Sintesi di monitoraggio legislativo 11 marzo 2016
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NOTA POLITICA
Sullo sfondo di una situazione internazionale sempre più complessa e drammatica per la vicenda dei migranti, l’arrivo della lettera europea di richiamo sui conti pubblici non sembra preoccupare più di tanto il Governo. Bruxelles ricorda all’Italia che nel 2015 e 2016 non rispetta la regola del debito e che la legge di bilancio 2016 è a rischio di deviazioni dagli obiettivi di aggiustamento del deficit in termini strutturali. Roma dovrà rispondere entro il 15 aprile e il Ministro Padoan rassicura che non ci sarà bisogno di una vera e propria manovra. L’Italia resta orientata alla crescita, a sviluppare gli investimenti e a ridurre le tasse. Alla richiesta di Bruxelles di controllare i conti, l’Italia potrebbe rispondere con un intervento di 2/3 miliardi (da attuare nel disegno di legge di assestamento di bilancio), sotto forma di semplice aggiustamento del bilancio che potrebbe tener conto del calo degli interessi sul debito di stato. Qualche fondo in più potrebbe arrivare dei buoni risultati della volountary disclosure. Nelle intenzioni dunque niente nuove tasse e niente tagli, ma aggiustamenti che dovrebbero testimoniare la buona volontà verso la Commissione per ottenere nuova flessibilità nei conti per il prossimo anno. Inoltre l’Italia sta cercando di fare entrare la spesa per i migranti come dato strutturale nel bilancio, magari finanziato con l’emissione di titoli di debito pubblico europeo. Il giudizio della Commissione europea sulle richiesta di flessibilità (in funzione delle riforme, degli investimenti e delle spese straordinarie per immigrazione e terrorismo) arriverà nel prossimo mese di maggio.
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DALLE ISTITUZIONI
CdM: nuovo Codice appalti
Il Consiglio dei ministri ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 26 febbraio 2014, sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Il Governo recepisce in un unico decreto le direttive appalti pubblici e concessioni e riordina la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione.
Il nuovo “Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione” contiene criteri di semplificazione, snellimento, riduzione delle norme in materia, rispetto del divieto di gold plating.
È una disciplina autoapplicativa. Non prevede infatti, come in passato, un regolamento di esecuzione e di attuazione, ma l’emanazione di linee guida di carattere generale, da approvare con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti su proposta dell’ANAC e previo parere delle competenti commissioni parlamentari. Le linee guida, quale strumento di soft law, contribuiranno ad assicurare la trasparenza, l’omogeneità e la speditezza delle procedure e fornire criteri unitari. Avranno valore di atto di indirizzo generale e consentiranno un aggiornamento costante e coerente con i mutamenti del sistema. Dove sono stati previsti decreti amministrativi attuativi, comunque non di natura regolamentare, è stata individuata, nel regime transitorio, la valenza temporanea di alcune norme del regolamento, relative a contabilità, verifiche e collaudi, per consentire l’immediata applicabilità della nuova normativa.
Il Codice è articolato per processi, di facile consultazione, articolato in sequenza dal momento in cui si decide una procedura di affidamento a quello finale dell’esecuzione. Declina la pianificazione, programmazione e progettazione, fasi fondamentali per la stazione appaltante, le modalità di affidamento, individuando i principi comuni a tutti i tipi di affidamento: trasparenza, economicità, efficacia, correttezza, tempestività, libera concorrenza, non discriminazione, applicabilità dei contratti collettivi al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto dei contratti, applicabilità della legge 241/1990, il RUP, le fasi delle procedure, i controlli sugli atti di affidamento e i criteri di sostenibilità energetica e ambientale.
Tra le novità:
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Qualità del progetto, della stazione appaltante e degli operatori
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Misure a sostegno della legalità, rafforzamento del ruolo di ANAC
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Disciplinate le concessioni, superata la garanzia globale, arriva il documento di gara europeo
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Documento di gara unico europeo
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Trasparenza e dematerializzazione con le gare elettroniche , banche dati
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Norme per il Partenariato pubblico privato
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Programmazione delle opere e superamento della Legge Obiettivo
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Rivisitazione del general contractor e albi per direttori lavori e collaudatori
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Riduzione del contenzioso amministrativo
Il Nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni (slide)
testo trasmesso alle Camere (Atto n. 283).
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La nuova disciplina in tema di progettazione
Per quanto attiene ai profili di maggiore interesse, il capitolo della nuova normativa sulla progettazione è stato oggetto di dure critiche da parte degli operatori del mercato.
Manca, infatti, una sezione specifica dedicati ai servizi di architettura e di ingegneria, che vengono regolati alla stregua degli altri servizi, stabilendo volta per volta specifiche eccezioni. Tuttavia, è da registrare una novità importante: la nascita del progetto di fattibilità, che diventa il primo livello di progettazione e servirà a individuare, tra più soluzioni, quella che presenta il miglior rapporto tra costi e benefici per la collettività, in relazione alle specifiche esigenze da soddisfare e prestazioni da fornire. Restano confermati, a valle del progetto di fattibilità, i tre livelli di progettazione, che includono anche il definitivo e l'esecutivo.
Passando ai profili più duramente criticati del nuovo codice, l’art. 93 del testo include, tra le regole sulle garanzie per la partecipazione alle procedure di gara, anche la cauzione pari al 2% del prezzo indicato nel bando. Mentre nel vecchio Codice i servizi di progettazione venivano esclusi dall’obbligo di versare la cauzione, il nuovo testo non prevede tale esclusione. Il carico per i piccoli progettisti diventa quasi insostenibile: dovranno pagare la cauzione e, in più, sottoscrivere una polizza per la responsabilità professionale.
C’è, poi, la questione dell’appalto integrato. Il problema, per gli operatori, è che nel codice non vengono riprodotte le previsioni della delega, che dava la possibilità di affidare con questa formula progetti e lavori per opere ad elevato contenuto tecnologico. L’art. 23 dice, invece, precisa che tutto andrà affidato sulla base di un progetto esecutivo, salvo eccezioni. Un assetto che non chiarisce assolutamente gli aspetti applicativi dell’appalto integrato.
Infine, il tema dei concorsi. I soggetti interessati al tema hanno sottolineato evidenziato che sul punto non c’è nulla di nuovo e, anzi è stato fatto qualche passo indietro. Infatti, anche per le opere di particolare interesse architettonico viene previsto che prima si verifichi la possibilità di usare progettisti interni, ipotesi che oggi non esiste.
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La delusione di Fondazione Inarcassa e della Rete delle Professioni Tecniche
Il Presidente Andrea Tomasi si è detto deluso e preoccupato perché lo schema di decreto legislativo di attuazione della delega appalti non tiene nella debita considerazione la centralità della fase progettuale. Nel testo manca una disciplina organica dei servizi di ingegneria e architettura e la regolamentazione del settore è lasciata a varie disposizioni disseminate in modo sparo nel provvedimento.
Qui il comunicato stampa diffuso da Fondazione Inarcassa.
Anche Armando Zambrano, coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche ha commentato criticamente il provvedimento, lamentando il tradimento dello spirito della legge delega circa la centralità della progettazione.
Qui la dichiarazione integrale dell'Ing. Zambrano.
Zambrano, inoltre, è stato protagonista di un duro botta e risposta con l’Oice, l’organizzazione di categoria aderente a Confindustria che rappresenta le organizzazioni di ingegneria e architettura, in merito alla questione della “sanatoria” dei contratti posti in essere dalla società di ingegneria con i privati. Tuttavia, sebbene sembrasse che la disposizione potesse entrare nel nuovo codice appalti, la soluzione della querelle è stata affidata al disegno di legge in materia di concorrenza (che la affronta all’art. 46), attualmente all’esame del Senato.
Dlg terre e rocce da scavo
Il Parlamento deve dare il parere sul regolamento di disciplina semplificata della gestione delle terre e rocce da scavo (n. 279 - Relazione illustrativa e tecnica).
lo schema di decreto disciplina il riutilizzo in situ di terre e rocce da scavo qualificate sottoprodotti e provenienti da cantieri di piccole dimensioni, compresi quelli finalizzati alla costruzione o alla manutenzione di reti e infrastrutture, il deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo qualificate rifiuti, nonché l'utilizzo in situ di terre e rocce escluse dalla disciplina rifiuti e la loro gestione nei siti oggetto di bonifica.
Tra l’altro sono definiti i requisiti generali da soddisfare affinché le terre e rocce da scavo generate in cantieri di piccole dimensioni, in cantieri di grandi dimensioni e in cantieri di grandi dimensioni non sottoposti a valutazione di impatto ambientale (VIA) e autorizzazione integrata ambientale (AIA) siano qualificate come sottoprodotti e non rifiuti, nonché i principi generali ad esse applicabili. Si chiarisce che il deposito delle terre e rocce da scavo prima dell'utilizzo può essere effettuato anche in un luogo diverso dal sito di produzione e dal sito di destinazione, purché siano rispettati specifici requisiti, prevedendo altresì la facoltà di individuare uno o più siti di deposito intermedio. Definiti gli adempimenti previsti per il trasporto fuori dal sito di produzione delle terre e rocce da scavo qualificate come sottoprodotti; sono previste anche modalità semplificate per attestare che le terre e rocce da scavo generate nei cantieri di grandi dimensioni soddisfano le condizioni per essere qualificate sottoprodotti. Vengono pertanto disciplinati i contenuti, le tempistiche e gli effetti del piano di utilizzo, individuando i soggetti coinvolti, e viene definito il regime dei controlli.
Si prevede che il piano di utilizzo delle terre e rocce generate da cantieri di grandi dimensioni abbia una efficacia limitata nel tempo. In presenza di modifiche sostanziali del piano di utilizzo, si stabilisce l'obbligo per il proponente o per l'esecutore di aggiornare il medesimo piano, seguendo una procedura semplificata.
Viene individuata anche una procedura finalizzata a garantire pubblicità e trasparenza dei dati relativi alla qualità ambientale del territorio nazionale. Si attribuisce all'ISPRA la predisposizione di un tariffario nazionale da applicare al proponente per la copertura dei costi sopportati dalle Agenzie di protezione ambientale.
Si disciplina l'utilizzo come sottoprodotti delle terre e rocce da scavo generate da cantieri di piccole dimensioni, ossia da quei cantieri che producono terre e rocce da scavo in quantità non superiore ai 6.000 metri cubi e destinate a recuperi, ripristini, rimodellamenti, riempimenti ambientali o altri utilizzi sul suolo; definite anche le procedure per la predisposizione, la trasmissione e l'aggiornamento della dichiarazione di utilizzo per i cantieri di piccole dimensioni.
Una norma apposita concerne i cantieri di grandi dimensioni non sottoposti a procedure di valutazione di impatto ambientale o ad autorizzazione integrata ambientale, cioè i cantieri in cui sono prodotte terre e rocce da scavo in quantità superiori a 6.000 metri cubi nel corso della realizzazione di opere non soggette a VIA e AIA.
Disciplinata la fattispecie del deposito temporaneo delle terre e rocce da scavo qualificate rifiuti, individuando procedure ad hoc; fissata la procedura per l'utilizzo delle terre e rocce escluse dal campo di applicazione dei rifiuti e prodotte nell'ambito della realizzazione di opere o attività sottoposte a VIA.
Comunicato Anac su trasmissioni varianti in corso d’opera
Il 4 marzo è stato pubblicato il comunicato del Presidente, Dott. Raffaele Cantone, del 17 febbraio 2016 che fornisce indicazioni sull’applicazione delle norme sugli obblighi di trasmissione all’Anac delle varianti in corso d’opera (art. 37, d.l. 24 giugno 2014, n. 90 convertito in legge 11 agosto 2014, n. 114).
Senato - Ddl 859 D - Omicidio stradale : il sì finale
Con voto di fiducia (149 sì, 3 no e 15 astensioni), l'Assemblea del Senato ha approvato in via definitiva il ddl che introduce il reato di omicidio stradale e il reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo n. 285/1992 e al decreto legislativo n. 274/2000.
Omicidio o lesioni
Punito con la reclusione da 8 a 12 anni l'omicidio stradale colposo commesso da conducenti un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica grave o di grave alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope; in stato di ebbrezza o alterazione psicofisica meno grave laddove si tratti di conducenti che esercitano professionalmente l'attività di trasporto di persone e di cose.
È, invece, punito con la pena della reclusione da 5 a 10 anni l'omicidio stradale colposo commesso da conducenti di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica con minore tasso alcolemico, che abbiano superato specifici limiti di velocità, che abbiano attraversato le intersezioni semaforiche disposte al rosso o abbiano circolato contromano, che abbiano effettuato manovre di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi, che abbiano effettuato sorpassi azzardati. La pena è diminuita fino alla metà quando l'omicidio stradale, pur cagionato da condotte imprudenti, sia conseguenza anche di una condotta colposa della vittima. La pena è aumentata se l'autore del reato non ha conseguito la patente (o ha la patente sospesa o revocata).
Nel caso in cui il conducente provochi la morte di più persone ovvero la morte di una o più persone e le lesioni di una o più persone, la pena è aumentata fino ad un massimo di 18 anni.
Revoca patente
In caso di condanna o patteggiamento (anche con la condizionale) per omicidio o lesioni stradali viene automaticamente revocata la patente. Una nuova patente sarà conseguibile solo dopo 15 anni (omicidio) o 5 anni (lesioni). Tale termine è però aumentato nelle ipotesi più gravi: se ad esempio il conducente è fuggito dopo l’omicidio stradale, dovranno trascorrere almeno 30 anni dalla revoca.
Fuga del conducente
E' prevista una specifica circostanza aggravante nel caso in cui il conducente, responsabile di un omicidio stradale colposo, si sia dato alla fuga.
Se il conducente fugge dopo l’incidente scatta l’aumento di pena da un terzo a due terzi, e la pena non potrà comunque essere inferiore a 5 anni per l’omicidio e a 3 anni per le lesioni.
Flagranza di reato
E’ esclusa l'ipotesi dell'arresto in flagranza di reato, prevista in caso di omicidio stradale, ove il conducente si fermi e presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, e dall'incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose.
Associazioni tra avvocati: liberi professionisti che possono partecipare
E’ del 4 febbraio 2016, il decreto del Ministero della giustizia n. 23, recante “Regolamento recante norme di attuazione dell'articolo 4, comma 2, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, per l'individuazione delle categorie di liberi professionisti che possono partecipare alle associazioni tra avvocati”, in vigore dal 16 marzo 2016.
I liberi professionisti non iscritti nell’albo forense che partecipano ad una associazione multidisciplinare devono appartenere alle categorie organizzate in ordini e collegi professionali tra cui ordine degli ingegneri e ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori) (GU n. 50 del 1°.3.2016)
MiSE: “Disegni+3”, parte il nuovo incentivo
Dopo il successo ottenuto dalla misura Disegni+2, dalle ore 9.00 di mercoledì 2 marzo è possibile presentare le domande per accedere all’agevolazione per la valorizzazione di disegni e modelli denominata “Disegni+3”. Le risorse disponibili ammontano complessivamente a 4 milioni e 700 mila euro e sarà possibile presentare più richieste di agevolazione aventi ad oggetto, ognuna di esse, un diverso disegno/modello, fino al raggiungimento dell’importo massimo, per impresa, di 120 mila euro.
La versione integrale del bando e la relativa documentazione per la presentazione delle domande sono disponibili sui siti: www.sviluppoeconomico.gov.it, www.uibm.gov.it, www.unioncamere.gov.itt e www.disegnipiu3.it
Finanze: coefficienti fabbricati D
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7 marzo 2016 il Decreto 29 febbraio 2016 – Aggiornamento coefficienti fabbricati D - Imposta municipale propria (IMU) e Tributo per i servizi indivisibili (TASI) – Fabbricati appartenenti al gruppo catastale D – Aggiornamento dei coefficienti per l’anno 2016.
Fisco Oggi: Immobili classificati nel gruppo D: coefficienti 2016 per Imu e Tasi
MEF: Guida al Leasing prima casa giovani
Il 1° marzo scorso si è svolta, presso la sala Regina della Camera dei Deputati, la presentazione della Guida per la casa in leasing, una importante novità introdotta dalla legge di stabilità 2016. La disciplina del leasing immobiliare abitativo, prevede incentivi fiscali sull’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale. La finalità della misura è di agevolare, specie per i più giovani, l'acquisto dell'abitazione di residenza attraverso l'utilizzo dello strumento della locazione finanziaria quale innovativo canale di finanziamento rispetto all’ordinario strumento del mutuo ipotecario.
La Guida “Il Leasing immobiliare abitativo” chiarisce le caratteristiche fondamentali del leasing immobiliare abitativo e i dubbi più frequenti, le tutele per il cittadino e i regimi fiscali applicabili. La guida sarà distribuita gratuitamente da Assilea, dal Consiglio Nazionale del Notariato e dalle Associazioni dei Consumatori ed è inoltre scaricabile dai rispettivi siti web.
Allegato 1 - Slides_leasing_abitativo (PPT, 1.12 MB )
Allegato 2 - Guida leasing abitativo (PDF, 224.7 KB )
CNN: Il Consiglio Nazionale del Notariato ha diffuso una sintesi della Guida per la casa in leasing comunicato stampa.
Agenzia Entrate: detrazioni efficientamento energetico
Le agevolazioni previste dalla Legge di Stabilità vengono concesse quando si eseguono interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti e contemplano sia la detrazione fiscale del 65% per gli interventi di efficientamento energetico e di adeguamento antisismico degli edifici, sia la detrazione del 50% per le ristrutturazioni edilizie. In particolare, la detrazione pari al 65% per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2016, è riconosciuta se le spese sono state sostenute per:
• la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
• il miglioramento termico dell'edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre, comprensive di infissi)
• l'installazione di pannelli solari
• la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
A questo proposito, è opportuno precisare che
• dal 1 gennaio 2017 il beneficio sarà del 36%, cioè quello ordinariamente previsto per i lavori di ristrutturazione edilizia
• la detrazione deve essere ripartita in dieci rate annuali di pari importo
• le spese sostenute prima del 6 giugno 2013 fruivano della detrazione del 55%
• è aumentata dal 4 all'8% della percentuale della ritenuta d'acconto sui bonifici che banche e Poste hanno l'obbligo di operare all'impresa che effettua i lavori.
Inoltre, fra le detrazioni a carico del contribuente, ricordiamo alcuni esempi, quali interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda, interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali.
QUI per approfondire
Agenzia entrate: cartelle di pagamento e riscossione coattiva
Guida: "cartelle di pagamento e riscossione coattiva" – aggiornamento.
Lavoro: dimissioni volontarie e le risoluzioni consensuali
Con la circolare del 4 marzo 2016 n.12, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali fornisce i primi chiarimenti sulla nuova procedura telematica per le dimissioni e la risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro che sarà operativa dal 12 marzo 2016.
Sarà accessibile per gli utenti un servizio di supporto tramite la casella di posta dimissionivolontarie@lavoro.gov.it, a cui potranno essere indirizzati i quesiti inerenti la procedura.
Consulta il video tutorial cittadino
- rivolgersi ad un soggetto abilitato (patronato, organizzazione sindacale, ente bilaterale, commissioni di certificazione) che avrà il compito di compilare i dati e inviarli al Ministero del Lavoro.
Consulta il video tutorial soggetto abilitato
È disponibile un supporto per gli utenti e gli operatori. Per quesiti sull'utilizzo della procedura è possibile scrivere a:dimissionivolotarie@lavoro.gov.it.
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DALLA RETE
ANAC: entità e modalità versamento contributi
In vigore dal 1° gennaio 2016 la delibera dell’Autorità anticorruzione, n. 163 del 22 dicembre 2015, con cui viene fissata l’entità e le modalità di versamento del contributo a favore dell'Autorità nazionale anticorruzione, per l'anno 2016.
Si ricorda che sono obbligati alla contribuzione a favore dell'Autorità i seguenti soggetti pubblici e privati: a) le stazioni appaltanti e gli enti aggiudicatori di cui agli articoli 32 e 207 del decreto legislativo 163/2006, anche nel caso in cui la procedura di affidamento sia espletata all'estero; b) gli operatori economici, nazionali e esteri, che intendano partecipare a procedure di scelta del contraente attivate dai soggetti di cui alla lettera a); c) le società organismo di attestazione. (GU n. 49 del 29.2.2016)
CNI: Ingegneri , calano i redditi
Per il mondo dell'ingegneria si profila una crisi del reddito piuttosto preoccupante. Secondo l'analisi del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, che presenta oggi (venerdì 4 marzo 2016, ndr) una ricerca in occasione dell'Assemblea Nazionale del 4 marzo a Bologna, la situazione appare alquanto precaria. Se è il 27% dei liberi professionisti fino a 35 anni ad avere registrato la flessione del fatturato lo scorso anno, tale percentuale sale spaventosamente al 56,2% tra gli ultracinquantacinquenni. Nel complesso tra il 2007 ed il 2014 il reddito professionale medio degli ingegneri ha registrato una flessione vicina al 20%: si è passati da poco più di 40 mila euro annui pro-capite a poco più di 32.000 euro. Riguardo all'anno in corso, rispetto al 2015, il Centro Studi CNI stima che i redditi professionali, potrebbero oscillare tra 0% e -1%. In una visione ottimistica, dunque, la crescita sarebbe nulla, mentre l’alternativa sarebbe un’ulteriore riduzione del giro d’affari, escludendo dunque, per il momento, un’ipotesi di crescita. “Il quadro – ha commentato Armando Zambrano, Presidente del CNI - resta di emergenza e richiede interventi che siano, in buona misura, di discontinuità con il passato. A fronte della crisi di redditi si aprono prospettive invece sulle nuove frontiere dell'ingegneria, soprattutto sul versante dell'innovazione tecnologica, per cui sono richieste nuove figure come, ad esempio, lo sviluppatore dei mezzi di trasporto alternativi, il responsabile per lo smaltimento dei dati personali, il responsabile della gestione e dell’organizzazione della vita digitale”.
ANCE: Il mondo delle costruzioni, ricerca
Lo studio, curato dalla Direzione Affari Economici e Centro Studi dell’Ance, si basa su specifiche elaborazioni della più recente tavola intersettoriale pubblicata dall’Istat e consente di trarre alcune significative informazioni sulla struttura del settore e sugli effetti moltiplicativi sull’economia derivanti da una domanda aggiuntiva di spesa in costruzioni (effetti diretti, indiretti e indotti).
Riguardo agli aspetti strutturali la ricerca, ad esempio, mette in evidenza la lunga e complessa filiera delle costruzioni e la bassa incidenza di importazioni nel processo produttivo.
Il settore delle costruzioni acquista, infatti, beni e servizi dall’88% dei settori economici (31 settori economici su 36 sono fornitori delle costruzioni) e solo il 4,2% degli acquisti è importato mentre il 95,8% è di produzione interna.
In merito agli effetti moltiplicativi, dallo studio emerge che una spesa aggiuntiva di un miliardo di euro in costruzioni genera sul sistema economico una ricaduta complessiva di 3.513 milioni come effetti diretti, indiretti e indotti e produce un incremento di 15.555 unità di lavoro di cui 9.942 nel settore delle costruzioni e 5.613 nei settori collegati.
In questa edizione dello studio, che aggiorna il precedente lavoro dell’Ance svolto nel 2010, alcuni risultati sono inoltre, per la prima volta, presentati separatamente per le attività di “costruzione di edifici e altri lavori di costruzione specializzati” e di “lavori di ingegneria civile”.
Gli schemi intersettoriali costituiscono un prezioso strumento per l’analisi della struttura di un sistema economico ed offrono la possibilità di mettere in luce le relazioni di interdipendenza esistenti tra i vari settori produttivi e finali del sistema e tra questi ed il resto del mondo (importazioni/esportazioni).
Nell’attuale quadro macroeconomico, e nella definizione di politiche rivolte a rilanciare la crescita economica, lo studio costituisce uno strumento utile per ribadire l’importante contributo che l’industria delle costruzioni può offrire allo sviluppo del paese in termini sia di investimenti che di occupazione unitamente alla contestuale crescita degli altri comparti economici.
Tecnologia e design a consumo zero, ecco la casa del futuro
L’ultima frontiera del risparmio energetico coniugato con l’estetica e la cura dei materiali. E’ la sfida di “Biosphera 2.0″, il modulo abitativo ora pronto per girare l’Italia ed essere sottoposto a test ai climi più diversi. Gli articoli de La Stampa e dell’inserto del Sole 24 Ore “Casa 24 Plus”
Architetti: Osservatorio professione
Una professione, quella di architetto, ancora schiacciata dalla crisi, nonostante il 2015 sia stato un anno importante per l’economia italiana e per il settore delle costruzioni che ha mostrato i primi, anche se modesti, segnali di ripresa. Con il risultato di spingere gli architetti italiani sempre più verso una maggiore specializzazione, sia in attività tradizionali come redazione capitolati, perizie estimative, catasto, collaudi e sicurezza nei luoghi di lavoro, sia in quelle più innovative come certificazione di classi energetiche, GIS (Geographic Information System), studi e progettazioni di fattibilità, project financing, facility management. E’ questo lo scenario tracciato dalla V edizione dell’Osservatorio sulla professione di Architetto promosso dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in collaborazione con il Cresme.
Architetti: RIUSO e Sport
“Speriamo che questo non sia un pessimo antipasto di quello che potrà succedere con le Olimpiadi romane: un antipasto che prevede la “bella iniziativa” del CONI sulla riqualificazione e realizzazioni di impianti sportivi nelle periferie urbane e nelle aree svantaggiate secondo quanto previsto dal "Fondo Sport e Periferie” (G.U. 23/1/2016 n. 18) che rivela ancora una volta come le partecipate pubbliche abbiano in spregio il libero mercato e i progettisti italiani. Si scopre, infatti, che una volta selezionate le proposte di rigenerazione - grazie ai progetti degli architetti su incarico di associazioni sportive - è previsto che il finanziamento, i progetti e le Direzione dei lavori vengano gestiti internamente dal CONI che avrebbe costituito un apposito ufficio romano”. Così Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori. “Chiediamo - continua - un intervento immediato del presidente del CONI, Giovanni Malagò, perché chi ha elaborato gli studi di fattibilità e passato la selezione per il finanziamento sia incaricato dell'intero progetto, secondo i principi di necessaria unità del processo di progettazione previsti dall'approvando nuovo Codice appalti, ma soprattutto nel rispetto del diritto di chi ha concepito l'idea progettuale di poterla svolgere fino in fondo e che non può essere defraudato da misteriosi tecnici pagati dallo Stato".
“Al presidente Malagò - conclude Freyrie - voglio ricordare che tra i compiti del CONI dovrebbe esserci quello di valorizzare il merito dei giovani e non di costituire società di ingegneria interne".
INU: Il Paese che vorrei, proroga invio contributi
Progetti, studi, idee. Pannelli, immagini, video. Ecco “Progetto Paese: Il Paese che vorrei”: In vista del XXIX Congresso di Cagliari, e nell’ambito di questo, l’Inu apre a contributi in linea con la visione e gli intenti dell’evento. I lavori selezionati verranno esposti nel corso della manifestazione. La prima scadenza è stata prorogata al 18 marzo.
Consiglio di Stato: Gare, limiti apporto ingegneri junior
Consiglio di Stato – sezione V - sentenza n. 776 del 25.2.2016: offerte in gare di appalto; l’ingegnere junior (appartenente alle Sezione B del DPR n. 328/2001) può partecipare a progettazioni complesse solo sotto la direzione e il controllo di un ingegnere iscritto nella sezione A (laurea magistrale), può collaborare esclusivamente per opere edilizie ed è autonomo solo per le costruzioni civili semplici.
ISPRA: mappe ufficiali dissesto idrogeologico
Supera i 7 milioni il numero degli abitanti residenti in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata (P3 e P4), mappate nei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI) e quasi 6 milioni vivono in zone alluvionabili classificate a pericolosità idraulica media P2 con un tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (perimetrate nell’ambito della Direttiva Alluvioni).
Campania, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna, sono le regioni con i valori più alti di popolazione a elevato rischio frana, mentre i numeri più rilevanti di popolazione a rischio alluvione, nello scenario di pericolosità idraulica media P2, si riscontrano in Emilia-Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria.
A livello comunale, è a rischio l’88,3% dei comuni italiani.
La mappa dei cantieri di #italiasicura
L’articolo de l’Unità,l’intervista al direttore della struttura di missione Mauro Grassi
l’intervento del presidente del Consiglio nazionale dei geologi Gian Vito Graziano
INAIL: Bando sicurezza
Con il nuovo bando incentivi Isi 2015 l’Inail mette a disposizione delle imprese che investono in sicurezza più di 276 milioni di euro a fondo perduto. Dal 1° marzo fino alle ore 18 del prossimo 5 maggio le aziende che intendono accedere al contributo potranno inserire online, sul portale dell’Istituto, le proprie domande di finanziamento.
A essere interessati sono i progetti di investimento volti al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza del lavoro, per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale e – novità del bando 2015 – per la bonifica da materiali contenenti amianto. Dal 2010 a oggi, attraverso le sei edizioni del bando Isi, l’Inail ha stanziato un ammontare complessivo di oltre un miliardo e trecento milioni di euro. I contenuti dell’ultimo bando sono stati illustrati questa mattina a Roma dal presidente dell’Inail, Massimo De Felice, alla presenza del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta presso il Parlamentino della sede dell’Istituto di via IV Novembre.
Gli incentivi Isi – ripartiti su singoli avvisi regionali pubblicati sul portale dell’Inail – sono erogati alle imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura. Il contributo assegnato in conto capitale è pari al 65% dei costi sostenuti per la realizzazione di ciascun intervento ed è compreso tra un minimo di cinquemila euro e un massimo di 130mila. Fino al prossimo 5 maggio, nella sezione “Servizi on line” del portale dell’Inail le imprese avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà loro di compilare la domanda di contributo con le modalità indicate negli avvisi regionali.
A partire dal prossimo 12 maggio, le aziende la cui domanda abbia raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità potranno accedere al sito per ottenere il proprio codice identificativo da utilizzare al momento di inoltrare la domanda online, nelle date e negli orari di apertura dello sportello informatico (tali informazioni saranno comunicate sul sito dell’Inail a partire dal 19 maggio 2016). Gli elenchi in ordine cronologico di tutte le domande inoltrate saranno pubblicati sul portale Inail, con l’indicazione di quelle collocate in posizione utile per accedere al contributo. Per informazioni e assistenza relative all’Avviso pubblico è possibile contattare il Contact Center dell’Inail ai numeri 803164 (gratuito da telefono fisso) e 06.164.164 (a pagamento da mobile) o accedere al sito dell’Istituto.
Nel corso della conferenza stampa è stato ricordato anche lo sconto sui premi Inail per le imprese che realizzano interventi di prevenzione aggiuntivi rispetto a quelli previsti per legge (OT24), che a partire dal 2010 è stato complessivamente pari a circa 1,4 miliardi di euro. In particolare, l’intervento ha riguardato nel corso del 2014 circa 53mila aziende, che hanno usufruito di uno sconto sui premi pari a più di 347 milioni di euro.
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