Sul disegno di legge in materia di rigenerazione urbana, all’esame della Commissione Ambiente del Senato, lo scorso 30 ottobre sono stati depositati 571 emendamenti, non ancora sottoposti a votazione. Alcuni di essi risultano di particolare interesse della categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Ecco quali.
È scaduto il 30 ottobre scorso il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al testo unificato in materia di rigenerazione urbana proposto dal Senatore Roberto Rosso all’esame della Commissione Ambiente del Senato (A.S. 29 e abb.) Al disegno di legge, che, recita l’art. 1, “individua nella rigenerazione urbana lo strumento finalizzato al recupero del patrimonio costruito per migliorarne la qualità, l'efficienza energetica e idrica, la sicurezza sismica e la dotazione tecnologica, nonché alla promozione di politiche urbane integrate e sostenibili, in modo da perseguire la coesione sociale, la tutela dell'ambiente e del paesaggio e la salvaguardia delle funzioni ecosistemiche del suolo”, sono stati presentati 571 emendamenti, alcuni dei quali di particolare interesse della categoria degli architetti e ingegneri liberi professionisti.
La Fondazione Inarcassa ha seguito con particolare attenzione il lavoro della Commissione Ambiente del Senato per i diversi e ampi aspetti – sicurezza sismica e recupero del patrimonio edilizio, su tutti – su cui interviene il disegno di legge. Non va trascurato l’impegno che, parallelamente ai lavori della Commissione Ambiente del Senato, la Fondazione Inarcassa ha portato avanti, negli ultimi mesi, in altre sedi istituzionali, tra cui, ad esempio, al MIT nell’ambito del cosiddetto “Piano Casa” il cui obiettivo è stato, per l’appunto, offrire una risposta all’emergenza abitativa anche attraverso il recupero del patrimonio immobiliare esistente e la riconversione degli edifici aventi altra destinazione pubblica, destinazione ad edilizia residenziale pubblica sociale delle unità immobiliari private rimaste invendute.
Il disegno di legge in materia di rigenerazione urbana ha una visione e una finalità certamente ambiziosa poiché comprende non solo gli aspetti materiali e fisici degli interventi edilizi ma declina un programma interdisciplinare destinato alla collettività che non può prescindere dal coinvolgimento dei cittadini nel complesso processo di trasformazione. Il Piano di rigenerazione, inteso come programma di azioni immateriali per rendere vivibili e sicuri i luoghi pubblici, non può prescindere dalla consapevolezza che occorre un impegno volto ad assicurare un equilibrio tra sviluppo economico, crescita del territorio e qualità della vita. Alcune proposte emendative presentate in Commissione Ambiente del Senato sembrano, infatti, rispondere all’esigenza di migliorare il testo del disegno di legge considerato che alcune questioni sono solamente accennate nella relazione illustrativa ma non risultano approfondite nello sviluppo degli articoli che si “limitano” a definire gli aspetti edilizi, fiscali e amministrativi, ma non quelli destinati all’innovazione sociale e alla partecipazione della comunità, alle opportunità e alle proposte di rivitalizzazione degli ambiti urbani, alla realizzazione di servizi, alla riqualificazione degli spazi pubblici e al recupero del paesaggio e dell’ambiente.
A questo proposito, non sfuggono alla nostra attenzione quelle proposte presentate emendative volte a promuovere processi e azioni per realizzare nuove tipologie di residenze che favoriscono la coabitazione per incentivare le relazioni sociali e garantire supporto al welfare delle famiglie e delle persone disagiate; promuovere le politiche di tutela e valorizzazione dei centri storici e del paesaggio nell’ambito dei programmi di rigenerazione urbana adottati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti; assicurare che i processi di coprogettazione siano partecipati esclusivamente da soggetti che possono vantare risorse materiali ed umane specializzati negli interventi di rigenerazione urbana; disciplinare gli interventi ricompresi nella programmazione comunale di rigenerazione urbana mediante il ricorso allo strumento del concorso di progettazione in due fasi; prevedere l’obbligo della cessione degli standard per garantire una dotazione e un patrimonio comune per i cittadini; definire, infine, la procedura del percorso di partecipazione.
Le proposte emendative depositate in Commissione Ambiente del Senato non sono state ancora sottoposte a votazione. Al momento, infatti, il disegno di legge non risulta ancora calendarizzato, probabilmente per la fitta agenda parlamentare di fine anno - Camera e Senato sono impegnate sulla manovra di bilancio – e per il contestuale esame di provvedimenti, come il c.d. “Salva Milano” (approvato pochi giorni fa in prima lettura alla Camera, A.C. 1272) che, comunque, incide sulla materia della rigenerazione urbana.
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