Sintesi di monitoraggio legislativo 16/30 settembre 2016
SINTESI DI MONITORAGGIO LEGISLATIVO E REGOLATORIO
Nella riunione del 27 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2016.
La Nota aggiorna il quadro macroeconomico tendenziale e definisce il programma di finanza pubblica per il triennio 2017-2019.
Con una economia globale in rallentamento, la ripresa in Italia nel 2016 è stimata in lieve accelerazione rispetto al 2015. Il programma economico-finanziario del Governo per il 2017 si pone l'obiettivo di stimolare la crescita e al tempo stesso di proseguire nel percorso di riduzione del rapporto deficit/PIL. Infatti il quadro programmatico contempla nel prossimo anno una crescita del Prodotto interno lordo in ragione dell'1,0% rispetto all'anno in corso mentre il deficit è atteso in diminuzione al 2,0% del PIL (era pari al 3,0% nel 2014, al 2,6% nel 2015, viene stimato al 2,4% nel 2016).
Qui sono disponibili tutti i documenti economici e la relazione al Parlamento.
LAVORI PUBBLICI & EDILIZIA
- IL NUOVO CODICE APPALTI
Linee guida definitive servizi architettura e ingegneria
Giovedì 22 settembre l’ANAC ha pubblicato la delibera n. 973 del 14 settembre 2016 - Linee Guida n. 1, di attuazione del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, recanti “Indirizzi generali sull’affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria”.
Si tratta delle prime linee guida attuative del nuovo codice appalti adottate in via definitiva.
Testo e relazione illustrativa delle linee guida sono disponibile qui.
Consiglio di Stato: approvato parere sulle linee guida ANAC sui commissari di gara
Qui è disponibile un focus, con i profili di maggiore interesse, sul parere del Consiglio di Stato n. 1919 del 14 settembre 2016 sulle Linee guida ANAC relative ai "Criteri di scelta dei commissari di gara e di iscrizione degli esperti nell’Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni aggiudicatrici".
Si tratta delle regole operative che devono essere seguite nella composizione delle commissioni giudicatrici e nella gestione da parte dell’ANAC dell’Albo dei componenti la commissione.
Il nuovo codice, si sottolinea nel parere, ha optato per un sistema di preferenza per i commissari esterni rispetto a quelli interni alla stazione appaltante, al fine di garantire una maggiore attuazione dei principi di imparzialità e trasparenza.
Le audizioni sull’attuazione del nuovo codice appalti
Lunedì 19 settembre le Commissioni riunite lavori pubblici di Camera e Senato hanno avviato le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla fase di attuazione del nuovo codice appalti, al fine di individuare i profili della disciplina su cui intervenire col decreto correttivo.
- Unionsoa e General Soa: ripristinare il bonus di dieci anni per la qualificazione
A parlare per prime sono state le società di attestazione, rappresentate da Unionsoa e da General Soa che in primo lugoo, hanno messo in luce il problema relativo all'arco temporale – che il nuovo codice ha abbassato da dieci a cinque anni – con riferimetno al quale calcolare i fatturati, in sede di firma dei contratti Soa.
Il periodo più breve costringe le società di attestazione a concentrarsi su un quinquennio di crisi profonda e, di conseguenza, ad abbassare classifiche e a tagliare categorie. Le società, allora, chiedono il ripristino del «bonus dei dieci anni» per dare respiro alle imprese.
Una seconda questione riguarda la natura pubblicistica delle Soa che, a partire dall'entrata in vigore del nuovo Codice, «non rivestono più il ruolo di esercenti di pubblica funzione». Questo si traduce in un rallentamento nella fase di acquisizione dei documenti, ad esempio per le certificazioni antimafia. Servirebbe, allora, una correzione.
Infine, sul rating di impresa le Soa dichiarano la loro disponibilità «ad avviare una sperimentazione sulla verifica del rating d'impresa da effettuarsi in tre fasi: sperimentazione su base storica, sperimentazione parallela, sperimentazione in linea».
- Rete delle professioni tecniche: tenere duro sul divieto di appalto integrato
Gli interventi richiesti dalla Rete delle professioni tecniche, invece, puntano tutti nella stessa direzione: potenziare la centralità del progetto, garantita solo in parte dal Dlgs n. 50 del 2016. Bisogna, quindi, prevedere l'obbligo per le amministrazioni pubbliche di usare i corrispettivi del ministero della Giustizia. L'obiettivo è "scongiurare il rischio che le stesse stazioni appaltanti, sottostimando l'importo da porre a base d'asta", possano affidare «servizi di architettura e ingegneria ed altri servizi tecnici con procedure errate, limitando la concorrenza».
Una riforma robusta servirebbe sui concorsi. «Per l'effettiva valorizzazione della fase progettuale», bisogna necessariamente rilanciare il concorso, «fissando l'obbligo di affidare la progettazione esecutiva al vincitore del bando di concorso». Mentre è essenziale «tenere duro» sul divieto di appalto integrato, che non andrà ritoccato. Aggiustamenti sono necessari anche sul due per cento. Bisognerebbe, cioè, definirlo ancora meglio e vietare espressamente l'incarico di collaudo ai dipendenti della stazione appaltante. Sul contributo integrativo alle casse professionali, infine, va ribadito che questo andrà applicato ai corrispettivi di tutti i professionisti iscritti agli albi di appartenenza, comprese le società di ingegneria.
- Oice: Tornare al documento preliminare alla progettazione
L'associazione delle società di ingegneria ha espresso grande soddisfazione per i risultati raccolti con il nuovo Codice, anche se ha messo in luce la necessità di rivedere il riferimento al decreto parametri: bisognerebbe passare esplicitamente all'obbligo, allineandosi alle indicazioni dell'Anac.
Sul fronte dei supporti al Rup, sarebbe necessario andare verso l'affidamento a terzi del project management in alcuni casi, in via sperimentale. Dubbi sulla mancanza del divieto di subordinare il pagamento dei corrispettivi al finanziamento dell'opera: andrebbe inserito, per evitare che i progettisti finanzino la pubblica amministrazione. Infine, per quanto riguarda il documento preliminare alla progettazione, «questo andrebbe ripristinato nel quadro del lavoro che sta facendo il Consiglio superiore dei lavori pubblici», perché si tratta di un documento essenziale per spiegare come va impostato il lavoro di progettazione.
I contributi e le memorie depositate dai soggetti auditi sono disponibili qui.
Appalti, verso il testo unico con le norme di attuazione del codice
Un testo unico che tenga dentro tutte le norme di attuazione del Codice appalti. Per comporre un profilo definito di un quadro che, con l'avanzare dei provvedimenti dell'Anac e del Governo, comincia a farsi particolarmente frammentato. È questa la novità più importante che verrà fuori dalle riunioni della Cabina di regia di Palazzo Chigi. Il gruppo di lavoro, presieduto dal capo dell'ufficio legislativo della presidenza del Consiglio Antonella Manzione, non si occuperà solo della preparazione del decreto correttivo, in calendario per aprile del 2017, ma cercherà anche di affrontare una questione che è emersa in questi primi cinque mesi di applicazione del Dlgs n. 50 del 2016: la difficoltà che gli operatori stanno riscontrando nel seguire l'avanzata della riforma.
L'abbandono del modello del regolamento unico ha portato un effetto collaterale negativo: il moltiplicarsi dei provvedimenti di attuazione e di integrazione del Codice. Sono, in tutto, più di cinquanta, stanno procedendo in parallelo e sono a diversi livelli di avanzamento. I fronti principali riguardano il ministero delle Infrastrutture e l'Autorità anticorruzione. L'Anac, per la sua parte, ha approvato in via definitiva due linee guida (servizi di ingegneria e offerta economicamente più vantaggiosa) ma ne ha altre nove in "cottura". Il Mit, invece, ha in preparazione almeno altri dieci provvedimenti, che coinvolgono anche il ministero dell'Economia, i Beni culturali, la Giustizia, la Difesa per visti e pareri vari. Tutti questi testi stanno assumendo le forme più diverse: decreti ministeriali, Dpcm e delibere. Insomma, seguire le novità che riguardano il Codice, in questa fase, sta diventando molto complicato per gli operatori.
Da qui nasce l'idea che arriverà sul tavolo della Cabina di regia di Palazzo Chigi nelle prossime settimane: preparare un testo unico sull'attuazione del Codice appalti, che tenga dentro tutti i provvedimenti approvati a valle della riforma. In questo modo, imprese e professionisti avranno un riferimento certo e aggiornato, oltre che di semplice consultazione, perché sarà organizzato per materia. A questa novità si lavorerà in parallelo al decreto correttivo, da licenziare entro aprile 2017. Resta la principale competenza del gruppo di lavoro presieduto da Antonella Manzione, insieme ad altre due: essere il riferimento della Commissione europea nella materia dei contratti pubblici e favorire la bancabilità dei project financing.
Anche se, sul fronte della Cabina di regia, va segnalato qualche piccolo ritardo nella costituzione del tavolo di Palazzo Chigi. Dopo la pubblicazione a fine agosto del Dpcm che regola le sue modalità di composizione e funzionamento, il capo dell'ufficio legislativo della presidenza del Consiglio ha inviato ai molti soggetti indicati dal decreto la richiesta di nominare il rappresentante previsto dalla legge: nella Cabina, infatti, siedono il ministero delle Infrastrutture, l'Economia, il dipartimento per le Politiche europee, l'Anac, Regioni e Province autonome, Agenzia per l'Italia digitale, autonomie locali, Consip. Qualcuno di questi, però, non ha ancora sciolto la riserva indicando il suo rappresentante. Anche se l'impasse dovrebbe essere risolta a breve, consentendo alla Cabina di regia di mettersi in moto nel mese di ottobre.
Il punto sul Nuovo Codice
A cinque mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti, sono trascorsi 153 giorni e il sistema di provvedimenti che avrebbe dovuto sostituire il previgente regolamento n. 207/2010 cammina con ritardi.
LavoriPubblici.it – 19 settembre 2016
Tabella provvidementi attuativi Codice
Lo stato di avanzamento delle 11 linee guida messe a punto finora dall’Anac
Casa Italia, Azzone: ecco l'unità di missione sulla Prevenzione
Il primo nucleo di Casa Italia sarà composto da 17 esperti, oltre al coordinatore: il rettore del Politecnico di Milano, Giovanni Azzone. Il Dpcm firmato dal premier è alla registrazione della Corte dei Conti. «Ho già in mente i curricula, non appena il decreto sarà registrato, li proporrò». Il coordinatore di Casa Italia, anticipa i contenuti del futuro dipartimento della Prevenzione nel giorno in cui il premier, Matteo Renzi e il sottosegretario a Palazzo Chigi, Claudio De Vincenti, hanno confermato all'Aula del Senato l'impegno del governo a sostegno della ricostruzione, ma anche l'impegno ad avviare il progetto Casa Italia, che avrà - assicura in Aula De Vincenti - «risorse importanti nella legge di Bilancio». Stessa assicurazione arriva dal premier: su Casa Italia, «i soldi per partire ci sono. Sui costi è difficile fare stime: dipende da cosa ci metti dentro. Ma non abbiamo paura a mettere tutto quello che serve su Casa Italia. Penso ad esempio alle scuole per i ragazzi, su cui non c'è discussione».
- In collegamento con il G124 di Piano
Nell'Aula di Palazzo Madama - dove ieri sono state discusse mozioni su Casa Italia e terremoto - ha parlato anche Renzo Piano, annunciando che sceglierà dieci progetti-tipo di interventi antisismici su edifici residenziali, da realizzare sugli Appennini. Renzo Piano, con il suo gruppo di architetti G124, lavorerà in o collegamento con la struttura guidata da Azzone. Struttura che parte appunto da 18 "cervelli". «Abbiamo definito un "ingombro" di 17 esperti per una prima stima delle competenze necessarie, oltre al coordinatore che sono io. In parte saranno competenze tecniche, che lavorano a contatto con il G124. La parte invece più di task force generale avrà invece le competenze che rendono attuabili questi interventi». Competenze di vario tipo: matematico-statistiche, «con il compito di mettere a sistema le diverse mappature che esistono nel Paese», geologiche, di diritto amministrativo «per evitare di avere soluzioni tecnicamente bellissime ma inapplicabili», economico-finanziarie «cerchiamo una figura che abbia competenze tecnico-finanziarie, che ad esempio conosca bene il piano Juncker o il funzionamento della Bei». «E poi abbiamo bisogno di competenze urbanistiche, per l'inserimento delle iniziative sul territorio».I costi saranno all'osso.
- Il budget di funzionamento
«Abbiamo definito un budget di funzionamento: massimo 60mila euro per ciascun esperto, inclusi i costi di missione, tranne per il coordinatore che non sarà retribuito. Quindi saremo entro il milione di euro. Non è previsto staff amministrativo, ci appoggiamo a strutture esistenti». Ma questa precarietà ha un termine: «L'obiettivo è arrivare a una struttura stabile entro 18 mesi: questa configurazione molto leggera può servire per avviare le attività, ma se un progetto deve diventare robusto ha bisogno di strutture coerenti». Altra cosa è il fabbisogno per la mission di Casa Italia, cioè mettere in sicurezza il Paese. «In questo momento non abbiamo fatto stime. Le cifre su quanto sarebbe necessario le sentiamo sparare con grande facilità. Bisogna prima essere sicuri di quello che si vuole fare e poi farlo. Entro i prossimi 3-6 mesi dobbiamo individuare i problemi e le risorse necessarie».
- I rapporti con le strutture del dissesto e dell'edilizia scolastica
I contatti sono stati già avviati con i principali interlocutori di Azzone: i tecnici che guidano la strutture di missione per il dissesto e per l'edilizia scolastica e il capo della protezione civile. «Ho visto ieri (mercoledì 28, ndr) D'Angelis e Grassi per una prima chiacchierata e una fase di avanzamento dei progetti. In settimana prossima vedrò Laura Galimberti e successivamente Curcio. L'obiettivo è cominciare a costruire una base conoscitiva». «La priorità - spiega Azzone - è sulla casa e sull'abitare: tutto cioè che pone a rischio l'abitare: quindi sismico, idrogeologico, come prima cosa; e poi il tema delle periferia che è un tema più generale. Il baricentro in questo momento è capire come mettere in sicurezza il Paese. Il nostro ruolo è cercare di fare parlare il più possibile queste strutture e supportarle nell'attuazione di ciò che hanno in progetto».
- I dieci interventi pilota: saranno su residenze pubbliche
Il rettore del Polimi spiega anche come si procederà nella realizzazione degli interventi pilota cui sta lavorando Renzo Piano. «L'obiettivo è arrivare entro sei mesi a individuare i prototipi di intervento. Contemporaneamente cominciamo a lavorare dal punto di vista amministrativo su come intervenire nella scelta». «L'unica scelta che facciamo su questi prototipi è che riguardino edifici residenziali del patrimonio pubblico».
La scelta sarà fatta dagli architetti guidati da Renzo Piano, incrociando tre tipi di variabili: i materiali (pietra, cemento e laterizio), l'età del fabbricato (più o meno di 70 anni) e le dimensioni (casa monofamiliare oppure condominio). Incrociando queste variabili - e scartando casi poco frequenti o significativi - si arriva a 10 progetti: «dieci cantieri - dice Azzone - che devono diventare dieci linee guida di riferimento, seguite da dieci interventi reali». «L'ipotesi - aggiunge il rettore del Polimi - è di pensare a dieci abitazioni di proprietà pubblica, distribuite sul territorio, privilegiando i luoghi a rischio sismico». L'obiettivo, spiega sempre Azzone, è trasformare il cantiere in esperienze formative, «realizzare - mi passi il termine - "documentari" formativi che siano la descrizione dell'intervento, le interviste con i progettisti che spiegando quali problemi si riscontrano e come si interviene, il modo in cui si coinvolge chi abita nella struttura, in modo da trovare forme il meno invasive possibile. In modo che questi 10 cantieri diventino 10 esempi di come si può fare, in modo in cui intervenire».
«Il valore aggiunto che possiamo dare come g124 e Casa Italia è di vedere come si possono fare degli interventi tecnicamente corretti e il meno possibile invasivi sulla vita delle persone». (Edilizia e territorio – Il Sole 24 ore)
Architetti: Piano coglie nel segno
Renzo Piano coglie nel segno indicando l’esigenza di una strategia di lungo termine, di “un progetto di lunga durata, di 50 anni almeno” per la messa in sicurezza del Paese e per la realizzazione, quindi, delle città del futuro.
Così Giuseppe Cappochin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, in merito all’intervento dell’architetto e senatore a vita Renzo Piano nel corso del dibattito a Palazzo Madama, sul tema della ricostruzione
“Già dall’illustrazione del progetto “Casa Italia” da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi, abbiamo riscontrato un evidente segno di discontinuità rispetto al passato. Per la prima volta, infatti, si sta immaginando un nuovo modello di “rigenerazione” - così come da anni sostengono gli architetti italiani - che avvii la realizzazione delle città che verranno. Una ricostruzione, dunque, per il futuro e non per il passato, facendo tesoro di quanto viene realizzato in molte città europee nelle quali la priorità è proprio progettare guardando lontano”.
“Valutiamo anche positivamente che Renzi abbia oggi confermato la disponibilità di risorse economiche per dare avvio a questo grande progetto: in una visione strategica complessiva servirà finanziare le misure di incentivi fiscali quali l’ecobonus, ma anche accorpare quelle risorse finora frazionate e destinate a singoli progetti che purtroppo, troppo spesso, sono andate disperse senza raggiungere gli obiettivi prefissa
ANCE: continua il calo della produzione nel settore delle costruzioni
In un contesto economico di crescita, seppur modesta, per il settore delle costruzioni ancora emergono segnali di debolezza che mettono a rischio l’avvio della ripresa. L’indice Istat di produzione edilizia a luglio 2016 risulta ancora negativo (-1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) e nei primi sette mesi registra una riduzione tendenziale dello 0,5%. I bandi di gara per lavori pubblici nei primi otto mesi del 2016, evidenziano una dinamica negativa, dopo gli andamenti positivi del biennio 2014-2015. Anche in termini di occupazione le costruzioni continuano a registrare flessioni nel numero di occupati, rimanendo l’unico settore a segno ancora negativo (-4,9% nel secondo trimestre 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Di contro, il mercato immobiliare continua ad essere caratterizzato da una dinamica positiva. Nel secondo trimestre 2016 il numero di abitazioni compravendute registra un ulteriore e significativo incremento del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche le compravendite del non residenziale risultano in aumento con tassi di crescita a doppia cifra: +28,7% le transazioni nel comparto produttivo (nel confronto con lo stesso periodo del 2015), +14,7% il terziario e +12,9 il commerciale sempre nel secondo trimestre 2016. Nota_Settore_Costruzioni
PROFESSIONISTI
Piano industria 4.0
Mercoledì 21 settembre è stato presentato a Milano il Piano Nazionale Industria 4.0, alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.
Qui sono disponibili le slide che illustrano il piano.
Lazio, il ‘Fondo Futuro’ aperto anche ai professionisti
Professionisti e Partite Iva del Lazio potranno accedere al ‘Fondo Futuro’ che stanzia 35 milioni di euro per finanziare progetti di autoimpiego e lavoro autonomo nella Regione.
L’accesso al bando è stato reso possibile grazie all’approvazione della legge regionale che estende la concessione di contributi finanziati con risorse regionali e fondi europei finalizzati allo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese anche ai lavoratori autonomi titolari di partita IVA.
ondo futuro, pensato per imprese e professionisti in difficoltà o impossibilità di accesso al credito bancario ordinario, è un fondo per il micro credito e la micro finanza che mette a disposizione 35 milioni di euro di risorse del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 per finanziare progetti di autoimpiego e lavoro autonomo.
Le risorse sono suddivise in base alle categorie d’appartenenza: 3 milioni di euro per i giovani fino a 35 anni, 2 milioni per gli over 50, 5 milioni per progetti d’impresa di chi ha partecipato ad alcune importanti iniziative sostenute dalla Regione in questi mesi (come Torno subito, In Studio e Coworking), 5 milioni per i soggetti economicamente più deboli (con reddito inferiore ai 21.000 euro), 5 milioni per i lavoratori svantaggiati e 15 milioni destinati a tutti gli altri.
I progetti idonei potranno beneficiare di prestiti di importo compreso tra 5.000 e 25.000 euro, da restituire al tasso di interesse dell’1%, con una durata da definire caso per caso e comunque non oltre gli 84 mesi, incluso l’eventuale preammortamento. Sono ammissibili le spese relative al progetto presentato, che andrà realizzato entro 12 mesi dall’ottenimento del prestito.
Il fondo sarà accessibile fino al 14 ottobre 2016.
Si ricorda che a livello italiano l’equiparazione tra professionisti e imprese nell’accesso ai fondi europei e ad altre risorse regionali è avvenuto con la Legge di Stabilità per il 2016. I professionisti, infatti, sono considerati esercenti attività economica a prescindere dalla forma giuridica rivestita.
Dopo gli entusiasmi iniziali, era stata sottolineata la necessità che le Regioni, cioè gli enti che materialmente gestiscono l’erogazione di questi fondi, si adeguassero scrivendo bandi chiari ed esplicitamente aperti ai liberi professionisti.
Il Lazio è la prima Regione ad aver approvato una legge che estende la concessione di contributi finanziati con risorse regionali e fondi europei finalizzati allo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese anche ai lavoratori autonomi titolari di partita IVA.
Per maggiori informazioni e per consultare il bando cliccare qui.
FISCO
Le interrogazioni presentate in Parlamento in tema di IRAP
Giovedì 29 settembre sono state presentate in Parlamento due interrogazioni relative alla pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che ha affermato l’assoggettamento all’IRAP delle associazioni professionali, degli studi associati e delle società semplici esercenti attività di lavoro autonomo, indipendentemente dalla struttura organizzativa della quale si avvalgono.