche per la ricostruzione degli immobili danneggiati, ammissibili a contribuzione; ai fini del riconoscimento del compenso non si applicano i limiti quantitativi all’assunzione degli incarichi dettagliati nelle ordinanze commissariali, finalizzati ad evitare la concentrazione degli incarichi nel settore degli interventi di ricostruzione privata. Il compenso è previsto anche nel caso di edificio classificato agibile, precedentemente dichiarato non utilizzabile.
Sospensione termini
Si modifica la disciplina relativa alla sospensione dei termini degli adempimenti e dei versamenti tributari, prorogando alcuni termini e attribuendo alle imprese, ai lavoratori autonomi e agli agricoltori la possibilità di contrarre finanziamenti agevolati per il pagamento dei tributi fino all'anno 2018.
I lavoratori residenti nei comuni colpiti dal terremoto possono richiedere la cosiddetta "busta pesante" indipendentemente dal domicilio fiscale del sostituto di imposta. In particolare, la sospensione degli adempimenti e dei versamenti tributari prevista dal decreto ministeriale del 1° settembre 2016 è prorogata fino al 30 novembre 2017. I termini per le attività esecutive da parte degli agenti della riscossione e i termini di prescrizione e decadenza relativi all'attività degli enti creditori, ivi compresi quelli degli enti locali sono sospesi, nei comuni interessati dai terremoti del 2016, dal 1° gennaio 2017 al 30 novembre 2017.
Si consente anche di allungare il piano di ammortamento dei mutui e dei finanziamenti per le famiglie e per le micro, piccole e medie imprese ubicate nei Comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016.
Sismabonus, la lettera aperta della Fondazione Inarcassa al MIt e interventi di CNI e CNAPPC
Dopo che il ministero delle Infrastrutture ha deciso di fare un passo indietro rispetto alla prima versione del testo, allargando a tecnici diplomati e triennali la possibilità di intervenire nel “sismabonus” gli attacchi di ingegneri e architetti non si placano. Ha iniziato questa attività di contestazione la Fondazione Inarcassa che ha inviato una lettera aperta al Ministro Delrio – pubblicata su Corriere della Sera del 18 marzo - : «Sulla specifica attività inerente alle prestazioni tecniche in ambito sismico riteniamo che non possa più essere tollerato nessun tipo di confusione, soprattutto quando a essere in gioco è la pubblica incolumità. Migliorare la sicurezza statica o adeguare alla normativa vigente gli edifici esistenti in zona sismica richiede necessariamente valutazioni complesse sulle strutture e sulla loro risposta alle azioni sismiche. Solo ingegneri e architetti con laurea magistrale possiedono le competenze tecniche necessarie a svolgere tali valutazioni». Per questo motivo «ci permettiamo di richiederle che vengano definite nel concreto e con puntualità le attività relative al sismabonus che possono rientrare nelle competenze di geometri, periti edili, dottori in agraria, periti agrari e laureati triennali».
Qui il testo della lettera
Sul medesimo tema è successivamente intervenuto il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, in una nota di pochi giorni fa, ha spiegato come «tale modifica costituisca un'occasione persa nella strada virtuosa di un corretto rapporto tra formazione, competenza e responsabilità a tutela della sicurezza della collettività. La prima stesura del decreto aveva interpretato al meglio il dettato della legge primaria attraverso la specificazione dei professionisti abilitati per richiamare la necessità di documentate specifiche capacità». Qui il comunicato stampa del CNI.
Ulteriore intervento anche da parte del Consiglio Nazionale degli Architetti PPC con il presidente, Giuseppe Cappochin «stupisce come non si tenga in alcun conto del principio regolatore che deve sempre sovrintendere all'esercizio delle competenze dei vari ordini professionali e che, in ambito sismico, viene ribadito essere ispirato al pubblico e preminente interesse rivolto alla tutela della pubblica incolumità». Migliorare la sicurezza statica o adeguare alla normativa vigente gli edifici esistenti in zona sismica «richiede necessariamente valutazioni complesse sulle strutture e sulla loro risposta alle azioni sismiche, valutazioni che solo chi possiede adeguate competenze e professionalità, come architetti ed ingegneri, può effettuare». È quindi «improcrastinabile varare una nuova e specifica normativa, precisando quali attività relative al sismabonus rientrino nelle competenze delle rispettive categorie professionali per non lasciare adito a fraintendimenti e dare spazio a dubbi interpretativi».
In Gazzetta ufficiale il regolamento di individuazione degli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica e di quelli sottoposti ad iter semplificato
Qui è disponibile il link al testo pubblicato e una breve illustrazione dei contenuti.
Pubblicato decreto Mit che individua risorse per investimenti infrastrutturali nel settore della cultura. Fondi destinati anche a interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione dei beni culturali
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 9 settembre 2016 che individua risorse per 120 milioni di euro da destinare a investimenti infrastrutturali nel settore della cultura.
Delle risorse, previste dalla Legge di Stabilità 2016, 77 milioni di euro (28 milioni per l'anno 2016, 15 milioni per gli anni 2017 e 2018 e 19 milioni per l'anno 2019) sono assegnati al Ministero dei Beni Culturali per interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione dei beni culturali, gli altri 43 milioni (2 milioni per l'anno 2016, 15 milioni per gli anni 2017 e 2018 e 11 milioni per l'anno 2019) sono assegnati al Ministero delle Infrastrutture per investimenti in infrastrutture.
Dei 120 milioni stanziati, 80 milioni di euro (30 milioni di euro per il 2016, 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e 10 milioni di euro per l'anno 2019) sono destinati alle infrastrutture pubbliche, ai sistemi stradali, autostradali ed intermodali, mentre 40 milioni (suddivisi in 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e 20 milioni di euro per l'anno 2019) serviranno per il diritto alla mobilità, lo sviluppo dei sistemi di trasporto e il sostegno allo sviluppo del trasporto.
Qui è disponibile il testo del decreto.
PROFESSIONISTI
Cassazione: progettista imputabile di un crollo solo se non rispetta norme tecniche vigenti all'epoca della costruzione
Un progettista è penalmente imputabile per il crollo di un edificio dovuto a suoi errori solo se non ha rispettato le norme tecniche in vigore al momento del suo intervento. È quanto affermato dalla Suprema Corte con la sentenza n. 15138, appena pubblicata: si tratta di una decisione che fornisce ad architetti, ingegneri e geometri indicazioni molto chiare su come blindarsi in caso di problemi.
La decisione fornisce a tutti i professionisti tecnici indicazioni chiarissime su come orientarsi in caso di problematiche: per valutare i carichi del fabbricato è fondamentale considerare le regole tecniche vigenti al momento della progettazione. Ne consegue che nessuna valutazione sulla correttezza del progetto e sulla colpa del professionista potrà essere fatta su regole successive che non potevano essere conosciute al momento della progettazione.
Nel caso di specie, la stima del carico che ha portato alla condanna di un progettista per il crollo strutturale del muro portante di un edificio andava valutata dai consulenti del PM secondo le norme vigenti "all'epoca dell'ampliamento del piano terreno", ovverosia il 1964, mentre i giudici di appello, nel condannare il progettista, si erano basati su un decreto ministeriale del 1987. Secondo la Cassazione, invece, per valutare correttamente la situazione, le tabelle di carico da prendere in considerazione erano quelle del 1964, poiché quello che in seguito al DM del 1987 "era considerato notevolmente instabile in epoca precedente era staticamente regolare".
Il riferimento temporale delle norme tecniche incide in modo essenziale sulla determinazione della colpa: il progettista non è colpevole se, all'epoca dei fatti, aveva applicato le norme vigenti, non potendo egli prevedere gli standard tecnici del futuro.
Agenzia delle entrate: Super e iper ammortamenti, circolare
Soggetti interessati, investimenti e ambito temporale del super ammortamento del 40%; regole per l'iper ammortamento del 150% e la maggiorazione per i beni immateriali; effetti sugli acconti per il 2017 e 2018. Sono i principali aspetti fiscali trattati dalla circolare 4/2017, a firma congiunta dell'Agenzia delle Entrate e del Mise. Prorogata e rafforzata la disciplina sulla maggiorazione del costo di acquisizione di determinati beni.
Il documento di prassi fornisce chiarimenti sulle misure fiscali introdotte per dare impulso all’ammodernamento delle imprese e alla loro trasformazione tecnologica e digitale. In particolare, la Legge di Bilancio 2017 ha previsto la proroga del super ammortamento e ha introdotto l’iper ammortamento, una maggiorazione del 150% del costo di acquisizione di determinati beni ai fini della deduzione delle quote di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria.
Nella circolare, inoltre, vengono fornite indicazioni sull’ulteriore maggiorazione del 40% sul costo di acquisto di beni strumentali immateriali (tra cui, alcuni software, sistemi IT e attività di system integration), prevista sempre dalla Legge di Bilancio per i soggetti che beneficiano già dell’iper ammortamento.
FISCO
Al MEF la Commissione consultiva per il contrasto ad evasione, elusione e frodi fiscali
Il 22 marzo si è tenuta presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze la prima riunione della Commissione consultiva per il contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali. Si tratta di un tavolo permanente per il coordinamento dell’amministrazione fiscale, impegnato a realizzare concretamente i principi che hanno ispirato la riforma del fisco attuata dal Governo nel 2015 su delega del Parlamento.
Alla riunione, presieduta dal ministro Padoan, hanno partecipato il Vice ministro con delega alle politiche fiscali Luigi Casero, il comandante generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi, il Capo di Gabinetto del MEF Roberto Garofoli, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, il direttore dell’Agenzia delle Dogane Giuseppe Peleggi, il presidente della Commissione per la redazione del Rapporto annuale sulle spese fiscali Mauro Marè, il Direttore generale delle Finanze Fabrizia Lapecorella, insieme ad altri collaboratori del Ministro.
Nell’incontro, la Commissione si è concentrata sulla ricognizione delle azioni già avviate per ridurre le aree di occultamento di reddito imponibile al fisco. Partendo dal consolidamento di quanto realizzato finora si intende infatti potenziare ulteriormente nei mesi a venire la capacità di contrasto a pratiche e comportamenti che sottraggono risorse alla collettività e minano la corretta concorrenza tra imprese. Inoltre una valutazione approfondita dei risultati ottenuti è indispensabile per affinare gli strumenti di contrasto, affinché risultino efficaci nei confronti di fenomeni che sono tra loro distinti quali evasione, frodi ed elusione.
La discussione in seno alla Commissione si è soffermata in particolare sull’evasione dell’Imposta sul valore aggiunto, che prelude all’evasione di altre imposte, dall’Ires all’Irpef.
Più in generale sono stati riaffermati i principi che hanno guidato la riforma. Innanzitutto l’amministrazione deve massimizzare le risorse dedicate alla repressione delle frodi, con particolare attenzione a quelle su scala internazionale, mentre sugli errori formali occorre sviluppare un’azione di prevenzione attraverso le forme di comunicazione utili a favorire la conoscenza e a promuovere un corretto adempimento spontaneo. Nei confronti degli investitori internazionali l’amministrazione deve consolidare l’attitudine a operare in termini di assistenza e consulenza, affinché costituisca un fattore di facilitazione anziché di freno, a cominciare dalla certezza del diritto. Infine, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza devono esplorare tutte le ulteriori potenzialità di sinergia tra le rispettive strutture, al fine di favorire la specializzazione e la complementarietà, così come la capacità di circoscrivere con crescente accuratezza i contribuenti a rischio evasione ed evitare duplicazioni di accertamenti sugli stessi soggetti.
Il ministro Padoan ha invitato tutti i titolari di ruoli da cui si sviluppa l’azione di contrasto all’evasione “a concentrare gli sforzi in particolare sull’IVA “.
“È importante – ha sottolineato il Ministro – che l’intera amministrazione fiscale continui nello sforzo di adattare i comportamenti alle nuove regole introdotte con la riforma fiscale. A torto o a ragione, il fisco italiano è stato considerato un freno allo sviluppo del Paese. Con le nuove regole lo stiamo trasformando in una leva di sostegno alla crescita; di conseguenza i comportamenti di tutti coloro che vi svolgono un ruolo ci permettono di trasformare i principi ispiratori della riforma in una realtà apprezzata dagli operatori economici.”
Le riunioni, che in assenza del ministro Padoan saranno presiedute dal viceministro Casero, si terranno con frequenza regolare. La prossima si terrà nel mese di aprile.
Split payment, nel 2016 maggior gettito 10 mld
Lo Split payment è il meccanismo di inversione contabile in base al quale le pubbliche amministrazioni che acquistano beni e servizi versano l'Iva direttamente all'Erario e non ai fornitori. In pratica, se un Comune acquista una partita di merce da un fornitore e paga il bene o il servizio 100.000 euro di imponibile e 22.000 euro di Iva (aliquota al 22%), per un costo totale di 122.000 euro, in base a questo meccanismo è tenuto a corrispondere all'impresa fornitrice della merce l'importo di 122.000 euro trattenendo l'Iva di 22.000 euro che verserà successivamente allo Stato. Lo Split payment è stato introdotto con la legge di stabilità 2015 con l'obiettivo dichiarato di prevenire le frodi in ambito Iva ed è una delle misure anti-evasione che il governo intende mettere in campo nella 'manovrina' chiesta dalla Commissione europea. Nel 2016 questo meccanismo ha garantito maggior gettito per circa 10 miliardi. Il Tesoro ha chiesto a Bruxelles di estendere fino al 2020 la deroga alle normali regole Iva che scade a fine 2017 e di includere anche soggetti e transazioni finora esclusi da questo regime, come i rapporti commerciali con le società pubbliche. Le pubbliche amministrazioni interessate sono: lo Stato, organi dello Stato (ancorché dotati di personalità giuridica), enti pubblici territoriali e consorzi tra essi costituiti, Camere di commercio, istituti universitari, Asl ed enti ospedalieri, enti pubblici di ricovero e di cura aventi prevalente carattere scientifico, enti pubblici di assistenza e beneficenza, enti di previdenza. Sono invece soggetti esclusi: gli enti privatizzati, le aziende speciali, gli enti pubblici economici, gli ordini professionali, gli enti e gli istituti di ricerca, le agenzie fiscali e le autorità amministrative indipendenti e le agenzie